martedì 11 giugno 2013

Oltre le parole

Papa Francesco non è un marziano. Non ha tre mani e cinque occhi. Non è un tradizionalista esasperato ed esasperante come l'ala più conservatrice e ottusa della Chiesa, ma non è nemmeno un grottesco rivoluzionario modello Don Gallo,  che ha passato una vita a sputare nel piatto in cui mangiava. Francesco è un Papa che insegna e ripete quella che è la dottrina di duemila anni di cristianesimo, perfettamente sulla linea dei suoi predecessori. Non ha inventato niente e non ha buttato via niente di ciò che è essenziale. Eppure Papa Francesco sta ottenendo un'attenzione da parte della gente veramente particolare. Molti, anche non cristiani, quando parlano di lui ne parlano con rispetto e stima. In tanti dicono che la sua forza sta nell'aver sottolineato la necessità di un ritorno ad una Chiesa povera e alla sua attenzione ai poveri. Indubbiamente questo elemento ha colpito, ha sollecitato l'immaginario legato al nome Francesco, richiamando alla mente San Francesco d'Assisi. Ma l'attenzione ai poveri non è certo invenzione di questo Papa. Anzi, nei secoli questa cura delle persone più bisognose è stato per così dire il "marchio di fabbrica" della Chiesa, che ha insegnato al mondo la solidarietà e la creazione di istituzioni dedicate proprio ai più fragili. La Chiesa povera invece è un concetto ambiguo e che si può fraintendere facilmente. La povertà non coincide col pauperismo, e San Francesco non era certo quel buonista che si pensa, ma su questo bisognerebbe soffermarsi con ben altro spazio e approfondimento.
Io credo che la forza di Papa Francesco sia una capacità straordinaria di arrivare con la sua comunicazione al cuore delle persone, costruendo immagini, metafore, esempi che rimangono e che non si cancellano più. Aiutato inoltre dalla sua voce dolce e sincera riesce a dire cose anche scomode, ma che da lui la gente le accetta volentieri.
Di lui potremmo usare la vecchia figura del "Pugno di ferro in guanto di velluto", deciso e inflessibile, ma con modi affabili, cortesi e paterni. E' un Papa che non dà l'idea di essere prigioniero in Vaticano, come purtroppo i suoi predecessori, i quali, pur animati dalle migliori intenzioni sono sembrati in qualche modo limitati nei loro movimenti da una curia invadente e litigiosa. Fino ad arrivare al clamoroso gesto delle dimissioni di Benedetto XVI. Papa Francesco, finora appare timoniere energico e volitivo, non solo desideroso, ma anche in grado di mettere ordine dove occorre. La gente questo lo percepisce, ed è questo che forse spiega la potente attrattiva esercitata da chi è stato chiamato "...alla fine del mondo".

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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