venerdì 31 gennaio 2014

Il "Super-Linguaggio"

La Psicoanalisi,  creatura partorita dal medico Sigmund Freud 
tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, è nata come un sistema di cura delle malattie mentali, e nei decenni successivi si è trasformato in una filosofia, in un approccio all'uomo in generale, dimostrando di avere una potentissima capacità di influenzare la cultura e la mentalità. Infatti anche le persone più ignoranti, quando pensano alla psiche e alla psicoterapia spesso citano la Psicoanalisi, magari in maniera del tutto sbagliata, ma comunque la citano. La maggior parte degli intellettuali e degli artisti dei decenni scorsi hanno utilizzato i concetti della Psicoanalisi nel loro lavoro, e oggi questi concetti (Io es super-io, inconscio, rimozione, ecc.) pur avendo scarsissima o nessuna evidenza scientifica, sono comunque usati, citati e aiutano a vendere libri, a creare film, a spiegare fatti. A nessuno importa se si tratta di scienza, di verità o di condizionante fantasia, la Psicoanalisi ha vinto la strategia di marketing: ci ha fornito delle parole per spiegare il mondo, e anche se sono parole che magari scarseggiano di contenuto oggettivo e verificabile, ci rassicurano di padroneggiare delle realtà con un linguaggio da iniziati che ognuno interpreta secondo la convenienza del momento. Infatti la Psicoanalisi è comoda e servizievole, ci toglie l'impiccio di dover capire, fornendoci spiegazioni pronte all'uso, con terminologia accattivante e spendibile in giro nei salotti buoni.
Ps.
Non so perchè, ma mentre pensavo a queste cose mi è venuta in mente una citazione da un interessantissimo libro ("Il montaggio", di  Vladimir Volkoff):
"Il pensiero rimane al riparo nella fortezza dell'intelligenza individuale, mentre la lingua, essendo comune a tutti, si espone - per così dire - in campo aperto. Ora, se il pensiero non trova più, per esprimersi, lo sbocco di una lingua sufficientemente rigorosa, articolata, soffoca e deperisce. E' nostro compito quindi, favorire con ogni mezzo il deterioramento delle lingue  che porterà immancabilmente al deterioramento dei pensieri".
Morale, se vogliamo nutrire la nostra intelligenza e il nostro pensiero, nutriamo un corretto italiano, usiamo bene i congiuntivi e distinguiamo le parole della  realtà da quelle della fantasia.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 22 gennaio 2014

Io non ho frequentato le lezioni...

... di psicologia, studiavo a casa, sui libri indicati dai professori e poi andavo a fare gli esami. Sono contento e per niente in colpa per questa scelta. Non mi piaceva l'ambiente universitario, non mi piaceva la maggior parte dei professori e ritenevo cervellotiche e incomprensibili le loro lezioni. Erano professori per lo più psichiatri e psicanalisti, politicamente orientati. Portatori di ideologie piuttosto che umili cercatori di verità.
Ho evitato così la loro influenza, sono diventato uno psicologo leggermente anarchico, politicamente scorretto, e di formazione cognitivo-comportamentale (la scuola di specializzazione in psicoterapia, sì che l'ho frequentata! Grazie alla mia collega Rossella che me l'ha indicata all'epoca). Perchè questo raccontino autobiografico? Perchè mi è capitato sotto mano l'articolo che segue, storia di un'orribile barbarie realizzata da John Money, uno "studioso" neozelandese di diversi anni fa. Sopra un suo inutile libro: "Uomo Donna Ragazzo Ragazza" ho dovuto trascorrere qualche settimana per superare - balbettando dei concetti di cui oggi continuo  a rifiutarne il valore - un esame. Il mio professore era convinto che questo testo di Money fosse necessario per fare di noi degli ottimi psicologi. Il mio professore aveva qualche problema. L'articolo che segue l'ho trovato in questo sito: http://www.papalepapale.com/strega/?p=2102

Nature or nurture? Natura o educazione? La storia di Bruce, il bambino cresciuto come “Brenda”.


Il libro che racconta la drammatica storia di Bruce-David Reimer.
Il libro che racconta la drammatica storia di Bruce-David Reimer.

