domenica 13 settembre 2015

L'anno del gender

Dopo una preparazione che ha praticamente assunto la forma di una lenta e paziente inseminazione artificiale delle menti e delle coscienze, dopo almeno quattro decenni di attesa, sembra che nel 2015 si sia voluta dare la spallata finale al concetto universale di famiglia, quella basata su un legame indissolubile e fecondo tra un uomo e una donna.
Nelle televisioni, nei parlamenti, nelle scuole (e anche in qualche sede vescovile), tutti gli impiegati dell'ideologia gender sono usciti allo scoperto pretendendo di obbligarci a chinare la testa di fronte alla "Libertà". Chinare la testa ubbidienti di fronte alla libertà - in effetti - puzza un pò di bruciato, la libertà obbligatoria è piuttosto illogica come idea. E infatti non stiamo parlando di un'idea, ma di una ideologia. L'ideologia è la protesi di chi non ha idee, la carrozzella per chi è paralizzato, l'audiolibro per chi è cieco.

Infatti l'ideologia gender ci vuol rendere ciechi, ci toglie la vista della natura, della realtà, dell'ovvio, del buon senso, della carne, dell'impegno, della lotta, del sole e della luna. Ci priva del freddo e del caldo, dell'estate e dell'inverno, della fatica e del riposo. L'ideologia oggi alza la sua voce e con la mano sui fianchi, dal balcone, tuona su di noi con sicurezza e presunzione: "Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata... Scendiamo in campo contro le pretese della famiglia naturale, contro l'Occidente, che, in ogni tempo, ha preteso di fare figli senza provette, uteri artificiali e manipolazione genetica...".
Niente di nuovo sotto il sole, a tirannia ridicola segue una ridicola tirannia. La natura guarda, sorride, e aspetta sorniona.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

Nessun commento: