martedì 29 giugno 2010

Associazione Kriterion, a servizio della famiglia


Sono davvero contento di informare i frequentatori di questo blog che insieme ad alcuni colleghi abbiamo fondato l'Associazione Kriterion Famiglia e Persona. L'idea dell'Associazione è nata dal desiderio di creare un catalizzatore di risorse da mettere a disposizione della famiglia.

Kriterion in greco significa la costellazione dei valori che serve ad orientarsi. In una società totalmente disorientata, che non sa più da dove proviene nè dove vuole andare, l'Associazione propone i suoi "Kriterion": Famiglia e Persona, riscoperti e tutelati nella loro verità oggettiva.

L'Associazione unisce chi ha a cuore l'istituto familiare perchè capisce che il benessere e la felicità dell'individuo originano in esso. Infatti si muove nello spazio dello sviluppo integrale umano all'interno del cuo contesto naturale che è quello familiare.

Kriterion vuole diffondere cultura familiare per gli operatori della salute e dell'informazione. Vuole sostenere e offrire spazi di formazione per i genitori. Vuole promuovere progetti di prevenzione.

I primi progetti che stiamo realizzando sono due giornate di formazione per medici, psichiatri, psicologi, endocrinologi. Una, il prossimo 6 novembre, dedicata alla cefalea e obesità infantile, una, il 27 novembre, in cui si discuterà della gestione delle tematiche religiose in psicoterapia. Stiamo lavorando anche ad un'idea di progetto sull'alcolismo. Molte altre cose verranno. Ci auguriamo di avere numerosi sostenitori e richieste di iscriversi all'Associazione. Non per ottenere qualcosa in cambio (anche se servizi per gli associati ci saranno eccome), ma per poter contribuire fattivamente ad un nuovo rinascimento della famiglia. Questo il link al sito dell'Associazione : http://www.associazionekriterion.it/

sabato 26 giugno 2010

sabato 19 giugno 2010

Un libro "illuminante"

