giovedì 20 dicembre 2007

Gli "Evviva!" degli ipocriti

Tutti a congratularsi per la moratoria sulla pena di morte. Pannella, la Bonino, i radicali storici e i compagnucci vari. Tutti a brindare perchè a qulche assassino verrà risparmiato il boia. Giusto, ma i signori (e le signore) dimenticano che i primi assassini sono loro e i primi boia sono pure loro, che hanno speso una vita intera per favorire e promuovere l'aborto - milioni di bambini ammazzati grazie alla loro generosità.

Buon Natale a chi attende giustizia e verità.

mercoledì 12 dicembre 2007

Convalescenza in corso

Per motivi di salute l'aggiornamento swl blog è momentaneamente sospesp. Un saluto e ci risentiamo tra qualche giorno.
Silvio Rossi

domenica 2 dicembre 2007

Hello Dolly!

da StranaU.it riceviamo e pubblichiamo:
bye bye Dolly, gli embrioni non servono più.

Una campagna necessaria, visto lo scandaloso silenzio - solo italiano - sulla scoperta epocale resa pubblica due settimane fa.

Il 17 novembre sul Daily Telegraph Ian Wilmut, il "padre" della pecora Dolly, ha annunciato al mondo di abbandonare la ricerca sulla clonazione degli embrioni umani, quella tecnica che lui stesso aveva lanciato proprio con la sua Dolly. Wilmut ha dichiarato che per la produzione di cellule staminali embrionali umane avrebbe seguito la tecnica utilizzata da un'equipe giapponese, più promettente e meno problematica.

La notizia ha fatto scalpore: è come se Veronesi avesse detto "le terapie dell'Istituto Tumori sono tutte sbagliate, d'ora in poi seguiamo la via cinese", oppure come se Barnard, dopo dieci anni di trapianti, avesse dichiarato: "i trapianti non servono, sono sufficienti le terapie farmacologiche". Voi cosa avreste pensato? Che c'era qualcosa di vero e talmente evidente da dover dare credito a Wilmut.

E infatti dopo qualche giorno, su due diverse riviste scientifiche - Cell e Science - due differenti gruppi di scienziati hanno dichiarato di essere riusciti a ricavare cellule pluripotenti indotte (iPS, induced Pluripotent Stem Cell), cioè molto simili a quelle embrionali, facendo "ringiovanire" cellule della pelle, con una manipolazione genetica.

Viene quindi a mancare il motivo di creare embrioni umani clonati - copie di individui già nati - con la tecnica che ha fatto nascere Dolly, embrioni cioè che servivano per creare linee di cellule staminali embrionali con patrimonio genetico di un individuo già nato. Sia chiaro: finora con quella tecnica non si è riusciti a creare neanche una cellula staminale embrionale umana, ma questo fatto è stato accuratamente censurato da tanti cosiddetti illustri scienziati, anche di casa nostra.

Non solo: non servono più neanche gli embrioni umani per la ricerca, in generale, anche con patrimonio genetico qualsiasi, grazie alla nuova tecnica. Quindi viene a cadere il problema dei cosiddetti "embrioni sovrannumerari", della "donazione" di qualsiasi embrione alla ricerca. Non servono più, perchè la nuova tecnica, anche se da mettere ancora a punto per un suo utilizzo routinario, è già sufficientemente sviluppata da far capire che potrà essere applicata.

Sarebbe saggio quindi sospendere la distruzione degli embrioni umani, per alcuni anni - una moratoria, insomma - in attesa del perfezionamento della nuova tecnica. Nel frattempo la ricerca sulle staminali embrionali umane - che comunque finora non ha prodotto nessun protocollo terapeutico sull'uomo, neppure a livello sperimentale - potrebbe continuare utilizzando le linee cellulari già esistenti.

E' quanto ha proposto Avvenire, con un editoriale di Eugenia Roccella:
http://www.stranau.it/news/news_0712/moratoria.htm

In parlamento è stata presentata una mozione per la moratoria sulla distruzione degli embrioni (sia al Senato che alla Camera):
http://www.mascellaro.it/web/index.php?page=articolo&CodAmb=1&CodArt=17761

Ma anche associazioni di base (a partire da Scienza & Vita: http://www.scienzaevita.org, e poi il Forum delle Famiglie e l'Officina 2007 di Savino Pezzotta ) e singoli cittadini si stanno mobilitando, raccogliendo firme ed adesioni di singoli, enti, associazioni, movimenti e gruppi alla moratoria della distruzione degli embrioni umani. Dobbiamo sostenere l'iniziativa dei parlamentari - sia della maggioranza che dell'opposizione - che intanto sta arrivando al Parlamento Europeo.

E' semplice: basta scrivere ad Avvenire: lettere@avvenire.it , dichiarando di aderire alla richiesta di moratoria per la distruzione degli embrioni umani. Si possono anche raccogliere firme e spedirle via fax alla redazione del quotidiano (06 68823209), o per posta: redazione Avvenire, P.zza Carbonari 3, 20125 Milano.

Fate girare questa mail, diffondete, aderite e fate aderire: bye bye Dolly, gli embrioni non servono più.

mercoledì 21 novembre 2007

Che novità, uomo e donna sono diversi!

Apprendiamo con piacere che l'uomo e la donna sono diversi. Al di là dell'ironia, ogni ricerca che fa luce in questo campo è sempre la benvenuta. In particolare, il professor Jiongjiong Wang dell'Università della Pennsylvania ci informa delle sue ricerche sulla risposta allo stress nei maschi e nelle femmine. I suoi studi hanno mostrato con chiarezza che di fronte a situazioni di stress, il cervello maschile risponde "accendendo" alcuni centri del ragionamento che servono a capire la situazione, fronteggiarla e trovare eventuali soluzioni. Diversamente, di fronte allo stress le donne hanno una reazione più emotiva, meno pensata e che trascina i suoi effetti più a lungo nel tempo. Questo spiegherebbe, ad esempio, perchè nella popolazione femminile sono più diffusi alcuni tipi di problemi psicologici conseguenti a eventi stressanti. Questa ricerca confermerebbe ciò che è sempre stato patrimonio del buon senso, ovvero che la donna trovi la sua ricchezza in una maggiore capacità affettiva ed emotiva, a cui è in grado di attingere per arricchire la rete delle sue relazioni, e che l'uomo abbia il suo punto di forza in una maggiore capacità di analisi anche sotto pressione. La diversità di risposta tra maschi e femmine è la base della coppia, nella complementarietà della quale ognuno dei due apporta il suo contributo prezioso ed insostituibile.

martedì 13 novembre 2007

NOUVELLE COUSINE

1. Un poliziotto ha ucciso senza motivo. Un fatto simile, scopriremo poi se si è trattato di squilibrio mentale, di paura, di pessimo addestramento, non è sempre prevedibile ed evitabile.
2. Una folla ha perso ogni autocontrollo e ha dato sfogo a tutti i suoi istinti più bestiali. Questo invece era prevedibile con facilità, ma ugualmente poco evitabile.

