martedì 27 dicembre 2011

Prima della fine del mondo

Stiamo entrando in quello che, secondo alcuni invasati, dovrebbe esere l'anno in cui accadrà la fine del mondo. Io non credo molto in questa possibilità, ma hai visto mai che davvero...?  La soddisfazione di non pagare più il canone Rai sarebbe impagabile. Sia quel che sia  approfitterei dell'eventuale poco tempo che rimane per scrivere un paio di cose, non perchè se ne sentisse la mancanza, ma per pura esigenza del sottoscritto. Si tratta di un delirio di fine anno, per cui chiedo scusa anticipatamente per l'ambizione di voler fare il filosofo senza esserlo (e senza nemmeno la giustificazione dell'originalità), ma ormai il dado è tratto e tanto vale arrivare fino in fondo. Se qualcuno non se la sentisse di accompagnarmi nella lettura sappia che lo perdono di cuore, è suo diritto e io non mi offendo facilmente. Buon anno ordinato a tutti.





La civiltà si è costruita attraverso una lotta. E' la lotta tra la tendenza al Caos - innata ed istintiva nell'essere umano - e la spinta all'Ordine, che invece è frutto del ragionamento, dell'educazione e del buon senso. Da un certo tempo a questa parte il Caos si è fatto risentire con forza, ha abbattuto molte difese e oggi appare decisamente in vantaggio. Molti in questa guerra alzano bandiera bianca, e non tentano neppure di opporsi alla disordinata pulsione verso la disgregazione e la dissoluzione. Altri addirittura se ne fanno profeti e teorici. Qualcuno invece ci prova a reagire, ma spesso manca degli strumenti minimi per affrontare la battaglia. Come in una specie di Bignami cerco di spiegare la mia visione della questione.CAOS

CAOS
ORDINE
Definizione
Il Caos è uno stato di con-fusione, cioè di rimescolamento  in cui ogni cosa non è propriamente quella cosa, ma potrebbe essere anche qualche altra cosa. In altre parole,  uno stato in cui si sono perse le essenze, dove non ci sono confini e tutto partecipa del tutto.
L’Ordine è la relazione dotata di senso tra enti diversi, ognuno dei quali con una propria posizione e un proprio ruolo.
Caratteristiche
Il Caos non si riesce a caratterizzare, perché ogni tentativo di farlo viene spiazzato e spostato da nuove considerazioni che ne cambiano la fisionomia. L’ordine è dinamico nella contingenza, in quanto si adatta plasticamente ai cambiamenti dei vari enti. E’ stabile nel suo scopo, che è quello di permettere ad ogni ente di realizzare le proprie potenzialità.
Criteri
L’unico criterio del Caos è la dissoluzione, perché il disordine porta a negare ogni essenza, e al termine si dissolverebbe anche la dissoluzione, per un processo  di auto frammentazione all’infinito. Insomma, una schizofrenia perennemente amplificata.
Il criterio dell’Ordine è l’armonia.
Regole
La regola del disordine è la pazzia, perché l’unica regola dovrebbe essere che non ci sono regole, e questo ovviamente è un non senso. L’amore, cioè l’adoperarsi per la realizzazione di ogni altro ente è la regola del’Ordine.
Attività predominante
Fondere e confondere
 
Distinguere e definire
Attività del pensiero
Dubbio che si autoperpetua Dubbio che si orienta verso la verità
Categoria estetica
Espressione assoluta
 
Espressione del Vero
Dimensione macro sociale
La globalizzazione, quando viene intesa come assenza di confini, come  tolleranza acritica delle diversità, come modello sociale  basato sul contingente e sul provvisorio, è il nome che assume il Caos a livello macro sociale. Nella dimensione macro, l’Ordine assume la forma di società ben regolamentate nelle loro diverse componenti interne, che interagiscono tra di loro senza confondersi.
Dimensione microsociale
Il Caos a livello micro sociale ha la fisionomia del disfacimento familiare. Tutto ciò che spinge contro la famiglia tradizionale basata su un legame indissolubile e definitivo tra un maschio e una femmina ha le caratteristiche del disordine.
La famiglia naturale basata sul matrimonio è l’espressione più vicina all’ideale dell’Ordine.
Dimensione intrapsichica
Il custodire senza disagio  idee tra loro incoerenti o contraddittorie, l’agire in maniera difforme ai propri principi, disperdere la propria affettività senza dirigerla e incanalarla, non coltivare e conformarsi a dei criteri validi e assoluti, tutto questo è la manifestazione del Caos a livello personale. Possedere una visione di  sé coerente e finalizzata, muoversi nel mondo armonizzandosi con gli altri, ma tutelando le proprie esigenze, avere un obiettivo generale che coincide con la propria realizzazione. Tutto questo è l’Ordine nella sua dimensione intrapsichica
Dimensione culturale
L’espressione più rilevante del disordine a livello culturale è il relativismo, cioè la rinuncia alla ricerca della verità assoluta e universale.
L’Ordine nella dimensione culturale è il progressivo avvicinamento alla Verità, nel rispetto delle diverse aree conoscitive armonizzate da una visione generale.



Evoluzione
L’evoluzione del Disordine e del Caos è la perdita del tutto. La disperazione e l’auto dilania mento.
L’evoluzione dell’Ordine è la realizzazione di tutti gli enti.


Il Caos nega o fugge la realtà e in questo costruisce la dittatura.