E’ appena arrivato nelle librerie italiane un libro più affascinante di un romanzo dal titolo “Ero Massone. La mia conversione dalla massoneria alla fede” (Piemme). E’ la storia vera di Maurice Caillet, un medico ginecologo, non battezzato, materialista, abortista e anticattolico. Coerente con la sua formazione illuminista, il dott. Caillet entra a far parte della Massoneria. Nel giro di 15 anni viene iniziato alla conoscenza di tutti i segreti delle Logge: iniziazioni, riti, giuramenti, trattamenti di favore, facilitazioni nella raccolta di denaro, incarichi di potere e cariche politiche. Diventa Venerabile Maestro della Loggia di Rennes e fa carriera nel lavoro e in politica, fino a diventare un notabile del Partito Socialista Francese e dirigente del Centro di Esami della Salute di Rennes. Ma è proprio all’apice della sua carriera politica e professionale che accade l’imprevisto. La moglie Claude si ammala gravemente e lo trascina con sé in un ...
... pellegrinaggio a Lourdes. Mentre lei è nelle piscine, Maurice è intirizzito e si ripara nella cripta posta sotto la grotta delle apparizioni.
Vi stavano celebrando una Messa. Maurice non aveva mai prestato attenzione alla celebrazioni di una messa cattolica. La considerava un rito sorpassato, una sorta di superstizione primitiva, ma quando il sacerdote pronuncia le parole di Gesù “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” il suo cuore viene toccato.
“Ero razionalista, massone e ateo – scrive nel libro –. Non ero neanche battezzato, ma mia moglie Claude era malata e decidemmo di andare a Lourdes. Mentre lei era nelle piscine, il freddo mi costrinse a rifugiarmi nella Cripta, dove assistetti con interesse alla prima Messa della mia vita. Quando il sacerdote, leggendo il Vangelo, disse: ‘Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto’, ebbi uno shock tremendo perché avevo sentito questa frase il giorno della mia iniziazione al grado di Apprendista ed ero solito ripeterla quando, già Venerabile, iniziavo i profani”.
Al termine della Messa, andai in sacrestia e chiesi immediatamente il Battesimo al sacerdote. Questi, stupefatto quando gli confessai la mia appartenenza massonica e le mie pratiche occultiste, mi disse di andare dall'Arcivescovo di Rennes. Quello fu l'inizio del mio itinerario spirituale”.
Da allora Maurice Caillet ha lasciato la Massoneria ed ha compiuto un itinerario di conversione e purificazione. L’entusiasmo per la fede trovata gli ha dato la forza di affrontare e superare le tante difficoltà e minacce che il mondo materialista e la Massoneria gli hanno posto di fronte.
E’ stato minacciato di morte, lo hanno licenziato per motivi inesistenti, hanno cercato di impedirgli di continuare la sua attività di medico, gli hanno messo contro parenti e figlie.
A causa delle minacce vive ora sotto protezione in Spagna, ma la sua storia e testimonianza sta sollevando dalle paure tante vittime della Massoneria e sta generando altre conversioni.
Il libro scritto da Caillet è la descrizione più chiara e dettagliata di come funziona la Massoneria che lui ha frequentato per 15 anni. Tutto viene spiegato: riti, iniziazione, ragioni, finalità, metodo di controllo, corruzione, negoziazione di promozioni agli alti vertici delle aziende, distribuzione illegale di appalti per le opere pubbliche, intimidazione ed eliminazione di personaggi scomodi.
Caillet non cede mai al sensazionalismo né alle teorie cospiratorie, con metodo razionale e argomenti che emergono dalla sua esperienza personale, illustra le meschinità, la bramosia di potere, l’ideologia, e l’ipocrisia di gruppi di persone che si nascondono dietro ad un ridicolo ritualismo sincretista e agnostico.
Altro che ideali umanisti, secondo Caillet, dietro ai principi di liberà, uguaglianza e fraternità, si nasconde un gruppo di persone il cui fine è il raggiungimento del potere e del possesso, cancellando il Dio unico dei Cristiani e proponendo l’adorazione di idoli vari.
Per l’ex Venerabile Maestro, “la Massoneria, in tutte le sue obbedienze, sostiene il relativismo, che colloca tutte le religioni su uno stesso piano. Da ciò si deduce un relativismo morale: nessuna norma morale ha in sé un'origine divina e, quindi, definitiva, intangibile. La sua morale evolve in funzione del consenso delle società”.
A questo proposito nel libro il dott. Caillet racconta che la Massoneria francese è stata determinante per l'introduzione dell'aborto libero in Francia nel 1974.
Tra i responsabili di questa legge l’ex Venerabile Maestro indica Jean-Pierre Prouteau, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, consigliere dell’allora Primo Ministro Jacques Chirac. Il dottor Pierre Simon, Gran Maestro della Grande Loggia di Francia, consigliere di Simone Veil, allora Ministro della Sanità. I politici erano circondati da quelli che venivano chiamati i "Fratelli tre punti", e il disegno di legge sull'aborto venne elaborato rapidamente. I deputati e i senatori massoni di destra e di sinistra votarono all'unanimità.
Secondo Caillet il materialismo e il relativismo morale hanno portato la Massoneria francese a promuovere tutte le leggi che favoriscono il libertinaggio sessuale, il divorzio senza colpa, la contraccezione chimica e meccanica, l’aborto, le unioni civili e omosessuali, la manipolazione degli embrioni, la depenalizzazione delle droghe leggere e la legalizzazione dell’eutanasia.
Nel suo libro “De la vie avant toute autre chose” (Ed. Mazarine) apparso nel 1979 e poi ritirato dalle librerie su indicazione delle autorità massoniche dell’epoca, il Gran Maestro Pierre Simon ha scritto che “è l’intero concetto di famiglia che si sta ribaltando”.
Antonio Gaspari (ZENIT.org)

martedì 15 giugno 2010

Ancora sulla pedagogia "Moderna"

