mercoledì 2 giugno 2010

La complicità

La complicità è tra l'ottusità dei genitori e l'arrogante ignoranza delle maestre. E' una complicità che scatta in molte scuole pubbliche elementari.
Se vivessimo in un paese sano la scuola elementare dovrebbe avere un solo compito: insegnare a leggere, scrivere e far di conto, in un clima di ordine e di disciplina. Se vivessimo in un paese sano la famiglia pretenderebbe dalla scuola che i figli sapessero leggere e scrivere e far di conto, e che rispettassero le regole e avessero un ordine interiore ed esteriore. L'onestà, invece, sarebbe compito dei genitori.

Ma non siamo in un paese sano. Siamo una ex civiltà, che sta cedendo poco per volta ai barbari. Ma questa volta i barbari siamo noi stessi. Così, primaria tra tutte le istituzioni di una civiltà, la scuola non compie più il suo dovere. Almeno, in molte scuole pubbliche è così. Si insegnano la cucina, le barzellette, si fanno progetti con nomi ridondanti per fare scena; si procede con moduli e Portfolio delle competenze; si stima chi è più furbo e non chi è intelligente, chi si fa gli affari suoi e non chi si impegna con volontà. L'educazione sessuale prende il posto dell'educazione, e l'educazione sessuale diventa educazione all'assenza di responsabilità. In compenso l'educazione stradale è tenuta in grande considerazione. Gli edifici scolastici sono brutti, sciatti, cadenti, un'offesa a chi ci lavora e alle famiglie che ci devono far vivere i figli dentro. Sono il segno manifesto di quanto la cultura sia disprezzata. Le maestre, molte maestre, hanno una presunzione pari solo alla loro ignoranza. Per prime non sanno parlare italiano, però si esprimono con termini pomposi ("Il Team docente, lo Staff didattico"), pensando che chiamandosi in modo diverso magicamente cambi anche la loro tragicomica realtà. Insegnano senza metodo, saltando di palo in frasca, ignorando ogni progressione logica. Sostengono che il bambino possieda esso stesso le competenze e loro debbano solo tirarle fuori. Ma se volevano fare le ostetriche dovevano andare all'ospedale.

E le famiglie? Colpevoli. Complici. Convinti come sono che la cultura sia inutile, degni spettatori degli spot di Totti e della Blasi, i genitori se ne fregano che i figli siano degli analfabeti. Tanto ci penseranno le mamme a insegnare alle figlie l'arte di farsi mantenere, e i padri istruiranno i figli su come si entra a far parte della Casta, ma attenti a non farsi scoprire. Famiglie che magari sperperano capitali in videogiochi, palestre, ristoranti, ma che non hanno mai portato i figli in libreria o al museo. Genitori e maestre che corteggiano i bambini figli di genitori che possono tornare utili e che snobbano gli altri. Feste di compleanno, pizze di classe, grembiule sì, grembiule no. Ecco i problemi. Mamme disperate perchè il loro bambino ha avuto una spinta, ma disperate solo perchè non era una spinta che poteva aiutare nella carriera.

Qualcuno sicuramente penserà: "Il Dott. Rossi oggi sputa troppo veleno, mi sa che sotto sotto c'è il caso personale". Non vi darò soddisfazione, ma so quello che scrivo, perchè è una realtà che conosco bene.