Il 22 agosto del 1965 a Winnipeg, in Canada, nacquero due fratelli monovulari, Bruce e Brian Reimer. I due gemelli presentavano una fimosi piuttosto marcata, e i genitori decisero di sottoporli ad un intervento di circoncisione, che avvenne circa due anni dopo, il 27 aprile 1967. Si trattava di un’operazione di routine, ma qualcosa, purtroppo, andò storto. Il medico che eseguì l’operazione non usò un bisturi, ma una una macchina per cauterizzare, così bruciò il pene di Bruce. La fimosi di Brian, fortunatamente, si sarebbe risolta spontaneamente dopo qualche mese. Ron e Janet, i genitori dei gemelli, cadono in una profonda disperazione, perché la vita di Bruce era segnata per sempre.
Una sera, i coniugi Reimer, guardando la televisione, credettero di aver trovato la soluzione per risolvere il problema di Bruce. Un’emittente canadese stava trasmettendo un’intervista al sessuologo neozelandese John William Money (1921-2006), all’epoca chirurgo del Johns Hopkins Hospital di Baltimora. Durante la trasmissione Money presentò una donna che, sino a quattro anni prima, si chiamava Richard. Fu lui stesso ad operare Richard, a liberarlo dalla “prigione maschile” in cui era costretto a vivere. Money proseguì spiegando che sesso e genere non sempre corrispondono, in alcuni caso un maschio può diventare una donna, viceversa una femmina può diventare un uomo. I coniugi Reimer qualche giorno dopo presero un appuntamento con Money, il quale al conoscere la disavventura del piccolo Bruce, capì che si trattava dell’occasione giusta per dimostrare la fondatezze delle proprie teorie. Fino a quel momento, infatti, si era occupato per lo più di soggetti affetti da ermafroditismo, cioè persone con organi sessuali appena abbozzati, oppure sia maschili che femminili. Ora, invece, Money aveva la possibilità di operare un soggetto con la sessualità ben definita, in più vi era pure un gemello monovulare, cioè un fratello con lo stesso patrimonio genetico. Finalmente aveva l’occasione di dimostrare incontrovertibilmente che l’identità sessuale e l’identità di genere non necessariamente corrispondono, perché possono essere, sia l’uno che l’altra, costruite chirurgicamente e socialmente. Per Money l’ordine naturale, le leggi immutabili della natura, erano solo stupidaggini religiose. Non esiste nessun progetto divino sull’uomo.
Il 3 luglio del 1967 Bruce divenne Brenda, quando Money lo operò e gli asporto gli organi sessuali maschili, costruendo chirurgicamente una specie di vagina. Durante la crescita, Bruce-Brenda avrebbe dovuto assumere una dose massiccia di ormoni femminili, affinché il resto del corpo potesse modellarsi al femminile. A Ron e Jenet disse di vestirlo come una bambina, di trattarlo come una bambina e non di raccontargli mai la verità sulla sua nascita. Ovviamente non avrebbe mai potuto avere figli naturalmente, ma pazienza.
Qualcosa però non andò secondo i piani di Money, nonostante i coniugi Reimer seguirono i suoi ordini alla lettera. “Brenda” non si comportava da bambina, ma da bambino: parlava e camminava come un maschietto; preferiva i giocattoli e i vestiti maschili del fratello Brian. Una volta fu trovata dai genitori mentre faceva la pipì in piedi. Man mano che cresceva, era evidente che “Brenda” non era attratta fisicamente dai maschi, ma dalle femmine. Infatti, gli insegnati informarono Ron e Janet che la loro “figlia” era lesbica e che era caduta in depressione.
Money consigliò a Ron e Janet di non portare “Brenda” da uno psicologo, ma di girare nudi per casa, davanti ai figli, e di frequentare una spiaggi di nudisti. Disse loro di cambiare città e di ricominciare da capo, dove nessuno sapesse nulla di loro. Ovviamente lui avrebbe continuato a seguire il loro “caso”, il più importante della sua carriera. Anche in questo caso i coniugi Reimer obbedirono alla lettera a Money. Cosa accadde dopo? “Brenda” peggiorò, anche Brian cadde in depressione, Ron cominciò a bere e Janet, colpita da disturbi psichiatrici, tentò il suicidio. Alla fine, Ron e Janet divorziarono.

John Money, l'orco cattivo.
John Money, il mostro.