Riprendo un pezzo di Alessandro Giorgiutti (dal periodico Tempi)


Il muro di silenzio della Odenwald

Il muro di silenzio della OdenwaldIl liceo tedesco delle élite sessantottine dove si teorizza che insegnare è sbagliato e che non c’è differenza tra adulti e bambini. E dove si sono verificati stupri di gruppo e sevizie su minori - Se non avete mai sentito parlare della scuola tedesca Odenwaldschule la colpa non è vostra. Nei giorni in cui si pubblicavano articoli scandalizzati sul fratello del Papa, don Georg Ratzinger, che aveva l’unica “colpa” di aver dato qualche scapaccione ai suoi allievi indisciplinati, solo qualche riga imbarazzata veniva dedicata all’istituto fondato esattamente cento anni fa, nel 1910, nell’Odenwald, vicino a Francoforte. Un istituto nel quale, si apprende oggi, si sono verificati «almeno dal 1971» abusi e violenze «che superano la nostra capacità di immaginazione» (parola dell’attuale preside, Margarita Kaufmann). È stato pudicamente definito «liceo laico», «la Eton tedesca» o «scuola delle élites» (a ragione: la retta costa più di ...

... duemila euro al mese), ma la scuola-convitto, legata all’Unesco a partire dagli anni Sessanta, è in realtà qualcosa di molto particolare. Si tratta di una delle prime realizzazioni concrete delle ambizioni riformatrici della pedagogia d’inizio Novecento.

Il fondatore, Paul Geheeb, nato in Turingia nel 1870, studi teologici alle spalle e barba da profeta lunga fino al petto, decise per prima cosa di abolire il concetto stesso di educazione: «Preferisco non usare le parole “educazione” e “educare” – diceva – preferisco parlare di sviluppo umano». Al bando anche l’anacronistica distinzione tra maestri e allievi. Gli adulti non devono essere educatori ma “amici” di bambini e adolescenti: «Bisogna che noi veramente viviamo insieme. Gli adulti non devono limitarsi a giocare, lavorare, passeggiare con i bambini, e condividere con loro le piccole e le grandi gioie come le tristezze; è necessario far partecipare questi ultimi, secondo il loro grado di maturità, alle nostre stesse esperienze ed azioni». Non si trattava di guidare, ma di accompagnare. Nessuno doveva essere educato perché ciascuno è il miglior educatore di se stesso.

Da subito, il convitto di Odenwald fece gran scalpore per le idee molto “aperte” e le innovazioni radicali. La mitica assemblea (di bambini, adolescenti e adulti) che si riunisce periodicamente per discutere e prendere decisioni. La promiscuità tra alunni maschi e femmine (si trattava di una vera rivoluzione, per l’epoca). E anche qualche scelta decisamente più ardita: come l’educazione fisica praticata insieme, nudi, da bimbi e bimbe.

Con la forza attrattiva delle mode culturali, i princìpi educativi “anti-autoritari” spingono molte famiglie dal cognome importante e dal portafoglio pieno a iscrivere i propri figli al convitto di Odenwald. Qui, per citarne alcuni, studiano scrittori come il figlio di Thomas Mann, Klaus, e Andreas von Weizsäcker, figlio di un presidente della Repubblica, imprenditori come Wolfgang Porsche, oggi al vertice della casa automobilistica di famiglia, e Beate Uhse, che diverrà la regina incontrastata dei sexy shop. E Daniel Cohn-Bendit, il futuro leader sessantottino ed eurodeputato dei Verdi che avrebbe successivamente descritto con orgoglio i suoi giochi erotici con bambini di quattro e cinque anni.

