martedì 27 dicembre 2011

Prima della fine del mondo

Stiamo entrando in quello che, secondo alcuni invasati, dovrebbe esere l'anno in cui accadrà la fine del mondo. Io non credo molto in questa possibilità, ma hai visto mai che davvero...?  La soddisfazione di non pagare più il canone Rai sarebbe impagabile. Sia quel che sia  approfitterei dell'eventuale poco tempo che rimane per scrivere un paio di cose, non perchè se ne sentisse la mancanza, ma per pura esigenza del sottoscritto. Si tratta di un delirio di fine anno, per cui chiedo scusa anticipatamente per l'ambizione di voler fare il filosofo senza esserlo (e senza nemmeno la giustificazione dell'originalità), ma ormai il dado è tratto e tanto vale arrivare fino in fondo. Se qualcuno non se la sentisse di accompagnarmi nella lettura sappia che lo perdono di cuore, è suo diritto e io non mi offendo facilmente. Buon anno ordinato a tutti.





La civiltà si è costruita attraverso una lotta. E' la lotta tra la tendenza al Caos - innata ed istintiva nell'essere umano - e la spinta all'Ordine, che invece è frutto del ragionamento, dell'educazione e del buon senso. Da un certo tempo a questa parte il Caos si è fatto risentire con forza, ha abbattuto molte difese e oggi appare decisamente in vantaggio. Molti in questa guerra alzano bandiera bianca, e non tentano neppure di opporsi alla disordinata pulsione verso la disgregazione e la dissoluzione. Altri addirittura se ne fanno profeti e teorici. Qualcuno invece ci prova a reagire, ma spesso manca degli strumenti minimi per affrontare la battaglia. Come in una specie di Bignami cerco di spiegare la mia visione della questione.CAOS

CAOS
ORDINE
Definizione
Il Caos è uno stato di con-fusione, cioè di rimescolamento  in cui ogni cosa non è propriamente quella cosa, ma potrebbe essere anche qualche altra cosa. In altre parole,  uno stato in cui si sono perse le essenze, dove non ci sono confini e tutto partecipa del tutto.
L’Ordine è la relazione dotata di senso tra enti diversi, ognuno dei quali con una propria posizione e un proprio ruolo.
Caratteristiche
Il Caos non si riesce a caratterizzare, perché ogni tentativo di farlo viene spiazzato e spostato da nuove considerazioni che ne cambiano la fisionomia. L’ordine è dinamico nella contingenza, in quanto si adatta plasticamente ai cambiamenti dei vari enti. E’ stabile nel suo scopo, che è quello di permettere ad ogni ente di realizzare le proprie potenzialità.
Criteri
L’unico criterio del Caos è la dissoluzione, perché il disordine porta a negare ogni essenza, e al termine si dissolverebbe anche la dissoluzione, per un processo  di auto frammentazione all’infinito. Insomma, una schizofrenia perennemente amplificata.
Il criterio dell’Ordine è l’armonia.
Regole
La regola del disordine è la pazzia, perché l’unica regola dovrebbe essere che non ci sono regole, e questo ovviamente è un non senso. L’amore, cioè l’adoperarsi per la realizzazione di ogni altro ente è la regola del’Ordine.
Attività predominante
Fondere e confondere
 
Distinguere e definire
Attività del pensiero
Dubbio che si autoperpetua Dubbio che si orienta verso la verità
Categoria estetica
Espressione assoluta
 
