martedì 16 dicembre 2008
E' Natale, butta giù la pillola
mercoledì 10 dicembre 2008
SpAvvento
venerdì 21 novembre 2008
Scheletri nell'armadio
venerdì 14 novembre 2008
Anche lei farà lo sciopero della sete
sabato 1 novembre 2008
La marcia dei pinguini
La marcia è un'attività salutare e fa sentire bene. Marciare insieme con gli altri è ancora più piacevole, ci si sente gruppo. unità. forza dinamica e potente. Sembra quasi di poter cambiare il mondo. Soprattutto se quando si marcia si canta, si ripetono slogan incisivi e densi di significato (ma abbastanza vaghi da essere variamente interpretabili al bisogno). Insomma non solo il medico raccomanda la marcia, ma anche lo psicologo e l'educatore. Sì, anche l'educatore, perchè è l'unica occasione in cui ragazzi che non sanno cosa sia la disciplina e il dominio di sè si sacrificano camminando allo stesso passo come bravi soldati e affrontano la fatica e la pioggia per un Alto Ideale. E' un addestramento alla sofferenza e all'autocontrollo (alcune volte devono anche trattenersi la pipì, non è facile trovare un bagno per così tante persone).
Questi indubitabili vantaggi della marcia fanno anche molto comodo. Rendono superflue le motivazioni del marciare. Ma chissenefrega se si marcia per Berlusconi o per Veltroni, se i ragazzi dei centri sociali marciano per l'università, se quelli del liceo marciano contro la Gelmini che marcia a favore delle elementari, mentre i bambini dell'asilo marciano perchè i sindacati continuino a tenere segreti i loro bilanci così da finanziare (ma non è vero) queste marce che però devono sembrare marce autogestite. L'importante è che si marci, con il petto in fuori e le canne in dentro. In fondo non è nemmeno bene pretendere da chi marcia che ci sappia dire in italiano corretto dov'è diretto, a Montecitorio o in Prefettura, a Piazza della Repubblica o al prato più vicino. Tanto il "Movimento" sa dove andare, alla fine la lunga Marcia dei Pinguini arriverà.
sabato 18 ottobre 2008
Non mi intendo di economia...
domenica 28 settembre 2008
Ancora brutte storie, ma è colpa della famiglia?
sabato 13 settembre 2008
Anniversario di Lucio Battisti
domenica 7 settembre 2008
Scusate il ritardo...
mercoledì 11 giugno 2008
Una legge che conta
sabato 24 maggio 2008
Second Life
Nella foto Akim Bey Hakim Bey teorizza la TAZ come un'esperienza
rivoluzionaria di liberazione. Io ritengo invece, che sia un concetto interessante per descrivere il disagio mentale dei nostri giorni.
Quando una persona non ce la fa a vivere la propria "first life" con le sue responsabilità e le sue fatiche, sente il bisogno insopprimibile di scappare in un mondo fantastico e irreale, in cui stimolazioni neurologiche potenti fanno dimenticare per un pò la realtà e inducono uno stato di piacere effimero e artificiale. Salvo poi, quando ritorna nella vita vera, cadere in uno stato di prostrazione profonda, di delusione, di aridità, di angoscia che la spinge a ripiombare nell'auto-consolazione di una nuova TAZ. Un circuito perverso di auto-annichilimento che estranea sempre più dalla Vita.
Nella pratica clinica, ho verificato che il concetto di TAZ può essere estremamente utile per leggere una serie molto varia di psicopatologie che vanno dagli stati d'ansia, ad alcuni tipi di depressioni, alle polidipendenze. Il panorama attuale mostra sempre più spesso, infatti, pazienti che sfuggono alle tradizionali classificazioni diagnostiche, e che non sapendo come altro etichettarli, gli psichiatri li mettono nel grande calderone dei borderline. Il concetto di TAZ, ci viene in aiuto per individuare la caratteristica comune a questi pazienti: il terrore, l'incapacità, l'inadeguatezza, comunque la difficoltà sempre maggiore di riuscire a sostenere le responsabilità quotidiane, per una mancanza di motivazione alla vita stessa. Con la conseguente tendenza a crearsi degli spazi mentali di isolamento attraverso comportamenti rituali, compulsivi, super attrattivi, in grado di occupare lo spazio mentale Non è la semplice "fuga dalla realtà" con cui spesso si liquida in modo superficiale il problema dei drogati. E' uno stato d'animo di angoscia che emerge di fronte a qualsiasi tipo di frustrazione, che riguarda anche persone che non vorrebbero estraniarsi dalla vita. E allora, la cosiddetta fuga dalla realtà è più corretto concettualizzarla come un'immersone temporanea in una bolla in cui liberare (per liberarsene) i più sentimenti più angosciosi (paura, inadeguatezza, spesso rabbia e violenza); questi sentimenti si possno così esprimere in modo sfrenato e incontrollato in uno spazio mentale, e talvolta fisico, senza regole, per poi poter riassumere un controllo del proprio io e ritornare "ricaricati e purificati" nel mondo normale. Da un certo punto di vista questo comportamento potrebbe essere considerato funzionale all'equilibrio complessivo della persona. Il problema, però, di cui parleremo la prossima volta, è che per le regole dell'apprendimento, la bolla scelta diventa dipendenza, gabbia, e alla fine, patibolo.