L'Ordine rispetta le regole della Realtà e in questo realizza la libertà.

venerdì 23 dicembre 2011

Un Augurio preso a prestito

Prendo a prestito un bell'augurio dal blog http://reginadellefamiglie.blogspot.com.  Basta cliccare sul link Lo lascio come piccolo e solluccheroso regalino di Natale da gustare e poi custodire.
Auguri di cuore
SR

domenica 18 dicembre 2011

Passeggiando tra la carta

Passeggio in una grande e fornita libreria di Roma. Ogni tanto mi succede. E' un piacere, ma anche un modo rapido per capire quello che si dice in giro e quali sono le idee dominanti in un certo periodo. Non è difficile, basta dare un'occhiata agli scaffali più in vista, rendersi conto di quali siano le novità, e si capisce molto, forse quasi tutto quello che serve. Non serve leggere il contenuto, bastano il titolo e le note di copertina, creano opinione.
E allora si notano subito le tendenze di questo periodo: non sono molte. C'è un filone chiarissimo che è quello anticlericale, ripiani interi di libri che pretendono di svelare chissà quale scandalo all'interno del Vaticano, dalla corruzione dei vescovi, ai delitti di curia, alla Banca Vaticana, ecc. ecc. Poi c'è un filone che definiremmo "Anticasta", ovvero di denuncia e inchieste sui vari e soprattutto avariati aspetti della politica nostrana, comprese le intersezioni tra potere e malavita. C'è poi un settore destinato al romanzo, ma con una prevalenza di thriller o fantasy (con gli immancabili templari che fanno sempre cassa) con squartamenti vari di contorno. Nel reparto bambini c'è un inno all'analfabetismo, con libri in cui le figure hanno una decisa prevalenza rispetto ai testi. L'argomento dominante tra i piccoli è la magia o la stregoneria, declinata in diverse sfumature, oppure tutto un filone di scritti che hanno come tema quello del superamento di paure  e insicurezze: in assenza di padri, si ricorre ai libri. A proposito di padri che non ci sono, c'è un ancor piccolo (ma vivace) mercato di libretti dedicati ai bambini che si trovano in una spiacevole esperienza, quella di rendersi conto che il loro padre oltre ad averli abbandonati, magari ha scelto pure un rapporto omosessuale. Non sono ancora libri esposti in primo piano, ma c'è tutto un fiorire di sedicenti intellettuali che spinge in loro favore.
Accanto a tutto questo materiale libresco, che basterebbe a stomacare persino un lettore abituato ai film di Boldi /De Sica, ci sono poi i ricettari, i vari libretti dei comici di Zelig, e gli immancabili best seller, che gli editori vorrebbero che noi comprassimo solo perchè hanno venduto molto in Inghilterra e America. Se c'è un motivo per lasciarli sullo scaffale non ce ne potevano dare di migliore.
Ma allora non c'è proprio speranza? Ma si che c'è. Basta andare oltre i primi scaffali e cominciare un prezioso lavoro di esplorazione. Nascosto tra un Volo e un Faletti, soffocato sotto un Grisham o un Augias, magari troveremo un piccolo libretto che ci toccherà il cuore, lasciato lì per sbaglio, ma dalla copertina tenera e mal ridotta. Compriamo proprio quello, l'unica copia della libreria, teniamocelo stretto, forse sarà stato un affare, forse sarà una fregatura, ma almeno non di moda, è già qualcosa.

lunedì 12 dicembre 2011

Le donne, libere solo se abortiscono

A Trento una sedicenne vuole tenersi il bambino, contro tutti e contro tutto. I genitori ricorrono persino al tribunale per farla abortire. Alla fine lei non ce la fa più e cede. Ha vinto l'egoismo dei genitori, ha vinto la morte. Nella solitudine e l'abbandono di chi doveva proteggerla, incoraggiarla e starle vicino.
Dove sono le manifestanti di "Se non ora, quando"? Dove sono le radicali che si battono per l'audeterminazione della donna? Ma la donna si autodetermina solo quando fa fuori un feto? Dove sono le femministe? Dove sono la Bonino, la Turco e company? Tutte girate dall'altra parte, in fondo è solo una ragazza di sedici anni, è solo un bambino.Emma Bonino - World Economic Forum on Europe 2010.jpg
        

sabato 10 dicembre 2011

Un incubo chiamato Natale

Per molti questo periodo di inzio dicembre è peggio di un sudoku di difficoltà massima . Si avvicina Natale e occorre organizzarsi per tempo: I bambini naturalmente vorrebbero stare con i genitori, ma se i genitori sono separati? Per Natale e per amore dei figli potranno stare insieme. Sì, ma se hanno avuto nuovi figli dai nuovi compagni? Allora, andiamo tutti come una grande e unita famiglia dai nonni. Perfetto, ma da quali nonni, quelli paterni, materni, dell'amante, del nuovo compagno? Allora affittiamo un locale, ma fa freddo e il nonno sta male e non può uscire, e comunque la nonna soffrirebbe troppo a vedere il figlio che va con quella invece di stare con la madre dei suoi nipoti... Allora lo sai che ti dico, ognuno per i fatti suoi e via, d'accordo, ma i bambini? C'è la baby sitter, tanto non ritorna al paese per Natale. Si però il Natale è la festa dei bambini e a mezzanotte chi gli porta il regalo, la baby sitter? Allora io che sono il padre sto a cena con il piccolo, poi alle undici lo metto a letto e a mezzanotte vengo a casa dell'altro, così gli porto la calza della befana e mi anticipo col lavoro, poi la mattina fai trovare l'uovo all'altra e poi... Poi li vedi fare la zuppetta col panettone nel sedativo.
Per molti il Natale è proprio questo, condito per di più da saggi dei bambini, feste di fine anno, visite obbligate, brindisi augurali. Ma che avranno poi da augurarsi?
Questo è l'effetto di famiglie che non ci sono più. Di rapporti senza stabilità, di figli fatti per il diritto di averli, di libertà malintesa. Il Natale è una festa bellissima, ma talmente dimenticata e maltrattata che per tanti diventa un incubo orribile, un percorso di guerra da affrontare col coltello tra i denti e una dose di ipocrisa che al confronto un consiglio dei ministri diventa una riunione della S. Vincenzo. Se possiamo permetterci un parere, suggeriremmo di essere più semplici e diretti. Se il Natale servisse a farci vedere il caos che ci siamo procurati da soli e a farci venire voglia di riportare ordine nella nostra vita, forse non passerebbe invano, ed eviteremmo di prendercela con un innocente.

martedì 6 dicembre 2011

Ancora sulla droga, ma senza scherzi

Nell'ultimo post abbiamo scherzato amaramente sulla droga. Ma in realtà c'è poco da scherzare. Torno spesso sul tema delle dipendenze non solo per interesse professionale, ma anche perchè penso sia davvero il cancro che sta distruggendo il nostro tessuto sociale nelle sue radici più profonde. E temo sia un risultato ricercato.