A scopo didattico qui di seguito si illustra in poche righe la ricetta per ottenere facilmente folla scatenata e violenta:


RICETTA

- Si prendono dei giovani, ignoranti come si deve. (Per ottenere l’ignoranza basta mandarli qualche anno nella scuole elementari con maestre tipo: “Il bambino deve essere stimolato a tirare fuori le sue capacità attraverso esperienze, avrà sempre tempo per imparare a leggere e scrivere …").



- Non devono essere educati al bello, né all’arte. In casa non devono entrare giornali o libri (il corriere dello sport e fumetti porno fanno eccezione).
- In compenso devono vedere tanta, tanta televisione, in modo particolare i reality show. Naturalmente è escluso dalla visione qualsiasi programma di Minoli.
- Possibilmente vanno frustrati a dovere, togliendogli la speranza del futuro, educandoli all’invidia sociale e al rancore.
- Evitare assolutamente di usare con loro la parola “regola”.
- Portarli il più spesso possibile allo stadio accompagnati da uno zio che in ogni frase infila una parolaccia e due bestemmie.
- Mai un museo, in compenso almeno due volte al mese il centro commerciale e tutti i sabati la discoteca. Una volta l’anno è consentita la notte bianca (ma solo per i concerti rock in piazza).
- I giovani maschi prima dei 15 anni si devono ubriacare di birra, prima dei 16 anni devono essere accompagnati a comprarsi la prima canna, prima dei 17 devono pippare la loro prima striscia di coca.

A questo punto, se si avrà avuto cura di far vedere loro molte trasmissioni con quegli scimmioni urlanti con il sangue agli occhi che commentano le partite, e si avrà avuto modo di regalargli fin da piccoli sciarpe e accessori con i colori delle loro squadre allora i giovani maschi saranno pronti: basterà una qualsiasi occasione di provocazione (reale o immaginata non importa, tanto al livello in cui sono scesi realtà e fantasia coincidono), e la mandria di animali a forma di uomini si scatenerà, spaccherà, incendierà e - emettendo suoni gutturali (non sono in grado di parlare, ricordiamoci le loro maestre) – potrà anche accoltellare con gusto e piacere.

Nota bene: Per un risultato superiore, i giovani maschi devono essere tenuti quanto più possibile lontano da persone in grado di farli pensare in modo libero. La loro mente deve esaurirsi in tre o quattro slogan, esempio: ”Boh, cioè, io penso che tutti hanno il diritto di… no?”.

sabato 3 novembre 2007

Il paese delle emergenze

"Emergenza" deriva dal verbo "emergere". Emergere improvvisamente dall'oscurità per segnalarsi come problema urgente da risolvere e affrontare. Ma quando il problema era stato già segnalato da anni e anni, era previsto e prevedibile, era semplicemente individuabile con l'uso del buon senso, e non è stato affrontato in tempo, allora il problema non è un'emergenza, ma il frutto di trascuratezza, di mancanza di organizzazione, di assenza di una riflessione fatta per tempo. Ora, se noi italiani viviamo in un paese delle emergenze, nel quale - ad esempio - il buon politico di turno si sveglia e si accorge che gli immigrati irregolari possono essere pericolosi (quando tutti i cittadini che si muovono in città senza scorta se n'erano accorti da tempo), vuol dire che qualcosa di estremamente serio ci sta minacciando. Vuol dire che al timone di comando del nostro paese c'è e c'è stata gente incapace di riflettere e di pensare, incapace di un minimo di previsione e lungimiranza, pronta a riempirsi la bocca di chiacchiere da Vespa e Santoro, ma inadeguata a comprendere il tempo nel quale viviamo e ad anticiparne tendenze e mutamenti. Insomma una casta (per usare un termine di moda) di sprovveduti.
Essere capaci di prevedere, e quindi di provvedere, è un'abilità importante, fondamentale nell'essere umano. E' necessaria per la stessa sopravvivenza della specie. Vuol dire saper guardarsi intorno, cogliere gli elementi significativi, individuare le forze che si muovono e in quale direzione vanno, anticipare le criticità e le minacce possibili, insomma: non lasciarsi sorprendere. E' l'abilità necessaria non solo per il politico e lo stratega, ma per ognuno di noi che vuole vivere la vita e non lasciarsi vivere. Ma per acquisire questa abilità ci vuole tempo, studio e riflessione. Ci vuole il contatto con uomini saggi ed esperti, ci vuole umiltà e il saper prendere delle decisioni a volte difficili. Se ci pensiamo bene, molti degli eventi tragici che ora turbano la vita delle nazioni, delle famiglie e dei singoli si potevano anticipare e quindi in qualche modo limitare - se non del tutto scongiurare. Ma non è stato fatto, e ora ci arrabbiamo con tutti meno che con noi stessi. Siamo ancora in tempo per riprendere in mano la nostra vita e poter provvedere diversamente per il futuro.

sabato 20 ottobre 2007

LEVI di mezzo le voci libere


Ricardo Franco Levi. Questo è il nome del sottosegretario e braccio destro di Prodi, l'uomo che ha preparato il testo del Disegno di Legge sull'editoria che di fatto mette il bavaglio ai Blog, tentando di censurare e controllare l'unica voce dell'informazione libera ormai rimasta, quella di internet. Tutte le indagini mostrano come la maggioranza dei cittadini non ha più fiducia nella stampa e nella radio-televisione, ritenendo (secondo noi, a ragione) che sia informazione pilotata, condizionata dall'ideologia dominante, dall'economia e dalla politica. Internet è una zona d'informazione e controinformazione democratica, ancora abbastanza libera almeno nelle sue piccole e autonome realtà, come i blog. Il tentativo del Potere è quello di schiacciare e uniformare questa zona di libero pensiero. Noi di Psykenet ci uniamo alla protesta di tutti gli altri milioni di utenti e blogger in difesa della informazione indipendente. Nota bene: il fatto di criticare Ricardo Franco Levi, non è per il suo cognome ebreo, ma per l'insensatezza del suo operato (a scanso di equivoci...).

sabato 6 ottobre 2007

Famiglia, elisir di lunga vita

Una nuova ricerca inglese si aggiunge a tante altre del passato nel ricordarci che una famiglia è il miglior viatico per una vita lunga e sana. Gli sposati, più dei conviventi, più dei single, più di chiunque altro hanno la prospettiva di una vita abbondante, in buona salute e soddisfatta.




