sabato 26 aprile 2014

Santi o santini?

 Il mondo intero guarda a Roma in questo 27 aprile 2014. E' arrivato il girno della canonizzazione  di Giovanni XIII e di Giovanni Paolo II. Per questa occasione ritiro fuori un vecchio pezzo sul tema:

Strana gente, i santi. Sono persone normalissime che fanno scelte anormali.
Madre Teresa
Normalissime perchè chi incontra un santo non vede un marziano con l'aureola sulla testa, vede una mamma, o un impiegato, o un contadino, o un sacerdote, insomma vede una persona come ce ne sono tante. Che si confonde tra tante altre, senza dare nell'occhio o suscitare una grande impressione. Eppure i santi vivono in un modo che a noi crea scandalo e imbarazzo. E' gente che ha una scala di valori diversa dalla nostra, che dà poca importanza a ciò che per noi è vitale e sarebbe pronta a dare la vita (e tante volte la dà) per cose che noi talvolta trascuriamo completamente. I santi sono persone che come noi non amano la sofferenza, e se stanno male vanno dal dottore, anche loro come noi.
I coniugi Beltrame
Allo stesso tempo ringraziano Dio per la sofferenza che devono patire e la offrono in riparazione dei nostri peccati. E senza nemmeno avvertirci.
Bakita
Pur vivendo nel mondo i santi sarebbero pronti a rinunciare a tutto in nome di Dio, perchè per loro l'amore di Dio ha una forza di richiamo così forte che nulla potrebbe fermarli. I santi non appartengono ad una sola delle categorie in cui noi dividiamo la gente: poveri, ricchi, colti, ignoranti, occidentali, orientali, giovani, vecchi.
Giacinta, Francesco e Lucia di Fatima
Ci sono santi di tutte le specie e di tutte le appartenenze, l'unica cosa che li unisce è la spasmodica, violenta, imbarazzante aspirazione a fare la volontà di Dio, talvolta fregandosene completamente di quella che è la volontà dell'uomo. Epppure, allo stesso tempo, i santi amano l'uomo, lo servono, si spezzano per farsi nutrimento di chi ha fame. Strana gente, i santi, pronti a lasciare casa, amici, professione, onori, famiglia, per una promessa di felicità.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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