domenica 23 dicembre 2012
lunedì 17 dicembre 2012
Pornotristezze
Approfittiamo di due fatti di cronaca, la morte di Riccardo Schicchi, l'uomo che ha fatto della pornografia in Italia un business molto fiorente e redditizio, e l'arresto per questioni fiscali del fondatore di Youporn, sito internazionale di pornografia, per alcune considerazioni:
Sia il mondo classico che quello cristiano cattolico hanno usato esprimere la bellezza del corpo nudo senza particolari imbarazzi, in quanto espressione della realtà creata; (le censure ridicole sono venute dopo, grazie al bigottismo di origine protestante). La pornografia è un'altra cosa, è l'utilizzo del corpo visto essenzialmente nella sua funzione genitale, per un godimento egoistico, e per una stimolazione erotica autodiretta.
L'arte è "Estasi", cioè l'uscita fuori da sè per incontrare la verità. La pornografia è "Autismo", cioè chiusura in se stessi, nell'isolamento del narcisismo egoistico.
La pornografia crea facilmente dipendenza - e si diventa molto rapidamente drogati dal sesso. Numerosi autori sottolineanola pericolosità e gli effetti di perversione della "Porno-dipendenza", che - come il gioco - è suscitata e alimentata da innumerevoli proposte fin dentro la propria casa, attraverso la televisione e internet.
E' compito della famiglia essere protagonista della vigilanza sui figli, evitando la privatizzazione della fruizione, televisiva e non (in altre parole, meglio non permettere televisione e computer in camera). Sempre in famiglia si parlerà liberamente e senza tabù di tutti gli argomenti, ma mostrando l'aspetto relazionale e fecondo della sessualità, evidenziando la bellezza del rapporto amoroso se è basato sul dono e non sul possesso, riflettendo criticamente su tutte le proposte che vengono dalla società.
Schicchi è morto, ma la pornografia sopravviverà a lui, è compito dei genitori falla morire nel cuore dei figli, educandoli alla libertà della relazione vera con una persona vera, apprezzando il piacere del sesso, ma ancor più il piacere di amare ed essere amati.
Sia il mondo classico che quello cristiano cattolico hanno usato esprimere la bellezza del corpo nudo senza particolari imbarazzi, in quanto espressione della realtà creata; (le censure ridicole sono venute dopo, grazie al bigottismo di origine protestante). La pornografia è un'altra cosa, è l'utilizzo del corpo visto essenzialmente nella sua funzione genitale, per un godimento egoistico, e per una stimolazione erotica autodiretta.
L'arte è "Estasi", cioè l'uscita fuori da sè per incontrare la verità. La pornografia è "Autismo", cioè chiusura in se stessi, nell'isolamento del narcisismo egoistico.
La pornografia crea facilmente dipendenza - e si diventa molto rapidamente drogati dal sesso. Numerosi autori sottolineanola pericolosità e gli effetti di perversione della "Porno-dipendenza", che - come il gioco - è suscitata e alimentata da innumerevoli proposte fin dentro la propria casa, attraverso la televisione e internet.
E' compito della famiglia essere protagonista della vigilanza sui figli, evitando la privatizzazione della fruizione, televisiva e non (in altre parole, meglio non permettere televisione e computer in camera). Sempre in famiglia si parlerà liberamente e senza tabù di tutti gli argomenti, ma mostrando l'aspetto relazionale e fecondo della sessualità, evidenziando la bellezza del rapporto amoroso se è basato sul dono e non sul possesso, riflettendo criticamente su tutte le proposte che vengono dalla società.
Schicchi è morto, ma la pornografia sopravviverà a lui, è compito dei genitori falla morire nel cuore dei figli, educandoli alla libertà della relazione vera con una persona vera, apprezzando il piacere del sesso, ma ancor più il piacere di amare ed essere amati.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 11 dicembre 2012
I maya avevano ragione...
...ma sono arrivati con un po' di ritardo. In effetti il mondo è già finito, almeno quello dell'intelligenza e del buon senso.
E' finito il mondo dell'equilibrio e della moderazione. E' finito il mondo della sana incredulità, del corretto uso del ragionamento. Sono suonate da un pezzo le trombe del (poco) giudizio universale. E' passata la storia, ora siamo già in un'altro mondo. Siamo animali da allevamento alimentati con cibi modificati. Dai mais transgenici, siamo passati ai Maya transgender, ingurgitiamo tutto, crediamo ad ogni balla: diamo retta a Dan Brown, a Sandro Giacobbo, a Raineesh, ai Soka Gakkai, ai guru di tutti gli orientamenti. Leggiamo Odifreddi, Augias praticando reiki, crediamo ai catrastofisti, ai millenaristi, agli ufologi, alle streghe Wicca, crediamo a Superman e a Topolino, a Pippo e alle Pippe. Usiamo la coca per sentirci vivi e gli sport estremi per morire eccitati. Crediamo alla fine del mondo prossima ventura,e intanto la televisione ci sollazza con Simona Ventura. Ci sta bene tutto, il contrario di tutto, chiamiamo bene il male, male il bene e spesso non distinguiamo le cose dalla loro rappresentazione.
Sbaviamo per il telefonino e poi l'usiamo per sparare cazzate, balliamo il Gangnam Style, facciamo i flashmob, occupiamo la scuola, ma non ci accorgiamo che abbiamo dis-occupato il cervello.
E' finito il mondo dell'equilibrio e della moderazione. E' finito il mondo della sana incredulità, del corretto uso del ragionamento. Sono suonate da un pezzo le trombe del (poco) giudizio universale. E' passata la storia, ora siamo già in un'altro mondo. Siamo animali da allevamento alimentati con cibi modificati. Dai mais transgenici, siamo passati ai Maya transgender, ingurgitiamo tutto, crediamo ad ogni balla: diamo retta a Dan Brown, a Sandro Giacobbo, a Raineesh, ai Soka Gakkai, ai guru di tutti gli orientamenti. Leggiamo Odifreddi, Augias praticando reiki, crediamo ai catrastofisti, ai millenaristi, agli ufologi, alle streghe Wicca, crediamo a Superman e a Topolino, a Pippo e alle Pippe. Usiamo la coca per sentirci vivi e gli sport estremi per morire eccitati. Crediamo alla fine del mondo prossima ventura,e intanto la televisione ci sollazza con Simona Ventura. Ci sta bene tutto, il contrario di tutto, chiamiamo bene il male, male il bene e spesso non distinguiamo le cose dalla loro rappresentazione.