Non che ci volessero gli inglesi, ma comunque queste conferme sono sempre utili. Peccato che ancora non si sia deciso di investire seriamente sulla famiglia. Mi dispiace soprattutto che nella psicologia ancora non si sia sviluppata sufficientemente una cultura della famiglia, nel senso di una politica di prevenzione mirata esplicitamente a promuovere il benessere delle famiglie. Ma nel nostro piccolo stiamo lavorando per questo...


immagine da: www.wema.com/sezione.asp?sezione=1000


Bambocci e Banditi

Tommaso Padoa-Schioppa, di professione Ministro, così preso da conti e bilanci, immerso nella fioca penombra del suo studio, concentrato sul risanamento del paese, forse ha perso per un attimo la cognizione spazio-temporale, ha immaginato di trovarsi in un paese dove i giovani trovano lavoro con facilità. dove hanno la possibilità di affittare o comperare una casa con un minimo di impegno, dove - se vogliono sposarsi e fare figli - lo Stato li aiuta e li sostiene, dove hanno la possibilità di crescere culturalmente e professionalmente grazie a scuole pubbliche efficienti e serie, dove possono aprire un'attività commerciale tranquillamente senza la paura che entri qualcuno a rapinarli. E allora, come un bonario nonno, si è lasciato andare ad un affettuoso buffetto sulla guancia: "Forza bambocci, uscite di casa, lasciate la mamma e il papà e fatevi una vita!". Ma Padoa-Schioppa, prima o poi uscirà dal suo letargo, e si accorgerà che i conti, suoi e di
tanti altri amichetti, hanno fatto carne di porco dei giovani. I quali, invece di farsi una vita, a mala pena sono in grado di farsi una tirata. Povero nonno, che delusione guardare i suoi fogli di bilanci e scoprire che sono buoni solo per gli aeroplanini. Per far giocare i bambocci.


Immagine da: www.consorziosbcr.net/vivavocescuola/g-tutti....

mercoledì 19 settembre 2007

I forzati del sorriso

Leggo che c'è in giro una nuova macchina fotografica digitale che ha una caratteristica particolare: riconosce il sorriso. In pratica, se tu vuoi fare un ritratto ad una persona ed usi questa funzione, la macchina punta il viso che hai scelto e aspetta a scattare fichè la persona non sorride; appena le labbra si estendono e si mostra qualche dentino, click! Il gioco è fatto.

Non siamo più padroni nemmeno di essere seri. Siamo i forzati del sorriso, ridere e ancora ridere. Il mondo di plastica esige il buon umore, tutti a gardaland a divertirsi, nei centri commerciali e nei fast food con le facce riflesse nelle vetrine colorate, invitanti e - naturalmente - sorridenti. Guai ad apparire pensierosi anche solo in una foto, il pensiero va abolito; "Fai la cosa giusta!", direbbero quegli imbecilli dei film americani, ovvero divertiti e sorridi. Non per niente sono gli americani gli inventori dei parchi di divertimento, utili posti dove la gente che ha problemi invece di pensare a come risolverli, si anestetizza tra luci, musica ed emozioni a pagamento, tutto piuttosto che ragionare. Perchè dal ragionamento derivano delle scelte, dalla risata (soprattutto a stomaco pieno) deriva solo un gran rutto.

venerdì 14 settembre 2007

Cose vuote

Cose vuote si sentono in giro. Cose senza direzione nè contenuto. Cose dette solo per infrangere il silenzio, cose noiose e già sentite.
A cose vuote si ribatte subito, anche se con altre cose vuote. Perchè il vuoto attira il vuoto, la dispersione ulteriore dispersione. Così il disorientamento aumenta e in modo proporzionale aumenta pure la stanchezza e il fatalismo.
Eppure un antidoto c'è: Recuperare il proprio cuore. Risalire dal margine esterno della ruota, che sta sempre in movimento, attraverso uno dei raggi, al centro del mozzo, il punto fermo in mezzo al turbine del movimento.
Recuperare il proprio cuore vuol dire fermarsi e fare silenzio. Avere il coraggio di non cedere davanti all'ansia delle proprie contraddizioni e procedere. Chiudere le porte alla confusione del mondo esterno e ascoltare ciò che c'è dentro. Dare finalmente spazio alle domande importanti, a quelle che magari ci portiamo in noi da una vita e che abbiamo sempre soffocato con partite di calcio, parrucchieri, centri commerciali e altri rumori.
Buona ripresa di anno. E buona ricerca della Pienezza.

mercoledì 1 agosto 2007

Grazie Chiara

da "Avvenire" del 29/07/2007, ricopio pari pari un pezzo molto stimolante:

AAA, SVUOTATORE DI PESO INTERIORE CERCASI
Di Chiara Zocchi
Premetto, per gli allergici, che il seguente articolo contiene una dose elevata di parentesi.(Vedere) (Ascoltare) (Fruire) (Percepire) (Sentire)Viviamo in uno stato di assorbenza continua. Siamo esseri assorbenti, come lo Scottex. Non solo la nostra pelle esteriore, infatti, è dotata di pori, ma anche quella interiore, ovvero quella che riveste il pensiero ed il sentire. E l'Esterno si approfitta del nostro essere "porosi", in vari modi: informando, mostrando, dicendo. (Troppo). L'Esterno non riesce mai a contenersi. Ama traboccare. E noi - curiosi come siamo - leggiamo, guardiamo e ascoltiamo. Non rimaniamo mai un attimo vuoti. Abbiamo paura di tornare la pagina bianca che in origine siamo. Temiamo i travagli che precedono le rinascite. Il non-fare ci spaventa più dello strafare. E il silenzio ci crea una specie di disagio nelle orecchie. Ma, a furia di introdurre informazioni (o deformazioni), suoni (o rumori), visioni (o immagini) e semplici (o complicate) parole… i nostri pori-interiori si sono dilatati, fino a diventare quasi dei buchi. Eh sì, spesso siamo inconsapevolmente bucati. Tanto che le cose leggere ci attraversano creando correnti di spiritualità che fanno prender freddo all'io.(Vedere) (Ascoltare) (Fruire) (Percepire) (Sentire)Così come ci si rivolge ai "dermatologi" (o ai forum online!) per lenire il problema della "dilatazione dei pori", accogliendo i vari suggerimenti di "pulizia regolare" e magari di una bella maschera di argilla con funzione astringente. Allo stesso modo si avrebbe bisogno di un consiglio per ovviare alla dilatazione dei pori interiori. Ma chi si occupa di fare le pulizie del mondo interiore? Chi può darci dei suggerimenti contro la bucatezza? Non so se esistano professionisti della pienezza, restitutori di senso, svuotatori di pesantezza, appacificatori di caos. Sono professioni che non ho mai visto sui biglietti da visita, o nelle pagine gialle. E non è così facile trovare dei buoni "cosmetici" per mantenersi belli-dentro. Certo, ci sono dei libri che vanno bene un po' per tutti i tipi di dolore (vedi le Epistole a Lucilio di Seneca), simili a quei farmaci che non mancano mai nel nostro "armadietto delle medicine", che spesso è una semplice scatola, a volte una porzione di armadio, e ogni tanto un luogo aleatorio che tiene in costante allenamento la nostra memoria (ma dove cavolo l'ho messo??). Forse bisognerebbe - semplicemente - smetterla (per un po') di riempire, e cominciare a tentare di svuotare. In che modi? Se per esempio la lettura è "riempiente", la scrittura può essere "svuotante". Se per esempio l'ascoltare musica è riempiente, il produrla (emettere suoni, fare rumori, cantare sotto la doccia) può essere svuotante. Se per esempio il guardare è riempiente, tenere gli occhi chiusi può essere svuotante. E così via, fino alla fine delle idee.Sono molte le attività riempienti, cui corrispondono altrettante attività possibilmente svuotanti.Ma, perché questo articolo abbia un senso dovrebbe forse non essere letto, ma cancellato, o scarabocchiato, o sovrascritto. È anche vero che, non leggendolo, magari non si mediterebbe sul fatto che a volte sarebbe meglio scrivere piuttosto che leggere, per il bene dei propri "pori interiori". Conclusione: forse il vuoto non può essere comunicato che attraverso se stesso. Perciò sarebbe bello che ogni tanto in un giornale ci fosse una pagina bianca, pulita, vuota. Ecco perché terminerò con una serie di parentesi svuotanti in quanto vuote. Di silenzi talmente evoluti da arrivare - come le parole - a costruire un discorso. ( ), ( ): ( ), ( ), ( ), ( )??( ) ( ) ( ) ( )!!!

