giovedì 24 aprile 2008

Sua Dipendenza "la Libertà"

Il paradosso è che viviamo in un mondo dove apparentemente siamo tutti liberi: liberi di pensare, di agire, di mostrarci. Eppure mai come oggi sono diffuse le dipendenze, ovvero comportamenti che sono l'antitesi della libertà. Molta gente è dipendente dalle droghe, altra dall'alcool; moltissimi sono dipendenti dalla pornografia, sempre di più sono quelli dipendenti dal gioco; molti sono quelli dipendenti da internet, e ci sono pure quelli dipendenti da più dipendenze contemporaneamente. E per le loro dipendenze le persone sprecano denaro, sonno, energie; sono capaci di mentire, imbrogliare, anche commettere reati pur di soddisfare il loro desiderio. Soffrono, ma non riescono a rompere le catene che li imrpigionano. Si rendono conto che stanno rovinando la loro vita e quella delle loro famiglie, ma non riescono a smettere. Anzi, cercano sempre dosi maggiori.

Oggi crediamo di essere liberi, ma è un'illusione. Ci hanno insegnato a inginocchiarci di fronte allo slogan della rivoluzione francese "Libertè, Égalité, Fraternité", e non ci hanno detto che la libertà la può donare solo Chi è al di sopra del prigioniero. Infatti gli schiavi non si possono mica liberare tra di loro! Eppure abbiamo dovuto bere questa menzogna. Così a noi, vittime inconsapevoli degli imbroglioni della rivoluzione, ci hanno fatto credere di essere liberi perchè potevamo criticare l'autorità e vestirci come ci pare e non rispettare le regole. E così noi, eredi degli anrchici e dei sessantottini, ci ritroviamo con i bar pieni di uomini e donne davanti ai videopoker, zombie dallo sguardo fisso, dal portafogli che piange, dall'anima svuotata.
C'è qualcuno che crede che i drammi della dipendenza si possano risolvere con leggi migliori e con inziative di tipo sanitario. Ma se analizzaimo senza pregiudizi il problema ci accorgiamo che è una questione più semplice e più profonda al tempo stesso. Dobbiamo tornare ad accettare l'idea che non siamo liberi, che da soli non possiamo darci la libertà, che le scelte veramente libere sono quelle che si rifanno a criteri esterni a noi. E tutto questo perchè siamo esseri limitati. Dobbiamo accettare l'idea che solo rinunciando a considerare come assolute le nostre pretese possiamo lentamente approdare a costruirci degli spazi di libertà. Ma questo si costruisce in famiglia, è nella famiglia l'antidoto alle dipedenze.

mercoledì 16 aprile 2008

Letterina al nuovo Governo

Caro Governo,
permettimi di rivolgerti a Te, che dall'alto degli alti colli tutto sai e tutto puoi.
Io sono solo un piccolo e confuso cittadino, ma presento alla tua Immensa Saggezza una preghiera. Ascoltami Tu che puoi:

Ti ringrazieremo, se ci toglierai l'Ici sulla prima casa,
ma prima permetti alle giovani coppie di acquistarla/
Ti saremo molto riconoscenti se vorrai eliminare il bollo auto,
ma fà che nelle macchine i giovani possano ancora appartarsi
per sognare il oro futuro,
e non debbano dimenticare
la loro speranza
con una scopata e uno spinello/

E' bello sapere che ti occuperai della nostra sicurezza,
ma oltre alla paura d'essere derubati dagli zingari abbiamo il terrore di
essere derubati della nostra dignità. Trattaci da uomini e non da servitori/
Hai anticipato che saranno necessari sacrifici. Siamo d'accordo, ma
in cambio dacci la soddisfazione di non farti beccare al "Billionaire" durante
le ore di lavoro con qualche puttanella/
Tu sei esperto di famiglie, ne hai cambiate almeno due o tre. Ti prego, dedica la tua
attenzione a quelle che già esistono e a quelle che si vogliono formare. A noi ne basta una a testa, ma curata con amore/
Sempre a proposito di famiglie, Governo caro, non contribuire anche Tu
alla loro dissoluzione. Non limitarti alle elemosine, dedica loro tutte le tue capacità/
Sei stato bambino anche Tu, amato Governo, metti gli uomini in
condizioni di essere papà, metti le donne in condizione di non essere strangolate tra lavoro e casa/
Nostra Guida, hai promesso che ti occuperai di tutti i cittadini, allora - non essere timido - fà che tutti i cittadini abbiano regole chiare e non aver paura di ricordare che libertà non è anarchia.
Prezioso Riferimento, quando parli si sente la tua cultura. concedi che la cultura italiana non venga definitivamente cancellata da scuole che dedicano un anno intero a progetti di multiculturalismo. Fà che prima di tutto la scuola insegni a leggere, scrivere e far di conto. Per il resto c'è tempo/
Un'ultima preghiera, o Grande: concedi ai tuoi miseri cittadini di contiuare ad esprimere le loro idee almeno nel piccolo spazio dei Blog. Lasciaci coltivare il nostro orticello, è modesto, ma grazioso. Te ne saremo grati e potrai sempre incontrarci qui per ricevere la lode del nostro misero cuore.


sabato 5 aprile 2008

Ancora sulla scuola

Dopo un mio precedente post dedicato alle penose condizioni della scuola (vedi), ritorno sull'argomento. E' uscita recentemente un'interessantissima e terribile intervsita ad uno che la scuola la conosce bene, da dentro, l'insegnante Enrico Demme. Cosiglio a tutti i genitori la lettura dell'intervista (vedi), invitandoli (e soprattutto i padri) ad essere loro i primi insostituibili maestri dei loro figli.