Stasera mangio vegano. Poi faccio meditazione buddista. Mi rilasso con le campane tibetane. Accendo dei bastoncini d'incenso profumati all'olio essenziale di karkadÄ—. Il mio spirito non giudicante ha urgenza: espongo alla finestra nastrini arcobaleno, linko un post alla lega della liberalizzazione della monta transgender tra barboncini extracomunitari.
Mi sento civile e democratico, avvolgo il mio cuore tra le pagine accoglienti di Repubblica, sento su di me l'alito benedicente di Che Guevara e Gandhi. Come sono illuminato, io, spirito liberale in questo mondo così noioso...
Sono una scintilla dello Spirito. Io vengo dall'assoluto e rappresento l'assoluto. Io credo in me e anche me crede in io. Credo talmente in me che adoro ogni parola che dico. E quando dico una parola quella parola mi istruisce. Ma se mi istruisce istruisce il me che l'ha detta, e se l'ha detta vuol dire che il me già la sapeva.
Sono una scintilla dello Spirito. Io vengo dall'assoluto e rappresento l'assoluto. Io credo in me e anche me crede in io. Credo talmente in me che adoro ogni parola che dico. E quando dico una parola quella parola mi istruisce. Ma se mi istruisce istruisce il me che l'ha detta, e se l'ha detta vuol dire che il me già la sapeva.
E allora, perché parlo? Parlo perché è un mio diritto, ecco perché. Un diritto che è basato sul fatto che ogni essere ha diritto di esprimersi. Ma sono un essere o sono un'emanazione dell'essere? E se sono un'emanazione l'emozione è mia o dell'essere di cui sono emanazione? Forse l'incenso non era proprio naturale, comunque so che devo sentirmi bene. Lo so perché lo dice l'Oms e lo dice anche il mio psicoanalista. Junghiano.
Ci mancherebbe pure che parlassi con un prete.
Brutta gente i cattolici, mangiano, bevono, ridono, si accoppiano e si sentono diversi dalle marmotte, frequentano gente brutta e sporca che non legge Siddartha. A mala pena sopporto quelli progressisti, che votano a sinistra e non hanno bisogno di sentirsi perdonati.
Meno male che domani vado a teatro. Col mio compagno/a, ora non ricordo. I sogni vanno vissuti, niente di meglio del teatro sperimentale per sfuggire dalla vita e coltivare i sogni. Se sogno non sono triste, posso continuare a leggere Repubblica e sentirmi illuminato.
Forse è il caso di un bel clistere depurativo.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
Nessun commento:
Posta un commento