mercoledì 30 settembre 2015

La parolina che ci manca


Gli psicologi  hanno in genere il viziaccio di voler parlare di tutto e di spiegare tutto. Infatti spesso siano ironicamente considerati dei "tuttologi". A nostra difesa occorre, però, dire che essendo studiosi del comportamento umano, dove agisce l'uomo siamo in qualche modo autorizzati a dire la nostra. Ma c'è un argomento su cui gli psicologi proprio non ce la fanno ad esprimersi, un argomento su cui sorvolano con pudore, almeno la maggioranza. Ed è l'amore.
Non il sesso, le perversioni, le devianze, non il dialogo, la conflittualità, non il corteggiamento o il tradimento, le emozioni o le passioni. Proprio l'amore, puro e semplice.
Eppure l'esperienza clinica dimostra che la maggior parte dei disagi psichici dei pazienti sono legati a situazioni di carenza o assenza di amore. E sempre l'esperienza dimostra che l'amore è davvero la forza più potente che trasforma e guarisce. L'esperienza, appunto, non i libri, non l'università. Il problema è che se qualcuno ne parla lo fa per lo più con accenti sentimentalistici e romantici, tutta roba che poco o niente ha a che fare con l'amore. Quei pochi che hanno parlato con intelligenza e concretezza dell'amore sono ristretti a piccole e selezionate platee, certamente non nelle aule universitarie.
Chiunque sa che la differenza tra un insegnante bravo e l'insegnante che ti segna la vita è che quello bravo insegna una materia, l'altro la ama e ama raccontarla ai suoi allievi. Alcuni sostengono pure che un medico che ama la medicina e i suoi pazienti ottiene più risultati di un medico semplicemente bravo. La psicologia, disciplina che si basa tutta sulla relazione, ancor più è suscettibile al tema dell'amore.
Spazio libero
La nostra epoca ha perso completamente il significato dell'amore. Lo si confonde con i suoi aspetti più superficiali, esteriori, emotivi o genitali. Lo si è staccato dall'integralità della persona, dall'intelligenza, dalla volontà, dalla memoria, dalla guerra (si, letto bene, guerra), dalla crescita, dalla libertà (si, anche qui hai letto bene), dalla coerenza. Ecco perchè si trovano in psicoterapia infinite situazioni in cui occorre aiutare le persone a riappropiarsi del concetto dell'amore, a passare dal concetto al comportamento, a integrare l'amore con l'autotutela, ad "alfabetizzare" i pazienti sul tema dell'amore, ecc. ecc. Ecco perchè se noi psicologi trascuriamo questo tema nella nostra preparazione e nella nostra prassi facciamo un pessimo servizio ai nostri pazienti.

L'inno all'amore - Prima lettera ai Corinzi 13,1

Ora vi insegno qual'è la via migliore:
e parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli,
ma non ho amore,
sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.
Se ho il dono di essere profeta
e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
e ho tanta fede da smuovere i monti,
ma non ho amore,
io non sono niente.
Se do ai poveri tutti i miei averi,
se offro il mio corpo alle fiamme,
ma non ho amore,
non mi serve a nulla.
Chi ama è paziente e generoso.
Chi ama non è invidioso
non si vanta
non si gonfia di orgoglio.
Chi ama è rispettoso
non cerca il proprio interesse
non cede alla collera
dimentica i torti.
Chi ama non gode dell'ingiustizia
la verità è la sua gioia.
chi ama è sempre comprensivo,
sempre fiducioso,
sempre paziente,
sempre aperto alla speranza.
L'amore non tramonta mai
...

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 22 settembre 2015

Immigrazione? Autoannientamento!


 La situazione è questa: più o meno volontariamente l'Occidente è stato reso un deserto. Attraverso un uso sistematico di leggi, propaganda e politiche commerciali la famiglia è stata messa sotto attacco prima, poi sotto ricatto, poi sotto scacco.
I passaggi sono stati questi:

1. Convincerci che la famiglia era un sistema autoritario e quindi andava contestata.(Anni '60 e ribellione giovanile)
2. Convincerci che la famiglia poteva essere tradita e abbandonata (Legislazione sul divorzio)
3. Convincerci che la famiglia poteva sopprimere la vita (Legislazione sull'aborto)
4. Convincerci che ci sono tanti tipi di famiglia (Teorie del Gender Prima Fase)
5. Convincerci che ognuno può fare ed addirittura essere quello che gli pare, senza bisogno di famiglia (Teoria del Gender Seconda Fase, uteri in affitto).
6. Convincerci che tutto è permesso (prossime tappe: Eutanasia e Pedofilia).