Sbaviamo per il telefonino e poi l'usiamo per sparare cazzate, balliamo il Gangnam Style, facciamo i flashmob, occupiamo la scuola, ma non ci accorgiamo che abbiamo dis-occupato il cervello.
E' già finito il mondo, non lo vedi? Esci per strada e guarda negli occhi le persone: un abisso di nulla rivestito di ansia.
Non dobbiamo spaventarci per l'apocalisse, è già venuta, ora dobbiamo sudare per la fatica della ricostruzione.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 4 dicembre 2012
Facce
Il fatto che nessuno possegga pienamente la verità, non dimostra che la verità non esista. Eppure molte persone sono convinte che un "Vero", oggettivo, non c'è. Questo è un problema, perché se fosse così nulla avrebbe senso, né l'educazione, né la scuola, né la politica. Né altro che voglia dare una linea comune alla gente. Questo pensiero, che il "Vero " non esiste, che esiste solo ciò che reputo conveniente qui e ora (relativismo) è, come abbiamo detto altre volte, di gran moda. E come tutte le cose di moda, ipocrita. Se infatti uno ci credesse davvero nel relativismo, dovrebbe portarlo alle estreme conseguenze, mettendo in dubbio tutto nella propria vita, innescando un processo di autodistruzione totale. Invece ci aggrappiamo ad esso quando fa comodo, quando serve per non prendere impegni seri, ma quando dobbiamo far valere le nostre ragioni, eccome se ci crediamo alla verità, solo che la verità prende la nostra faccia.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
giovedì 22 novembre 2012
Quali prese in giro
Il ragazzo si sentiva omosessuale, lo esternava con caratterizzazioni quasi caricaturali: unghie smaltate, abiti rosa, e ora è morto. Dicono che si è suicidato perché i compagni lo prendevano in giro.
Tutti da ragazzi siamo stati presi in giro, o abbiamo visto compagni presi in giro. E' frequente, è doloroso, è la crudeltà degli adolescenti, e magari anche di adulti - più imbecilli degli adolescenti in quanto adulti. Ma la maggior parte di coloro che sono stati presi in giro, per le orecchie a sventola, per i denti storti, per la goffaggine per la balbuzie, per la magrezza, per i chili di troppo, per uno dei centomila motivi che fanno ridere gli stupidi, la maggior parte è tra noi, magari ha fatto carriera, magari ora è rispettata. Chi si è suicidato, pochi per fortuna, non lo ha fatto per le prese in giro, ma per la mancata reazione psichica alle prese in giro, per l'incapacità di adattarsi alla realtà, per drammi familiari. Se non ci fosse stata la presa in giro, l'innesco sarebbe avvenuto in altre circostanze. L'ironia sugli omosessuali (ributtante, ma qui semmai l'ironia era solo sugli aspetti esteriori del look) non è la causa del suicidio del ragazzo, come il professore che mette un'insufficienza ingiustificata non è la causa di chi si ammazza per un brutto voto.
I gay, buttandosi a capofitto nella vicenda del povero quindicenne suicida per farne un martire della causa, compiono uno scempio. E' una vera offesa alla sua memoria. Lasciamo stare il suo orientamento, qui si deve parlare della fragilità dei nostri adolescenti, della loro incapacità di reagire alla vita e alle sue prove, la fragilità legata per lo più alla fragilità delle loro famiglie. Semmai, se proprio vogliamo parlare di omosessualità, è la spinta a fare Outing che costringe persone, ancora in ricerca di loro stesse, al conflitto psichico (approfondisci). Il problema è che quando vincono le ideologie perde l'uomo.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
venerdì 16 novembre 2012
Se la vita t'affanna...
...La peggiori con una canna.
L’Italia è il paese occidentale col consumo più alto
delle “cosiddette” droghe leggere.
L’atteggiamento corretto non deve essere quello della demonizzazione,
ma quello della conoscenza.
Occorre conoscere non solo gli effetti della cannabis –
al di là di ogni pregiudizio ideologico - ma soprattutto bisogna capire come il
suo uso rappresenti uno degli innumerevoli canali attraverso i quali le persone compromettono la loro spinta verso la libertà.
La cannabis evidenzia un problema di fondo che è quello
educativo, perché la prevenzione della dipendenza, quale che sia l’oggetto da
cui si dipende, avviene nella relazione che si crea nel luogo educativo per
eccellenza, la famiglia.
Mercoledì 28 novembre, alle ore 19, presso la Parrocchia Santa Maria delle Grazie, a via Bufalotta, abbiamo organizzato una conferenza su questo tema aperta ai genitori, agli educatori, agli insegnanti, ai
giovani. Per confrontarci, per riflettere, per informarci.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
giovedì 8 novembre 2012
In realtà la morale c'è
(vedi post precedente) ...Le tre notizie dimostrano che nella nostra epoca l'egoismo vuole vincere sempre, i miei desideri devono venire prima di tutto, a costo di passare sopra la verità, il rispetto della vita, la tutela dei bambini, il buon senso. La morale, quindi, è che più si parla di evoluzione e di progresso, più la regressione ci conduce fino a livelli pre-barbarici. Questa spinta sociale e mass mediatica alla regressione e alla dissoluzione può essere contrastata solo all'interno di ogni famiglia, attraverso un'educazione profondamente controcorrente e critica.
Prossimamente pubblicheremo un vademecum agile e molto concreto per aiutare i genitori nel loro compito di formatori.
Prossimamente pubblicheremo un vademecum agile e molto concreto per aiutare i genitori nel loro compito di formatori.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
mercoledì 7 novembre 2012
E la morale?
Notizie:
1. In Olanda mandano a casa la pillola per l'eutanasia. Suicidarsi tra le mura domestiche, con l'ok dello stato e i parenti intorno, e in più la squadra dei killer che "operano" a casa la paga l'assicurazione. Superfluo dirlo, ma il 70% degli uccisi non sono malati terminali, e diversi sono i malati psichiatrici.
2. In Francia Hollande è contento. Il politico è felice non perché è migliorata la condizione economica delle famiglie, non perché sono aumentati i posti di lavoro, non perché i medici hanno scoperto una cura per il cancro. Hollande è felice perché d'ora in poi le coppie omosessuali potranno "sposarsi" e "adottare" bambini.
3. Italia. Le madri che hanno avuto un figlio in provetta potranno disconoscerlo, al momento della nascita, come le donne che lo hanno avuto da una gravidanza naturale. E' quanto prevede un emendamento approvato che modifica la legge 40, sulla procreazione assistita.
Morale: Non c'è morale. In nessuna delle tre notizie. In nessuna.
