martedì 1 maggio 2012

A cosa serve e a cosa non serve uno psicoterapeuta

Quando una persona chiede di inziare una psicoterapia, alla base della sua domanda c'è spesso un sogno, quello di diventare una persona felice. Mi dispiace deludere i lettori, ma è bene sapere che questo rimarrà un sogno. La psicoterapia, ovvero la cura dei disturbi psicologici, basata sulla conoscenza che la psicologia ha dell'essere umano, non rende le persone felici. Scopo della psicoterapia è rimuovere gli ostacoli psichici che impediscono alla persona di essere felice. E questa è una grande differenza. Ma bisogna spiegarsi meglio:
La felicità è una dimensione che solo marginalmente è legata al benessere psichico, come - per esempio - il gusto di fare sport è solo marginalmente legato al possesso di una buona struttura fisica. Stare bene psicologicamente è una condizione per essere persone felici e realizzate, condizione nagari necessaria, ma certo non sufficiente. Alcune volte la psicoterapia è indispensabile perchè ci sono persone che hanno difficoltà di carattere psicologico, pur non gravi, ma che richiedono assolutamente un intervento tecnico e professionale. Al termine di un trattamento ben riuscito, però, sebbene quelle difficoltà risultino superate il paziente non è automaticamente una persona felice, ma è diventato una persona che può intraprendere una personale ricerca spirituale e di senso che lo guidi verso la felicità. Prima non poteva, per gli ostacoli dovuti magari alla nevrosi o a conflitti con la propria famiglia d'origine, ora può, ma la psicoterapia deve finire, perchè ha terminato il suo compito.
Se uno psicologo prolunga la psicoterapia verso un tempo interminabile spesso vuol dire che si sono confusi i piani: si cerca di utilizzare la psicoterapia per portare il paziente alla completa autorealizzazione, ed è un'utopia, un errore clinico, una confusione epistemologica, un fallimento metodologico. Così non si fa il bene del paziente. La psicoterapia è uno strumento molto potente per aiutare una persona a scoprire quali siano i fattori che limitano la sua libertà, e per imparare a gestirli nella maniera migliore. Una volta raggiunto questo obiettivo, l'uso che il paziente farà della sua ritrovata libertà è la missione che lo attende nella vita. Se ne farà un buon uso, potrà aspirare a. realizzarsi pienamente e raggiungere la felicità, che è il frutto della scoperta di senso dell'esistenza. In caso contrario, il fatto di non avere più ansia o nevrosi non impedirà il suo fallimento come essere umano. Ma tutto questo non rientra più nelle competenze dello psicoterapeuta.


01/05/12 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma

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1 commento:

dbdjjfkfof ha detto...

Gia' provato non serve a niente