Money, dal canto suo, mantenne la parola: una volta all’anno riceveva la famiglia Reimer, esaminando non solo “Brenda”, ma anche Brian. I gemelli, però, ogni volta mostravano resistenze al vedere il medico. I genitori non ne capivano il motivo, visto che Money era sempre così dolce e gentile. Non sapevano, in realtà, che cosa succedeva nella studio privato del sessuologo. Money mostrava ai gemelli fotografie e filmini pornografici, imponeva loro di mimare un rapporto sessuale, mentre venivano fotografati. Nel 1978 “Brenda” disse ai genitori che se l’avessero costretta a tornare da Money, si sarebbe suicidata. Cos’era accaduto? Quell’anno le presentò un transessuale che avrebbe dovuto mostrarle “certe cose”. Nel frattempo “Brenda” cominciò a mangiare a dismisura perché si vergognava del seno.
Due anni dopo, Ron, pieno di rimorso, raccontò la verità alla “figlia”. Dopo qualche minuto di silenzio, “Brenda” chiese al padre: «Qual era il mio nome?».
Qualche tempo dopo, decise di farsi tagliare i seni e si fece chiamare David. Ma questo non lo fece uscire dalla depressione: tentò il suicidio assumendo in dose massiccia alcuni antidepressivi della madre. In seguito comprò una pistola ed entrò nello studio dell’uomo che, quindici anni prima, gli aveva bruciato il pene. Non lo uccise. Decise di cercare di ricostruire la sua vita. Tra il 1981 e il 1986, si sottopose ad alcuni interventi per ricostruire il pene. Nel 1989 David si sposò. Qualche anno dopo raccontò la sua tragica storia al giornalista John Colapinto. Sperava che questo servisse a porre fine agli esperimenti di Money e simili. Quell’intervista divenne una documentario televisivo e fu pubblicato un libro intitolato As Nature Made Him: the Boy Who was Raised as a Girl (2000), mai stampato in Italia.
David Reimer, nato come Bruce e cresciuto come Brenda, si è suicidato il 5 maggio del 2004.
E John Money? È morto nel 2006. Dedicò gli ultimi anni della sua vita alla difesa della pedofilia.


 «In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

sabato 11 gennaio 2014

Impazzire per una questione di principio

Quanta gente dà di matto per una questione di principio!  Ci sono quelli che si sono beccati una coltellata in strada per una questione di principio, ci sono quelli che hanno sfasciato famiglie e si sono impelagati in cause milionarie, facendo arricchire gli avvocati, per questioni di principio. Perdere la salute, soldi e tempo per un fatto di principio è frequente, sembra persino da ammirare, un gesto nobile. Secondo me è un agire insensato. Bisognerebbe capire che ci sono dei limiti, che talvolta siamo impotenti, che alcune volte bisogna arredersi all'evidenza, alla legge del più forte. Ci sono persone che con i nostri principi ci si puliscono il sedere, e allora che facciamo? Morire per delle idee o vivere per praticità?
E' chiaro che occorre difendere la verità, che bisogna distinguere quando vale la pena combattere, reagire ai prepotenti, e quando deporre le armi. La Chiesa stessa riconosce che ci sono dei "principi non negoziabili", per esempio il rispetto della vita umana, sui quali siamo obbligati a fare le barricate e a non scendere a compromessi, ma la maggior parte dei principi per i quali ci indignamo e siamo pronti a farci sparare, in realtà sono solo delle espressioni del nostro orgoglio.  Qualcuno ci pesta i calli e noi solleviamo una questione di principio. Un parente ci ruba mille euro dell'eredità e noi passiamo la vita nei tribunali per fargliela pagare. E' un modo di fare che non vuole giustizia, vuole vendetta, che promette gioia e invece avvelena l'anima e la psiche. La capacità di lasciar correre (che non è vigliaccheria) è una dimostrazione di intelligenza e buon senso. E di sani principi.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

domenica 5 gennaio 2014

3, 2, 1... Auguri!

Il tappo di spumante è nella spazzatura da cinque giorni, i fuochi sono esplosi, e la festa è finita. A pieno titolo siamo nel 2014. Ci siamo augurati un buon anno, ed eravamo anche sinceri, ma cosa stiamo facendo perchè quest'anno, buono lo sia davvero?  Affidarlo alla sorte e alla fortuna  è roba da antico paganesimo, sperare che cambi qualcosa solo perchè lo desideriamo è infantilismo, e allora? Se vogliamo che qualcosa cambi veramente non possiamo delegarlo agli altri, dobbiamo giocarcela in prima persona. Se imparassimo a guardare i nostri piedi, in città ci sarebbe almeno uno che non calpesta merda. Perchè noi abbiamo il controllo delle nostre scelte e dei nostri comportamenti, non di quelli degli altri: ognuno risponderà per quello che avrà e non avrà fatto.
Il cambiamento non possiamo chiederlo agli altri, dobbiamo farlo partire da noi stessi. Sarà poca cosa, ma è qualcosa. Piccole gentilezze, attenzione all'altro, saper chiedere scusa, tutto questo può cambiare la faccia di una famiglia, di un condominio, di un ufficio. Vincere le proprie vigliaccherie e i propri pudori, avvicinarsi offrendo una mano o un bicchiere d'acqua è un inizio di un cambiamento che può contagiare molti. Non dobbiamo aspettare gli altri, e non dobbiamo instupidirci con gli oroscopi, il 2014 sarà bello se noi ci renderemo belli per gli altri. Auguri di Buona Epifania, festa della luce e del disvelamento della Bellezza, la befana può anche crepare d'invidia.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)