martedì 25 novembre 2014

Il gatto nero

 La superstizione ha sempre accompagnato il cammino dell'uomo. Psicologicamente il comportamento superstizioso si spiega con una certa facilità, perchè si appoggia su un limite intrinseco del cervello, l'incapacità di tenere il conto esatto delle proprie esperienze e l'attitudine a filtrare la realtà in base a fattori non sempre razionali. Insieme alla potentissima capacità di creare associazioni tra eventi.
Detto in maniera più semplice, accade questo: mi capita un fatto piacevole, per esempio trovo dei soldi. In quello specifico momento tutto ciò che è nel mio campo percettivo lo associo alla bella esperienza di gioia, e nel campo percettivo mi colpisce particolarmente un elemento caratteristico, per esempio la camicia gialla che sto indossando. Da quel momento in poi la camicia gialla sarà in grado di suscitare sempre un vissuto di fortuna e ottimismo. Certo, per mille volte quando indosserò la camicia gialla, mi succederanno come tutti i giorni eventi piacevoli, altri spiacevoli, altri ancora neutrali, ma io noterò e memorizzerò solo quelli piacevoli, i quali, con le regole del rinforzo intermittente, consolideranno in me sempre di più la convinzione che la camicia gialla porti fortuna. 
Allo stesso modo per gli eventi sfortunati. Così io attribuirò ad oggetti o persone la colpa di farmi del male o attirarmi la malasorte. Questa debolezza umana permette agli imbroglioni o ai truffatori, o ai semplici burloni di prendere in giro e sfruttare quelli che ci credono, come con le cosiddette "Catene di Sant'Antonio", ora anche diffuse con le nuove tecnologie.

La superstizione è molto più presente in persone atee o pagane piuttosto che in chi pratica una religione, soprattutto nei cattolici. Probabilmente perchè siccome l'uomo ha bisogno di una fede in qualche cosa che vada oltre la sua immediata esperienza sensibile, il cattolicesimo offre una visione razionale e serena anche del mondo invisibile, mentre in altre forme di religiosità c'è un miscuglio di elementi di fede ed elementi magici, di spiriti non ben definiti e la mancanza del senso della Provvidenza.
La superstizione può arrivare a dei comportamenti che sono assimilabili alle forme ossessivo/compulsive, in pratica può diventare una vera patologia. In tal caso il trattamento consigliorato è proprio quello delle sindromi compulsive in quanto si può giungere ad uno stile di pensiero che può compromettere la salute e la qualità della vita.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 11 novembre 2014

L'attesa di Lungo Collo

La giraffa allunga il collo e fa spaziare il suo sguardo oltre gli arbusti e gli ostacoli. Uno sguardo che esplora  l'orizzonte autentico e non il limitato confine del recinto, dove chi urla di più si fa re e saggio. La giraffa sa cogliere i primissimi vagiti del nuovo giorno, percepisce per prima i rosei tremolii dell'aria nell'ultima notte, quella più nera. Trasmette inascoltata quanto ascolta.
Dentro al recinto il buio è reso ancora più scuro dalla puzza di cattività e cattiveria, e chi accende il fuoco non lo fa per illuminare la prigione, ma solo perché non si aspetta più che sorga l'atteso. 
È fredda la notte di chi non ha speranza, di chi è rassegnato a calpestare corpi nel buio per non essere calpestato. È fredda la notte di chi in ogni rumore coglie un pericolo e un agguato.  Ma la giraffa ignora tutto questo, col suo collo eretto non sente gli odori sordi della notte, ma il profumo dell'alba. Si tiene ancora dritta dopo una veglia d'attesa e di pietà. Da basso la chiamano, tirandola dentro il sepolcro di chi è caduto solo, ma il sole ormai l'ha presa, è tutto suo.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 5 novembre 2014