Compiti per le vacanze

La vacanza non solo deve essere buona, ma per dare i frutti di riposo e ricarica che desideriamo deve anche – e soprattutto – essere bella. Nella vita quotidiana troppo spesso siamo immersi in cose brutte. Dalle architetture che ci circondano, dalle espressioni cosiddette artistiche, dalla spazzatura della televisione, fino all’abbigliamento o alle mode del momento, la nostra mente è frequentemente offesa da cose brutte e confuse. Eppure io credo che le persone abbiano una naturale attitudine a godere del bello, e che il bello sia capace di elevare l’essere umano. Io penso che il regalo migliore che possiamo fare a noi stessi sia quello di fermarci ogni tanto per soffermarci su cose belle. Che sia musica, un bel paesaggio, delle opere d’arte in un museo, qualche espressione della natura, non importa. L’importante è sollecitare il nostro gusto estetico con armonia ed equilibrio.Allora mi permetto di suggerire dei compiti della vacanze facili e utili per il nostro benessere psicofisico: tutti i giorni soffermiamoci un quarto d’ora a gustare qualcosa di bello. In silenzio, senza commenti né agitazione. Soffermiamoci e sentiamo quali risonanze suscita in noi. Torneremo dalle vacanze con più amore dentro e più dinamismo fuori.

martedì 17 luglio 2007

Il bene, il male

Il cuore dell'educazione è insegnare a distinguere il bene dal male. Infatti chi sa distinguere il bene dal male sa fare le scelte migliori, chi fa le scelte migliori raggiunge risultati utili, chi ottiene risultati utili è una persona felice.
Ma c'è chi dice che il bene e il male non sono concetti assoluti, che il bene e il male dipendono da persona a persona e da momento a momento. Se fosse così, però, si verificherebbe certamente la situazione di due beni contrapposti, tali che si escludano l'uno con l'altro. Si arriverebbe perciò ad uno scontro per la supremazia, e vincerebbe il più forte. E questo da nessuno è accettato come bene, perchè ognuno avrebbe paura di essere sopraffatto da qualcun altro. Il ragionamento quindi si contraddice.
D'altronde basta osservare che dove si perde il concetto oggettivo di bene e male c'è violenza, dissoluzione, caos.

Allora è proprio vero: il cuore dell'educazione è insegnare a distinguere il bene dal male. A questo servono i maestri, a questo servono i genitori. E ognuno deve sforzarsi, una volta conosciuto il bene, a metterlo in pratica. Anche se questo significasse andare controcorrente.

sabato 7 luglio 2007

Denti gialli






In diversi paesi, Stati Uniti, Spagna e altri, sono stati trovati prodotti alimentari per animali contenenti sostanze tossiche. Prodotti provenienti dalla Cina. Oltre a questi, negli ultimi tempi hanno scoperto anche molte confezioni di dentifricio - sempre provenienti dalla Cina - e sempre con sostanze tossiche dentro. La Cina, si sa, fa gola al capitalismo senza scrupoli. La manodopera costa poco, qualsiasi merce è più conveniente, riescono ad imitare tutto, spazio alle speculazioni e ai commerci sottobanco, una manna... Il problema è che in Cina non solo la manodopera è pagata poco (anzi spesso nulla, visto che in moltissime fabbriche sono impiegati i carcerati dei Laoggai, i lager cinesi), ma è proprio l'uomo che non ha valore. Come in tutte le dittature, pure lì non è lo stato per la Persona, ma la persona per lo Stato, il profitto e l'interesse dell'ideologia vengono prima di tutto, anche calpestando dignità, salute, libertà, la stessa vita delle persone. Ma siccome il denaro non puzza, i capitalisti e i politici occidentali fanno a gara per andare nel paese degli involtini primavera- ignorando la strage di Tienanmen, i Laoggai, la persecuzione religiosa, il quotidiano massacro dei bambini - per aprire a nuovi mercati e senpre a nuovi guadagni. Insomma il circolo che si è instaurato è davvero diabolico: i nostri governanti ci fanno vivere sempre più spremuti economicamente e con modeste prospettive di sviluppo, il calo del reddito ci costringe ad accontentarci di prodotti di scarto scadenti e pericolosi made in China, il paese orientale aumenta la propria ricchezza e la propria attrattiva sul capitalismo nostrano, che è poi quello che ci mantiene in uno stato di costante indebitamento. La cosa interessante è che tutto questo circolo vizioso non è legato all'economia, ma al pensiero. Viene alimentato, infatti, dal pensiero dominante dei poteri forti, sia occidentali che orientali, quello di disprezzo della persona e della sopraffazione del forte sul debole.
Come sempre è dal cuore dell'uomo che nasce tutto: pensieri di amore, quindi di rispetto e verità, e pensieri di egoismo, cioè di violenza e menzogna.

sabato 9 giugno 2007

Come gira il vento...

In diversi colloqui avuti in questi giorni, con pazienti, ma anche conoscenti o semplici persone incontrate casualmente, ho riscontrato più volte un atteggiamento largamente diffuso di pessimismo e scoraggiamento. C'è in giro una forte disillusione nei confronti di tutto. Non solo è ormai completamente in calo qualsiasi interesse o desiderio di partecipazione politica, non solo c'è sfiducia verso le scelte economiche, non solo si è spaventati per il disagio sociale che si manifesta attraverso l'aumento di fenomeni criminali o comunque di illegalità e violenza. Quello che colpisce maggiormente è proprio un atteggiamento di totale sfiducia verso il futuro in generale, come se ci si aspettasse dai prossimi mesi o anni un graduale peggioramento ormai visto come inevitabile.

Non si tratta di depressione in senso clinico. E' più una consapevolezza del livello di marcio e corruzione che ha coinvolto ogni settore della società e l'incapacità di vedere nella stessa società aree sane sui cui investire con uno slancio di fiducia. E il bello - anzi - il brutto, è che non sono tanto gli anziani che facendo il confronto con il loro tempi criticano quelli presenti, ma sono i giovani che si guardano intorno e si anticipano un futuro sempre più nero e critico.