Provo a sintetizzare velocemente alcuni punti, su cui la propaganda e l'ignoranza hanno creato enormi fraintendimenti:
1. Dalla droga non si guarisce mai definitivamente. Si può smettere di drogarsi, ma il rischio di ricadute è sempre presente per tutta la vita, anche a distanza di molti anni. Una volta che si è instaurata la dipendenza il cervello non dimentica mai più.
2. Chi parla di droghe pesanti e droghe leggere non sa cosa dice (o lo sa molto bene, perchè ha dei vantaggi a sostenere questa falsità).
3. Marijuana e Hashish non sono pericolose perchè portano ad altre droghe. Marijuana e Hashish sono pericolose perchè sono droghe.
4. I danni da Marijuana e  Hashish sono enormi, anche se qualche miracolato le usa per anni senza subire particolari problemi (ma ci sono anche i miracolati che escono indenni dalla roulette russa, che non per questo è considerata un rilassante innocuo).
La libertà fa bene alla salute.
5.  Hashish e Marijuana interferiscono con le funzioni cognitive, compromettono l'attenzione, l'apprendimento, la concentrazione, la memoria, il controllo delle emozioni, la stabilità dell'umore. Spesso questi danni si rivelano irreversibili (cioè, non si guarisce).
6. Secondo qualche genitore o qualche insegnante: "Uno spinello non ha mai fatto male a nessuno". Questa frase dice che invece, a qualcuno, ha fatto già parecchio male. E non dimentichiamo che gli spinelli oggi contengono una quantità di sostanza attiva anche dieci o dodici volte superiore  rispetto a quelli di qualche anno fa, più una serie impressionante di schifezze mischiate.
7. I cannabinoidi possono provocare dipendenza. Se qualcuno che li usa non ci crede, provi a smettere per due mesi, se ce la fa, e poi ne riparliamo.
8. La cocaina non è una droga più pulita o più "smart" delle altre. Devasta il cervello e può far letteralmente impazzire, crea allucinazioni, aumenta esponenzialmente le probabilità di avere un infarto, arresti cardiocircolatori e altro ancora.
9. La maggior parte dei delitti più efferati e violenti sono stati compiuti sotto effetto di cocaina.
10. La dipendenza da alcool è una realtà sempre più diffusa tra i giovani e tra le donne. E' altrettanto pericolosa e grave delle altre dipendenze, con l'aggravante che c'è una specie di accettazione sociale che ne rende più facile l'abuso.

La famiglia sana, cioè unita, con un padre forte e presente e una madre accogliente e autonoma è l'unico vero antidoto allo sviluppo delle dipendenze.
L'Associazione Kriterion  Famiglia e Persona informa e sostiene le famiglie nella loro opera educativa

Silvio Rossi www.psykenet.it psicologia montesacro psicoterapia roma

domenica 4 dicembre 2011

18 mesi e già rompe

A Palermo genitori "distratti" lasciano sul tavolo della cocaina e il bambino di diciotto mesi finisce all'ospedale. Casualmente sul bambino si scoprono anche delle ustioni, ma si sa, cosa si può pretendere da due drogati, che oltre a dover procacciarsi la coca, lavoro faticoso e impegnativo, devono pure badare a dei figli?
Tra parentesi, in questi ultimi giorni ci sono stati diversi episodi di guidatori "distratti", che hanno investito passanti e sono scappati. Forse erano impegnati a correre dal loro spacciatore di fiducia per rimediare roba, se nemmeno i passanti riescono a capire la loro urgenza!
La nostra società è intollerante con la categoria dei drogati. Eppure questi cittadini hanno dei carichi di responsabilità enormi: devono procurarsi i soldi per la droga e con l'aria di crisi che c'è in giro non è mica facile; devono nascondersi come topi per non farsi scoprire da: (nell'ordine) genitori, fratelli, mariti, mogli, figli, datori di lavoro, colleghi, poliziotti, vicini di casa, loro stessi; devono svegliarsi la mattina e addirittura alzarsi dal letto; devono proteggersi la salute - o almeno far finta di farlo; devono pure sforzarsi di andare in comunità di tanto in tanto. E' una vergogna. Occorrerebbe una battaglia di civiltà per aiutare i cocainomani, i cannaroli, gli eroinomani, gli alcolisti, a vivere in un mondo a misura di tossico: droga libera e gratis, nessuna responsabilità, impunità garantita. Ma purtroppo non viviamo in un paese civile.

mercoledì 30 novembre 2011

Giochi di parole

Con le parole di può fare molto. Si può consolare, sostenere, aiutare, motivare, incoraggiare, fortificare, illuminare, proteggere, incitare. Ma si può anche spaventare, deprimere, umiliare, scoraggiare, aggredire. ostacolare, compromettere, demolire, dividere, corrompere.
L'uso delle parole  è guidato per lo più
dalle emozioni e dalle passioni. Per questo quando apriamo bocca produciamo più danni che effetti positivi. Ma anche coloro che parlano guidati dal ragionamento e dalla logica riescono ad essere distruttivi, se manovrano le parole con il solo scopo del loro tornaconto personale.
L'uso della parola dovrebbe essere esercitato con un grande senso di responsabilità. Soprattutto occorre la valutazione delle intenzioni. Perchè chi ha come intenzione la verità e il bene degli altri, non combinerà mai danni irreparabili con le proprie parole. In caso contrario ricordiamoci sempre che possiamo fare davvero male con la nostra lingua.

martedì 22 novembre 2011

Bricolage: come costruire un caso e vivere felici (a parte i genitori)