sabato 10 maggio 2008
Nuove tendenze in tema di carcere ?
Poi è venuta la Legge 354 del '75, che ha riformato l'intero sistema penitenziario. Si è iniziato a considerare il detenuto come individuo, che aveva sì commesso un reato, ma a cui andava offerta la possibilità di una riabilitazione, attraverso l'offerta di un percorso individualizzato in carcere e la creazione di un trattamento "su misura" per facilitargli un reinserimento sociale. La Legge del '75 nonostante le buone intenzioni non è servita a molto - non si sa se perché basata su presupposti errati o per un'applicazione scorretta. Il numero dei detenuti che tornano a commettere reati dopo la scarcerazione è altissima. Quelli che davvero riprendono una vita regolare sono delle rare eccezioni.Ma il legislatore è andato avanti sulla stessa strada, anzi di più. Spinto da una cultura (non sembra ma la cultura fa sempre da apripista, il problema è quando la cultura diventa brodo di coltura) ideologica, il legislatore ha sfornato sempre maggiori occasioni per i detenuti di uscire dal carcere o diminuirne la durata. L'apoteosi è stato l'indulto dell'anno scorso, provvedimento tanto inopportuno e nocivo quanto demagogico e irrazionale. Non ha prodotto nulla di buono.Ma la coltura va avanti,Nessuno ha il coraggio di fare delle riflessioni serie sul senso della pena, o anche se qualcuno ci prova non si traggono le debite conseguenze. Così, oggi, la tendenza è quella - logicamente consequenziale - della sanitarizzazione del carcere. Il detenuto non è più considerato come persona che ha sbagliato e deve subire le conseguenze negative del suo comportamento, ma come un malato che è stato portato al reato da fattori esterni a lui (malattia mentale, emarginazione, depressione, condizioni sociali o familiari difficili, ecc.) e che quindi va curato. In questo modo il carcere sta diventando sempre più "ospedalizzato", L'attuale passaggio della medicina penitenziaria dal Ministero della Giustizia a quello della Salute testimonia appunto questa scelta ideologica.Ho sentito con le mie orecchie un'alta dirigente del Provveditorato all'Amministrazione Penitenziaria del Lazio esprimere in un pubblico convegno la sua preoccupazione perché i detenuti entravano in carcere "stressati". Evidentemente, secondo la signora,merita più preoccupazione il detenuto stressato che il lavoratore che da quel detenuto è stato scippato del suo stipendio. Così come ho sentito dire in una riunione di commissione al Comune di Roma, che è sacrosanto che un detenuto che deve fare un'analisi in ospedale non debba aspettare quanto un cittadino libero, ma abbia una corsia preferenziale..! Meglio tornare alla nostra riflessione. Questo percorso colturale, che attualmente ha portato all'attuale orientamento di medicalizzazione, è pericoloso, perché arriva a giustificare tutti, a eliminare la responsabilità personale, ed è pericoloso soprattutto perché pedagogicamente nocivo: trasmette il messaggio che commettere reati non è rischioso, e - ancor peggio - che commettere reati è un fatto lieve, in fondo è solo l'effetto della propria condizione su cui non si può far nulla, quindi non è condannabile (mica siamo fondamentalisti, moralisti, intolleranti, ecc. ecc.).Come psicologo mi rendo certamente conto che le persone agiscono spinti da mille condizionamenti, e che la nostra libertà è spesso fortemente compromessa da tante variabili. Ma, paradossalmente, il fatto di agire “come se” le persone fossero libere, il trattarle da adulte e responsabili le aiuta realmente a diventarlo. Un sistema giuridico che offra la certezza della pena, e di una pena seria, non abbatterà certamente il crimine, ma ribadirà l'insegnamento su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Avrà un valore pedagogico. Su questo blog abbiamo già parlato dei padri assenti, dei padri che non sanno dare regole con fermezza, e ne abbiamo visto i danni. In qualche modo essi rappresentano lo stato che non vogliamo, uno stato che ride delle marachelle dei suoi figli, fino a quando si autodistruggono nella totale incoscienza del genitore. Dobbiamo sempre ricordare che il buonismo è il cancro della bontà, si nasconde sotto una veste di umanitarismo, ma porta a frutti di totalitarismo.