Anche in televisione tira un'aria preoccupante. Nella scatola dell'ottimismo dei lustrini e delle ballerine mi è capitato di sentire nelle ultime settimane diversi commenti assolutamente allarmanti: commentatori autorevoli e prestigiosi che parlavano fuori dai denti di punto di non ritorno e di rischio di ricorso alla piazza.

Ripeto, non si tratta di preoccupazione per la propria pensione o per l'immigrazione clandestina, quello che si respira nell'aria è un senso di angoscia profonda e generalizzata, di assenza di speranza, di scoraggiamento esistenziale, di clima da apocalisse prossima ventura.

Si vive nell'individualismo e nel soggettivismo. Ciò che i maestri del sospetto - come li definiva il filosofo Ricoeur - (Marx, Nietzsche, Freud) hanno seminato, oggi raccogliamo. Si vive uno contro l'altro in uno stato, che talvolta rasenta la patologia, di pensiero paranoico: "Tutti gli altri mi vogliono fregare". In uno stato, quindi, di separazione, di ansia e di "Si salvi chi può".

Quello che manca nella nostra società è la presenza di aree di fiducia e libertà, spazi sani dai quali attingere nuova energia per lavorare alla ricostruzione di sè e del mondo. Quello di cui si sente fortemente la mancanza sono comunità di uomini e donne animata da forti ideali, da idee chiare, legata da un vicolo di donazione reciproca, comunità nelle quali ci si possa ricaricare, trovare slancio, essere incoraggiati a mettere la propria intelligenza a servizio del bene comune. Quello che le persone cercano sono altre persone alle quali unirsi, nelle quali aver fiducia, dalle quali non doversi guardarsi le spalle, con le quali condividere un progetto.

Mi viene in mente - in questo momento non ricordo esattamente la citazione, chiedo scusa - un pensiero, forse di Padre Kolbe, che ho letto da qualche parte. Diceva più o meno così: "Nell'epoca della fine dell'impero romano, quando i barbari imperversavano per il continente e minacciavano di cancellare le tracce della civiltà occidentale, i monaci nei conventi conservarono il meglio del pensiero e della cultura greca e romana, la custodirono e le trasmisero alle nuove generazioni, in modo tale che nel medioevo si potè assistere ad un rifiorire civile e sociale e si pose mano alle fondamenta della rinnovata civiltà europea. Così sarà che le famiglie, nel futuro, saranno come quei conventi. Al loro interno custodiranno quei valori che nella società esterna si vorranno distruggere, e tramanderanno alle nuove generazioni i germi di un mondo rinnovato".

Credo che davvero quegli spazi di libertà e fiducia che la gente cerca possano essere le famiglie. la famiglia rappresenta psicologicamente l'unico antidoto davvero efficace alla sfiducia e allo scoraggiamento. E' l'unico ambiente umano in cui ci sono tutte le caratteristiche per una convivenza sociale basata sulla fducia, sulla donazione reciproca, sulla condivisione, sul mutuo aiuto, sull'accoglienza. La famiglia può essere la risposta giusta alle tante domande di felicità che l'uomo si pone, ma perchè questo sia davvero, la famiglia deve avere le caratteristiche di dono generoso, di abnegazione totale, di legame indissolubile, di scelta totale.










sabato 12 maggio 2007

Un popolo, una Ragione











12 maggio 2007, in piazza è sceso un popolo. Un popolo giovane, agguerrito, con le idee chiare: "Più famiglia!".


Gente fuori dagli schieramenti politici, fuori dalle etichette di comodo che cercano di appiccicare addosso quelli che non sanno - o non vogliono - capire.



Un popolo ignorato dalla televisione, che mostra solo famiglie disturbate, malate, amorali, divise, litigiose, schizofreniche.


E' scesa in piazza la gente trascurata dai governanti, politici che si occupano dello smaltimento differenziato dei rifiuti e lasciano cadere tonnellate di spazzatura sulla realtà della famiglia.


Il popolo che cerca attenzione verso le proprie esigenze economiche, ma vive in una società in cui chi comanda fa in modo che stiano bene i single mentre lascia le famiglie alle prese con un bilancio sempre più difficile.



Gente coraggiosa che insiste ad investire attraverso i figli sulla vita e sul futuro, mentre gli interessi privati della cultura della morte si alleano con le tante industrie farmaceutiche per raffinare la selezione eugenetica e il predominio del più forte sul debole.

E' sceso in piazza un popolo che usa la ragione. Che perciò non vuole chiamare bistecca anche il salame. Che non vuole chiamare famiglia ciò che famiglia non è.

Un popolo che sa che bisogna distinguere tra bene e male, che non possono essere considerati diritti tutti i capricci, che non può accettare che il desiderio di uno diventi occasione per la demolizione di tutti.

Gente che sa che un futuro migliore nasce solo da cittadini migliori, e i cittadini sono formati in famiglia, non da altre parti.

Un popolo che capisce che prima viene la famiglia e poi lo stato, che prima vengono i genitori, e poi gli insegnanti, che prima viene l'amore di mamma e papà e poi - semmai - gli psicologi.

Sono scesi in piazza
uomini, donne e bambini.
E stavolta per farsi ascoltare.




FAMILY DAY 20007
...E adesso facciamo sul serio

giovedì 10 maggio 2007

Una bella esperienza

Ieri sono stato invitato a tenere un intervento ad Avezzano, nell'ambito di un convegno su "Agio e disagio giovanile", organizzato dal Lions Club locale. Molti gli studenti delle scuole medie e superiori della zona che hanno animato con passione ed entusiasmo la giornata.
Ho conversato con loro sul tema "Giovani in cerca di maestri", sottolineando come spesso la domanda di verità dei giovani si scontri con il frequente silenzio degli adulti. C'è bisogno di maestri, maestri che abbiano il coraggio di mettersi al fianco di questi ragazzi per accompagnarli nella loro personale e libera ricerca, per dar loro un contributo di onestà e amore nella personale ricerca del senso della vita.
Sono rimasto colpito dalla reazione attenta e critica dei presenti, mi ha fatto piacere osservare la loro maturità e disponibilità a collaborare. Insomma, una bella esperienza. Approfitto quindi della possibilità offerte dal blog per salutarli tutti, uno per uno e per ringraziare loro e la gentilissima Professoressa Marcotullio - organizzatrice del Convegno - per la calorosa accoglienza.

martedì 24 aprile 2007

Etruschi e imbrogli

Da "Antidoti" di Rino Camilleri: Il Movimento per la Vita di Mistretta (Me) mi ha girato un commento (girato a sua volta dal lettore Adorno) apparso il 16 aprile 2007 a firma «Luis» sul sito www.ilmondochevogliamo.net. Pare che, il sabato precedente, la trasmissione Gaia, il pianeta che vive (in onda in prima serata su Rai3) abbia lasciato da parte le solite tematiche ambientali per mostrare l’interno di una tomba estrusca. Il conduttore, il geologo Mario Tozzi (che a suo tempo in un’intervista alla radio esaltò il massacro dei preti nella guerra civile spagnola e se ne augurò uno analogo in Italia), tacendo il luogo e il nome della tomba in questione, mostrava entusiasta una pittura raffigurante un accoppiamento omosessuale. Seguiva l’elogio della società etrusca che accettava la “diversità” senza gli attuali “ridicoli tabù”.