La differenza che c'è, ma non si vuol vedere

Premetto che non so disegnare, né dipingere; l'arte di rappresentare la realtà utilizzando dei segni tracciati su carta o tela in modo apparentemente casuale è per me un mistero, e mi ispira pensieri di ammirazione e di meraviglia. Ma in questo mondo misterioso di forme e colori un aspetto mi stupisce più degli altri. La cosa  farà ridere chi possiede una minima  abilità col disegno, ma io, che non so tenere una matita in mano, quando ci penso resto sempre perplesso: la capacità di esprimere la distinzione tra un volto maschile e uno femminile. Una faccia di uomo e una di donna  in cosa si differenziano? Due orecchie, due occhi, un naso, una bocca, un ovale più o meno regolare, dei capelli che oggi un uomo può portare lunghi e una donna corti. Allora, dov'è la differenza? Eppure chiunque di noi distingue immediatamente in una foto un maschio da una femmina. E qualsiasi disegnatore sa fare un volto maschile e uno femminile. O magari, divertendosi, può con pochi tratti far diventare maschile un viso femminile. E viceversa. C'è, quindi, una qualche differenza visiva, pur non essendoci una differenza anatomica.  Probabilmente sarà questione di proporzioni tra parti, comunque resto affascinato. Passiamo oltre.
Nella nostra società oggi viviamo sotto dittatura. Chi comanda non vuole che pensiamo che tra uomini e donne ci sia una differenza. Né di dignità (e su quello siamo d'accordo pure noi), né di qualsiasi altra cosa. Persino la parola "sesso" è vista con paura, infatti stanno cercando di sostituirla con "genere"; sesso viene mantenuto solo per quanto riguarda l'accoppiamento, che secondo questi dittatori dello stato libero della banana, non conosce limiti o confini (va bene tutto: maschi, femmine, animali, trans, peluches e prossimamente scarponi da montagna). In questa dittatura tanto intollerante quanto stupida - di solito le due cose vanno a braccetto -  nella quale si negano le differenze, cercano di convincerci che l'appartenenza sessuale sia una libera scelta, che uno possa decidere di farsi donna o uomo a piacere, che il sesso non sia legato a fattori naturali e biologici. Certo, viene da domandarsi, ma perché? Perché un governo deve spendere soldi pubblici per fare il lavaggio del cervello ai bambini, nella fattispecie i nostri figli e nipoti, con appositi programmi di educazione all'omosessualità, alla masturbazione, ai cambi di sesso, con l'unico effetto di renderli incapaci di una vita emotiva equilibrata e di crearsi da grandi una famiglia? Perchè, se la scienza afferma il contrario (vedi)? Perché, se la famiglia è alla base della società? Qualcuno potrebbe pensare che non di autolesionismo idiota si tratti, ma che ci sia dietro questa dittatura un deliberato progetto di distruzione della famiglia. Ma noi che non vogliamo pensar male, ci limitiamo a ritenerli idioti. Fatto sta che la dittatura c'è e la cronaca ogni giorno ci offre esempi di questa intolleranza (vedi).
Oggi chiunque si sente in diritto di andare a letto con qualsiasi essere animato o inanimato, o di modificare il sesso (scusate, il genere, non vorrei essere denunciato) sul documento, oppure di operarsi agli organi sessuali e cambiarli in quello che gli pare assecondando il desiderio del momento, e per di più pretendendo che lo stato gli paghi l'operazione a spese dei contribuenti e gli riconosca anche dei diritti, non più legati alla propria essenza, ma alla volubilità del capriccio. Insomma, si vuole ignorare ogni limite e decidere di far diventare reale ogni parto della propria fantasia o dei propri ormoni ballerini.
Nonostante il disegno. Perché quello che i dittatori vogliono obbligarci a fare è dimenticarci che esistono i ritratti di volti, e i volti sono di maschi e femmine. Nessuno sa descrivere dove realmente stia la Differenza, ma c'è. Purtroppo per gli iconoclasti moderni (Iconoclastia = dottrina eretica che contestava l'uso delle immagini sacre).
La ragazza con l'orecchino di perla
L'orecchino di pirla
I volti disegnati da chi sa tenere una matita in mano esprimono una differenza di uguali. Uguali perché tutti esseri umani, uguali perché con un'anatomia sovrapponibile, uguali perché dotati ugualmente dello stesso destino e opportunità. Ma distinguibili, perché qualcosa di misterioso e legato a proporzioni inesprimibili ci indica l'appartenenza a due universi paralleli, ma ognuno con proprietà uniche e complementari: uno che gira in senso orario e uno antiorario.
Le arti figurative ci ricordano che esiste la realtà maschile e quella femminile. Sono realtà che non possono separarsi perchè appartengono entrambe alla più vasta categoria della realtà umana, ma si distinguono chiaramente e infatti si possono rappresentare senza dubbio nè incertezza. E' vero che, come dicevo sopra, un bravo artista può cambiare l'una nell'altra con qualche pennellata, ma lo può fare con precisione perchè hanno caratteristiche diverse, anche se impercettibili. Infatti esiste - come dire - una "forma" maschile e una femminile, precedenti l'artista stesso, che il disegnatore può solo utilizzare, ma non manipolare.

Silvio Rossi 2014 Tutti i diritti riservati

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)