«In questo tempo d si inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 30 ottobre 2012
Sandy l'uragano e Superman l'invisibile
Pupazzi |
Anche nella vita delle persone arrivano gli uragani, eventi violenti che mettono in ginocchio le proprie sicurezze e per un certo tempo tolgono la luce alla mente. Sotto l'impeto dell'uragano è inutile strillare, il rumore del vento soffocherebbe anche la voce più forte, è inutile anche piangere, le lacrime sarebbero travolte dalla pioggia. Non serve a niente reagire con forza, scopriremmo solo la nostra debolezza. Sotto l'uragano si sta zitti e ci si chiude in se stessi. Si fa centro in se stessi - se nella nostra crescita abbiamo costruito un centro - e poi si aspetta che passi.
Per piangere c'è tempo dopo, per riprendere a pensare ci vorrà ancora più tempo.
Gli uragani fisici passano e distruggono, gli uragani psicologici passano e rinforzano. A patto di incontrare un uomo o una donna, non dei superman che quando servono ci si accorge che sono di carta.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
mercoledì 24 ottobre 2012
Le case tremano, e pure la scienza
Il giudice condanna duramente gli scienziati dei "Grandi Rischi" perché nel 2009 non hanno allertato la popolazione dell'Aquila sull'imminente terremoto. In prigione perché non hanno previsto l'imprevedibile. Tutto il mondo scientifico si è scandalizzato della sentenza. Ovviamente, diremo noi, come si fa a condannare per non aver avvertito di un pericolo, se il pericolo non si può prevedere? Tutti si sono sbracciati a dire che la scienza non può essere messa sotto accusa se non in grado di anticipare certi fenomeni, se le informazioni di cui dispone non riescono a coprire tutte le variabili coinvolte, se -insomma - non è perfetta.
Siamo assolutamente d'accordo: la scienza non è perfetta, non lo è mai stata e mai lo sarà, perché ha dei limiti intrinseci insuperabili. La scienza non è esatta, perché è basata su calcoli di probabilità, perché è approssimata alla realtà, ma non coincidente con essa, perché analizza le connessioni tra i fenomeni, ma non spiega mai perfettamente la loro natura, ecc. ecc. Però, ci permettiamo di ricordare, gli scienziati che oggi sono tanto umili nel riconoscere i loro limiti, perché hanno sempre tollerato i loro simili atteggiati a Profeti della Conoscenza in televisione e sui periodici? Siamo circondati da guru che con aria altezzosa e solenne inneggiano alla Scienza, che illustrano un futuro roseo se si ascoltassero i loro suggerimenti, che tranciano giudizi certi e inequivocabili sul cambiamento climatico, sulla sovrappopolazione mondiale, sulla prevenzione dell'AIDS, sulla speranza di vita, sul Bing Bang, sull'evoluzionismo e su mille altre questioni. Salvo poi essere smentiti da teorie opposte o da risultati di laboratorio che li costringono a rimangiarsi le loro parole. Prima si atteggiano a portatori di Verità, e poi protestano quando un giudice li prende sul serio e li condanna perché non hanno avvisato della verità di un terremoto.
Probabilmente il giudice ha preso un grosso abbaglio nel caso specifico. Probabilmente ha colpito degli scienziati competenti che hanno fatto onestamente il loro dovere. Ma altrettanto probabilmente la categoria degli scienziati dovrebbe scendere dal piedistallo, dovrebbe ammettere (come molti di quelli seri già fanno) che la scienza non arriverà mai a spiegare tutto, e che la tentazione di onnipotenza dell'uomo - anche nel campo della conoscenza - è una tentazione oltre che stupida anche ingenua.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 23 ottobre 2012
Seguici con semplicità!
Che cos'è un feed RSS?
Il formato RSS (Really Simple Syndication) permette di ottenere informazioni da siti che vengono aggiornati di frequente, come ad esempio questo blog. Un documento RSS è chiamato feed e contiene il sommario o l’intero contenuto del sito che lo pubblica. Attraverso di esso il lettore può rimanere aggiornato e leggere i nuovi contenuti senza dover controllare di persona se il sito in questione è stato aggiornato o meno. Per leggere un feed è necessario un programma chiamato aggregatore o reader che è in grado di raccogliere, interpretare ed organizzare i feed a cui vi iscriverete. Un programma di questo tipo non deve essere necessariamente installato sul proprio computer, in quanto esistono lettori online gratuiti come Google Reader o BlogLines, giusto per citare i più conosciuti. I più conosciuti software desktop gratuiti per la lettura dei feed sono FeedReader e FeedDemon per Windows o Vienna e NetNewsWire per Mac.
Questo filmato spiega in maniera semplice ed intuitiva che cos’è un feed. Fonte: http://isayblog.com/blog/feed-rss-how-to/
Come collegare Spennate Vive al proprio lettore di rss feed?
Basta inserire nel tuo lettore RSS il link http://spennatevive.blogspot.com o utilizzare l'icona qui a sinistra. Se invece preferisci ricevere gli aggiornamenti sulla tua casella di posta elettronica vai sul lnk in alto a sinistra. E buona lettura!
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 16 ottobre 2012
Il tempo in psicoterapia
Ci sono tre tempi nella psicoterapia: il tempo dell' esplorazione - che è circolare - e il tempo dell'introspezione, che invece ha un andamento verticale. Il terzo tempo è l'unione dei due: il tempo della liberazione, che essendo l'unione tra circolare e verticale ha un andamento a spirale.
Questo è il motivo per cui, durante una buona psicoterapia, il paziente e il terapeuta si ritrovano periodicamente a parlare di argomenti già visti insieme. Ma ogni volta ad un livello di approfondimento superiore, con maggiore ampiezza esplorativa e maggiore introspezione, esattamente come se stessero percorrendo un percorso a spirale.
Chi va in montagna conosce quest'esperienza: è come salire su un sentiero che gira in tondo, ma costantemente in salita, così che periodicamente ci si ritrova sulla stessa verticale, ma ad un livello di visione maggiore.
Ma tutto questo percorso ad un certo punto diventa così ampio che arriva ai confini della psicoterapia. E' il momento in cui il terapeuta si deve fermare e il paziente non è più un paziente, è diventato un uomo, o una donna, che continua autonomamente a percorrere la sua strada.
