giovedì 28 giugno 2012

La biscia striscia

Leggo su Dagospia, sito generalmente ben informato, una noticina interessante, ma prevedibile: Droga ai "Vip". Potevano arrivare fino a dieci chili di cocaina a settimana nella sede di Mediaset di Cologno, portati da corrieri di diversa nazionalità, coca poi presa da un incaricato e smistata ai volti più o meno noti dello spettacolo.
Perchè la notizia era prevedibile? Perchè chiunque abbia una certa esperienza nel campo delle  tossicodipendenze, accendendo la tv è in grado di capire piuttosto facilmente la diffusione della droga in quell'ambiente. Presentatori, attori, soubrette e giornalisti, cantanti e presenzialisti, agenti e pierre... E' tutto un tirar di naso. Così come, assistendo a un dibattito politico, si individua subito chi approfitta dell'interruzione pubblicitaria per andarsi a fare una bella pippata, per reggersi in piedi e raccontarci di quante cose fa per noi. Non avevamo bisogno di conferme, purtroppo.

Ma questa notiziola mi fa tornar su un rospo che ho sullo stomaco: la colpa grave di Berlusconi verso l'Italia. E questa non è una critica politica, di politica non mi interessa un fico secco. E' una considerazione culturale, anche se suona strano parlare di cultura riguardo queste faccende.

Berlusconi nel 1978 rileva Telemilano, che diventerà poi Canale 5. Da lì inizia, la sua missione. L'Italia aveva subìto un durissimo colpo nel suo patrimonio culturale e intellettuale dai movimenti di protesta degli anni sessanta e settanta, che avevano messo in crisi la scuola, il sistema educativo a tutti i livelli, la figura stessa di educatore e maestro, e infine il concetto di verità trasmissibile. Si era aperto un  vuoto culturale coperto da ideologie posticcie, per nasconderne l'abissale profondità. Si era avviato un processo di disorientamento diffuso, apripista per il successivo relativismo culturale.
In questo stato di confusione generalizzato il nostro paese avrebbe avuto bisogno di una nuova e vera riforma, per comprendere e valorizzare quei pochi, ma fondati elementi di critica al passato, e dare una spinta propulsiva alle nuove generazioni. Si doveva partire dalla riscoperta del tesoro sterminato della cultura italiana, si doveva difendere il patrimonio di sapienza con cui avevamo civilizzato il mondo, esporlo con orgoglio, aggiornarlo ove necessario con nuovi contributi, ma non buttarlo alle ortiche. Si doveva ripartire dalla famiglia, dalla sua riscoperta come soggetto educativo fondamentale, correggere gli errori e potenziarne il ruolo. Di tutto questo, invece, è stato fatto il contrario.
http://images.virgilio.it/sg/cinema-tv2009/upload/lor/0001/lory-del-santo-maurizio-costanzo-show.jpgUno dei principali strumenti dell'operazione sono state le televisioni della Fininvest, che hanno operato efficacemente per l'opera di demolizione. Innanzitutto hanno abbassato in modo drammatico il livello culturale della programmazione, trasformando progressivamente la televisione da strumento di cultura e di svago piacevole e intelligente - come fino a quel momento era stato grazie alla Rai - a caricatura volgare dei peggiori aspetti sociali, promuovendo aggressività invece della competizione, volgarità invece dell'umorismo, commercio invece dell'investimento. Poi hanno deturpato la parola violentandone l'uso, facendola scadere a slogan, a urlo, a sberleffo, a comparsa. Hanno reso oggetto la persona, sfruttandola nelle sue varie potenzialità come bene di proprietà aziendale, togliendole l'anima e la libera adesione. Hanno infne condotto la Rai sul loro stesso terreno, imprimendo una corsa alla competizione, e facendone una loro brutta copia, snaturandone la caratteristica di servizio pubblico.
Berlusconi, attraverso la Fininvest e le sue televisioni, ha operato una vera e propria opera di imbarbarimento del paese, umiliandolo e spernacchiandolo, buttando tutto sul piano del soldo e della spettacolo ad ogni costo. Rendendo lo schermo televisivo la proiezione pubblica della sua vita pubica, un bunga bunga altrettanto immorale e squallido della sua vita privata. Ha instupidito la mente, ha corrotto l'anima, ha mercificato il corpo.
In questo senso Berlusconi - uomo di destra - ha continuato la staffetta della "rivoluzione" - creatura di sinistra - utilizzando l'arma del telecomando. Una rivoluzione distruttiva che vuole demolire valori, ruoli sociali, la ricchezza della cultura, gli ideali della vita e della famiglia. Ecco la colpa di Berlusconi, aver maneggiato il potere vero, quello della comunicazione, e averlo utilizzato per il male. Lui passerà, coi suoi bunga bunga, le sue veline, le sue battute del cavolo, ma è stato un buon servitore, e i suoi burattinai finchè è in vita lo premieranno per il servizio più o meno consciamente reso. Ora la bandiera della rivoluzione si è spostata in altre mani.

