Le elezioni sono state fatte e c'è più confusione di prima.
Tra le tante cose che si potrebbero dire sull'esito delle votazioni ne scelgo una sola, la sorpresa dei politici. La sorpresa di chi si credeva vincitore e se l'è cavata per il rotto della cuffia. La sorpresa di chi si credeva un grande statista ed è stato cacciato fuori dal giro raccogliendo un'elemosina di voti. La sorpresa di chi dava per spacciato un politico che invece è risaltato fuori più vivo di prima. Eppure tutta questa gente si è circondata di sondaggisti pagati profumatamente, questi hanno passato gli ultimi mesi a consultare statistiche e tendenze, hanno effettuato ricerche di mercato. Ci hanno contato anche i respiri. E poi te li ritrovi con espressioni stupite, come bambini che scoprono che lo stereo non funziona se lo prendi a martellate.
Ma questi politici, dove vivono? Loro che parlano di famiglie e di lavoratori hanno mai parlato una volta nella vita con persone vere? Abituati alla folla di cortigiani e lacchè, di portaborse e consiglieri ipocriti, si ricordano che faccia hanno le persone vere? Non credo, hanno perso, se pure lo hanno mai avuto, il rapporto con la gente. Si sono isolati in un eremo dorato da cui il mondo appare immerso nelle nebbie dei loro preconcetti, hanno creato un muro tra loro e la vita, su cui qualcuno ha scritto: "non oltrepassare, pericolo".
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
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