Scrivere qualche appunto su Medjugorje
è una mia necessità per riflettere insieme a voi su aspetti psicologici
della questione che mi interessano, senza entrare nel campo religioso
che non spetta a me esaminare. Però, devo dire che in questi giorni sono
stato abbastanza stuzzicato a ragionare sul tema anche da un paio di
clamorose novità accadute nella Chiesa. Una è la lettera con cui il
Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede (ex
Sant'Uffizio), ha allertato i vescovi americani su un giro di conferenze
di un "veggente" di Medjugorie. L'altra è una battuta di qualche giorno
fa del Papa, che durante un 'omelia a Santa Marta ha detto: "Ma la Madonna è madre, non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni". Un articolo documentato in proposito lo trovate qui.
Dunque, Medjugorje.
1. FIDUCIA A PROVA DI BOMBA
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Un fenomeno dubbio |
Una cosa salta subito all'attenzione, la totale,
indiscussa e appassionata fiducia di tutti coloro che credono nella
realtà delle apparizioni. Può sembrare ovvio, ma lo è davvero? Infatti,
all'interno della Chiesa si trovano numerosi credenti con una fede
incerta, soggetta a crisi, messa a dura prova dalla vita o dalle
difficoltà del cammino, cioè una fede che va sempre confermata,
rinforzata, rimessa in gioco. Tra i fedeli di Medjugorje, invece, per lo
più c'è un'incrollabile certezza. Dal momento in cui, colpiti dal clima
emotivo del luogo e dalle testimonianze di altre persone, danno fiducia
alle parole riferite dai "veggenti", entrano in una radicalità che non
sente ragioni, che va avanti saltando ogni ostacolo, che non si piega a
critiche ed obiezioni. Forse questa fede sarà considerata lodevole,
degna di ammirazione. Non sono sicuro, non mi sembra umana, mi appare
difforme da una religione in cui la conquista di una fede stabile ed
incrollabile è frutto di una vita di sforzi e di sfide mosse dalla
sapienza umana. Oltretutto, questo atteggiamento così entusiasticamente
vissuto cade anche in pericolose derive, al punto da far guardare chi
non è andato mai a Medjugorje come un cristiano ancora non completo, uno
a cui manca un'esperienza vitale. Contraddicendo in pieno invece
l'atteggiamento della Chiesa, che considera le apparizioni, anche quelle
riconosciute come Fatima o Lourdes, non vincolanti per un cristiano.
Cioè
si può essere perfettamente cristiani anche senza credere che la
Madonna sia apparsa in un certo luogo, e senza essere andati in qualcuno
di questi santuari.
Ma l'aspetto più paradossale di questa
fiducia saldissima di coloro che credono nelle apparizioni di
Medjugorje è che ha bisogno di essere periodicamente rinfocolata da
viaggi sul posto. Allora, la fede è davvero incrollabile oppure deve
essere sostenuta da regolari immersioni nel clima suggestivo del luogo?
Probabilmente la fede nelle apparizioni essendo fondata su aspetti
emotivi, necessita di essere costantemente alimentata da esperienze
sensibili per auto-sostenersi, per auto-confermarsi. Ma proprio perchè
si tratta di un fenomeno di natura prettamente emozionale, necessita di
essere ri-vissuto continuamente confermandosi ogni volta più forte e più
tenace.
2. PRATICHE ESTREME
A
Medjugorje la Madonna - secondo quanto dicono i "veggenti" - chiede due
giorni a settimana di digiuno a pane e acqua e la recita quotidiana del
Rosario. Ora, a parte le considerazioni religiose che credo mostrino
una certa contraddizione con lo stile del Vangelo, dal punto di vista
strettamente psicologico questa richiesta appare, come ogni altra
richiesta di tipo estremo, molto pericolosa. Infatti, chi riesce a
sottomettersi a questa pratica tende a sentirsi soddisfatto della
propria autodisciplina e in linea con le richieste della "Madonna",
propenso a vedere il digiuno come un valore in sè, e percepirlo come un
traguardo raggiunto. Tutto questo conduce ad un'adesione a Medjugorje
viscerale, piena di riconoscenza, da non sottoporre quindi al vaglio
della critica, anche per non rischiare di sentirsi ingannati dopo tanto
sforzo fatto per praticare questo ascetismo. D'altronde, chi invece non
ci riesce si sente sempre inadeguato, non un vero cristiano, uno che non
può esprimere dei dubbi perchè non ne è degno. In entrambi i casi, una
richiesta di questa portata conduce chi si avvicina al fenomeno di
Medjugorje, ad impedire la propria libertà di analisi e di riflessione
autonoma.
3. IL DOPPIO LEGAME
Sono
circa 33 anni che vanno avanti le presunte apparizioni, e molte
migliaia di messaggi sono stati trasmessi dai ragazzi coinvolti in
questa storia. Questa quantità di messaggi è un'inondazione di richiami,
alcuni di buon senso, altri scontati. Alcuni sono piuttosto ambigui, ma
occorrerebbe verificare bene la correttezza della traduzione. Comunque,
allo psicologo interessa una caratteristica strana e particolare di
questi messaggi, la frase conclusiva: "Grazie di aver risposto alla mia chiamata", frase che termina ogni messaggio e su cui ci si è forse poco soffermati.