giovedì 24 aprile 2008
Sua Dipendenza "la Libertà"
Oggi crediamo di essere liberi, ma è un'illusione. Ci hanno insegnato a inginocchiarci di fronte allo slogan della rivoluzione francese "Libertè, Égalité, Fraternité", e non ci hanno detto che la libertà la può donare solo Chi è al di sopra del prigioniero. Infatti gli schiavi non si possono mica liberare tra di loro! Eppure abbiamo dovuto bere questa menzogna. Così a noi, vittime inconsapevoli degli imbroglioni della rivoluzione, ci hanno fatto credere di essere liberi perchè potevamo criticare l'autorità e vestirci come ci pare e non rispettare le regole. E così noi, eredi degli anrchici e dei sessantottini, ci ritroviamo con i bar pieni di uomini e donne davanti ai videopoker, zombie dallo sguardo fisso, dal portafogli che piange, dall'anima svuotata.
C'è qualcuno che crede che i drammi della dipendenza si possano risolvere con leggi migliori e con inziative di tipo sanitario. Ma se analizzaimo senza pregiudizi il problema ci accorgiamo che è una questione più semplice e più profonda al tempo stesso. Dobbiamo tornare ad accettare l'idea che non siamo liberi, che da soli non possiamo darci la libertà, che le scelte veramente libere sono quelle che si rifanno a criteri esterni a noi. E tutto questo perchè siamo esseri limitati. Dobbiamo accettare l'idea che solo rinunciando a considerare come assolute le nostre pretese possiamo lentamente approdare a costruirci degli spazi di libertà. Ma questo si costruisce in famiglia, è nella famiglia l'antidoto alle dipedenze.
mercoledì 16 aprile 2008
Letterina al nuovo Governo
permettimi di rivolgerti a Te, che dall'alto degli alti colli tutto sai e tutto puoi.
Io sono solo un piccolo e confuso cittadino, ma presento alla tua Immensa Saggezza una preghiera. Ascoltami Tu che puoi:
Ti ringrazieremo, se ci toglierai l'Ici sulla prima casa,
ma prima permetti alle giovani coppie di acquistarla/
Ti saremo molto riconoscenti se vorrai eliminare il bollo auto,
ma fà che nelle macchine i giovani possano ancora appartarsi
per sognare il oro futuro,
e non debbano dimenticare la loro speranza
con una scopata e uno spinello/
E' bello sapere che ti occuperai della nostra sicurezza,
ma oltre alla paura d'essere derubati dagli zingari abbiamo il terrore di
essere derubati della nostra dignità. Trattaci da uomini e non da servitori/
Hai anticipato che saranno necessari sacrifici. Siamo d'accordo, ma
in cambio dacci la soddisfazione di non farti beccare al "Billionaire" durante
le ore di lavoro con qualche puttanella/
Tu sei esperto di famiglie, ne hai cambiate almeno due o tre. Ti prego, dedica la tua
attenzione a quelle che già esistono e a quelle che si vogliono formare. A noi ne basta una a testa, ma curata con amore/
Sempre a proposito di famiglie, Governo caro, non contribuire anche Tu
alla loro dissoluzione. Non limitarti alle elemosine, dedica loro tutte le tue capacità/
Sei stato bambino anche Tu, amato Governo, metti gli uomini in
condizioni di essere papà, metti le donne in condizione di non essere strangolate tra lavoro e casa/
Nostra Guida, hai promesso che ti occuperai di tutti i cittadini, allora - non essere timido - fà che tutti i cittadini abbiano regole chiare e non aver paura di ricordare che libertà non è anarchia.