Un lavoretto facile facile e di soddisfazione:
Prendere una famiglia dove - per una serie di motivi, per lo più indipendenti dalla volontà dei genitori - mancano le regole e la disciplina, il papà e la mamma sono occupati a mandare avanti le cose, c'è troppa televisione e videogiochi, e poco silenzio e dialogo. In breve tempo otterremo un figlio aggressivo, agitato, maleducato, schiavo della televisione, che dorme poco e si nutre male. 
Prendiamo ora un o una "Specialista", che dopo accurata riflessione, invece di suggerire alla famiglia quei piccoli cambiamenti che potrebbero risolvere il tutto, appiccicherà sul bambino, come un'etichetta sulla fronte, una bella diagnosi.  Magari una delle tante malattia di moda per l'età evolutiva.
Fatto questo primo, essenziale passo, consultiamo ora un secondo "Specialista",  il quale suggerirà di "curare" il pargolo con opportuno trattamento farmacologico, meglio se l'ultimo psicofarmaco uscito. Ergo, se va curato vuol dire che è malato. Se è malato vuol dire che è lui ad avere il problema. Adesso è tutto chiaro.
Ora prendiamo una scuola elementare, dove il bambino ovviamente fa fatica ad ambientarsi perchè (cosa strana per lui) bisogna stare seduti al banco e mancano pure i cartoni. La dirigente è caricata del problema di fornire al bambino con la Malattia sostegno, accoglienza, e piena integrazione. Il tutto pena un'immediata denuncia.
Prendiamo infine un'equipe che si riunisce periodicamente per valutare il caso e in un'ottica di "sinergia" (non vuol dire niente di più che unire le forze, ma fa più fico), seguirà il bambino, finchè non crescerà e avrà conquistato ampiamente la patente di "Malato", che si terrà stretta per tutta la vita insieme alla sua scatola di medicine. E il "Malato" resterà sulle spalle della famiglia, alla quale nessuno avrà realmente dato l'aiuto di cui aveva bisogno, e che sarà sempre quella che porterà il peso più grande del problema (il cetriolo torna sempre dall'ortolano).
Conclusioni: Ora che abbiamo così ottenuto un bambino problematico potremo utilizzarlo nell'interesse di tutti. Esso servirà infatti:
a) Alla specialista numero uno, per poter sfoggiare una diagnosi di cui non si sentiva affatto il bisogno, ma che fa tanto professionista;
b) Allo specialista numero due, per poter ottenere "l'effetto stregone" ("Io, bravo uomo-medicina, dare pillola, tu guarire");
c) Alla casa farmaceutica, che avrà vinto un altro cliente / dipendente (win for life!);
d) Alle insegnanti, per avere un alibi sempre utile: "E' vero che gli alunni non sanno leggere, scrivere e far di conto, ma la colpa è del bambino Malato che non ci ha permesso di svolgere il programma";
e) All'equipe, per raccogliere dati statistici sulla diffusione della Malattia;
g) ...E anche a me, che così potrò scrivere un altro velenoso post su quello che vedo in giro.

n. b. 1 Tutto ciò con estremo rispetto per chi soffre - anche se talvolta per gli errori degli altri - e per le tante insegnanti e  i tanti specialisti che invece svolgono con professionalità il loro lavoro.

n.b. 2 Chi è interessato a capire come secondo alcuni funziona l'invenzione delle malattie può leggere qui qui

venerdì 18 novembre 2011

Casi di coppia apparente

La separazione non è mai facile se prima si era stati una coppia. Nel senso che ci sono coppie che apparentenenrte  sembrano unite, ma in realtà non hanno mai intrapreso un percorso di vera intimità e condivisione. In questi casi non si può nemmeno parlare di separazione, perchè non c'è mai stata un'unità. Allora la separazione ufficiale è soltanto una manifestazione esterna di uno stato di separazione che è sempre esistito.
Ciò accade perchè non è l'attrazione fisica, il sesso, la passione, la convivenza che fa essere la coppia. Si tratta di casi di coppia apparente.
Moltissimi vivono anche per anni in uno stato di coppia apparente. Magari attraversano anche periodi di felicità, però ad un certo punto scoprono di essere solo due persone sconosciute che hanno in comune un indirizzo postale. Certo è la frantumazione di un progetto.
Perchè si arriva a questo, e in che modo si può rimediare? Si arriva a questo quando la coppia è apparente fin dall'inizio, è già un dato di fatto dalla partenza. Costruire una coppia, infatti,  esige delle condizioni che devono essere presenti quando i due decidono di concretizare il loro rapporto:
Innanzitutto occorre la volontà di tutti e due di amarsi per tutta la vita. Pur sapendo che verranno momenti difficili e ci saranno delusioni e crisi. Questa condizione è possibile, anche se suona strana per le nostre moderne orecchie, proprio perchè si tratta della volontà di amarsi. I sentimenti non sono sotto il nostro controllo, ma la volontà si.
Poi si deve decidere sul serio di condividere la vita. Il che vuol dire che non ci devono essere spazi privati (a parte la coscienza). Le decisioni, i progetti, i timori, le fragilità, tutto deve essere messo in comune, fin dall'inizio.
In terzo luogo, tutto quello che facciamo deve avere come obiettivo il bene dell'altro. Non perchè vogliamo sentirci ringraziati o per mettere a posto i sensi di colpa, o perchè così aumentiamo il nostro potere di controllo sull'altro. Ma solo pechè consideriamo l'altro parte di noi, e perciò lo trattiamo con la stessa cura con cui tratteremmo noi stessi.
Se la preparazione al matrimonio e alla vita di coppia fosse basata su questi tre caposaldi, si osserverebbero molti meno casi di coppie apparenti.
E per le coppie che si scoprono apparenti? Naturalmente intervenire dopo è sempre più difficile e faticoso, ma possibile. In questo caso la medicina migliore è la verità. Essere onesti verso se stessi e verso l'altro, chiamare le cose col loro nome e non cercare alibi. L'essere umano ha sempre la possibilità di ricominciare e di corregersi. Si può cambiare vita in meglio e modificare quello che non va bene. Soltanto che per fare questo si devono gettare le maschere e ci si deve mettere completamente in gioco.