16/10/12 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
mercoledì 10 ottobre 2012
Bel giorno per la scienza
Un articolo interessante, questa è la vera scienza. Vai
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 2 ottobre 2012
Vecchie novità e nuove merde
E' curioso il fatto che noi tendiamo ad abbinare il termine "nuovo" a un'idea di valore e positività. Basta dire: "La nuova politica", "Il nuovo che avanza", "la lavastoviglie di nuova generazione"... e tutto sembra bello e radioso. La parola "nuovo" ha un che di portentoso. Persino Cesare, se fosse ancora vivo, direbbe: "Per una nuova spedizione in Gallia!", sapendo di emozionarci e farci venire voglia di arrivare in Francia a piedi e invadere Parigi con lance e scudi. Non esiste pubblicità senza che dentro qualcuno ci schiaffi il termine "nuovo" o "novità", o "innovativo". E noi, pronti a cedere alla seduzione.
Naturalmente il magico potere della parolina provoca l'effetto opposto sul termine contrario "passato". Per cui, tutto ciò che appartiene alla storia, fosse anche di dieci minuti fa, è già vecchiume, roba da nonni, sorpassata e da buttare. In effetti la storia si proietta verso l'avvenire, gli anni passano, tutto diventa abitudine, e noi abbiamo voglia di cose nuove, di stimoli mai provati, di attese di cambiamento. Ma il fatto che noi abbiamo questo slancio garantisce di per sè che il nuovo sia per forza positivo? Insomma, il nuovo è sempre meglio del vecchio?
La risposta è semplice, basti pensare che nel 1920 il nuovo si chiamava Adolf Hitler, o che la rivoluzione francese inventò la soluzione nuova per eliminare gli oppositori: la ghigliottina. E' evidente che non tutte le novità sono buone. Come. d'altronde, non tutto ciò che è datato è da scartare: la Divina Commedia era e rimane un capolavoro, Aristotele era e rimane uno dei massimi pensatori, ecc.
Eppure noi fatichiamo moltissimo ad avere una disponibilità critica verso le novità, e questo è un problema. Qualsiasi cialtrone che fa qualcosa di originale e nuovo, per esempio mettere della merda in un vaso e presentarla come opera d'arte, noi siamo pronti a giudicarlo benevolmente semplicemente perchè ha rotto i vecchi schemi dell'arte. Ma se i vecchi schemi si chiamano Michelangelo o Raffaello, Van Gogh o Caravaggio, viva i vecchi schemi, e i nuovi cialtroni rimangono cialtroni, e chi li ammira... è degno del barattolo.
Naturalmente il magico potere della parolina provoca l'effetto opposto sul termine contrario "passato". Per cui, tutto ciò che appartiene alla storia, fosse anche di dieci minuti fa, è già vecchiume, roba da nonni, sorpassata e da buttare. In effetti la storia si proietta verso l'avvenire, gli anni passano, tutto diventa abitudine, e noi abbiamo voglia di cose nuove, di stimoli mai provati, di attese di cambiamento. Ma il fatto che noi abbiamo questo slancio garantisce di per sè che il nuovo sia per forza positivo? Insomma, il nuovo è sempre meglio del vecchio?
La risposta è semplice, basti pensare che nel 1920 il nuovo si chiamava Adolf Hitler, o che la rivoluzione francese inventò la soluzione nuova per eliminare gli oppositori: la ghigliottina. E' evidente che non tutte le novità sono buone. Come. d'altronde, non tutto ciò che è datato è da scartare: la Divina Commedia era e rimane un capolavoro, Aristotele era e rimane uno dei massimi pensatori, ecc.
Il nuovo che avanza |
Eppure noi fatichiamo moltissimo ad avere una disponibilità critica verso le novità, e questo è un problema. Qualsiasi cialtrone che fa qualcosa di originale e nuovo, per esempio mettere della merda in un vaso e presentarla come opera d'arte, noi siamo pronti a giudicarlo benevolmente semplicemente perchè ha rotto i vecchi schemi dell'arte. Ma se i vecchi schemi si chiamano Michelangelo o Raffaello, Van Gogh o Caravaggio, viva i vecchi schemi, e i nuovi cialtroni rimangono cialtroni, e chi li ammira... è degno del barattolo.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
mercoledì 19 settembre 2012
La libertà di espressione appartiene anche agli omosessuali
La libertà di pensiero e di espressione appartiene anche agli omosessuali, con buona pace dei gay e dei vari movimenti politici che speculano sulle scelte dei singoli.
Gilbert Keith Chesterton |
Rupert Everett |
Rupert Everett, attore omosessuale dichiarato, ha espresso la sua convinzione che non c'è nulla di peggio che essere allevati da due padri. Apriti cielo! Siccome i paladini della democrazia sono paladini solo di chi la pensa come loro, hanno subito assaltato l'attore, criticandolo aspramente e contestandolo. Naturalmente dà fastidio che un omosessuale sostenga delle idee contrarie a quanto imposto dal dogma gay. Everett è stato lodato e osannato quando ha detto di essere omosessuale, lapidato quando ha affermato quello che miliardi di persone intuiscono per semplice buon senso, che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà. Ma sembra che il buon senso sia diventato scandaloso: riceve applausi chi dichiara che è stato fecondato da alieni provenienti da Vega, viene deriso chi afferma che il sole è caldo.
Niente di nuovo, queste stranezze le aveva già viste e profetizzate Chesterton all'inizio del '900, ma che fossero diventati deliri così diffusi nel nostro tempo forse nemmeno lui lo avrebbe immaginato.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
venerdì 14 settembre 2012
Confrontarsi con le proprie paure
Una persona che talvolta prova paura è una persona, una persona che non prova mai paura è un malato di mente.
Questo però non significa che non dobbiamo cercare di liberarci delle nostre paure, quanto meno di quelle che interferiscono maggiormente con la nostra vita o che sono all'origine di nevrosi e blocchi emotivi.
Al di là delle specifiche fobie ci sono delle Paure Fondamentali, cioè angosce primarie che ci portiamo dentro da anni e che fungono da matrici originarie di tutte le ansie sviluppate succesivamente. Proprio a queste paure fondamentali è dedicata la nostra iniziativa, "Quando la paura non fa paura", la prima del progetto "La psicologia incontra il teatro". Si articola in sei incontri, ognuno incentrato su una paura fonamentale, e un settimo di rielaborazione. Sono incontri in cui si affrontano le paure utilizzando tecniche di linguaggio emozionale, con l'aiuto di musica, espressività teatrale e lavoro di automonitoraggio.
Il tutto è organizzato dall'Associazione Kriterion dal 10 ottobre, per sette mercoledì successivi, alle 20,30. Il laboratorio sarà condotto da psicologi con l'ausilio artistico della Dott.ssa Michela Prinzivalli, di lunga esperienza teatrale. La sede è il Teatro Elettra ,in zona Colosseo.