Prezioso Riferimento, quando parli si sente la tua cultura. concedi che la cultura italiana non venga definitivamente cancellata da scuole che dedicano un anno intero a progetti di multiculturalismo. Fà che prima di tutto la scuola insegni a leggere, scrivere e far di conto. Per il resto c'è tempo/
Un'ultima preghiera, o Grande: concedi ai tuoi miseri cittadini di contiuare ad esprimere le loro idee almeno nel piccolo spazio dei Blog. Lasciaci coltivare il nostro orticello, è modesto, ma grazioso. Te ne saremo grati e potrai sempre incontrarci qui per ricevere la lode del nostro misero cuore.
sabato 5 aprile 2008
Ancora sulla scuola
sabato 22 marzo 2008
Onora il padre (se riesci a trovarlo)
Ma sinceramente, ora me ne frego di Friederich, la mia attenzione va ai tanti padri dei tanti Friedirich. Padri che si svegliano dal letargo quando il loro figliolo così normale, diventa assassino, drogato, stupratore e loro cadono dalle nuvole. Dalle nuvole di fumo delle sigarette offerte ai loro maschi di casa (oltre ai soldi e alle continue giustificazioni). Una mia paziente mi racconta del fidanzato: "Ha preferito andare a fare spese con il padre piuttosto che con me, perchè io lo costringo a pensare, con il padre si diverte e tutto quello che fa va bene: il padre non lo giudica, è peggio di lui".
Altro che donne ai margini, la nostra società è malata perchè le donne fanno troppo, si sostituiscono agli uomini. Mancano uomini determinati, consapevoli delle loro responsabilità. Sono sempre più rari i padri capaci di dare regole e di farle rispettare. Sono latitanti i capifamiglia. Ci sono uomini che si mettono a competere alla Playstation con i figli - per vincere almeno una sfida nella vita - padri che portano i pargoli adolescenti dalle prostitute per farli svezzare al più presto, ci sono uomini che tradiscono le mogli e se ne vantano con i figli. Basta andare in una scuola quando ci sono i colloqui con gli inseganti; tuttte mamme apprensive e loquaci, quasi nessun padre. I padri non seguono i figli, non li osservano, non analizzano con attenzione le compagnie che frequantano. Sono troppo impegnati ad analizzare i risultati della loro squadra del cuore.
Credo fermamente che in fondo alla Grande Crisi che investe spazi sempre più ampi della nostra società, ci sia una causa fondamentale: la distorsione dei ruoli del maschio e della femmina. Il maschile e il femminile non sono - come vorrebbe qualcuno - solo differenze artificiali,
dovute a scelte sociali e frutto di evoluzioni umane. Sono le due colonne che reggono tutto l'edificio familiare, educativo e sociale del mondo. Ognuna delle due colonne deve stare al suo posto e deve collaborare armonicamente con l'altra per svolgere nel modo migliore il proprio compito. Attualmente la colonna femminile è troopo carica, ha voluto prendersi responsanilità che non le competono e sta venendo giù per troppo peso. La colonna maschile nel frattempo sta facendo una passeggiata allo stadio....
Mi permetto di buttare giù un piccolo decalogo di regolette, ad uso e consumo degli uomini, magari riuscissimo ad applicarne una o due...
1. Il tuo compito non è solo quello di portare i soldi a casa, ma quello di assicurare alla tua casa pace e stabilità.
2. Il tuo compito non è quello di giustificare tuo figlio (ci riesce già benissimo da solo), ma quello di insegnargli cos'è il bene e cos'è il male.
3. Il tuo compito non è quello di pavoneggiarti dicendo cose interessanti, ma di mostrare con l'esempio della tua vita il valore delle tue parole.
4. Il tuo compito non è quello di essere amico di tuo figlio, ma di aiutarlo a distinguere quali amici frequentare.
5. Il tuo compito non è quello di guidare con prudenza - qualsiasi persona con un quoziente intellettivo di un topo dovrebbe farlo - ma guidare chi è affidato a te con pazienza e determinazione.
6. Il tuo compito non è quello di cambiare idea come cambia il vento, ma è vivere coerentemente con i tuoi principi e valori.
7. Il tuo compito non è quello di lamentarti per i tuoi problemi, ma di risolverli.
8. Il tuo compito non è quello di parcheggiarti davanti alla TV, ma vederla con i tuoi figli e criticarla in modo intelligente.
0. Il tuo compito non è quello di imprecare contro il governo, ma di governare bene la tua famiglia.
10. Il tuo compito non è quello di fare la donna, per questo c'è già la donna.
6.
domenica 9 marzo 2008
Bistecche DOC e carne di scarto
domenica 2 marzo 2008
La solita zuppa
domenica 24 febbraio 2008
Vale la pena
"Raggio di sole" (1978)
Benvenuto, raggio di sole,
a questa terra di terra e sassi
a questi laghi bianchi come la neve sotto i tuoi passi
A questo amore, a questa distrazione, a questo Carnevale, dove nessuno ti vuole bene,
dove nessuno ti vuole male.
