domenica 25 febbraio 2007
NYT e zoccole
L'inviato del New York Times alle sfilate di moda di Milano, ha scritto un articolo con apprezzamenti poco eleganti rivolti al lavoro degli stilisti. In pratica ha scritto che si trattava di moda da zoccole. Apriti cielo! Le crisi isteriche degli eroi del taglio e cucito (più taglio che cucito. bisogna riconoscerlo) hanno richiesto quantità importanti di camomilla. Probabilmente quando si riprenderanno dal reato di lesa maestà avranno bisogno di qualche sostanziosa e corroborante pippata di cocaina per rimettersi in piedi. L'inviato del NYT, magari non è stato molto gentile nei toni, ma nella sostanza ha forse sbagliato? Spesso la maggior parte degli abiti che vengono mostrati sulle passerelle, a modesto parere di un uomo totalmente ignorante dell'argomento, sono innanzitutto brutti. Oltre ad essere brutti e pure ridicoli, tendono a esibire il corpo della donna, ma un corpo-merce e perciò senza vita. Non valorizzano la femminilità, ma presentano una donna sola e aggressiva che cerca qualcuno da sedurre per trovare attenzione. Sono mediocremente pornografici, perchè la sessualità - essendo relazione - è tutta un'altra cosa. Insomma, la definizione di moda da zoccole non mi pare un azzardo troppo grande, ma visto che le orecchie degli stilisti sono così delicate potremmo dire semplicemente: robaccia.
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