martedì 15 novembre 2011

Ansia e Panico, una proposta d'intervento

L'ansia e il panico sono tra i primi sintomi che le persone segnalano  ad uno psicoogo o ad un medico. Questo perchè interferiscono pesantemente con il normale svolgimento delle attività quotidiane, fino al punto rendere davvero impossibile la vita. Ma anche  a livelli leggeri l'ansia può creare molte difficoltà.
E' possibilne riuscire a recuperare la propria autonomia, ma spesso il percorso è lungo e faticoso. Eppure molte persone potrebbero trovare beneficio anche da trattamenti estramente brevi, purchè mirati sul problema e imparando ad utilizzare gli strumenti giusti.
Il nostro Studio a gennaio partirà con una terapia di gruppo breve (durata quattro mesi) dedicata solo ai pazienti che soffrono di problematiche ansiose. Nel corso della terapia si apprenderanno tecniche di controllo e gestione dell'ansia efficaci e pratiche. In accordo con l'Associazione Kriterion, si è deciso di tenere il prezzo di partecipazione molto basso e di oranizzare gli incontri una volta a settimana, la sera, per dare a chiunque ne abbia bisogno l'opportunità di parttecipare a questa iniziativa esclusiva.

domenica 13 novembre 2011

Ancora sulla libertà di scelta

Diventare grandi ovviamente non è una questione anagrafica. C'è un criterio preciso per poter stabilire se una persona è arrivata all'età del giudizio e della maturità, indipendentemente da quanti anni abbia. E' la capacità di scegliere. Ne abbiamo già parlato pochi post fa, ma vale la pena riprendere il concetto. Scegliere vuol dire: 

1. Avere un sistema di valori solido (ovvero sapere con chiarezza ciò che è valido, ciò che che accettabile e ciò che è da rifiutare). 
2. Aver maturato la capacità di valutare autonomamente una qualunque situazione in base al sistema di valori. 
3. Tra un ventaglio di possibilità per affrontare una situazione, saper giudicare qual'è quella coerente con i propri valori, e non solo quella più conveniente. 
4. Assumersi la piena responsabilità delle conseguenze a lungo termine delle proprie scelte. 

Scopo dell'educazione è insegnare alle persone a scegliere, cioè ad essere liberi. Tutto il resto è accessorio.

martedì 8 novembre 2011

Ognuno è capo del Governo

Facciamo una sintetica fotografia dell'Italia patologica:

      Emergenze
Crisi finanziaria
Crisi politica
Nubifragi

      Situazioni endemiche
Arretratezza culturale
Diffusione delle dipendenze
Disoccupazione
Dissesto idrogeologico
Instabilità politica
Problemi del Sud
Criminalità organizzata
Crisi della famiglia
Corruzione
...

Problemi enormi, da far tremare chiunque. Ma il cittadino comune cosa può fare? La tentazione tipica è quella di fare il confronto, tra la propria piccola realtà e la società sovrastante,  e quindi perdere speranza di poter incidere in qualche modo. La conseguenza è deresponsabilizzarsi e farsi solo gli affari propri. In questi momenti di crisi invece, è sempre opportuno ricordare che ognuno di noi ha da amministrare un piccolo spicchio di società, composto dal proprio lavoro, dalla propria famiglia, dalla propria casa, dalle proprie relazioni. Ognuno di noi è il responsabile unico dell'andamento delle cose nel suo mondo. Ognuno di noi influisce sulla vita delle persone con cui entra in rapporto e se ne deve far carico. Uno spazzino che lavora male, un autista che guida ubriaco, un insegnante che non si occupa dei suoi allievi, un ragioniere che non segue bene i clienti, un avvocato che non si presenta in tribunale, un prete che sta al computer quando dovrebbe confessare... Esempi diversi, ma sono tutti cedimenti gravi di fronte alle proprie responsabilità. Bisogna ragionare in piccolo, compiere al meglio quelli che sono i propri doveri. Non conviene pensare a quello che gli altri non fanno, ma agire bene nella propria dimensione. Evitare alibi e scuse, evitare di nascondersi dietro l'ingiustizia degli altri.


mercoledì 2 novembre 2011

La necessità di scegliere bene



Partendo dal presupposto che la capacità di scegliere è l'elemento fondamentale della libertà umana, occorre dire che essa non è data dalla nascita, anzi. E' compito di una vita intera quella di acquisire e poi perfezionare la capacità del discernimento, che distingue l'uomo dagli animali e permette di "realizzarsi", cioè di vivere nel mondo pienamente, portando a compimento le proprie capacità e le proprie disposizioni.
I nemici che impediscono e condizionano la facoltà umana dello scegliere bene sono innumerevoli: i condizionamenti biologici, caratteriali, le esperienze di vita, l'educazione ricevuta, le pressioni sociali, la tendenza al conformismo, ecc. Diventare adulti vuol dire mettere a fuoco tali condizionamenti, imparare a gestirli, e coltivare quotidianamente l'arte del ben scegliere.
http://www.blogforlife.net/wp-content/uploads/scelta.jpgIn condizioni normali, cioè in una società sana, con delle famiglie attente all'azione educativa, in personalità equilibrate, imparare a scegliere bene è facilitato e quasi ricercato come ideale di vita. Ma la nostra società non è sana, le famiglie hanno un'infinità di problemi e le personalità ne risentono. Allora occorre che noi psicologi ci impegniamo su questo fronte, comprendendo che aiutare le persone non significa solo concentrarci sulle psicopatologie, ma svolgere un'azione prioritaria su questo fronte. La salute non è assenza di malattia, ma saper vivere in maniera pienamente responsabile le sfide che il nostro tempo ci pone.

