Il Sinodo della Chiesa cattolica sulla famiglia è finito. Come professionisti che tutti i giorni si confrontano sui guasti della famiglia (e sui danni che orovengono da famiglie guaste) non siamo soddisfatti. Il Sinodo ha ribadito l'ovvio: l'importanza della famiglia, la non possibile equiparazione tra famiglia naturale ed altre unioni, l'attenzione personale verso coloro che pur credenti sono divorziati e risposati. Nulla da eccepire, ma avremmo voluto altro. Non abbiamo sentito l'urlo. Il Sinodo è stato timido e dai toni di compromesso. I progressisti hanno cercato in tutti i modi ti tirare per la giacchetta il Papa, altri (la maggioranza) hanno voluto, non potendo far di meglio, arginare questa deriva. Il risultato è stato di una meschinità che non fa onore alla Chiesa Cattolica. Noi operatori del benessere, che sappiamo dall'esperienza del dolore di tante persone che demolire la famiglia è un attentato vero e proprio alla salute pubblica, speravamo che almeno dalla Chiesa si levasse forte e deciso l'urlo a favore della famiglia. Ma non urlo, un debole miagolio incerto è salito dal Vaticano.
Ovviamente qui non si tratta di questioni di fede. Anche un ateo può riconoscere che il pensiero chiaro e fermo della dottrina cattolica sulla famiglia risponde ad esigenze umane naturali. Ma il pensiero chiaro e fermo stavolta ha tentennato di fronte alle suggestioni, ai condizionamenti, agli interessi di una società prepotente e in stato confusionale. Molti vescovi hanno abdicato al loro dovere di annunciare la verità oggettiva e hanno svoltato per un percorso di accomodamento e cedimento. Nei periodi di buio la Chiesa ha sempre tenuta alta la fiaccola per indicare la giusta strada, a credenti e non, questa volta non è stata all'altezza della sua missione e della sua responsabilità e questo ci da la misura della crisi in cui ci dibattiamo.
Oggi, alla chiusura del Sinodo, la sensazione non è particolarmente diversa da quella per la prossima chiusura dell'Expo di Milano: "Avrei potuto risparmiare il biglietto". La speranza è che se l'albero della vita si spegnerà tra poco, l'Albero della Vita, la famiglia, venga riacceso presto.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivozionario» (George Orwell)