A questa musica che non ha orecchi,a questi libri senza parole.
Benvenuto raggio di sole,
avrai matite per giocare, e un bicchiere per bere forte e un bicchiere per bere piano,un sorriso per difendertie un passaporto per andare via lontano.
Benvenuto a questa finestra,
a questo cielo sereno,a tutti i clacson della mattina
a questo mondo già troppo pieno.
A questa strana ferrovia
unica al mondo per dove può andare, ti porta dove tira il vento, ti porta dove scegli di tornare.
A questa luna tranquilla,
che si siede dolcemente, in mezzo al mare c'è qualche nuvola ma non fa niente.
Perché lontano passa una nave, tutte le luci accese, benvenuto figlio di nessuno in questo paese.
Dedicato a tutte le donne vittime dell'egoismo e della violenza.
martedì 15 gennaio 2008
QUIZ: Dove sono i veri rifiuti?
Napoli, Centro storico
Roma, Univesrità la Sapienza
Riepiloghiamo. 67 Docenti universitari su 1500 dell'Università di Roma "La Sapienza" protestano contro l'invito fatto al Papa dal Rettore della stessa università per presenziare all'inaugurazione dell'anno accademico. I 67 docenti che non vogliono far parlare il Papa all'Università sono in buona compagnia. Gruppuscoli di studenti, infiltrati vari e anticlericali di lungo corso (o fuori corso?): Cobas, Arcigay, Boselli del partito socialista ex rosa nel pugno, ecc. ecc. Tutta questa flotta di poderosi intellettuali ha inventato (cosa si fa pur di non studiare) una settimana di mobilitrazione, conferenze sull'oscurantismo clericale, cene laiche (o laide?), tributi a Giordano Bruno (nemmeno fosse Totti), fumatine in santa pace e via discorrendo.
Papa Ratzinger, ricordandosi dell'invito evangelico: "Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi" di fronte alla reazione di quei forsennati ha rinunciato ad andare.
Certamente questo giorno rimarrà come macchia nera indelebile sulla Città Universitaria di Roma. Il colmo dell'indecenza e della menzogna, del fanatismo e dell'intolleranza, di quella che il Pontefice chiama - giustamente - dittatura: la dittatura del relativismo, la dittatura della religione laica. E'superfluo ricordare come il Professor Joseph Ratzinger sia il più grande teologo del mondo, un esponente sommo del pensiero filosofico, sia stimato e ascoltato dalle maggiori Università internazionali. E' superfluo ricordare che l'insegnamento universitario sia nato in ambito cattolico, che "La Sapienza" sia stata edificata da un Papa, che senza la Chiesa in ambito scientifico saremmo ancora all'epoca dei barbari (ma grazie a questi "scienziati laici" ci stiamo ritornando). E' superfluo ricordare che se questi difensori della libertà possono liberamente manifestare è perchè in Occidente la libertà è stata promossa e difesa dalla Chiesa contro ogni dittatura creata dalle ideologie a cui si richiamano questi signori. Non è superfluo ricordare come la scienza nasce dalla riflessione comune su ciò che è vero, Lo sputare addosso ad un altro solo perchè mette a nudo le tue contraddizioni al contrario è violenza, cieca ottusità, vigliaccheria, in fondo in fondo è infinita povertà.
Giorni fa un'illustre e molto laica professoressa universitaria di sociologia, era ospite ad una trasmissione su La7 dedicata alla moratoria sugli aborti. A chi sosteneva che era opportuno fermare l'uso violento e strumentale dell'aborto lei rispondeva sostenendo che era più importante dare ai bambini l'opportunità di giocare e studiare. Non capiva, la poveretta, che per giocare e studiare i bambini dovevano prima essere nati. Morale: Docenti, non abbiate paura della verità, abbiate paura di voi stessi.
lunedì 7 gennaio 2008
Omosessualità, guarigione e polemiche
Alla seconda obiezione si può rispondere con un esempio: secondo l'OMS le orecchie a sventola o le rughe intorno agli occhi non sono una malattia, eppure centinaia di migliaia di persone vengono operate e curate dai medici per questi e altri disagi che le fanno soffrire. Perchè uno psicologo non dovrebbe aiutare un paziente omosessuale che non è contento di esserlo? Si dovrebbe rifiutare solo perchè l'OMS sostiene che quel paziente non è malato? Dovendo scegliere, viene prima il benessere e la felicità del paziente che l'opinione dei sapienti dell'OMS e delle lobby.