Perchè la notizia era prevedibile? Perchè chiunque abbia una certa esperienza nel campo delle tossicodipendenze, accendendo la tv è in grado di capire piuttosto facilmente la diffusione della droga in quell'ambiente. Presentatori, attori, soubrette e giornalisti, cantanti e presenzialisti, agenti e pierre... E' tutto un tirar di naso. Così come, assistendo a un dibattito politico, si individua subito chi approfitta dell'interruzione pubblicitaria per andarsi a fare una bella pippata, per reggersi in piedi e raccontarci di quante cose fa per noi. Non avevamo bisogno di conferme, purtroppo.
Ma questa notiziola mi fa tornar su un rospo che ho sullo stomaco: la colpa grave di Berlusconi verso l'Italia. E questa non è una critica politica, di politica non mi interessa un fico secco. E' una considerazione culturale, anche se suona strano parlare di cultura riguardo queste faccende.
Berlusconi nel 1978 rileva Telemilano, che diventerà poi Canale 5. Da lì inizia, la sua missione. L'Italia aveva subìto un durissimo colpo nel suo patrimonio culturale e intellettuale dai movimenti di protesta degli anni sessanta e settanta, che avevano messo in crisi la scuola, il sistema educativo a tutti i livelli, la figura stessa di educatore e maestro, e infine il concetto di verità trasmissibile. Si era aperto un vuoto culturale coperto da ideologie posticcie, per nasconderne l'abissale profondità. Si era avviato un processo di disorientamento diffuso, apripista per il successivo relativismo culturale.
In questo stato di confusione generalizzato il nostro paese avrebbe avuto bisogno di una nuova e vera riforma, per comprendere e valorizzare quei pochi, ma fondati elementi di critica al passato, e dare una spinta propulsiva alle nuove generazioni. Si doveva partire dalla riscoperta del tesoro sterminato della cultura italiana, si doveva difendere il patrimonio di sapienza con cui avevamo civilizzato il mondo, esporlo con orgoglio, aggiornarlo ove necessario con nuovi contributi, ma non buttarlo alle ortiche. Si doveva ripartire dalla famiglia, dalla sua riscoperta come soggetto educativo fondamentale, correggere gli errori e potenziarne il ruolo. Di tutto questo, invece, è stato fatto il contrario.
Uno dei principali strumenti dell'operazione sono state le televisioni della Fininvest, che hanno operato efficacemente per l'opera di demolizione. Innanzitutto hanno abbassato in modo drammatico il livello culturale della programmazione, trasformando progressivamente la televisione da strumento di cultura e di svago piacevole e intelligente - come fino a quel momento era stato grazie alla Rai - a caricatura volgare dei peggiori aspetti sociali, promuovendo aggressività invece della competizione, volgarità invece dell'umorismo, commercio invece dell'investimento. Poi hanno deturpato la parola violentandone l'uso, facendola scadere a slogan, a urlo, a sberleffo, a comparsa. Hanno reso oggetto la persona, sfruttandola nelle sue varie potenzialità come bene di proprietà aziendale, togliendole l'anima e la libera adesione. Hanno infne condotto la Rai sul loro stesso terreno, imprimendo una corsa alla competizione, e facendone una loro brutta copia, snaturandone la caratteristica di servizio pubblico.
Berlusconi, attraverso la Fininvest e le sue televisioni, ha operato una vera e propria opera di imbarbarimento del paese, umiliandolo e spernacchiandolo, buttando tutto sul piano del soldo e della spettacolo ad ogni costo. Rendendo lo schermo televisivo la proiezione pubblica della sua vita pubica, un bunga bunga altrettanto immorale e squallido della sua vita privata. Ha instupidito la mente, ha corrotto l'anima, ha mercificato il corpo.
In questo senso Berlusconi - uomo di destra - ha continuato la staffetta della "rivoluzione" - creatura di sinistra - utilizzando l'arma del telecomando. Una rivoluzione distruttiva che vuole demolire valori, ruoli sociali, la ricchezza della cultura, gli ideali della vita e della famiglia. Ecco la colpa di Berlusconi, aver maneggiato il potere vero, quello della comunicazione, e averlo utilizzato per il male. Lui passerà, coi suoi bunga bunga, le sue veline, le sue battute del cavolo, ma è stato un buon servitore, e i suoi burattinai finchè è in vita lo premieranno per il servizio più o meno consciamente reso. Ora la bandiera della rivoluzione si è spostata in altre mani.
Il bello della verità è che è vera
Nessun commento:
Posta un commento