Subito dopo, scorrevano immagini di scimmie e gazzelle in copula e la voce fuori campo spiegava che in natura l’omosessualità è molto diffusa. Ora, anche ammettendo che gli animali lo fanno, sarebbe una buona ragione per distinguersi dalle bestie. Ma non è così. Gli animali lo fanno solo quando manca un partner di sesso opposto e la foia (infatti sono animali) è più forte di (alcuni di) loro.

La tomba etrusca, invece, è quella detta dei Tori a Tarquinia e una illustrazione non disonesta mostrerebbe che le scene di accoppiamento sono due, una etero (con accanto un toro che guarda sereno) e una omo.

In quest’ultima uno dei due si accerta furtivo se qualcuno si accorge dell’atto; infatti, c’è un toro che sta caricando furiosamente. Il toro è simbolo del dio della fertilità che si compiace dell’accoppiamento fecondo tra uomo e donna mentre punisce quello invertito. Altro che etruschi politicamente corretti.

Mah. Una volta Rai3 era «Telekabul», rete dei comunisti duri e puri. Ora, che i rifondaroli hanno arruolato Luxuria, fa propaganda al «gay pride».
Aridatece Baffone.

sabato 14 aprile 2007

Guerriglia cinese a Milano

Cinesi in Italia, Romeni in Italia, Albanesi in Italia, Italiani in Italia. Italia globalizzata, Italia multirazziale, Italia multietnica, Italia senza l'Italia. Confusione immensa. Fai un giro a Roma, vicino alla Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore all'Esquilino. Vai poi verso Porta Maggiore e la Via Prenestina. Scopri il caos. Di tutte le razze, miscuglio indecifrabile di diverse provenienze, che vivono tra la strada, sporca e degradata, i negozi - che una volta erano degli italiani e ora sono stati comperati in contanti (e più del loro valore) dai cinesi, non si sa con quali soldi - e le baracche, nei cui angusti spazi trovi decine di immigrati irregolari e abusivi. Quartieri enormi in cui l'illegalità è di casa, in cui - se chi di dovere facesse il suo mestiere e i giudici e i politici ancor più il loro - bisognerebbe fare un'opera immensa di risanamento.
Il problema è che per fare un'opera, immensa o più modesta, occorre comunque un progetto, occorrono idee chiare, occorre partire da una base. Ma noi abbiamo solo degli slogan: "dialogo, accoglienza, rispetto, sicurezza, incontro, tolleranza..." e chi più ne ha più ne metta. Slogan perchè sono concetti vuoti e ipocriti. Avrebbero un significato se coloro che devono dialogare sapessero chi sono, qual'è la propria identità, quali i propri valori, quale la propria cultura. In realtà, da decenni c'è chi ha lavorato per smantellare e demolire la nostra civiltà, per svuotarla dal di dentro dei suoi riferimenti. Oggi un italiano si sente italiano solo perchè è nato in questo paese, ma non lo ama più, perchè ha dimenticato cosa vuol dire patria, identità, appartenenza, storia, orgoglio. Ha un rigurgito di entusiasmo solo quando gioca la nazionale. Anni di propaganda falsa e ideologica ci hanno portato a tagliare le nostre radici, a offendere la grandezza e le conquiste civili, culturali, artistiche dell'occidente, a dimenticare che l'Europa cristiana è quella che ci ha condotto ad apprezzare e concretizzare concetti quali l'uguaglianza degli uomini, la solidarietà, la democrazia, il diritto allo studio e alla salute, la dignità delle donne, l'inviolabilità dei bambini, ecc. Purtroppo dagli stermini della perversa rivoluzione francese in poi, è stato un susseguirsi di scelte attente a minare alla base la civiltà europea. Il risultato è stato il '900, con la barbarie delle diverse dittature e le guerre mondiali, e il degrado odierno, in cui il suicidio collettivo della società si manifesta con l'apologia della cultura della morte: delle persone (aborto, eutanasia, droga) della famiglia (divorzio, DICO), della natura (omosessualità, primo femminismo), della bellezza dell'arte.
Allora non stupiamoci se gli stranieri, invece di venire accolti davvero, cioè di essere messi a vivere in condizioni di regolarità e integrazione vera, sono lasciati liberi di mettere in atto comportamenti che al loro paese meriterebbero la pena di morte, sono lasciati liberi di associarsi con la peggiore malavita nostrana. Possono farlo perchè vivono in un non-paese, in un posto di sbandati senza regole e senza identità, in un luogo dove un Lele Mora e un Corona hanno il potere di ricattare chiunque perchè chiunque si fa beccare in colloquio notturno con i trans, in un regno dei puffi dove si minaccia il Presidente della Cei Bagnasco o il Papa perchè hanno difeso la famiglia.

mercoledì 28 marzo 2007

Una richiesta forte

Moltissime organizzazioni, sia laiche che religiose, hanno dato appuntamento agli italiani per il 12 maggio. A Roma, proprio in quella Piazza San Giovanni, dove il primo dello stesso mese si esibiranno cantanti, sindacalisti e soubrettine per festeggiare il lavoro (più che altro il loro). Ma il 12 invece non si festeggerà nulla: la manifestazione nazionale infatti è stata indetta per far capire ai politici che la gente è stanca di loro. E' stanca di sentire chiacchiere vuote sulla famiglia e di non vedere fatti concreti. Tutto quello che i nostri rappresentanti sanno fare è battibeccare fra di loro e giocare a che le spara più grosse. Una politica per la famiglia è inesistente o - peggio - dannosa. Comitati, commissioni, task force, osservatori. Risultato: la famiglia è sempre più censurata, ostacolata e boicottata. Se iniziative si prendono sono finalizzate alle piccole ma potenti lobby che fanno opinione. Quelle che vogliono i Dico, l'apertura agli omosessuali, l'eugenetica, l'eutanasia. Insomma, i soliti noti, che frequentano i salotti buoni finanziari, le redazioni buone, i talk show buoni, gli amici degli amici. E intanto, molte donne che vorrebbero licenziarsi e stare a casa non possono, perchè il loro stipendio serve; molti uomini, che non sanno se riusciranno a permettersi un mutuo, vivono in perenne ansia; molti figli che vorrebbe sposarsi e mettere su famiglia non ce la fanno. La cultura del precariato è entrata anche nel privato, e la famiglia che ha come sua caratteristica fondamentale la stabilità e la solidità è stata colpita nel profondo.
Allora la manifestazione del 12 maggio a Roma ha proprio questo scopo: urlare in modo tale da farsi ascoltare anche dai sordi. Sordi che non potranno sempre contare sul voto degli amici e dovranno pure fare i conti con la gente vera. Roma, 12 Maggio 2007. Piazza San Giovanni, FAMILY DAY. Che nessuno manchi.

lunedì 5 marzo 2007

Meditazione, rilassamento & c.

