mercoledì 19 settembre 2007

I forzati del sorriso

Leggo che c'è in giro una nuova macchina fotografica digitale che ha una caratteristica particolare: riconosce il sorriso. In pratica, se tu vuoi fare un ritratto ad una persona ed usi questa funzione, la macchina punta il viso che hai scelto e aspetta a scattare fichè la persona non sorride; appena le labbra si estendono e si mostra qualche dentino, click! Il gioco è fatto.

Non siamo più padroni nemmeno di essere seri. Siamo i forzati del sorriso, ridere e ancora ridere. Il mondo di plastica esige il buon umore, tutti a gardaland a divertirsi, nei centri commerciali e nei fast food con le facce riflesse nelle vetrine colorate, invitanti e - naturalmente - sorridenti. Guai ad apparire pensierosi anche solo in una foto, il pensiero va abolito; "Fai la cosa giusta!", direbbero quegli imbecilli dei film americani, ovvero divertiti e sorridi. Non per niente sono gli americani gli inventori dei parchi di divertimento, utili posti dove la gente che ha problemi invece di pensare a come risolverli, si anestetizza tra luci, musica ed emozioni a pagamento, tutto piuttosto che ragionare. Perchè dal ragionamento derivano delle scelte, dalla risata (soprattutto a stomaco pieno) deriva solo un gran rutto.

venerdì 14 settembre 2007

Cose vuote

Cose vuote si sentono in giro. Cose senza direzione nè contenuto. Cose dette solo per infrangere il silenzio, cose noiose e già sentite.
A cose vuote si ribatte subito, anche se con altre cose vuote. Perchè il vuoto attira il vuoto, la dispersione ulteriore dispersione. Così il disorientamento aumenta e in modo proporzionale aumenta pure la stanchezza e il fatalismo.
Eppure un antidoto c'è: Recuperare il proprio cuore. Risalire dal margine esterno della ruota, che sta sempre in movimento, attraverso uno dei raggi, al centro del mozzo, il punto fermo in mezzo al turbine del movimento.
Recuperare il proprio cuore vuol dire fermarsi e fare silenzio. Avere il coraggio di non cedere davanti all'ansia delle proprie contraddizioni e procedere. Chiudere le porte alla confusione del mondo esterno e ascoltare ciò che c'è dentro. Dare finalmente spazio alle domande importanti, a quelle che magari ci portiamo in noi da una vita e che abbiamo sempre soffocato con partite di calcio, parrucchieri, centri commerciali e altri rumori.
Buona ripresa di anno. E buona ricerca della Pienezza.