Per ogni informazione si può consultare il sito www.associazionekriterion.it
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
Questo però non significa che non dobbiamo cercare di liberarci delle nostre paure, quanto meno di quelle che interferiscono maggiormente con la nostra vita o che sono all'origine di nevrosi e blocchi emotivi.
Al di là delle specifiche fobie ci sono delle Paure Fondamentali, cioè angosce primarie che ci portiamo dentro da anni e che fungono da matrici originarie di tutte le ansie sviluppate succesivamente. Proprio a queste paure fondamentali è dedicata la nostra iniziativa, "Quando la paura non fa paura", la prima del progetto "La psicologia incontra il teatro". Si articola in sei incontri, ognuno incentrato su una paura fonamentale, e un settimo di rielaborazione. Sono incontri in cui si affrontano le paure utilizzando tecniche di linguaggio emozionale, con l'aiuto di musica, espressività teatrale e lavoro di automonitoraggio.
Il tutto è organizzato dall'Associazione Kriterion dal 10 ottobre, per sette mercoledì successivi, alle 20,30. Il laboratorio sarà condotto da psicologi con l'ausilio artistico della Dott.ssa Michela Prinzivalli, di lunga esperienza teatrale. La sede è il Teatro Elettra ,in zona Colosseo.
Per ogni informazione si può consultare il sito www.associazionekriterion.it
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
venerdì 7 settembre 2012
La Psicoterapia e il parrucchiere
Tanti pensano che andare dallo psicologo significa andare a farsi una chiacchierata da un ascoltatore professionale per sfogarsi . Dopo di che ci si sente meglio, e tanti saluti.
Niente di più sbagliato.
Per sfogarsi ci si può servire degli amici, delle amiche, del parrucchiere, di una vicina comprensiva, di una trasmissione radio, di Facebook, della mamma, del cane e del canarino. Lo sfogo forse allenta la tensione e fa bene alla gastrite, ma i problemi rimangono e ci sentiamo sempre più impotenti.
Dallo psicologo invece ci si va per cambiare. Non per modificare la propria personalità, cosa impossibile e ingiusta, ma per cambiare il nostro modo di comportarci e di pensare. Per rimuovere quegli ostacoli che ci impediscono di essere persone libere. Questo si fa utilizzando il dialogo come strumento di lavoro, la relazione come palestra di auto-osservazione, le tecniche di rilassamento come come ausili per il ripristino di un equilibrio psicofisico, ecc. ecc. Ma certamente l'obiettivo non è sfogarsi, semmai eliminare le cause che ci rendono bisognosi di sfogo.
Quindi l'efficacia di una psicoterapia si valuta in base al cambiamento ottenuto, che deve essere: mirato (si cambiano solo le cose che devono essere cambiate), liberatorio (si sbloccano le capacità di autodeterminazione del paziente), definitivo (il cambiamento si stabilizza in un nuovo equilibrio che permane anche dopo la fine della terapia).
Niente di più sbagliato.
Per sfogarsi ci si può servire degli amici, delle amiche, del parrucchiere, di una vicina comprensiva, di una trasmissione radio, di Facebook, della mamma, del cane e del canarino. Lo sfogo forse allenta la tensione e fa bene alla gastrite, ma i problemi rimangono e ci sentiamo sempre più impotenti.
Dallo psicologo invece ci si va per cambiare. Non per modificare la propria personalità, cosa impossibile e ingiusta, ma per cambiare il nostro modo di comportarci e di pensare. Per rimuovere quegli ostacoli che ci impediscono di essere persone libere. Questo si fa utilizzando il dialogo come strumento di lavoro, la relazione come palestra di auto-osservazione, le tecniche di rilassamento come come ausili per il ripristino di un equilibrio psicofisico, ecc. ecc. Ma certamente l'obiettivo non è sfogarsi, semmai eliminare le cause che ci rendono bisognosi di sfogo.
Quindi l'efficacia di una psicoterapia si valuta in base al cambiamento ottenuto, che deve essere: mirato (si cambiano solo le cose che devono essere cambiate), liberatorio (si sbloccano le capacità di autodeterminazione del paziente), definitivo (il cambiamento si stabilizza in un nuovo equilibrio che permane anche dopo la fine della terapia).
07/09/2012 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 4 settembre 2012
Estate torrida...
...ma le piogge e il fresco di questi giorni ce l'hanno fatta già dimenticare. In fondo, in questo consiste la speranza: sapere che ogni dolore e ogni prova non sono mai definitive, possiamo sempre contare sul cambiamento e sulla rinascita. Le risorse sono tante e i tempi sempre favorevoli.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
sabato 11 agosto 2012
WEB Paradiso virtuale
Cos’è
il web? E’ un’immensa ragnatela composta da una quantità enorme di computer,
nodi, collegati tra di loro, attraverso fili di diversa fattura. Una ragnatela
attraverso cui si catturano informazioni, si trasmettono informazioni, si
mangiano informazioni, ci si ingrassa di
informazioni. E qualche volta si fa indigestione. La ragnatela tende ad
assorbire tutto ciò che esiste nella realtà, a manipolarlo, e quello che ne
viene fuori è la realtà virtuale. Virtuale assomiglia, ma non coincide.
Virtuale ricorda qualcosa, ma non realizza, Virtuale c’è, ma non esiste.
Anche
le relazioni tra persone nel web diventano virtuali, piene di bit, ma prive di sangue. Basta pensare
alle chat, ai social network (Facebook, Twitter,
ecc.), enormi scambi giornalieri tra persone virtualizzate dal web, che quando
si incontrano nella realtà a mala pena si salutano.
Perché
il web ha una enorme forza di attrazione sulle persone, costringendo molti a
passare ore e ore, a volte notti, a volte la vita intera (come nel caso dell’hikikomori giapponese) davanti al computer? La risposta sta nella
differenza che esiste tra la realtà virtuale e la realtà reale.
La realtà vera ha una
caratteristica che quasi non esiste nel web: ha dei limiti. Per i credenti
l’unica realtà che esiste e non ha limiti è Dio e quindi il Paradiso che è il "Luogo" della presenza Divina. Il web è perciò
un tentativo umano (uno dei tanti nella storia) di costruire il Paradiso sulla terra, un luogo bello,
affascinante, illimitato, di sola
piacevolezza, di relazioni perfette, di godimento senza responsabilità. Insomma
il web ci induce a morire alla realtà per farci vivere in un universo
paradisiaco al solo prezzo di un computer e di una connessione internet.
