martedì 12 luglio 2011

Tutti uguali, uguali a niente

Moneta unica, linguaggio omologato, religione sincretistica, sesso indifferenziato. Il potere vuole abolire le differenze. Vuole uniformarci. Stessi slogan, stesse bevande gassate, stessi centri commerciali con le stesse marche delle stesse multinazionali. Stessi commenti sugli stessi giornali che appartengono tutti agli stessi proprietari. Guai se qualcuno si azzarda a dare notizie diverse. Il grande Occhio  (che sia quello di Sauron del Signore degli anelli o quello che svetta sulla piramide della banconota da un dollaro il risultato non cambia) vigila affinchè tutti abbiano i medesimi pensieri.
Spesso nella storia, chi gestiva il potere cercava di capire gli umori della gente per ottenerne il consenso, ma oggi ci sono i mezzi tecnologici e le risorse economiche per costruire gli umori, modularli a piacimento e dirigerli ora qui ora lì. 
La diversità vera, quella che crea identità, spaventa il potere. I sottogruppi diventano zone incontrollabili su cui non si riesce ad intervenire. I gruppi autonomi, con le loro libertà interne difficili da scardinare sono minacciose. Ecco perchè si fa la battaglia contro la famiglia, contro ogni confine, contro ogni etica non comandata. E si bombardano alcuni stati e non altri, non certo perchè i primi siano peggiori, ma solo perchè hanno un'identità pericolosa. La rivoluzione che scardina i territori naturalmente stabiliti non è contro il potere, ma il suo alleato migliore.
In quest'ottica va letto anche l'episodio dell'asilo svedese dove si sono abolite per regolamento le differenze sessuali (vedi).
L'imperatore cinese fece costruire migliaia di soldati in terracotta per proteggere la sua tomba. Ma non ce n'era uno uguale all'altro. Oggi l'imperatore  ci vuole rendere tutti uguali per portarci nella tomba.

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