venerdì 21 novembre 2008

Scheletri nell'armadio

26 secoli prima di Cristo, 46 secoli prima dei giorni nostri , in età neolitica; in Germania, ad Eulau. Lì fu sepolta della gente. e gli archeologi l'hanno ritrovata. Quattro persone, due adulti, un maschio e una femmina, e due bambini, entrambi maschi. I genetisti ci raccontano che i quattro sono legati da una sicura affinità. Insomma è una famiglia. Sepolti da una mano pietosa dopo essere stati uccisi da qualche nemico, forse un clan rivale. Sepolti in modo da guardarsi a due a due, uniti e stretti di fronte alla morte, stretti e uniti davanti all'aldilà. In età neolitica c'era la famiglia, quella tradizionale, quella buona. In età neolitica c'era la sensibilità di tenere uniti nella morte coloro che erano stati uniti nella vita. Ma erano selvaggi, oggi noi, saggi, evoluti e divorziati sappiamo. Sappiamo che per il nostro comodo e i nostri alibi possiamo distruggere legami, possiamo sposarci con leggerezza, possiamo fare figli e abbandonarli, e qualche volta possiamo anche ucciderli. Come uccidiamo i malati e tra un pò uccideremo i vecchi. Noi, liberati dalle nostre ideologie non siamo nel neolitico, noi sfasciamo famiglie e se dietro di noi lasciamo morti e rovine non importa, non dobbiamo fare nemmeno lo sforzo di ricomporre i cadaveri.

venerdì 14 novembre 2008

Anche lei farà lo sciopero della sete


I radicali esultano! Sì, anche Eluana Englaro, ha ordinato la Cassazione, sarà libera di fare lo sciopero della sete e della fame come il famoso pensatore radicale. Certo, "libera" forse è una parola un pò troppo forte per una ragazza in coma. E "pensatore" è magari troppo forte per chi in coma ha il cuore e la coscienza . Ma non sottilizziamo, vuoi mettere la soddisfazione dei radicali? Diranno: "Tutti quelli che pensavano che Giacinto facesse finta di star male per i suoi digiuni, ora si ricrederanno. Ad Eluana toglieranno l'alimentazione e lei morirà. Così tutti si renderanno conto di quanto ha rischiato Pannella". Giusto, bravi ragazzi, fate vedere quanto sono pericolosi i digiuni, fate vedere quanto vi sono costate le lotte contro la fame del mondo, per impedire che i bambini africani morissero per mancanza di cibo. E poi, se per far vedere questo Eluana deve morire di fame, non chiamiamola incoerenza; i radicali, si sà, sono nostalgici, si ricordano ancora il famoso slogan degli anni '70: "Colpirne uno per educarne cento". Addio Eluana, martire innocente.

sabato 1 novembre 2008

La marcia dei pinguini

"La marcia ta dei pinguini" è un bel film che racconta il ciclo di vita di questo simpatico animale, che di generazione in generazione si comprta sempre allo stesso modo: come il nonno, cosi il figlio e poi il nipote, tutti fanno le stesse cose alla stessa maniera, acoppiamento, riproduzione, ricerca del cibo, allevamento dei piccoli, sempre i medesimi gesti.





La marcia è un'attività salutare e fa sentire bene. Marciare insieme con gli altri è ancora più piacevole, ci si sente gruppo. unità. forza dinamica e potente. Sembra quasi di poter cambiare il mondo. Soprattutto se quando si marcia si canta, si ripetono slogan incisivi e densi di significato (ma abbastanza vaghi da essere variamente interpretabili al bisogno). Insomma non solo il medico raccomanda la marcia, ma anche lo psicologo e l'educatore. Sì, anche l'educatore, perchè è l'unica occasione in cui ragazzi che non sanno cosa sia la disciplina e il dominio di sè si sacrificano camminando allo stesso passo come bravi soldati e affrontano la fatica e la pioggia per un Alto Ideale. E' un addestramento alla sofferenza e all'autocontrollo (alcune volte devono anche trattenersi la pipì, non è facile trovare un bagno per così tante persone).




Questi indubitabili vantaggi della marcia fanno anche molto comodo. Rendono superflue le motivazioni del marciare. Ma chissenefrega se si marcia per Berlusconi o per Veltroni, se i ragazzi dei centri sociali marciano per l'università, se quelli del liceo marciano contro la Gelmini che marcia a favore delle elementari, mentre i bambini dell'asilo marciano perchè i sindacati continuino a tenere segreti i loro bilanci così da finanziare (ma non è vero) queste marce che però devono sembrare marce autogestite. L'importante è che si marci, con il petto in fuori e le canne in dentro. In fondo non è nemmeno bene pretendere da chi marcia che ci sappia dire in italiano corretto dov'è diretto, a Montecitorio o in Prefettura, a Piazza della Repubblica o al prato più vicino. Tanto il "Movimento" sa dove andare, alla fine la lunga Marcia dei Pinguini arriverà.