I FIGLI NON SONO UN DIRITTO. E chi dice il contrario è un nazista.
Il perchè lo capirebbe anche un sasso, ma pare che oggi di "pensatori" con il brecciolino al posto del cervello ce ne siano parecchi in giro.
Un figlio non è un diritto perchè se lo fosse vorrebbe dire che un uomo o una donna possono utilizzare a proprio piacimento un altro essere umano. E questo è nazismo (o comunismo, come si preferisce, lo schifo non ha colore), è dittatura, è barbarie.
Un figlio non è un diritto. Mai. Per nessun motivo. E dire che si ha diritto ad un figlio quando c'è l'amore non giustifica, anzi: proprio perchè c'è l'amore le persone vanno rispettate nella loro libertà e non si pssono considerare dei diritti.
Allora, se non un diritto cos'è un figlio? Un figlio è un dono. E' qualcosa che non si merita, ma arriva. E quando arriva si deve cercare di fare del proprio meglio per educarlo, cioè renderlo un essere libero e indipendente. Tutt'altro che lo strumento del piacere e del sollazzo dei genitori, come recentemente ha detto quel miracolato di camorra di Saviano. Anzi, visto che (raccontano) Saviano è piuttosto bravo a copiare cose scritte da altri, almeno copiasse cose intelligenti.
Un figlio non è un diritto, è una gran fatica e un gran dispendio di energie. E' l'espressione della follia dell'amore che crea esseri liberi a tal punto da poter voltare le spalle ai genitori se ne hanno voglia.
Nemmeno la famiglia è un diritto, o quanto meno non per tutti. E' la scelta concessa ad un uomo e una donna di fare un'altra follia: impegnarsi ad amare (cioè a reciprocamente servirsi) per tutta la vita nella buona e nella cattiva sorte in uno spirito di apertura (ma non di pretesa) alla generazione per essere la cellula fondamentale della società, per garantire alla società la sua rigenerazione e durata nel tempo. Anche quando la società è governata da esseri meschini, cattivi e corrotti che passano il tempo a sputare sulla famiglia dall'alto dei loro troni traballanti e a concedere il lasciapassare di famiglia a chiuque cerchi orgasmi capricciosi e orsetti da spupazzare.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
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