Verso l'inzio di quest'anno si è parlato per qualche giorno della faccenda del fratelli Occhionero, due bei ragazzi (entro i 50 anni sono tutti ragazzi), lei più grande e sportiva, lui il minore amante della bella vita. Queste due creature di buona famiglia e alte frequentazioni sono stati arrestati perchè qualche inquirente si è accorto che da molti anni, utilizzando un programma chiamato Eye Pyramid, (come l'occhio della piramide massonica che sta sulle banconote americane) virus di brevetto statutinense, hanno messo su una centrale di spionaggio niente male. Da tempo avevano raccolto informazioni e dati violando computer di politici, massoni, imprenditori e religiosi italiani, raccogliendo il tutto su server americani.
I due Occhionero sono molto introdotti nell'ambiene anglo-ameriano, e nell'ambasciata americana, hanno rapporti con società finanziarie internazionali, hanno cercato - sempre appoggiati da tale mondo - di fare grossi affari qualche anno fa nel porto di Taranto. Insomma, sconosciuti, ma ben messi. Lui fequentava logge, lei forse di più i parrucchieri. Entrambi hanno messo su un'attività di raccolta d'informazioni veramente notevole, considerando che personaggi importanti italiani sono stati spiati per anni e anni e tutto quello che è passato sui loro computer ora è in America.
Di questo episodio così grave per il nostro Paese si è parlato solo qualche giorno, poi il silenzio. Niente di niente, Un'azione che ha mostrato le falle della nostra sicurezza, che ha messo sul mercato informazioni preziose e riservate. Nulla. Solo pochi giorni fa qualche breve notiziola in seguito al rifiuto dei domiciliari, Tutto qua.
Noto, come semplice curiosità di appassionato di comunicazione, che l'informazione non sembra del tutto libera da condizionamenti e pressioni. In altre parole, l'impressione che se ne ricava è che le informazioni suii grandi media escono solo se devono uscire e quindi servono a qualcosa o qalcuno. Non a tutti i fatti viene consentito di essere diffusi, indipendentemente dalla loro importanza.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
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