Ecco perché la famiglia rischia di essere la vittima più illustre del
web, perché la famiglia è il luogo del reale, delle relazioni umane concrete,
del confronto con i limiti, del “bel sacrificio” e della responsabilità. Verrebbe
allora spontaneo demonizzare le nuove tecnologie, e affermare che è impossibile
una relazione educativa ai tempi del web. Ma demonizzare è sempre sbagliato. Il
web non è che l’ultimo – sebbene il più sofisticato - dei tentativi umani di
realizzare il paradiso in terra. Ma il Paradiso vero è solo frutto dell’impegno
personale, della conquista di sé, del superamento dei propri egoismi, della
conquista della libertà e soprattutto del dono gratuito ricevuto. Ecco perché
chiunque voglia realizzarsi come persona non può fare a meno della famiglia.
Il web è una sfida, ma la famiglia può vincerla. Quello che va fatto è
utilizzare tutto ciò che il mondo offre, compreso il web, ma senza assolutizzare nulla, cioè con
l’atteggiamento di chi è capace di bere da un bicchiere di cristallo, da uno di
vetro, dalle mani o direttamente dalla sorgente, perché quello che vale è
l’acqua non il contenitore. L’acqua della famiglia è l’amore, che si esprime
attraverso la verità dei rapporti, la sincerità, il sostegno reciproco, la
fiducia nei valori assoluti che sono validi nell’età del web, come nell’età
della pietra.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
mercoledì 1 agosto 2012
Una carbonara per tre
Una carbonara per tre |
Io non ne capisco molto di sport, e non lo seguo quasi per niente.
E per me questo è quasi motivo di vanto.
Ma la squadra di arcieri italiani a Londra mi ha conquistato. Grassottelli, bruttini, vestiti alla pescatora, con la faccia tipica di chi deve sbrigarsi a fare quei quattro tiri, perchè l'aspettano gli amici in trattoria.
Hanno vinto la medaglia d'oro a squadre, lasciando allibiti quei poveri americani che sembravano dei cloni di Ken (quello di Barbie), fustacchioni di plastica siliconata, superpreparati, professionisti e tirati a nuovo. Che soddisfazione, che spettacolo. Questa è l'Italia straordinaria che mi affascina: provinciale, sorniona, ridanciana, volgarotta, incoerente, ma buona. Che l'America non ce la strappi via e ne faccia uno dei tanti marchi da vendere nei suoi centri commerciali del cavolo.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
venerdì 27 luglio 2012
Figli di Pannella, e foglie sparse
Sguardo sicuro, opinioni ferme. |
Io non ho opinioni particolari su Saviamo, a parte che mi sta antipatico, ma lo sappiamo, la simpatia e l'antipatia sono facccende poco razionali che vannno al di là del valore reale della persona. Sta di fatto che Saviano, al quale piace parlare di tante cose, ha parlato anche di droga, e recentemente ha ribadito quell'opinione condivisa dai benpensanti, che la cannabis vada legalizzata.
Il perchè è il solito: se si liberalizza la cannabis viene dato un duro colpo alle organizzazioni mafiose che sul traffico di droga ci speculano.
Il perchè è il solito, e l'ingenuità pure. Se gli togliamo la cannabis, ci sono sempre l'eroina, la cocaina, gli allucinogeni, i funghi, l'extasy, lo shaboo, le droghe sintetiche, il crack, nonchè i farmaci di contrabbando, il commercio d'organi, la prostituzione, il mercato del gioco, il traffico di rifiuti tossici, il commercio d'armi... Non credo che le mafie si impoverirebbero per qualche tonnellata d'erba. Considerando inoltre che si butterebbeo ad accaparrarsi il mercato legale di cannabis.
Ma Saviano, oltre ad essere un ingenuo è anche uno che non capisce una cosa. Ormai la scienza sa perfettamente che la cannabis è una drogra a tutti gli effetti, pericolosa, che crea dipendenza e assuefazione. Le nostre giovani genearazioni già sono rincoglionite (termine prettamente psichiatrico), sedate e depredate di vita da un uso abbondante di hashish e marijuana. Noi operatori ci affatichiamo per recuperare, ove sia possibile, le vittime della cannabis. Moltissimi incidente e atti di violenza sono causati da cannabis, da sola o mescolata con altre sostanze. Ma Saviano non è soddisfatto, vuole far accedere a questo sano prodotto della terra chiunque, e senza problemi di tipo legale. Un successo per il paladino della legalità. Un trionfo per l'amico di Fabio Fazio. Dice, ma che c'entra Fazio? Niente, ma non sopporto nemmeno lui.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
martedì 24 luglio 2012
Scusate, avete visto mio padre?
Domandano molti ragazzi. Sì, certo, l'abbiamo visto:
Stava facendo sport, per paura di invecchiare, così che da vecchio potranno metterlo nella cassa con i muscoli tutti tonici. Stava facendo le valigie, perchè si era stufato di stare con la stessa donna, dimenticandosi che anche lui è sempre lo stesso uomo. Stava all'ospedale, a forza di dire solo di sì ai figli e di sorridere su quello che combinavano, aveva avuto una paresi facciale. Stava fuori lo stadio, piangendo, perchè se per gli scandali e la crisi non ci saranno più partite, lui, cosa farà lui del suo tempo? Stava ammirando un telefonino in vetrina, sognando il momento in cui lo avrà in tasca, quando però non potrà goderselo perchè in vetrina ci sarà un modello più aggiornato.
Scusate, avete visto mio padre? Eppure giuro, quando ha messo incinta mia madre, era un uomo.
Il bello della verità è che è vera
giovedì 28 giugno 2012
La biscia striscia
Leggo su Dagospia, sito generalmente ben informato, una noticina interessante, ma prevedibile: Droga ai "Vip". Potevano arrivare fino a dieci chili di cocaina a settimana nella sede di Mediaset di Cologno, portati da corrieri di diversa nazionalità, coca poi presa da un incaricato e smistata ai volti più o meno noti dello spettacolo.
Perchè la notizia era prevedibile? Perchè chiunque abbia una certa esperienza nel campo delle tossicodipendenze, accendendo la tv è in grado di capire piuttosto facilmente la diffusione della droga in quell'ambiente. Presentatori, attori, soubrette e giornalisti, cantanti e presenzialisti, agenti e pierre... E' tutto un tirar di naso. Così come, assistendo a un dibattito politico, si individua subito chi approfitta dell'interruzione pubblicitaria per andarsi a fare una bella pippata, per reggersi in piedi e raccontarci di quante cose fa per noi. Non avevamo bisogno di conferme, purtroppo.
Ma questa notiziola mi fa tornar su un rospo che ho sullo stomaco: la colpa grave di Berlusconi verso l'Italia. E questa non è una critica politica, di politica non mi interessa un fico secco. E' una considerazione culturale, anche se suona strano parlare di cultura riguardo queste faccende.