Un'utilissima riflessione sulla preghiera e sulla meditazione ci arriva da Papa Benedetto XVI. Nell'angelus di ieri, domenica 4 marzo, ha tracciato con la sua solita chiarezza e profondità il confine tra falsa e vera preghiera. La preghiera, dice il Pontefice, non è "evadere dalla realtà e dalle responsabilità che essa comporta, ma assumerle fino in fondo". Cristo "ci mostra che la vera preghiera consiste nell'unire la nostra volontà a quella di Dio".
Spesso sento dire da persone non credenti che loro praticano la meditazione, che si dedicano a tecniche spirituali; verrebbe da pensare, allora, che anch'esse seguano una loro via religiosa. Ma c'è una profonda differenza tra meditazione new age, yoga, reiki e invece la meditazione cristiana. In tutte quelle discipline è verificabile un allontanamento dalla realtà, guardata con sospetto e sfiducia, c'è una presa di distanza dalla verità oggettiva perseguibile con la ragione. In tutte quelle discipline l'uomo è chiamato ad entrare in se stesso e a trovare dentro di sè la verità e la ragione. In fondo, quelle pratiche sono una sorta di "masturbazione spirituale", cioè di ricerca della felicità nella solitudine e al di fuori di un rapporto con "l'Altro da sè". Per questo motivo portano via dalla realtà e non contribuiscono a creare degli individui pienamente realizzati.
La meditazione religiosa, invece, non è un'evasione dal reale nè una pura discesa narcisistica verso il proprio io, ma una ricerca profonda di una relazione appagante, un ascolto della volontà di Dio in modo da poter uniformare la propria volontà alla sua.


Queste riflessioni sono utili anche trasposte in un piano più laico.

Anche psicologicamente è da evitare l'utilizzo di tutte quelle pratiche che diventano occasioni di estraniamento dalla quotidianità
, ovvero modi per rinchiudersi in una bolla artificiale di benessere autoindotto. Non fanno eccezione a questa regola anche tecniche di relax come il training autogeno, quando non sono utilizzate in modo competente e accorto. Anche le tecniche di rilassamento, infatti, possono essere a rischio di allontamento dalla realtà. In psicoterapia, ovviamente non si pratica la preghiera e non si fa un addestramento alla meditazione religiosa, ma non è nemmeno lecito procurare un distacco artificiale e posticcio dall'esperienza quotidiana. Le tecniche non hanno un valore per loro stesse, devono essere strumenti finalizzati ad assumersi con più consapevolezza le proprie responsabilità e a vivere con più valore la vita di tutti i giorni. Altrimenti si rischia una fuga in un paradiso artificale non molto dissimile da quello chimico procurato dalle sostanze.
Quindi, cari appassionati di meditazione, reiki, yoga e compagnia bella, non fuggite dal mondo, ma cercate di starci dentro con tutti e due i piedi. E pure con la testa!

domenica 25 febbraio 2007

NYT e zoccole

L'inviato del New York Times alle sfilate di moda di Milano, ha scritto un articolo con apprezzamenti poco eleganti rivolti al lavoro degli stilisti. In pratica ha scritto che si trattava di moda da zoccole. Apriti cielo! Le crisi isteriche degli eroi del taglio e cucito (più taglio che cucito. bisogna riconoscerlo) hanno richiesto quantità importanti di camomilla. Probabilmente quando si riprenderanno dal reato di lesa maestà avranno bisogno di qualche sostanziosa e corroborante pippata di cocaina per rimettersi in piedi. L'inviato del NYT, magari non è stato molto gentile nei toni, ma nella sostanza ha forse sbagliato? Spesso la maggior parte degli abiti che vengono mostrati sulle passerelle, a modesto parere di un uomo totalmente ignorante dell'argomento, sono innanzitutto brutti. Oltre ad essere brutti e pure ridicoli, tendono a esibire il corpo della donna, ma un corpo-merce e perciò senza vita. Non valorizzano la femminilità, ma presentano una donna sola e aggressiva che cerca qualcuno da sedurre per trovare attenzione. Sono mediocremente pornografici, perchè la sessualità - essendo relazione - è tutta un'altra cosa. Insomma, la definizione di moda da zoccole non mi pare un azzardo troppo grande, ma visto che le orecchie degli stilisti sono così delicate potremmo dire semplicemente: robaccia.

sabato 17 febbraio 2007

Rosi Bindi & Pollastrini

Bindi/Pollastrini: Accoppiata riDICOla

COPPIE DI FATTO?
COPPIE DIsFATTE!

Una delle più sciocche, contradditorie, inutili, puzzolenti proposte che abbia mai partorito testa (?) di politico.

venerdì 2 febbraio 2007

12 ragioni laiche a favore della famiglia

La famiglia fondata sul matrimonio riceve un trattamento giuridico speciale per il suo contributo unico alla vita e alla sopravvivenza della società. La famiglia stabile è infatti il luogo in cui l’uomo nasce, è accolto con amore, educato, è aiutato a formarsi a sua volta una famiglia, assistito nelle malattie, nelle prove, nella vecchiaia, fino alla morte, ed è ricordato anche dopo. Non è una questione di fede, ma un fatto razionale e naturale presente da sempre in tutte le culture.

1. La società ha bisogno di famiglie stabili e feconde, le uniche in grado di costruire il suo futuro umano, spirituale, morale e materiale. A famiglie sane corrisponde una società sana, a famiglie deboli una società debole.

2. Riconoscendo le unioni libere lo Stato concederebbe ai conviventi i diritti dei coniugi, senza imporre loro alcun dovere. Ma la giustizia impone che si trattino in modo uguale le situazioni uguali e in modo diverso le situazioni diverse. Non è giusto dare a chi non vuole o non può assumersi le funzioni e le responsabilità della famiglia gli stessi diritti dei coniugi.

3. La legge ha un forte effetto pedagogico: un comportamento riconosciuto dalla legge civile diventa per molti automaticamente possibile e buono. L’approvazione delle unioni di fatto renderebbe ancora più difficile la formazione di famiglie stabili.

4. Molti studi dimostrano purtroppo che i figli dei conviventi soffrono in misura decisamente maggiore disordini psicologici. La violenza domestica è molto più frequente e la depressione è tre volte maggiore.

5. I vantaggi che si pretende di dare alle unioni di fatto hanno dei costi per la collettività. Quindi per poter concedere questi benefici dovrebbero necessariamente aumentare e di molto le tasse. Viste le risorse limitate, si devono aiutare i disoccupati e le famiglie che non arrivano a fine mese.