Il bello della verità è che è vera

martedì 19 giugno 2012

Perchè la psicoterapia funziona?



O meglio, perchè la psicoterapia può aiutare una persona a superare quegli ostacoli che le mpediscono di vivere pienamente la sua condizione e di esercitare la propria libertà?
Perchè la psicoterapia è uno specchio, nel quale il paziente osserva se stesso e il proprio ambiente, nel quale può individuare le cose da modificare, davanti al quale inizia a raccontarsi la verità. La psicoterapia è uno specchio dove c'è la possibilità di rifiutarsi, di arrossire, di odiarsi e di amarsi, di notare pregi e difetti, di truccarsi e  pettinarsi, di darsi un'ultima occhiata prima di uscire nel mondo.
Perchè la psicoterapia qualche volta non funziona? Perchè si pretende di far dire allo specchio solo le verità di comodo, o perchè lo specchio è appannato o distorce l'immagine.  
Quindi il segreto di una buona psicoterapia è amare la verità e trovare uno specchio abbastanza fedele da rispettare l'immagine e abbastanza complice da far risaltare i pregi. Il resto è mestiere e amore.

19/06/12 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma

Il bello della verità è che è vera



Se hai bisogno di aiuto scrivici www.psykenet.it Lo studio si trova a roma Montesacro

mercoledì 13 giugno 2012

Nuove famiglie o nuovi problemi?

 E' sempre molto alto il dibattito sul tema dell'omosessualità. Lo rilancia lo studio del sociologo Mark Regnerus, dell’Università del Texas, divulgato dalla rivista scientifica Social Science Research nel numero del 10 giugno 2012, che ha valutato le condizioni di vita di un elevato campione di persone, tutti figli di genitori che nel loro passato avevano avuto comportamenti omosessuali.
Il risultato dello studio è questo (come riportato da un resoconto del Corriere della Sera):
I bambini figli di genitori con un passato omosessuale, da adulti pensano di più al suicidio (dodici per cento contro il 5 per cento dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40 per cento contro il 13 per cento), sono più spesso disoccupati (28 per cento contro l’8 per cento) e in una percentuale superiore (19 per cento contro l’8 per cento) sono in terapia psicologica. Inoltre nel 40 per cento dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8 per cento dei figli di coppie normali). Pare infine che siano genericamente meno sani, più poveri e più inclini al fumo e alla criminalità.

Ovviamente uno studio come questo andrebbe approfondito e confrontato con un'analisi più dettagliata dei casi esaminati, sopratutto da un punto di vista psicosociale. Non appare legittimo, infatti,  utilizzare questi dati per lanciarsi in dibattiti idologici e pretestuosi. Sembra pure altrettanto ideologico e pretestuoso chiudere gli occhi di fronte a dati scientifici di questa portata. Sarà compito degli studiosi seri, e non dei portavoce dei vari orientamenti, far proseguire le indagini su un tema così importante per la salute dei giovani.

A noi preme sottolineare - comunque la si pensi - che indipendentemente dalle diverse scelte private, lo Stato debba sempre e con decisione promuovere, difendere, sostenere l'istituto familiare tutelato dalla Costituzione, perchè nella scelta entusiasmante e coraggiosa di un uomo e una donna che decidono di costruire una famiglia, c'è la ricchezza della società e il futuro stesso del paese.


Il bello della verità è che è vera

mercoledì 6 giugno 2012

L'80% dei medici tradisce il diritto...

... di scelta, secondo l'illuminata e sempre lodata candidata al Consiglio regionale della Puglia nella circoscrizione Barletta/Andria/Trani, Maria Campese. La simpatica donna è stupita che in uno stato laico  la maggioranza dei medici sia obiettore di coscienza e che, quindi, non voglia rendersi parte attiva nella sopressione di feti umani con l'aborto. Forse qualcuno dovrebbe spiegare alla signora che si studia Medicina per salvare vite umane, non per sopprimerle, semmai lo stupore è per quel 20% di operatori sanitari che ancora si dedicano all'aborto.
Fonte: http://www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=73348
 



Il bello della verità è che è vera