Umiliazioni e suicidi

Il modello dell’insegnante “amico” era la bandiera anche dello stimatissimo (un tempo) Gerold Becker, che diresse la scuola tra 1971 e 1985, cioè negli anni successivi alla sbornia del ’68, proprio quegli anni in cui si concentrarono le violenze (recentemente ammesse dallo stesso Becker). Secondo l’attuale preside del convitto, le vittime di abusi sarebbero almeno quaranta, anche se il giornale che per primo, anni fa, aveva pubblicato le denunce di alcuni ex studenti ipotizza una cifra vicina al centinaio. Violenze dei professori sugli allievi e degli allievi più grandi sui più piccoli. Stupri di gruppo consumati con la complicità dei supervisori. Maestri che provvedono a distribuire alcol e droga. Studenti costretti a prostituirsi nei fine settimana per soddisfare qualche visitatore amico degli insegnanti. Si sospetta inoltre che quattro ex allievi suicidi si siano tolti la vita proprio in seguito alla vergogna e alle umiliazioni patite (che non possono essere trascritte qui).

Un dettagliato rapporto sugli orrori della Odenwaldschule fu consegnato nel 2002 alla deputata tedesca Antje Vollmer, esponente dei Verdi, allora al governo con i socialdemocratici di Gerhard Schroeder. Ma la Vollmer, che all’epoca era vicepresidente del Bundestag e guidava una commissione sulla politica scolastica, non diede credito al dossier che, se divulgato, avrebbe demolito l’immagine di una scuola considerata il fiore all’occhiello dell’educazione pubblica. Dell’esistenza di quel rapporto, redatto da un gruppo di insegnanti della Odenwaldschule, si è avuto notizia solo qualche settimana fa, proprio negli stessi giorni in cui l’attuale ministro della Giustizia tedesco, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, accusava la Chiesa cattolica di aver eretto «un muro di silenzio» sui casi di pedofilia. Un infortunio clamoroso, perché il ministro faceva esplicito riferimento al documento De delictis gravioribus del 2001 col quale il Vaticano istituiva la linea della “tolleranza zero”, ma tale da distogliere l’attenzione mediatica dagli insabbiamenti veri.

mercoledì 9 giugno 2010

Interceptor

Chi intercetta qualche pezzo grosso, spesso poi vende le sue intercettazioni, perchè c'è chi paga bene. Ma chi compra le intercettazioni capita che venga intercettato a sua volta, e così anche chi le intercettazioni le ha vendute. Così chi è stato intercettato per primo si può giustificare dicendo che gli altri fanno più porcherie di lui. Ma gli altri, naturalmente, non ci stanno e si difendono facendo capire che ci sono altre intercettazioni che sono state diffuse, ma loro ne conoscono il contenuto... Così gli intercettati primari, gli intercettati secondari e gli intercettatori, fanno partire una serie di minacce velate e di ricatti incrociati. Da cui nessuno ne esce pulito. Ma per la regola che se tutti rubano nessuno ruba, alla fine non se ne viene a capo e tutto finisce con un bel nulla di fatto giudiziario. Perchè anche certi magistrati...
Ma per fortuna qualcuno ha un'idea brillante e fa una bella legge contro l'uso scorretto delle intercettazioni. Così resterà solo la portinaia ad origliare fuori la porta dei condomini e a diffondere le ultime notizie.

Ma anche se la portinaia non lo raccontasse tutti saprebbero delle corna dell'amministratore.

mercoledì 2 giugno 2010

La complicità

La complicità è tra l'ottusità dei genitori e l'arrogante ignoranza delle maestre. E' una complicità che scatta in molte scuole pubbliche elementari.
Se vivessimo in un paese sano la scuola elementare dovrebbe avere un solo compito: insegnare a leggere, scrivere e far di conto, in un clima di ordine e di disciplina. Se vivessimo in un paese sano la famiglia pretenderebbe dalla scuola che i figli sapessero leggere e scrivere e far di conto, e che rispettassero le regole e avessero un ordine interiore ed esteriore. L'onestà, invece, sarebbe compito dei genitori.

