Niente di più sbagliato.
Per sfogarsi ci si può servire degli amici, delle amiche, del parrucchiere, di una vicina comprensiva, di una trasmissione radio, di Facebook, della mamma, del cane e del canarino. Lo sfogo forse allenta la tensione e fa bene alla gastrite, ma i problemi rimangono e ci sentiamo sempre più impotenti.
Dallo psicologo invece ci si va per cambiare. Non per modificare la propria personalità, cosa impossibile e ingiusta, ma per cambiare il nostro modo di comportarci e di pensare. Per rimuovere quegli ostacoli che ci impediscono di essere persone libere. Questo si fa utilizzando il dialogo come strumento di lavoro, la relazione come palestra di auto-osservazione, le tecniche di rilassamento come come ausili per il ripristino di un equilibrio psicofisico, ecc. ecc. Ma certamente l'obiettivo non è sfogarsi, semmai eliminare le cause che ci rendono bisognosi di sfogo.
Quindi l'efficacia di una psicoterapia si valuta in base al cambiamento ottenuto, che deve essere: mirato (si cambiano solo le cose che devono essere cambiate), liberatorio (si sbloccano le capacità di autodeterminazione del paziente), definitivo (il cambiamento si stabilizza in un nuovo equilibrio che permane anche dopo la fine della terapia).
07/09/2012 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
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