Espressione del Vero
Dimensione macro sociale
La globalizzazione, quando viene intesa come assenza di confini, come  tolleranza acritica delle diversità, come modello sociale  basato sul contingente e sul provvisorio, è il nome che assume il Caos a livello macro sociale. Nella dimensione macro, l’Ordine assume la forma di società ben regolamentate nelle loro diverse componenti interne, che interagiscono tra di loro senza confondersi.
Dimensione microsociale
Il Caos a livello micro sociale ha la fisionomia del disfacimento familiare. Tutto ciò che spinge contro la famiglia tradizionale basata su un legame indissolubile e definitivo tra un maschio e una femmina ha le caratteristiche del disordine.
La famiglia naturale basata sul matrimonio è l’espressione più vicina all’ideale dell’Ordine.
Dimensione intrapsichica
Il custodire senza disagio  idee tra loro incoerenti o contraddittorie, l’agire in maniera difforme ai propri principi, disperdere la propria affettività senza dirigerla e incanalarla, non coltivare e conformarsi a dei criteri validi e assoluti, tutto questo è la manifestazione del Caos a livello personale. Possedere una visione di  sé coerente e finalizzata, muoversi nel mondo armonizzandosi con gli altri, ma tutelando le proprie esigenze, avere un obiettivo generale che coincide con la propria realizzazione. Tutto questo è l’Ordine nella sua dimensione intrapsichica
Dimensione culturale
L’espressione più rilevante del disordine a livello culturale è il relativismo, cioè la rinuncia alla ricerca della verità assoluta e universale.
L’Ordine nella dimensione culturale è il progressivo avvicinamento alla Verità, nel rispetto delle diverse aree conoscitive armonizzate da una visione generale.



Evoluzione
L’evoluzione del Disordine e del Caos è la perdita del tutto. La disperazione e l’auto dilania mento.
L’evoluzione dell’Ordine è la realizzazione di tutti gli enti.


Il Caos nega o fugge la realtà e in questo costruisce la dittatura.


L'Ordine rispetta le regole della Realtà e in questo realizza la libertà.

venerdì 23 dicembre 2011

Un Augurio preso a prestito

Prendo a prestito un bell'augurio dal blog http://reginadellefamiglie.blogspot.com.  Basta cliccare sul link Lo lascio come piccolo e solluccheroso regalino di Natale da gustare e poi custodire.
Auguri di cuore
SR

domenica 18 dicembre 2011

Passeggiando tra la carta

Passeggio in una grande e fornita libreria di Roma. Ogni tanto mi succede. E' un piacere, ma anche un modo rapido per capire quello che si dice in giro e quali sono le idee dominanti in un certo periodo. Non è difficile, basta dare un'occhiata agli scaffali più in vista, rendersi conto di quali siano le novità, e si capisce molto, forse quasi tutto quello che serve. Non serve leggere il contenuto, bastano il titolo e le note di copertina, creano opinione.
E allora si notano subito le tendenze di questo periodo: non sono molte. C'è un filone chiarissimo che è quello anticlericale, ripiani interi di libri che pretendono di svelare chissà quale scandalo all'interno del Vaticano, dalla corruzione dei vescovi, ai delitti di curia, alla Banca Vaticana, ecc. ecc. Poi c'è un filone che definiremmo "Anticasta", ovvero di denuncia e inchieste sui vari e soprattutto avariati aspetti della politica nostrana, comprese le intersezioni tra potere e malavita. C'è poi un settore destinato al romanzo, ma con una prevalenza di thriller o fantasy (con gli immancabili templari che fanno sempre cassa) con squartamenti vari di contorno. Nel reparto bambini c'è un inno all'analfabetismo, con libri in cui le figure hanno una decisa prevalenza rispetto ai testi. L'argomento dominante tra i piccoli è la magia o la stregoneria, declinata in diverse sfumature, oppure tutto un filone di scritti che hanno come tema quello del superamento di paure  e insicurezze: in assenza di padri, si ricorre ai libri. A proposito di padri che non ci sono, c'è un ancor piccolo (ma vivace) mercato di libretti dedicati ai bambini che si trovano in una spiacevole esperienza, quella di rendersi conto che il loro padre oltre ad averli abbandonati, magari ha scelto pure un rapporto omosessuale. Non sono ancora libri esposti in primo piano, ma c'è tutto un fiorire di sedicenti intellettuali che spinge in loro favore.
Accanto a tutto questo materiale libresco, che basterebbe a stomacare persino un lettore abituato ai film di Boldi /De Sica, ci sono poi i ricettari, i vari libretti dei comici di Zelig, e gli immancabili best seller, che gli editori vorrebbero che noi comprassimo solo perchè hanno venduto molto in Inghilterra e America. Se c'è un motivo per lasciarli sullo scaffale non ce ne potevano dare di migliore.
Ma allora non c'è proprio speranza? Ma si che c'è. Basta andare oltre i primi scaffali e cominciare un prezioso lavoro di esplorazione. Nascosto tra un Volo e un Faletti, soffocato sotto un Grisham o un Augias, magari troveremo un piccolo libretto che ci toccherà il cuore, lasciato lì per sbaglio, ma dalla copertina tenera e mal ridotta. Compriamo proprio quello, l'unica copia della libreria, teniamocelo stretto, forse sarà stato un affare, forse sarà una fregatura, ma almeno non di moda, è già qualcosa.

