Un grande errore - quanto sto per dire farà rabbrividire gli americani, ma tanto gli americani per fortuna non mi leggono - è questa affermazione: "Ognuno può far tutto" (o anche: "Chiunque può fare qualsisasi cosa, o simili). Ogni affermazione sottintende un pensiero, e ogni pensiero provoca dei comportamenti. Quindi se questa affermazione è un grande errore, anche il pensiero e i comportamenti collegati saranno gravemente sbagliati.
Dire che qualsiasi persona è in grado di fare qualsiasi cosa, significa credere che ognuno di noi, se messo nelle condizioni giuste e avendone le opportunità può realizzare ogni obiettivo. Significa pure pensare che non esistano barriere alle possibilità dell'essere umano, significa che siamo tutti uguali nelle capacità di fare e di realizzare. In altre parole è il pensiero che elimina i limiti, le differenze e le diversità. O meglio, è il pensiero che disprezza i limiti, le differenze e le diversità, in nome di un'omologazione totale. Credere che una donna possa fare quello che fa l'uomo o che l'uomo possa fare quello che fa la donna è una delle tante conseguenze, come pure l'idea che l'opinione di chiunque sia di pari valore e importanza. In realtà, queste, come tante altre conseguenze, nascendo da un principio sbagliato, sono sbagliate anch'esse, e rappresentano un puro esercizio di demagogia, cioè utilizzare frasi che piacciono alle orecchie della gente e creano una fiducia rosea nelle illimitate capacità umane.
La verità è tutt'altra.
Le differenze sono belle, necessarie e irrinuncianili all'interno di un
sistema naturale. (Poi sono quelli che "fanno" i diversi, in maniera
provocatoria, strumentale e artificiosa, ma di questi non ci
interessiamo perchè qui stiamo parlando di una reale ecologia
antropologica, cioè di una visione sistemica dell'ambiente umano alla
luce della retta ragione). Le persone non si possono e non si devono omologare. Ognuno di noi possiede un proprio ed esclusivo bagaglio di caratteristiche, che dà ad ogni persona una propria fisionomia unica e irripetibile, sia come qualità potenziali da esprimere che come propri limiti invalicabili. Questo vuol dire che ognuno può fare alcune cose, ma nessuno può pensare di fare tutto o ciò che non gli appartiene come "diritto di nascita". E vuol dire anche che se una persona in un certo momento della vita può fare alcune cose, non è detto che possa farle in un altro.
La frase "Chiunque può fare qualsiasi cosa" è una perversa invenzione di chi vuole mettere l'uomo in prigione, nella prigione dei desideri irraggiungibili, ma ostinatamente imposti.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
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