martedì 25 ottobre 2011

I semi della speranza

E' un pò di tempo che una mia giovane paziente non mi dice più: "Sono nel baratro...".
Se vogliamo muoverci in maniera consapevole all'interno del nostro mondo dobbiamo coglierne gli elementi di rilievo che sono sempre in continuo movimento.
All'inizio della mia carriera di psicoterapeuta, più di vent'anni fa,  la maggior parte dei pazienti portava problematiche relative all'ansia e al panico. Successivamente è stato il turno delle persone che soffrivano di problematiche relative alla perdita del senso della vita, spesso confuse superficialmente con la depressione. A seguire c'è stata l'esplosione delle dipendenze patologiche, che dura tutt'oggi. Ma insieme alle dipendenze, e a braccetto con esse, ora viviamo nel periodo in cui il maggiore disagio umano è legato alla disperazione.
La disperazione è diversa dalla depressione: direi che la depressione è la percezione soggettiva dell'impossibilità di trovare risposte, la disperazione è la presa di coscienza che le risposte non esistono. La disperazione è lo stadio terminale della sofferenza umana, dove anche le possibili vie di fuga patologiche (dipendenze, panico, paure) sono inutilizzabili.
Cosa fare? Ciò che è urgente e importantissimo è rendersi conto che la disperazione è figlia di una vita mascherata, cioè di una vita in cui ci si è raccontati frottole riguardo la propria onnipotenza, ci si è illusi di una vita senza dolori e in perenne crescita, ci si è abbandonati in un conformismo sociale pieno di promesse,  ma senza contenuto. La disperazione è figlia dell'umanolatria, cioè dell'idolatria dell'uomo che si autonomina onnipotente - abusivamente - e che poi scopre la propria impotenza. In questo senso la disperazione è un problema psicologico conseguenza di un problema religioso. E' il capolinea delle varie religioni senza Dio.
Se questa ipotesi è fondata, allora il percorso di guarigione non può che passare attraverso un bagno di verità. E la verità dell'uomo è che non è onnipotente, non può fare tutto, non può autodeterminarsi, non sa (il contrario dell'antica e sempre presente eresia gnostica 'da gnosis = conoscenza'). Solo dalla presa di coscienza dei propri limiti si possono rimettere nel giusto ordine le gerarchie della propria vita e può ripartire una seria ricerca di senso, unico antidoto alla disperazione, al baratro psichico.

venerdì 21 ottobre 2011

Manipolazione della personalità


Stamattina su Rai 3, verso le 6,45 Corradino Mineo, direttore di Rai News, diceva che era giusto mostrare le immagini di Gheddafi straziato, ma non bisognava idulgere nella ripetizione in modo ossessivo, tanto per acquistare spettatori. E senza che quasi finisse la frase apparivano le scene orribili e sanguinolente che da ieri stanno imperversando su tutte le televisioni.
In psichiatria questa si chiama Schizofrenia, ovvero dissociazione, frantumazione della personalità in diversi pezzi, ognuno dei quali agisce per fatti suoi. Non è il povero Mineo ad essere schizofrenico, ovviamente, magari impocrita - ma schizofrenico proprio no. E' il sistema della comunicazione di cui fa parte che è davvero impazzito. Che mentre si vanta dei propri bollini rossi in difesa dei bambini, poi manda in onda pubblicità immonda o scene disgustose durante l'ora di cena. Oppure sui canali dedicati ai cartoni animati programma cartoni al limite del pornografico o del criminale. Un sistema in cui si fanno trasmissioni in difesa della donna, con donne che stanno lì come belle statuine, presenti solo per fare scenografia.
Le famiglie si devono occupare in modo nuovo di quello che vedono e sentono i loro figli. I mass media e internet hanno il potere di scavalcare i genitori, lavorando direttamente nell'inconscio dei piccoli, condizionandoli nel profondo. Solo genitori informati e preparati possono opporre un altro potere, quello dell'amore e della saggezza,  a queste vere e proprie forme di manipolazione della personalità.


domenica 16 ottobre 2011

Indignati o imbrigliati?

 Anche la protesta è uno show. Tanti in piazza a recitare il loro inconsapevole ruolo: alcuni a rivendicare diritti in modo pacifico, alcuni a sfasciare vetrine e a profanare simboli religiosi, altri a sparare i lacrimogeni. Tanti altri davanti alla televisione: chi dice che i black block fanno il gioco del governo, altri si ripromettono di scendere in piazza pure loro la prossima volta, altri  che invece invocano repressione e pugno di ferro. Insomma, il solito teatro.
Ma nel teatro (quello vero) gli attori sanno di interpretare una parte, nel teatro della vita quotidiana invece, soltanto pochi se ne rendono conto. Per lo più si pensa che i propri pensieri siano genuini e spontanei, che i sentimenti nascano dal proprio cuore, insomma che sia in gioco una libertà di volere autonomamente espressa.
Ingenuità. Qualunque analista di cose sociali, sufficientemente smaliziato ed esperto, avrebbe potuto prevedere la folle giornata di ieri. La "gente" è un animale di cui si conosce l'animo, le paure, i comportamenti. Lo si può guidare, addestrare, manovrare a piacimento, indovinare le reazioni. Bastano i giusti mezzi.



E' l'individuo che invece può riservare sorprese. Nell'individuo, svincolato dal gregge, abita il seme della libertà, quella profonda capacità di riflettere e scegliere in maniera indipendente che fa di un animale una persona. Ma per essere persona, l'individuo deve avere il coraggio di stare con se stesso, di agire controcorrente, di essere fedele ai propri prinicipi, di avere il coraggio di essere anticonformista quando serve. Così si capisce che la vera rivoluzione è quella che ognuno fa nel profondo della propria coscienza.

lunedì 10 ottobre 2011

La droga e gli scongiuri

Ci sono alcune conbinazioni curiose nella vita che non finiscono mai di soprendere. Così è capitato a me quest'anno. Alla ripresa del lavoro di studio, nel giro di pchi giorni, sono venuto in contatto con diversi casi  di genitori disperati perchè avevano scoperto che i loro figli si drogavano.
Contemporaneamente mi è capitato un episodio interessante: una mia collaboratrice stava distibuendo qualche volantino informativo su un progetto della nostra Associazione per la prevenzione dei disturbi dell'apprendimento. Quando una mamma ha visto il figlio che prendeva in mano uno di questi volantini lo ha rimproverato: "Restituiscilo, che porta male!".
Quando tuo figlio è piccolo ti chiudi gli occhi e il cervello per non pensare a vigilare e a prevenire i guai, quando poi scopri che invece i problemi ci sono allora piangi e ti disperi perchè non vuoi che tuo figlio si rovini. Deciditi: o ti importa davvero di tuo figlio, e allora tu (e tuo marito o tua moglie) vigila e previeni, con un'azione educativa degna di questo nome, oppure affida il suo futuro al caso e al destino, però preprarati ad accettare quello che il destino farà di tuo figlio. Ma chiuderti gli occhi per superstizione, perchè soltanto pensare al pericolo lo fa accadere, questo no, non ti è concesso.
E' evidente che i problemi possono capitare anche quando i genitori si occupano molto dei figli e sono attenti alla loro vita, ma da psicologo garantisco che questi sono i problemi che hanno più probabilità di essere risolti.