6. È chiaro che i vantaggi concessi alle unioni di fatto si presterebbero ai facili abusi e alle truffe di coloro che vogliano assicurarsi in modo disonesto tali benefici (persone anziane con badanti, etc.).

7. La famiglia fondata sul matrimonio non è una creazione della legge, ma la precede. Lo Stato ha solo il dovere di riconoscerla, promuoverla e garantirne i diritti come nucleo vivente della successione (procreazione e educazione) delle generazioni umane.

8. C’è una fondamentale differenza tra interessi pubblici e interessi privati. Nel primo caso, la società ha il dovere di proteggerli e promuoverli, in vista dei benefici che essi apportano alla società stessa. Nel secondo deve limitarsi a garantirne la libertà, qualora non vadano contro i principi e le leggi. Il matrimonio e la famiglia rivestono un interesse pubblico di primissimo ordine. Le unioni di fatto sono scelte di carattere privato che non devono essere punite dalla Stato, ma che non devono essere trattate come se fossero di interesse pubblico.

9. L’approvazione dei PACS o come accidenti chiameranno le unioni di fatto è una misura ideologica, dato che sono già assicurati molti diritti ai conviventi e pienamente quelli dei figli. Per concedersi reciprocamente ulteriori diritti si possono già usare gli strumenti previsti dal diritto privato.

10. La grande maggioranza delle coppie di fatto in Italia pensa a un possibile matrimonio, le altre preferiscono restare senza vincoli. Anche le coppie omosessuali in maggioranza vogliono restare un fatto privato; altre invece sono il principale fattore di pressione, pensando al matrimonio omosessuale. Ma con la massima comprensione e rispetto per gli omosessuali, e senza tacere l’enorme ideologizzazione oggi in atto, il fatto più specifico del matrimonio è la generazione ed educazione dei figli. E ciò che la natura non dà non può essere creato dal diritto.

11. Il riconoscimento pubblico delle unioni di fatto non è una questione che interessi alla stragrande maggioranza degli italiani, preoccupati da ben altri problemi, ma è il prodotto di una fortissima campagna di mezzi di comunicazione e partiti politici, mossi da alcuni gruppi di pressione. L’orientamento di altri Paesi o del Parlamento Europeo non tocca la libertà del nostro ordinamento, sulla base della nostra storia e cultura.

12. L’Italia, e più in generale l’Occidente, è affetto da una grave malattia nella sua struttura portante che è la famiglia e da una altrettanto grave crisi demografica. C’è bisogno di urgenti e forti interventi in aiuto della famiglia (assegni familiari, casa, stabilità del lavoro, asili, etc.), non di un ulteriore grave indebolimento di essa, con l’istituzione di un “matrimonio light”.

sabato 27 gennaio 2007

Giornata delle memorie

Ebbene sì, di memorie ce ne vogliono molte.
Ricordiamo pure i sei milioni di ebrei uccisi dai tedeschi, ma siccome nessuno ha il monopolio della morte, perchè non ricordarci di tanti altri genocidi e massacri perpetrati nel ventesimo secolo? Lo so, ad elencarli tutti verrebbe fuori una lista impressionante e atroce, e con il rischio di lasciarne sempre fuori qualcuno. Mi limito a citare un pò a caso: mi inchino davanti al popolo armeno, due milioni di persone uccise dai turchi. Mi inchino anche di fronte al milione di morti nel genocidio ruandese. Non dimentico la sterminata folla di non ebrei uccisi nei lager (polacchi, russi, zingari...). Onoro la memoria dei palestinesi uccisi. Piango la sorte del popolo iracheno, martoriato sotto le bombe americane. E insieme a tutti loro, nel cuore conservo il ricordo dei quarantacinque milioni di martiri cristiani, massacrati per la loro fede nei paesi comunisti, nei paesi arabi, in Asia, in Africa, in Europa.
Che i figli e i nipoti di questo sterminato popolo degli annientati non utilizzino mai i loro morti per giustificare le loro attuali malefatte. Vorrebbe dire ucciderli una seconda volta.

sabato 20 gennaio 2007

Ne uccidono più gli ignoranti della mafia

I titoli sono stati di questo tenore: "La famiglia ne ammazza più della mafia". Si riferivano a tanti episodi di cronaca nera in cui all'interno delle famiglie si sono verificate aggressioni ed omicidi. Ma i giornali, che riportavano le recenti statistiche in proposito, non riflettevano su un punto: non sono le famiglie che provocano gli omicidi, ma le famiglie stesse sono le prime vittime di un aggressione mai vista contro il matrimonio e l'istituto familiare e, quando le famiglie vanno in pezzi, anche le persone si autodistruggono. A questo proposito Allan C. Carlson, direttore dell’Howard Center for Family, Religion and Society e presidente del World Congress of Family, che da trent'anni si occupa di politiche familiari, in una recente intervista ad Avvenire ricordava che: "Indubbiamente negli ultimi quaranta anni è cresciuto enormemente un movimento internazionale che ha come scopo quello di eliminare il matrimonio, base della famiglia. È un’alleanza che ha messo insieme i sostenitori della rivoluzione sessuale, del controllo delle nascite, del "divorzio facile", della contraccezione e così via. L’obiettivo è quello di indebolire se non distruggere il rapporto tra matrimonio e procreazione. La legalizzazione delle unioni omosessuali è soltanto una logica conseguenza di questo desiderio di separare la procreazione dal matrimonio, che vuol dire avere figli e crescerli". E ancora: "Si vuole eliminare tutto ciò che sta tra il governo e l’individuo, per questo la famiglia fondata sul matrimonio – società autonoma e originale – è il nemico numero uno. Il modo più semplice per eliminare il matrimonio è allargarlo, assimilandovi altre forme di unione. Cancellando cioè il suo essere unico e speciale".
E' un'analisi che mi sento di condividere completamente. E i mass media, strumenti potentissimi messi a disposizione - più o meno consapevolmente - di questo progetto, fanno da eco a tutti i proclami antifamiglia. Così vogliono ricoprire di terra quella lampante verità che ancora Carlson giustamente ricorda: "Ci sono ormai tantissimi studi che dimostrano come i bambini nati e cresciuti in situazioni familiari anomale accusino pesanti conseguenze sul rendimento scolastico, sulla qualità del lavoro, sulla tendenza all’alcolismo e alla tossicodipendenza, e anche alla criminalità. Peraltro questo non dovrebbe stupire, visto che il matrimonio dalla sua origine ubbidisce alla funzione sociale di proteggere i bambini, di crescerli ed educarli. Nelle nostre società oggi, invece, troviamo leggi sul matrimonio e sul divorzio che di fatto favoriscono chi vuole divorziare".
Allora, è urgentissimo e doveroso per tutti quelli che hanno a cuore il destino delle presenti e delle future generazioni, rispondere a questa serie apparentemente interminabile di aggressioni. E' necessario e vitale lavorare per la rinascita della famiglia, l'unica vera famiglia, quella psicologicamente sana, quella fondata sul matrimonio, con un patto indissolubile tra un uomo e una donna.