martedì 15 gennaio 2008

QUIZ: Dove sono i veri rifiuti?


Napoli, Centro storico


Roma, Univesrità la Sapienza



Riepiloghiamo. 67 Docenti universitari su 1500 dell'Università di Roma "La Sapienza" protestano contro l'invito fatto al Papa dal Rettore della stessa università per presenziare all'inaugurazione dell'anno accademico. I 67 docenti che non vogliono far parlare il Papa all'Università sono in buona compagnia. Gruppuscoli di studenti, infiltrati vari e anticlericali di lungo corso (o fuori corso?): Cobas, Arcigay, Boselli del partito socialista ex rosa nel pugno, ecc. ecc. Tutta questa flotta di poderosi intellettuali ha inventato (cosa si fa pur di non studiare) una settimana di mobilitrazione, conferenze sull'oscurantismo clericale, cene laiche (o laide?), tributi a Giordano Bruno (nemmeno fosse Totti), fumatine in santa pace e via discorrendo.
Papa Ratzinger, ricordandosi dell'invito evangelico: "Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi" di fronte alla reazione di quei forsennati ha rinunciato ad andare.

Certamente questo giorno rimarrà come macchia nera indelebile sulla Città Universitaria di Roma. Il colmo dell'indecenza e della menzogna, del fanatismo e dell'intolleranza, di quella che il Pontefice chiama - giustamente - dittatura: la dittatura del relativismo, la dittatura della religione laica. E'superfluo ricordare come il Professor Joseph Ratzinger sia il più grande teologo del mondo, un esponente sommo del pensiero filosofico, sia stimato e ascoltato dalle maggiori Università internazionali. E' superfluo ricordare che l'insegnamento universitario sia nato in ambito cattolico, che "La Sapienza" sia stata edificata da un Papa, che senza la Chiesa in ambito scientifico saremmo ancora all'epoca dei barbari (ma grazie a questi "scienziati laici" ci stiamo ritornando). E' superfluo ricordare che se questi difensori della libertà possono liberamente manifestare è perchè in Occidente la libertà è stata promossa e difesa dalla Chiesa contro ogni dittatura creata dalle ideologie a cui si richiamano questi signori. Non è superfluo ricordare come la scienza nasce dalla riflessione comune su ciò che è vero, Lo sputare addosso ad un altro solo perchè mette a nudo le tue contraddizioni al contrario è violenza, cieca ottusità, vigliaccheria, in fondo in fondo è infinita povertà.
Giorni fa un'illustre e molto laica professoressa universitaria di sociologia, era ospite ad una trasmissione su La7 dedicata alla moratoria sugli aborti. A chi sosteneva che era opportuno fermare l'uso violento e strumentale dell'aborto lei rispondeva sostenendo che era più importante dare ai bambini l'opportunità di giocare e studiare. Non capiva, la poveretta, che per giocare e studiare i bambini dovevano prima essere nati. Morale: Docenti, non abbiate paura della verità, abbiate paura di voi stessi.





lunedì 7 gennaio 2008

Omosessualità, guarigione e polemiche

Ha fatto discutere un'incchiesta giornalistica uscita in questi giorni in Italia. Un giornalista si è finto omosessuale e ha chiesto aiuto ad alcuni sacerdoti, i quali lo hanno inviato a psicologi o psichiatri cattolici. Questi hanno raccolto la richiesta d'aiuto del finto gay e lo hanno sottoposto alla terapia sviluppata dallo psicologo americano Joseph Nicolosi - all'estero molto utilizzata - che permette a chi ha un orientamento omosessuale di riappropriarsi della propria identità sessuale. I soliti noti si sono stracciati le vesti gridando allo scandalo. Innanzitutto, dicono, l'omosessualità secondo l'organizzazione mondiale della sanità (OMS) non è una malattia, quindi non deve essere guarita. E poi, dicono ancora, compito dei terapeuti doveva essere quello di aiutare il paziente ad accettare la sua condizione con serenità e non quello di assecondarne la volontà. Alla prima obiezione si risponde facilmente. Fino a pochi anni fa l'omosessualità era considerata più ancora di una malattia, una vera e propria perversione sessuale, una seria devianza da curare e trattare clinicamente. Poi l'OMS ha cambiato idea. Questo fa onore all'OMS, visto che la scienza è tale quando ha la capacità di fare marcia indietro. Il problema, soprattutto per quanto riguarda la salute mentale, però, è di rimanere liberi da condizionamenti e suggestioni della cultura imperante e del clima sociale. E' sempre molto difficile stabilire i confini delle psicopatologie. Non ha senso considerare l'omosessualità una malattia, ma da qui a dire che il comportamento omosessuale sia normale ce ne passa. Anche perchè la scienza non ha ancora definito con certezza e univocità il concetto di normalità. L'omosessualità è una situazione che va studiata e valutata con uno sguardo più ampio di quello dell'ambulatorio medico. Occorre liberarla dalle sue vere catene, quelle ideologiche, quelle politiche; occorre dire chiaramente che è difficilissimo sostenere l'idea della libera scelta dell'omosessualità, occorre dire che le rivendicazioni dei gay si mescolano spesso con motivazioni molto meno nobili (per esempio la guerra alla famiglia).
Alla seconda obiezione si può rispondere con un esempio: secondo l'OMS le orecchie a sventola o le rughe intorno agli occhi non sono una malattia, eppure centinaia di migliaia di persone vengono operate e curate dai medici per questi e altri disagi che le fanno soffrire. Perchè uno psicologo non dovrebbe aiutare un paziente omosessuale che non è contento di esserlo? Si dovrebbe rifiutare solo perchè l'OMS sostiene che quel paziente non è malato? Dovendo scegliere, viene prima il benessere e la felicità del paziente che l'opinione dei sapienti dell'OMS e delle lobby.