sabato 3 giugno 2006

Belli perchè ubbidienti

Questa settimana c'è stata la parata. Dei soldati, delle Frecce Tricolori, delle Fanfare dei corpi dell'Esercito. Io, per quanto conta la mia opinione, stimo e ammiro i militari. Soprattutto perchè hanno ancora il senso dell'obbedienza e dello Stato. Che sono ambedue cose importanti e utili all'essere umano. Si parla poco dell'ubbidienza, e quando lo si fa è soltanto per criticarla o ironizzarci sopra. Invece è una grande virtù. Quando penso all'ubbidienza mi viene sempre in mente un albero da frutto. Per ogni albero viene il momento di essere potato, ovvero di essere limitato nel suo sviluppo. Se un albero potesse decidere liberamente e si rifiutasse di essere potato, nel giro di poco tempo si inselvaticherebbe e non darebbe più frutti buoni e abbondanti. Invece, per fortuna, non può rifiutarsi, e così dopo la potatura diventa più bello, rigoglioso e ricco di frutti di prima. Anche le persone ogni tanto devono sottomettersi a ordini di altri. E' come una potatura al proprio libero arbitrio, alla libertà di scelta. C'è chi lo vive bene il momento di dire "Signorsì", e attraverso un gesto di ubbidienza si prepara ad un rigoglioso moltiplicarsi delle sue qualità, e c'è chi - invece - si ribella, scalpita, protesta, invoca la sua libertà. Così evita l'ubbidienza, fa come gli pare, e come premio diventa più bestia di prima. Qualcuno dirà: "Ma se mi chiedono di ubbidire a cose sbagliate?". Un consiglio: preoccupati solo di non fare cose contrarie a principi morali assoluti e condivisi. Per il resto, sopportare anche qualche piccola ingiustizia non è mai stato un grosso trauma psicologico per nessuno. Se non sei d'accordo, ubbidisci lo stesso ;-)

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