lunedì 12 dicembre 2011

Le donne, libere solo se abortiscono

A Trento una sedicenne vuole tenersi il bambino, contro tutti e contro tutto. I genitori ricorrono persino al tribunale per farla abortire. Alla fine lei non ce la fa più e cede. Ha vinto l'egoismo dei genitori, ha vinto la morte. Nella solitudine e l'abbandono di chi doveva proteggerla, incoraggiarla e starle vicino.
Dove sono le manifestanti di "Se non ora, quando"? Dove sono le radicali che si battono per l'audeterminazione della donna? Ma la donna si autodetermina solo quando fa fuori un feto? Dove sono le femministe? Dove sono la Bonino, la Turco e company? Tutte girate dall'altra parte, in fondo è solo una ragazza di sedici anni, è solo un bambino.Emma Bonino - World Economic Forum on Europe 2010.jpg
        

sabato 10 dicembre 2011

Un incubo chiamato Natale

Per molti questo periodo di inzio dicembre è peggio di un sudoku di difficoltà massima . Si avvicina Natale e occorre organizzarsi per tempo: I bambini naturalmente vorrebbero stare con i genitori, ma se i genitori sono separati? Per Natale e per amore dei figli potranno stare insieme. Sì, ma se hanno avuto nuovi figli dai nuovi compagni? Allora, andiamo tutti come una grande e unita famiglia dai nonni. Perfetto, ma da quali nonni, quelli paterni, materni, dell'amante, del nuovo compagno? Allora affittiamo un locale, ma fa freddo e il nonno sta male e non può uscire, e comunque la nonna soffrirebbe troppo a vedere il figlio che va con quella invece di stare con la madre dei suoi nipoti... Allora lo sai che ti dico, ognuno per i fatti suoi e via, d'accordo, ma i bambini? C'è la baby sitter, tanto non ritorna al paese per Natale. Si però il Natale è la festa dei bambini e a mezzanotte chi gli porta il regalo, la baby sitter? Allora io che sono il padre sto a cena con il piccolo, poi alle undici lo metto a letto e a mezzanotte vengo a casa dell'altro, così gli porto la calza della befana e mi anticipo col lavoro, poi la mattina fai trovare l'uovo all'altra e poi... Poi li vedi fare la zuppetta col panettone nel sedativo.
Per molti il Natale è proprio questo, condito per di più da saggi dei bambini, feste di fine anno, visite obbligate, brindisi augurali. Ma che avranno poi da augurarsi?
Questo è l'effetto di famiglie che non ci sono più. Di rapporti senza stabilità, di figli fatti per il diritto di averli, di libertà malintesa. Il Natale è una festa bellissima, ma talmente dimenticata e maltrattata che per tanti diventa un incubo orribile, un percorso di guerra da affrontare col coltello tra i denti e una dose di ipocrisa che al confronto un consiglio dei ministri diventa una riunione della S. Vincenzo. Se possiamo permetterci un parere, suggeriremmo di essere più semplici e diretti. Se il Natale servisse a farci vedere il caos che ci siamo procurati da soli e a farci venire voglia di riportare ordine nella nostra vita, forse non passerebbe invano, ed eviteremmo di prendercela con un innocente.

martedì 6 dicembre 2011

Ancora sulla droga, ma senza scherzi

Nell'ultimo post abbiamo scherzato amaramente sulla droga. Ma in realtà c'è poco da scherzare. Torno spesso sul tema delle dipendenze non solo per interesse professionale, ma anche perchè penso sia davvero il cancro che sta distruggendo il nostro tessuto sociale nelle sue radici più profonde. E temo sia un risultato ricercato.