Berlusconi nel 1978 rileva Telemilano, che diventerà poi Canale 5. Da lì inizia, la sua missione. L'Italia aveva subìto un durissimo colpo nel suo patrimonio culturale e intellettuale dai movimenti di protesta degli anni sessanta e settanta, che avevano messo in crisi la scuola, il sistema educativo a tutti i livelli, la figura stessa di educatore e maestro, e infine il concetto di verità trasmissibile. Si era aperto un vuoto culturale coperto da ideologie posticcie, per nasconderne l'abissale profondità. Si era avviato un processo di disorientamento diffuso, apripista per il successivo relativismo culturale.
In questo stato di confusione generalizzato il nostro paese avrebbe avuto bisogno di una nuova e vera riforma, per comprendere e valorizzare quei pochi, ma fondati elementi di critica al passato, e dare una spinta propulsiva alle nuove generazioni. Si doveva partire dalla riscoperta del tesoro sterminato della cultura italiana, si doveva difendere il patrimonio di sapienza con cui avevamo civilizzato il mondo, esporlo con orgoglio, aggiornarlo ove necessario con nuovi contributi, ma non buttarlo alle ortiche. Si doveva ripartire dalla famiglia, dalla sua riscoperta come soggetto educativo fondamentale, correggere gli errori e potenziarne il ruolo. Di tutto questo, invece, è stato fatto il contrario.
Uno dei principali strumenti dell'operazione sono state le televisioni della Fininvest, che hanno operato efficacemente per l'opera di demolizione. Innanzitutto hanno abbassato in modo drammatico il livello culturale della programmazione, trasformando progressivamente la televisione da strumento di cultura e di svago piacevole e intelligente - come fino a quel momento era stato grazie alla Rai - a caricatura volgare dei peggiori aspetti sociali, promuovendo aggressività invece della competizione, volgarità invece dell'umorismo, commercio invece dell'investimento. Poi hanno deturpato la parola violentandone l'uso, facendola scadere a slogan, a urlo, a sberleffo, a comparsa. Hanno reso oggetto la persona, sfruttandola nelle sue varie potenzialità come bene di proprietà aziendale, togliendole l'anima e la libera adesione. Hanno infne condotto la Rai sul loro stesso terreno, imprimendo una corsa alla competizione, e facendone una loro brutta copia, snaturandone la caratteristica di servizio pubblico.
Berlusconi, attraverso la Fininvest e le sue televisioni, ha operato una vera e propria opera di imbarbarimento del paese, umiliandolo e spernacchiandolo, buttando tutto sul piano del soldo e della spettacolo ad ogni costo. Rendendo lo schermo televisivo la proiezione pubblica della sua vita pubica, un bunga bunga altrettanto immorale e squallido della sua vita privata. Ha instupidito la mente, ha corrotto l'anima, ha mercificato il corpo.
In questo senso Berlusconi - uomo di destra - ha continuato la staffetta della "rivoluzione" - creatura di sinistra - utilizzando l'arma del telecomando. Una rivoluzione distruttiva che vuole demolire valori, ruoli sociali, la ricchezza della cultura, gli ideali della vita e della famiglia. Ecco la colpa di Berlusconi, aver maneggiato il potere vero, quello della comunicazione, e averlo utilizzato per il male. Lui passerà, coi suoi bunga bunga, le sue veline, le sue battute del cavolo, ma è stato un buon servitore, e i suoi burattinai finchè è in vita lo premieranno per il servizio più o meno consciamente reso. Ora la bandiera della rivoluzione si è spostata in altre mani.
Perchè la notizia era prevedibile? Perchè chiunque abbia una certa esperienza nel campo delle tossicodipendenze, accendendo la tv è in grado di capire piuttosto facilmente la diffusione della droga in quell'ambiente. Presentatori, attori, soubrette e giornalisti, cantanti e presenzialisti, agenti e pierre... E' tutto un tirar di naso. Così come, assistendo a un dibattito politico, si individua subito chi approfitta dell'interruzione pubblicitaria per andarsi a fare una bella pippata, per reggersi in piedi e raccontarci di quante cose fa per noi. Non avevamo bisogno di conferme, purtroppo.
Ma questa notiziola mi fa tornar su un rospo che ho sullo stomaco: la colpa grave di Berlusconi verso l'Italia. E questa non è una critica politica, di politica non mi interessa un fico secco. E' una considerazione culturale, anche se suona strano parlare di cultura riguardo queste faccende.
Berlusconi nel 1978 rileva Telemilano, che diventerà poi Canale 5. Da lì inizia, la sua missione. L'Italia aveva subìto un durissimo colpo nel suo patrimonio culturale e intellettuale dai movimenti di protesta degli anni sessanta e settanta, che avevano messo in crisi la scuola, il sistema educativo a tutti i livelli, la figura stessa di educatore e maestro, e infine il concetto di verità trasmissibile. Si era aperto un vuoto culturale coperto da ideologie posticcie, per nasconderne l'abissale profondità. Si era avviato un processo di disorientamento diffuso, apripista per il successivo relativismo culturale.
In questo stato di confusione generalizzato il nostro paese avrebbe avuto bisogno di una nuova e vera riforma, per comprendere e valorizzare quei pochi, ma fondati elementi di critica al passato, e dare una spinta propulsiva alle nuove generazioni. Si doveva partire dalla riscoperta del tesoro sterminato della cultura italiana, si doveva difendere il patrimonio di sapienza con cui avevamo civilizzato il mondo, esporlo con orgoglio, aggiornarlo ove necessario con nuovi contributi, ma non buttarlo alle ortiche. Si doveva ripartire dalla famiglia, dalla sua riscoperta come soggetto educativo fondamentale, correggere gli errori e potenziarne il ruolo. Di tutto questo, invece, è stato fatto il contrario.
Uno dei principali strumenti dell'operazione sono state le televisioni della Fininvest, che hanno operato efficacemente per l'opera di demolizione. Innanzitutto hanno abbassato in modo drammatico il livello culturale della programmazione, trasformando progressivamente la televisione da strumento di cultura e di svago piacevole e intelligente - come fino a quel momento era stato grazie alla Rai - a caricatura volgare dei peggiori aspetti sociali, promuovendo aggressività invece della competizione, volgarità invece dell'umorismo, commercio invece dell'investimento. Poi hanno deturpato la parola violentandone l'uso, facendola scadere a slogan, a urlo, a sberleffo, a comparsa. Hanno reso oggetto la persona, sfruttandola nelle sue varie potenzialità come bene di proprietà aziendale, togliendole l'anima e la libera adesione. Hanno infne condotto la Rai sul loro stesso terreno, imprimendo una corsa alla competizione, e facendone una loro brutta copia, snaturandone la caratteristica di servizio pubblico.