martedì 4 ottobre 2011

Il sole è quadrato, lo dice la Risoluzione


La vera Inquisizione
Dunque, la Comunità Europea è molto utile. Infatti basterà una risoluzione di questa ammalloppata di geni per risolvere ogni problema scientifico. E questo verrà fatto con una tale sicurezza che se la scienza non accoglierà le risoluzioni della Comunità Essa si innervosirà molto. Pensa un pò.  Per esempio, nella risoluzione del 28 settembre scorso la Comuità Europea ha chiesto alla comunità scientifica di riscrivere alcuni testi in base alle decisioni politiche. Ha chiesto all'Organizzazione mondiale della sanità di depennare i disturbi dell'identità di genere dall'elenco dei disturbi mentali e comportamentali e a garantire una riclassificazione non patologizzante in sede di negoziati relativi all'11a versione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-11). In pratica, se gli scienziati fin'ora avevano stabilito di inserire tra le situazioni cliniche anche i problemi di orientamento sessuale, ora il Potere impone di rivedere tutto. Così, uno che si taglia l'organo sessuale e pretende di essere chiamato signora, sarà definito sano per legge. Tra un pò chi si taglierà tutto, lasciando solo un testicolo avrà diritto ad essere chiamato Cojone per deliberazione della Comunità Europea? Alla faccia del rispetto per la scienza, per il libero pensiero, per la ragione e per il buon senso. Ma suppongo che Dario Fo e tanti altri intellettuali dei miei stivali non si scandalizzeranno e continueranno a ripetere la storiella della Chiesa contro Galileo come simbolo del pregiudizio e dell'asservimento della scienza. Complimenti. A proposito, la Comunità ha deciso anche che lesbiche, gay, bisessuali e transgender hanno diritto alla famiglia. La ragione è andata proprio a farsi friggere. Chi glielo spiegherà ai signori superpagati burocrati europei che se loro sono lì è perche qualche bistrattato uomo ha amato una qualche bistrattata donna, i due hanno formato una coppia,  hanno fatto nascere questi figli geni, li hanno allevati e fatti studiare lingue per spedirli a Bruxelles nella speranza che potessero combinare qualcosa di buono? Ma forse è inutile spiegarglielo, la ragione è fuggita dall'Europa.

lunedì 3 ottobre 2011

Come sono democratici questi Democratici

Il Presidente Obama è un uomo di larghe vedute che ad un convegno di una potente associazione di gay e lesbiche ha giustamente affermato: "Ogni americano, gay, bisessuale e transgender, merita di essere uguale davanti alla legge e godere degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini".  E ci mancherebbe pure che avessero più diritti degli altri... Inoltre,  la legge che tutela come unico possibile il matrimonio tra un uomo e una donna per lui è incostituzionale. E su questo si potrebbe discutere, ma il Presidente è così autorevole che persino il buon senso e il diritto naturale vengono messi all'angolo. Quello che però non capiamo è perchè, se Lui (maiuscolo come si conviene ad una divinità) è così liberale, mentre esprime questi alti concetti democratici, a New York settecento dimostranti pacifici che protestano contro i finanzieri di Wall Street che stanno strozzando l'economia vengono fermati dalla polizia, identificati e molti di loro arrestati. Insomma, sotto il regno di Obama  cancellare la famiglia naturale basata sul matrimonio è doveroso, sostenere Chi affama le famiglie muovendo i fili dell'alta finanza è altrettanto doveroso. In un caso e nell'altro opporsi alla volontà dell'Imperatore non è tollerato. 
Santo subito!

Il "Famoso e Bravissimo Cantante"
A casa nostra, mi viene in mente quell'altro bel tipo del filo-radicale Vasco Rossi. Altro democratico e liberale quando si tratta di istruire i giovani con i suoi proclami in difesa delle canne e a favore dell'eutanasia. Ma guai a punzecchiarlo, solo lui ha il diritto di parola. Infatti il sito  satirico Nonciclopedia che ha avuto il torto di prendere per i fondelli il "Famoso e Bravissimo Cantante" è stato denunciato dagli avvocati del "Famoso e Bravissimo Cantante" e alla fine per evitare guai peggiori è stato chiuso. Così il "Famoso e Bravissimo Cantante" è stato vendicato. Vuoi vedere che tutti i malanni su cui ci ha generosamente informato sul suo sito fossero dovuti allo stress di avere qualche oppositore? Ma come sono fragili questi duri rocker.

domenica 25 settembre 2011

E' sbocciato un giardino delle parole

Sono contento di informarvi che l'Associazione Kriterion martedì 11 ottobre inizierà un percorso per bambini di scuola materna per l'avviamento alla scolarizzazione e la prevenzione dei disturbi dell'apprendimento. La sede è presso Scuola Attiva, in Via col di Rezia, 3 e a condurre questa preziosa iniziativa sono una logopedista e una neuropsiconotricista molto brave e appassinate del loro lavoro.
Chi fosse interessato o conoscesse qualcuno potenzialmente interessato è pregato di fare presto perchè i posti sono pochi.
Ricordo infatti che negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale di casi di disturbi d'apprendimento, che vengono alla luce soprattutto tra la prima e la seconda elementare. Poterli prevenire prima che si manifestino è una grande opportunità per i bambini e le loro famiglie. Sul sito dell'Associazione tutti i contatti.

giovedì 15 settembre 2011

La società dei perfetti depressi

Svezia, un consigliere comunale pugliese in vacanza dà uno schiaffo al figlio e finisce tre giorni in prigione.

In Svezia si è molto tolleranti, anche il minimo gesto aggressivo verso un figlio viene sanzionato. La Svezia è un paese all'avanguardia, dove tutto funziona bene, i servizi sono efficienti e i cittadini hanno uno dei maggiori livelli di soddisfazione. La Svezia è uno dei paesi col numero più alto di suicidi.