Provo a sintetizzare velocemente alcuni punti, su cui la propaganda e l'ignoranza hanno creato enormi fraintendimenti:
1. Dalla droga non si guarisce mai definitivamente. Si può smettere di drogarsi, ma il rischio di ricadute è sempre presente per tutta la vita, anche a distanza di molti anni. Una volta che si è instaurata la dipendenza il cervello non dimentica mai più.
2. Chi parla di droghe pesanti e droghe leggere non sa cosa dice (o lo sa molto bene, perchè ha dei vantaggi a sostenere questa falsità).
3. Marijuana e Hashish non sono pericolose perchè portano ad altre droghe. Marijuana e Hashish sono pericolose perchè sono droghe.
4. I danni da Marijuana e  Hashish sono enormi, anche se qualche miracolato le usa per anni senza subire particolari problemi (ma ci sono anche i miracolati che escono indenni dalla roulette russa, che non per questo è considerata un rilassante innocuo).
La libertà fa bene alla salute.
5.  Hashish e Marijuana interferiscono con le funzioni cognitive, compromettono l'attenzione, l'apprendimento, la concentrazione, la memoria, il controllo delle emozioni, la stabilità dell'umore. Spesso questi danni si rivelano irreversibili (cioè, non si guarisce).
6. Secondo qualche genitore o qualche insegnante: "Uno spinello non ha mai fatto male a nessuno". Questa frase dice che invece, a qualcuno, ha fatto già parecchio male. E non dimentichiamo che gli spinelli oggi contengono una quantità di sostanza attiva anche dieci o dodici volte superiore  rispetto a quelli di qualche anno fa, più una serie impressionante di schifezze mischiate.
7. I cannabinoidi possono provocare dipendenza. Se qualcuno che li usa non ci crede, provi a smettere per due mesi, se ce la fa, e poi ne riparliamo.
8. La cocaina non è una droga più pulita o più "smart" delle altre. Devasta il cervello e può far letteralmente impazzire, crea allucinazioni, aumenta esponenzialmente le probabilità di avere un infarto, arresti cardiocircolatori e altro ancora.
9. La maggior parte dei delitti più efferati e violenti sono stati compiuti sotto effetto di cocaina.
10. La dipendenza da alcool è una realtà sempre più diffusa tra i giovani e tra le donne. E' altrettanto pericolosa e grave delle altre dipendenze, con l'aggravante che c'è una specie di accettazione sociale che ne rende più facile l'abuso.

La famiglia sana, cioè unita, con un padre forte e presente e una madre accogliente e autonoma è l'unico vero antidoto allo sviluppo delle dipendenze.
L'Associazione Kriterion  Famiglia e Persona informa e sostiene le famiglie nella loro opera educativa

Silvio Rossi www.psykenet.it psicologia montesacro psicoterapia roma

domenica 4 dicembre 2011

18 mesi e già rompe

A Palermo genitori "distratti" lasciano sul tavolo della cocaina e il bambino di diciotto mesi finisce all'ospedale. Casualmente sul bambino si scoprono anche delle ustioni, ma si sa, cosa si può pretendere da due drogati, che oltre a dover procacciarsi la coca, lavoro faticoso e impegnativo, devono pure badare a dei figli?
Tra parentesi, in questi ultimi giorni ci sono stati diversi episodi di guidatori "distratti", che hanno investito passanti e sono scappati. Forse erano impegnati a correre dal loro spacciatore di fiducia per rimediare roba, se nemmeno i passanti riescono a capire la loro urgenza!
La nostra società è intollerante con la categoria dei drogati. Eppure questi cittadini hanno dei carichi di responsabilità enormi: devono procurarsi i soldi per la droga e con l'aria di crisi che c'è in giro non è mica facile; devono nascondersi come topi per non farsi scoprire da: (nell'ordine) genitori, fratelli, mariti, mogli, figli, datori di lavoro, colleghi, poliziotti, vicini di casa, loro stessi; devono svegliarsi la mattina e addirittura alzarsi dal letto; devono proteggersi la salute - o almeno far finta di farlo; devono pure sforzarsi di andare in comunità di tanto in tanto. E' una vergogna. Occorrerebbe una battaglia di civiltà per aiutare i cocainomani, i cannaroli, gli eroinomani, gli alcolisti, a vivere in un mondo a misura di tossico: droga libera e gratis, nessuna responsabilità, impunità garantita. Ma purtroppo non viviamo in un paese civile.