Berlusconi, attraverso la Fininvest e le sue televisioni, ha operato una vera e propria opera di imbarbarimento del paese, umiliandolo e spernacchiandolo, buttando tutto sul piano del soldo e della spettacolo ad ogni costo. Rendendo lo schermo televisivo la proiezione pubblica della sua vita pubica, un bunga bunga altrettanto immorale e squallido della sua vita privata. Ha instupidito la mente, ha corrotto l'anima, ha mercificato il corpo.
In questo senso Berlusconi - uomo di destra - ha continuato la staffetta della "rivoluzione" - creatura di sinistra - utilizzando l'arma del telecomando. Una rivoluzione distruttiva che vuole demolire valori, ruoli sociali, la ricchezza della cultura, gli ideali della vita e della famiglia. Ecco la colpa di Berlusconi, aver maneggiato il potere vero, quello della comunicazione, e averlo utilizzato per il male. Lui passerà, coi suoi bunga bunga, le sue veline, le sue battute del cavolo, ma è stato un buon servitore, e i suoi burattinai finchè è in vita lo premieranno per il servizio più o meno consciamente reso. Ora la bandiera della rivoluzione si è spostata in altre mani.
Il bello della verità è che è vera
martedì 19 giugno 2012
Perchè la psicoterapia funziona?
O meglio, perchè la psicoterapia può aiutare una persona a superare quegli ostacoli che le mpediscono di vivere pienamente la sua condizione e di esercitare la propria libertà?
Perchè la psicoterapia è uno specchio, nel quale il paziente osserva se stesso e il proprio ambiente, nel quale può individuare le cose da modificare, davanti al quale inizia a raccontarsi la verità. La psicoterapia è uno specchio dove c'è la possibilità di rifiutarsi, di arrossire, di odiarsi e di amarsi, di notare pregi e difetti, di truccarsi e pettinarsi, di darsi un'ultima occhiata prima di uscire nel mondo.
Perchè la psicoterapia qualche volta non funziona? Perchè si pretende di far dire allo specchio solo le verità di comodo, o perchè lo specchio è appannato o distorce l'immagine.
Quindi il segreto di una buona psicoterapia è amare la verità e trovare uno specchio abbastanza fedele da rispettare l'immagine e abbastanza complice da far risaltare i pregi. Il resto è mestiere e amore.
19/06/12 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma
Il bello della verità è che è vera
Se hai bisogno di aiuto scrivici www.psykenet.it Lo studio si trova a roma Montesacro
mercoledì 13 giugno 2012
Nuove famiglie o nuovi problemi?
E' sempre molto alto il dibattito sul tema dell'omosessualità. Lo rilancia lo studio del sociologo Mark Regnerus, dell’Università del Texas, divulgato dalla rivista scientifica Social Science Research nel numero del 10 giugno 2012, che ha valutato le condizioni di vita di un elevato campione di persone, tutti figli di genitori che nel loro passato avevano avuto comportamenti omosessuali.
Il risultato dello studio è questo (come riportato da un resoconto del Corriere della Sera):
I bambini figli di genitori con un passato omosessuale, da adulti pensano di più al suicidio (dodici per cento contro il 5 per cento dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40 per cento contro il 13 per cento), sono più spesso disoccupati (28 per cento contro l’8 per cento) e in una percentuale superiore (19 per cento contro l’8 per cento) sono in terapia psicologica. Inoltre nel 40 per cento dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8 per cento dei figli di coppie normali). Pare infine che siano genericamente meno sani, più poveri e più inclini al fumo e alla criminalità.
Ovviamente uno studio come questo andrebbe approfondito e confrontato con un'analisi più dettagliata dei casi esaminati, sopratutto da un punto di vista psicosociale. Non appare legittimo, infatti, utilizzare questi dati per lanciarsi in dibattiti idologici e pretestuosi. Sembra pure altrettanto ideologico e pretestuoso chiudere gli occhi di fronte a dati scientifici di questa portata. Sarà compito degli studiosi seri, e non dei portavoce dei vari orientamenti, far proseguire le indagini su un tema così importante per la salute dei giovani.
Il risultato dello studio è questo (come riportato da un resoconto del Corriere della Sera):
I bambini figli di genitori con un passato omosessuale, da adulti pensano di più al suicidio (dodici per cento contro il 5 per cento dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40 per cento contro il 13 per cento), sono più spesso disoccupati (28 per cento contro l’8 per cento) e in una percentuale superiore (19 per cento contro l’8 per cento) sono in terapia psicologica. Inoltre nel 40 per cento dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8 per cento dei figli di coppie normali). Pare infine che siano genericamente meno sani, più poveri e più inclini al fumo e alla criminalità.
Ovviamente uno studio come questo andrebbe approfondito e confrontato con un'analisi più dettagliata dei casi esaminati, sopratutto da un punto di vista psicosociale. Non appare legittimo, infatti, utilizzare questi dati per lanciarsi in dibattiti idologici e pretestuosi. Sembra pure altrettanto ideologico e pretestuoso chiudere gli occhi di fronte a dati scientifici di questa portata. Sarà compito degli studiosi seri, e non dei portavoce dei vari orientamenti, far proseguire le indagini su un tema così importante per la salute dei giovani.
A noi preme sottolineare - comunque la si pensi - che indipendentemente dalle diverse scelte private, lo Stato debba sempre e con decisione promuovere, difendere, sostenere l'istituto familiare tutelato dalla Costituzione, perchè nella scelta entusiasmante e coraggiosa di un uomo e una donna che decidono di costruire una famiglia, c'è la ricchezza della società e il futuro stesso del paese.
Il bello della verità è che è vera
mercoledì 6 giugno 2012
L'80% dei medici tradisce il diritto...
... di scelta, secondo l'illuminata e sempre lodata candidata al Consiglio regionale della Puglia nella circoscrizione Barletta/Andria/Trani, Maria Campese. La simpatica donna è stupita che in uno stato laico la maggioranza dei medici sia obiettore di coscienza e che, quindi, non voglia rendersi parte attiva nella sopressione di feti umani con l'aborto. Forse qualcuno dovrebbe spiegare alla signora che si studia Medicina per salvare vite umane, non per sopprimerle, semmai lo stupore è per quel 20% di operatori sanitari che ancora si dedicano all'aborto.
Fonte: http://www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=73348
Fonte: http://www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=73348
Il bello della verità è che è vera
martedì 5 giugno 2012
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