venerdì 2 ottobre 2015

Siamo sicuri che l'amore è unione?

Visto che il precedente post sembra aver interessato parecchio, ci regaliamo una seconda puntata  sull'amore sfruttando il contributo del sempre geniale Chesterton:

La miglior risposta all’uomo che dice che vorrebbe morire presto è dargli un istantaneo colpo con l’attizzatoio, perché è la replica logicamente corretta, e fisicamente efficace. Ma nella cultura dell’Europa moderna si è fatto avanti strisciando un altro pensiero che è anch’esso un attacco all’essenziale giustezza del mondo. Non è dichiaratamente pessimista, sebbene la fonte da cui deriva (che è il Buddismo) sia pessimista per coloro che la comprendono davvero. Si mostra – come accade tra gli eruditi e distinti Teosofi – come una ventata di profondo ottimismo. Ma questo pessimismo mascherato è ciò che di davvero sbagliato c’è al mondo – o, per lo meno, nel mondo moderno in particolare. È essenziale fermarsi per esaminarlo.
L'amore fa maturare la diversità

Si è insinuata nei nostri pensieri, attraverso un migliaio di piccole feritoie, una curiosa e innaturale idea. Mi riferisco all’idea che l’unità sia in se stessa una cosa buona; che ci sia qualcosa di nobile e spirituale nell’assortire le cose e fonderle insieme. Che tutti i fiumi confluiscano in un solo fiume, che tutte le verdure finiscano nella stessa ciotola – parlando esclusivamente dell’ultimo e migliore traguardo dell’essere. I ragazzi devono essere “tutt’uno” con le ragazze; le sette sono “una cosa sola” nella Nuova Teologia; la bestia si dissolve nell’uomo e l’uomo si dissolve in Dio; come se l’unione fosse una cosa nobile in sé. Ma l’unione non è una cosa nobile in sé. L’amore è una cosa nobile, ma l’amore non è unione. Anzi, è piuttosto una chiara percezione di separazione e identità. (Chesterton, Cosa c’è di giusto nel mondo, trad. A. Teggi)

In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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