In Giappone l'educazione dei ragazzi invece è estramamente rigida, ci sono ancora punizioni corporali, si pretende la perfezione. Anche lì troviamo un paese all'avanguardia. Tutto funziona bene, i servizi sono efficienti e i cittadini hanno pure dei livelli di soddisfazione alti. Il Giappone è un paese record per numero di suicidi.

C'è qualcosa che non torna. In Svezia e in Giappone ci sono sistemi educativi molto diversi, eppure sono paesi in cui decine di migliaia di cittadini, ogni anno, decidono di ammazzarsi. Forse, allora, il problema non è schiaffo sì, schiaffo no, il problema è diverso.

Svezia e Giappone hanno concezioni educative agli antipodi, ma entrambe cercano la perfezione. Non importa tanto l'idea che gli uni e gli altri hanno della perfezione la malattia sta nella ossessiva ricerca della società umana ideale.

Statistiche hanno dimostrato che nei paesi dove è maggiore il livello di soddisfazione dei cittadini e l'organizzazione sociale è curata in maniera particolare, proprio là il numero di suicidi è maggiore.

Verrebbe da dire, viva la vita reale, imperfetta, un pò cialtrona e magari irritante, ma tanto felice. Certamente no al disordine, ma anche no alla pefezione. Soprattutto no all'uomo che si crede un semidio e si costringe all'infinita corsa verso l'autosuperamento dei propri limiti. Sono gli idealisti i peggiori nemici dell'uomo.

domenica 14 agosto 2011

L'eruzione del male

Oslo,  bombe e tiro al piccione su giovani riuniti. Inghilterra, basta un pretesto e mettono a ferro e fuoco la capitale e alre città. Usa, bande di giovani si danno appuntamento e pestano passanti e derubano negozi. Discoteca in puglia, rissa e testa spaccata. Strade di Roma, accoltellati e pestati. Strade piemontesi, ubriaco ammazza quattro turisti. Mare di Ischia, nave comandata da cocainomani sperona  e affonda peschereccio.

La cosa interessante è che qualcuno pensa che la notizia di questa estate sia la crisi economica.

Quello che stiamo osservando in queste settimane calde è l'eruzione del male. L'esplodere gratuito o pretestuoso di violenza cieca, d'incoscienza, di barbarie, di  impulsi distruttivi, di rabbia incontrollata. Sembra che l'essere umano sia morto e al suo posto sia apparsa la bestia assetata di sangue.

Già in passato ne abbiamo parlato, ma la cronaca ci riporta su questo tema ogni volta in maniera più brutale . In fondo la cosa è semplice. L'essere umano  ha nelle sue profondità qualcosa che lo marchia profondamente, qualcosa che l'orienta verso il male, l'egoismo e la malvagità.  Chi osserva con onestà la realtà umana non può che confermarlo. Da dove origina questo male e come spiegarlo è un dilemma che assilla da secoli i pensatori.  Ma è un fatto. I fatti si può tentare di spiegarli, ma non si possono negare.
Questo orientamento al male non si può eliminare dal cuore dell'uomo, però si può controllare. L'utopia di Rousseau è superata da un pezzo, così come gli ideali illuministi, come tutte le altre ideologie che si basavano su una fiducia nelle naturali capacita umane. L'uomo non è naturalmente buono, la sua sola ragione anche se è in grado di intravedere la verità, non riesce ad agire in conformità con essa.  Deve entrare in gioco il fattore educazione. L'uomo va educato a distinguere tra bene e male e poi a scegliere il bene. Non c'è altra educazione se non questa.
Purtroppo negli ultimi secoli, ma con uno sviluppo esponenziale da qualche decennio a questa parte, si è lavorato con tenacia all'umiliazione e poi alla distruzione sia del concetto di educazione, dei criteri di bene e di male, sia dei soggetti educativi, in primo luogo la famiglia. A tutto questo è stato sostituito il dogma del relativismo etico, cioè della totale indipendenza da ogni criterio assoluto e l'uomo è diventato giudice di se stesso. Così si sono aperte le porte degli abissi del cuore umano, che hanno cominciato a vomitare ogni tipo di impulsi e di istinti. E l'uomo ha partorito la bestia.
A questo punto non si può tornare indietro. Bisogna lavorare sulla parte ancora sana della società, aiutarla a restare salda e anzi ad aumentare ancora di più la consapevolezza di agire nel giusto. Bisogna creare nuovi maestri. Bisogna soprattutto investire sulla famiglia perchè ritorni ad essere consapevole e fiera del proprio ruolo educativo.



venerdì 22 luglio 2011

Buon riposo

Siamo alla fine di luglio, e qualche giorno di riposo dalle fatiche dell'anno è necessario. Mentre auguro a tutti i pazienti, gli amici e i coraggiosi lettori del blog di recuperare energie e di poter usare questi giorni per stare qualche tempo in compagnia di se stessi, mi permetto di ricordare anche qualche buona lettura buttata là più col cuore che con la riflessione. Niente di particolarmente nuovo (i libri buoni non è che si trovano ad ogni angolo), ma certamente cose sostanziose:

- Qualsiasi scritto di Gilbert Keith Chesterton, fosse anche l'elenco della spesa, è sempre un capolavoro.
- "Il Padrone del mondo", di Robert Benson.
- "Di bene in peggio", di Paul Watzlawick.
- "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi

Un suggerimento
Una classica tavola (goban) per giocare a Go
Se qualcuno vuole bene alla sua intelligenza e al suo intuito potrebbe cimentarsi con il gioco più antico del mondo, e secondo molti anche il più bello. E' poco diffuso qui da noi, ma conosciutissimo in oriente. E' il gioco del Go (in giapponese) o Wei Chi (in cinese). Se a qualcuno interessa può trovare tutto quello che gli serve nel sito della federazione italiana


Ps. Ricordo a tutti che a settembre la nostra Associazione Kriterion partirà con un progetto interessantissimo sui disturbi specifici d'apprendimento nei bambini, sia per la prevenzione sia per ciò che concerne il trattamento. I particolari a fine agosto, ma nel frattempo spargete la voce. Buone vacanze.