A mio parere questa frase ricade a pieno titolo nel fenomeno del "doppio legame", che abbiamo già esaminato
qui e
qui:
Mettiamoci nei panni di una persona che legge uno di questi messaggi, ad esempio:
“Pregate,
pregate, pregate! Grazie per aver risposto alla mia
chiamata!”
(21
giugno 1984)
E'
evidente che non c'è stata nessuna chiamata, non ho sentito nessuna voce
che mi chiamava, quindi non c'è dubbio che il messaggio sia non solo
un messaggio, ma anche la chiamata stessa. Perciò con l'azione di
leggere il messaggio il testo mi dice che ho già risposto alla chiamata.
La mia intenzione iniziale non era però quella di rispondere ad una
chiamata, ma solo di leggere un messaggio. Evidentemente non conta la
mia volontà, aver letto il messaggio mi obbliga ad accettare un fatto
compiuto: ho risposto ad una chiamata. Abbiamo quindi la prima
difficoltà: i messaggi sono una violazione della mia libertà di scelta,
cosa completamente in contrasto con la libera adesione al Vangelo, che è
la caratteristica fondamentale dell'annuncio cristiano.
Andiamo avanti. Se io dico a me stesso che non voglio rispondere a
nessuna chiamata prima di aver riflettuto, il messaggio mi ricorda
invece che ho già risposto nel momento in cui ho letto il messaggio (mi
hanno già ringraziato per questo...), quindi sbaglio. Se dico che voglio rispondere a questa chiamata, la risposta già l'ho data prima, leggendo il messaggio, quindi sbaglio.
Se io accetto di aver ormai risposto alla chiamata, cedendo
all'evidenza, in realtà non ho ancora risposto perchè ancora non ho
messo in pratica quanto detto nel messaggio, quindi sbaglio.
Insomma, qualsiasi cosa io faccio dopo aver letto un messaggio costruito
in questo modo io mi trovo in una condizione di errore. E' un tipico
caso perfettamente riuscito di Doppio Legame, la comunicazione patologica per eccellenza.
Ma andiamo ancora avanti. Il messaggio dice: "Grazie di aver risposto alla mia chiamata", senza dire se la mia sia una risposta positiva o negativa, ma presumibilmente dando per scontato che sia positiva (visto il "Grazie").
Eppure io non ho detto ancora niente, anche perchè rispondere
positivamente a messaggi che spesso riguardano il provare dei
sentimenti, che per natura sfuggono alla libera adesione, è umanamente
impossibile. Perciò anche qui ci troviamo di fronte a comunicazione
persuasiva e contraddittoria.
L'unica via d'uscita da tutto questo è esplicitare l'illogicità del
messaggio e contestare l'assurdità di questa comunicazione, ma ho
davanti due ostacoli: il primo è la paura di essere presuntuoso verso
questa Madonna che da 33 anni in maniera costante continua a produrre
messaggi così costruiti, dall'altra la pressione psicologica di tante
persone che sostengono i messaggi e la loro veridicità, e che quindi mi
fanno sentire un ingrato e un condannato se preferisco ascoltare la
logica invece della Madonna. Comunque se nonostante tutto protesto, mi
metto fuori dalla fede in Medjugorje, e siccome i seguaci di questi
"veggenti" mi ricorderanno che, essendo le ultime apparizioni della
storia, essendo quelle che anticipano i famosi segreti, essendo la
Madonna colei che vuole la mia salvezza ecc. ecc. sto sputando
sull'ultima possibilità che mi viene offerta, ho paura di mettermi
fuori anche dalla retta fede cristiana.
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Un fenomeno senza dubbi |
Ma la retta fede cristiana, quella confermata da duemila anni dal Vangelo
e dall'autorità della Chiesa, è una fede che non è contro la logica, e
mai in contraddizione con essa. Una cosa è un Mistero che non si riesce a
capire fino in fondo, un conto è una contraddizione che non si riesce a
spiegare per niente perchè è un assurdo in sè. E inoltre la fede
cristiana è una fede libera: proposta, mai imposta, soprattutto con
comunicazioni ai limiti del plagio.
Credo che prima o poi il fenomeno Medjugorie imploderà su
se stesso mostrando la sua inconsistenza. In questo caso la sfida che
la Chiesa e la psicologia dovranno affrontare nei prossimi anni, ognuna
nei propri ambiti, sarà quella di accogliere frotte di persone provate
spiritualmente e psicologicamente, senza punti di riferimento religiosi e
umani, fragili e a rischio di disturbi emotivi. Occorre attrezzarsi per
far fronte alla possibile emergenza delle "vittime di Medjugorie".
Un sito serio, scientifico e documentatissimo su Medjugorje:
http://www.marcocorvaglia.com/
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)