Il risultato di questa progressione letale è stata ovviamente la morte dell''Europa, un continente senza bambini, brulicante di ex-uomini, rimbombante di Super-donne, il tutto senza la difesa sociale, affettiva e psicologica della famiglia. Ormai l'Europa vive solo di slogan e di ricordi del suo passato glorioso, ma non ha più nulla da proporre e da difendere. Ha tagliato il ramo su cui si reggeva. Ha rinnegato la Chiesa che è stata l'anima del suo trionfo storico, ha rinnegato la famiglia che ne è stata la cellula vitale.

In questo panorama  è logico che i popoli stranieri bussino alle nostre porte. Saranno poveri, saranno provati dalle guerre (armate dai poteri forti americani...), ma sono umanamente sani, religiosamente forti, coesi e numerosi. Vedono il nostro contintente completamente allo sbando, governato da esseri ridicoli che obbediscono a poteri schiaccianti, quindi pretendono di entrare e prendere il nostro posto. Noi ce lo meritiamo. Abbiamo accettato  come ottusi somari le carote avvelenate che ci venivano proposte, e ora la nostra terra, privata di ogni sostanza e di ogni difesa è alla mercè di etnie fresche e vitali pronte a succederci. E' un processo che richiederà ancora qualche tempo, ma "'l'Homo Europaeus" sarà presto minoranza se non del tutto estinto.
Un panorama desolante? E' il panorama prossimo venturo, facciamocene una ragione. Se qualcosa ancora si può fare è far sì che quelle piccole sane realtà che resistono alla Decadenza, quelle famiglie unite e ancora piene di valori e quindi di valore, quelle luci che ancora brillano nell'oscurità che sta inghiottendo l'Occidente, siano lo scrigno di quel patrimonio culturale e ideale che ha fatto la storia, siano il reliquiario di semi che dovranno essere gettati nella terra desertificata per portare nuovi frutti in futuro. Quindi ora la parola d'ordine è "Resistenza", ma non quella ridicola nella bocca di politici, demagoghi e partigiani d'accatto, ma la resistenza sui propri valori e principi, sopportando il disadattamento, il rifiuto, l'emarginazione da parte di una società che fa la voce grossa, ma ormai dal suo letto di morte.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

domenica 13 settembre 2015

L'anno del gender

Dopo una preparazione che ha praticamente assunto la forma di una lenta e paziente inseminazione artificiale delle menti e delle coscienze, dopo almeno quattro decenni di attesa, sembra che nel 2015 si sia voluta dare la spallata finale al concetto universale di famiglia, quella basata su un legame indissolubile e fecondo tra un uomo e una donna.
Nelle televisioni, nei parlamenti, nelle scuole (e anche in qualche sede vescovile), tutti gli impiegati dell'ideologia gender sono usciti allo scoperto pretendendo di obbligarci a chinare la testa di fronte alla "Libertà". Chinare la testa ubbidienti di fronte alla libertà - in effetti - puzza un pò di bruciato, la libertà obbligatoria è piuttosto illogica come idea. E infatti non stiamo parlando di un'idea, ma di una ideologia. L'ideologia è la protesi di chi non ha idee, la carrozzella per chi è paralizzato, l'audiolibro per chi è cieco.

Infatti l'ideologia gender ci vuol rendere ciechi, ci toglie la vista della natura, della realtà, dell'ovvio, del buon senso, della carne, dell'impegno, della lotta, del sole e della luna. Ci priva del freddo e del caldo, dell'estate e dell'inverno, della fatica e del riposo. L'ideologia oggi alza la sua voce e con la mano sui fianchi, dal balcone, tuona su di noi con sicurezza e presunzione: "Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata... Scendiamo in campo contro le pretese della famiglia naturale, contro l'Occidente, che, in ogni tempo, ha preteso di fare figli senza provette, uteri artificiali e manipolazione genetica...".
Niente di nuovo sotto il sole, a tirannia ridicola segue una ridicola tirannia. La natura guarda, sorride, e aspetta sorniona.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)