domenica 14 agosto 2011

L'eruzione del male

Oslo,  bombe e tiro al piccione su giovani riuniti. Inghilterra, basta un pretesto e mettono a ferro e fuoco la capitale e alre città. Usa, bande di giovani si danno appuntamento e pestano passanti e derubano negozi. Discoteca in puglia, rissa e testa spaccata. Strade di Roma, accoltellati e pestati. Strade piemontesi, ubriaco ammazza quattro turisti. Mare di Ischia, nave comandata da cocainomani sperona  e affonda peschereccio.

La cosa interessante è che qualcuno pensa che la notizia di questa estate sia la crisi economica.

Quello che stiamo osservando in queste settimane calde è l'eruzione del male. L'esplodere gratuito o pretestuoso di violenza cieca, d'incoscienza, di barbarie, di  impulsi distruttivi, di rabbia incontrollata. Sembra che l'essere umano sia morto e al suo posto sia apparsa la bestia assetata di sangue.

Già in passato ne abbiamo parlato, ma la cronaca ci riporta su questo tema ogni volta in maniera più brutale . In fondo la cosa è semplice. L'essere umano  ha nelle sue profondità qualcosa che lo marchia profondamente, qualcosa che l'orienta verso il male, l'egoismo e la malvagità.  Chi osserva con onestà la realtà umana non può che confermarlo. Da dove origina questo male e come spiegarlo è un dilemma che assilla da secoli i pensatori.  Ma è un fatto. I fatti si può tentare di spiegarli, ma non si possono negare.
Questo orientamento al male non si può eliminare dal cuore dell'uomo, però si può controllare. L'utopia di Rousseau è superata da un pezzo, così come gli ideali illuministi, come tutte le altre ideologie che si basavano su una fiducia nelle naturali capacita umane. L'uomo non è naturalmente buono, la sua sola ragione anche se è in grado di intravedere la verità, non riesce ad agire in conformità con essa.  Deve entrare in gioco il fattore educazione. L'uomo va educato a distinguere tra bene e male e poi a scegliere il bene. Non c'è altra educazione se non questa.
Purtroppo negli ultimi secoli, ma con uno sviluppo esponenziale da qualche decennio a questa parte, si è lavorato con tenacia all'umiliazione e poi alla distruzione sia del concetto di educazione, dei criteri di bene e di male, sia dei soggetti educativi, in primo luogo la famiglia. A tutto questo è stato sostituito il dogma del relativismo etico, cioè della totale indipendenza da ogni criterio assoluto e l'uomo è diventato giudice di se stesso. Così si sono aperte le porte degli abissi del cuore umano, che hanno cominciato a vomitare ogni tipo di impulsi e di istinti. E l'uomo ha partorito la bestia.
A questo punto non si può tornare indietro. Bisogna lavorare sulla parte ancora sana della società, aiutarla a restare salda e anzi ad aumentare ancora di più la consapevolezza di agire nel giusto. Bisogna creare nuovi maestri. Bisogna soprattutto investire sulla famiglia perchè ritorni ad essere consapevole e fiera del proprio ruolo educativo.