No, non siamo in un paese sano. Chi non ha disponibilità economica per permettersi un istituto privato, si fa il segno della croce prima di iscrivere un figlio a scuola, pregando di imbattersi in una di quelle mosche bianche che ancora sanno usare un congiuntivo e sanno pure insegnarlo. E meno male che ci sono ancora mosche bianche, e ci sono ancora scuole private. Ma è un'autentica vergogna che il livello medio dell'istruzione sia così basso. E' una vergogna che i concorsi pubblici abbiano una tale incapacità di filtrare chi vale da chi è solo una sgrammaticata e presuntuosa improvvisatrice. E' vergognoso che il ministero stili dei programmi scolastici ambiziosi e altisonanti, del tutto sproporzionati alle necessità e alle possibilità dei bambini. Che le insegnanti lavorino nelle loro classi senza che il dirigente possa verificare e correggere, se necessario. Che i genitori siano così miopi da preoccuparsi dell'euro in più o in meno per la gita e non del fatto che i loro bambini crescano incapaci di leggere un libro con spirito critico. Il popolo bue aumenta di numero.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Mio carissimo Dottor Rossi,
la domanda che mi pongo io non è solo se dietro a quelle parole ci fosse un discorso personale ma se davvero tu pensi che la scuola privata sia "diversa!!!" i bambini ormai sanno fare di tutto già dalla scuola materna: inglese,pittura, danza, calcetto, coro, recite con canti e balli, piscina il sabato (perchè è questo il vantaggio della settimana corta per la tipica famigliuola italiana: avere due brevetti di nuoto a quattro anni, no?!?; viaggiano: se hanno la tosse vanno a respirare l'aria del mare, quella buona...delle Mauritius...fanno feste di Compleanno in classe da 250 euro con animatore, dj...e "bomboniere" di ricordo... conoscono e riconoscono le marche dei loro vestiti (un momento, mi chiederai, nelle scuole private non si usa la divisa? sì, ma scarpe e slip non sono uguali per tutti!!!); spesso ti chiedono se ti senti più divina o più popolana...non sanno più giocare liberamente ma durante le uscite didattiche fanno semrpe bella figura...il vino e il pane come lo fanno loro non lo fa nessuno...e le mamme ed i papà...non contenti mi chiedono di mettere la buona parola con la direttrice affinchè si stabiliscano ulteriori attività pomeridiane: laboratorio teatrale e di inglese...perchè i bambini "devono sentire quello che dicono quando recitano" ed alcuni con una sola ora a settimana di inglese..."ma che ci fanno???"
Io sì che mi sento una mosca bianca a scuola, non solo perchè credo di saper usare i congiuntivi...ma perchè credo ancora fermamente nella cena tutti assieme...tate escluse, possibilmente, nella nanna in orari "da bambino" e nel sabato e domenica con mamma e papà...che non devono fare grandi cose...semplicemente esserci... e riempire la vita di questi bimbi non di giochi (tra l'altro brutti esteticamente)ma di coccole e...regole!!!
Certo, non sono una mamma...facile parlare così!!! ma questa realtà mi spaventa!!!
Queste cose le predico con mamme papà e nonni...ma ognuno di loro mi risponde che non sembra che io parli dello stesso bambino che hanno a casa...a casa sono tutti buoni, svegli, vispi, allegri... seguiti, eppure, a scuola, arrivano con facce da "discotecari alcolisti" e se solo gli si chiede di sfolgiare un libro ti guardano con una faccia sbalordita perchè non sanno cosa voglia dire, ti rispondono che non sono capaci e ti chiedono di farlo per loro!!! non sanno davvero come si faccia...come se avessi parlato in ostrogoto(ovvero l'unica lingua che ancora non conoscono, devo appuntarmela come proposta per l'anno prossimo: corso di ostrogoto, può sempre servire).
Ma non fa niente, tanto loro ce la faranno, perchè sono furbi...mamma gli ha detto che bisogna essere prima di tutto furbi!!!
Come si fa a tornare alla scuola materna delle filastrocche, delle favolette,dei girotondi e dei disegni e dei gioghi "liberi"???
Una mosca bianca...quasi addomesticata ma che ancora sogna!!!

TT ha detto...

E' vero, anche le scuole private non brillano,ma almeno dal punto di vista della didattica un tantino meglio sono, altrimenti non si spiegherebbe perchè molte maestre statali mandano i figli a scuola privata. Concordo sulla critica alle famiglie e sul tuo desiderio che i bambini facciano ancora i bambini. Purtroppo sempre più spesso non è così, ma non bisogna smettere di impegnarsi per invertire la tendenza. Abbiamo bisogno di mosche bianche. Cordiali saluti, SR