Ma non siamo in un paese sano. Siamo una ex civiltà, che sta cedendo poco per volta ai barbari. Ma questa volta i barbari siamo noi stessi. Così, primaria tra tutte le istituzioni di una civiltà, la scuola non compie più il suo dovere. Almeno, in molte scuole pubbliche è così. Si insegnano la cucina, le barzellette, si fanno progetti con nomi ridondanti per fare scena; si procede con moduli e Portfolio delle competenze; si stima chi è più furbo e non chi è intelligente, chi si fa gli affari suoi e non chi si impegna con volontà. L'educazione sessuale prende il posto dell'educazione, e l'educazione sessuale diventa educazione all'assenza di responsabilità. In compenso l'educazione stradale è tenuta in grande considerazione. Gli edifici scolastici sono brutti, sciatti, cadenti, un'offesa a chi ci lavora e alle famiglie che ci devono far vivere i figli dentro. Sono il segno manifesto di quanto la cultura sia disprezzata. Le maestre, molte maestre, hanno una presunzione pari solo alla loro ignoranza. Per prime non sanno parlare italiano, però si esprimono con termini pomposi ("Il Team docente, lo Staff didattico"), pensando che chiamandosi in modo diverso magicamente cambi anche la loro tragicomica realtà. Insegnano senza metodo, saltando di palo in frasca, ignorando ogni progressione logica. Sostengono che il bambino possieda esso stesso le competenze e loro debbano solo tirarle fuori. Ma se volevano fare le ostetriche dovevano andare all'ospedale.

E le famiglie? Colpevoli. Complici. Convinti come sono che la cultura sia inutile, degni spettatori degli spot di Totti e della Blasi, i genitori se ne fregano che i figli siano degli analfabeti. Tanto ci penseranno le mamme a insegnare alle figlie l'arte di farsi mantenere, e i padri istruiranno i figli su come si entra a far parte della Casta, ma attenti a non farsi scoprire. Famiglie che magari sperperano capitali in videogiochi, palestre, ristoranti, ma che non hanno mai portato i figli in libreria o al museo. Genitori e maestre che corteggiano i bambini figli di genitori che possono tornare utili e che snobbano gli altri. Feste di compleanno, pizze di classe, grembiule sì, grembiule no. Ecco i problemi. Mamme disperate perchè il loro bambino ha avuto una spinta, ma disperate solo perchè non era una spinta che poteva aiutare nella carriera.

Qualcuno sicuramente penserà: "Il Dott. Rossi oggi sputa troppo veleno, mi sa che sotto sotto c'è il caso personale". Non vi darò soddisfazione, ma so quello che scrivo, perchè è una realtà che conosco bene.

No, non siamo in un paese sano. Chi non ha disponibilità economica per permettersi un istituto privato, si fa il segno della croce prima di iscrivere un figlio a scuola, pregando di imbattersi in una di quelle mosche bianche che ancora sanno usare un congiuntivo e sanno pure insegnarlo. E meno male che ci sono ancora mosche bianche, e ci sono ancora scuole private. Ma è un'autentica vergogna che il livello medio dell'istruzione sia così basso. E' una vergogna che i concorsi pubblici abbiano una tale incapacità di filtrare chi vale da chi è solo una sgrammaticata e presuntuosa improvvisatrice. E' vergognoso che il ministero stili dei programmi scolastici ambiziosi e altisonanti, del tutto sproporzionati alle necessità e alle possibilità dei bambini. Che le insegnanti lavorino nelle loro classi senza che il dirigente possa verificare e correggere, se necessario. Che i genitori siano così miopi da preoccuparsi dell'euro in più o in meno per la gita e non del fatto che i loro bambini crescano incapaci di leggere un libro con spirito critico. Il popolo bue aumenta di numero.