martedì 22 dicembre 2009

Paura di cosa?

Credo che spesso - se non sempre - la verità e la semplicità vadano a braccetto. Le spiegazioni più semplici sono anche quelle che più si approssimano alla verità dei fatti. I ragionamenti cervellotici e contorti, anche se qualche volta affascinano, per lo più allontanano dal cuore delle questioni.
Prendiamo il caso della paura. Ognuno di noi sa che ci sono infinite paure. Si può temere di rimanere chiusi nell'ascensore, o di volare, o del buio, si può avere l'ansia di parlare in pubblico o quella di fare un colloquio di lavoro. Si può provare terrore per una iniezione o per la propria salute. Ci sentiamo circondati da possibili pericoli. Ecco, questo è il filo che lega le paure più diverse: ci spaventa ciò che per noi rappresenta una minaccia, ma minaccia a cosa?

Alla felicità.

Siamo desiderosi di felicità, aspiriamo sopra ogni cosa alla gioia, ed ognuno di noi ha una propria visione di ciò che può renderlo felice. Il nostro mondo però non ci assicura di poter raggiungere la felicità piena o semlicemente non ci assicura che una volta raggiunta non finisca. Allora qui nasce la paura. Identifichiamo dei pericoli (veri, verosimili o del tutto fantastici) per la nostra felicità ed entriamo in ansia. O in guerra contro tali pericoli. E cerchiamo delle garanzie.

Quest'anno per molti la garanzia è stata il prodotto disinfettante per le mani che prometteva un riparo al contagio influenzale. Per altri può essere un'assicurazione contro gli infortuni. Per altri può essere la ricchezza, vista come massima garanzia rispetto a qualsiasi pericolo. Ma chi riflette scopre che garanzia vera non esiste. Non si può essere riparati contro tutte le minacce. Allora la nostra tensione verso la gioia totale trova un ostacolo: nel nostro mondo non è possibile avere la garanzia per la felicità, quindi la felicità piena è impossibile. La rispsta a questo dilemma è solo far riferimento ad un "altro mondo", nel quale le contraddizioni, le ambiguità e i paradossi di questa realtà possano trovare un senso ed una speranza.

Un "altro mondo" tutti lo cercano, per lo più senza rendersene conto. Chi nell'alienazione delle dipendenze, chi nell'utopia politica, chi in uno sforzo titanico di autoredenzione, chi negli ufo o nel reiki e chi nell'ambientalismo ideologico. Chi nel suicidio e chi nella religione.

Questo ragionamento ha portato alcuni a sostenere che le religioni sono state inventate proprio per dare risposta ragionevole al desiderio di felicità dell'uomo. Ma altri dicono che, proprio perhè la religione è la sola risposta ragionevole al desiderio di felicità, non può essere stata prodotta dall'uomo - incapace di darsi la felicità da solo - e affermano che l'idea di Dio esiste non perchè inventata, ma perchè Dio stesso esiste.
Di fronte a questa provocazione per il pensiero e per il cuore, oguno è tirato in ballo. Nel frattempo, a tutti gli amici che ogni tanto si affacciano da queste parti faccio i migliori auguri per un Natale all'insegna della semplicità. E, perchè nò, per un anno nuovo guidato dalla ragione.
Silvio


domenica 13 dicembre 2009

A forza di aizzare l'odio...

...qualche dente salta. C'è gente che di mestiere fa l'istigatore d'odio. Ex magistrati dalla parola incomprensibile, prestati alla subpolitica, insieme a giornalisti che con fare apparentemente distaccato incitano i forcaioli. O autoproclamati difensori di regioni italiane che urlano contro Vescovi che si esprimono con un'ottica leggermente più ampia. E' chiaro che così non si fa più politica, si agitano gli animi, si spinge all'invidia sociale, si sputa su figure istituzionali, si fa leva sulla piazza solleticando gli istinti peggiori. Non c'è da stupirsi se poi un poveretto in cura da dieci anni in centri psichiatrici (almeno così dicono le prime notizie) si avvicina al Presidente del Consiglio per aggredirlo. Si può pensarla diversamente da Berlusconi o da Bersani, da Fini o da Rutelli, ma non può mai mancare un rispetto di fondo. Se un uono pubblico si esprime con la proprietà di liguaggio e il pensiero lucido ed obiettivo di un tifoso pieno di birra che ha visto la sua squadra retrocessa in serie b allora siamo alla frutta.

mercoledì 9 dicembre 2009

Chiude bottega, ma non chiude la bocca e si sente ancora l'alito sulfureo

Costanzo chiude la sua trasmissione su Canale Cinque, e verrebbe da dire chissenefrega. Ma relativamente. Il fatto che Costanzo invecchi e che non regga più il ritmo dello show non ci rallegra più di tanto. Intanto la sua missione da guastatore l'ha portata a termine. Quasi ogni puntata del suo programma è stata un contributo all'inquinamento dell'aria e delle coscienze.

Ha portato in televisione spazzatura morale, mostri da avanspettacolo, casi umani, rissaioli per professione, scandalosi e finti scandalizzati, nudisti, tronisti e opportunisti, scrittori che si credono intellettuali e nessunologi che si credono tuttologi, intrattenitori da salotto e intrattenitrici da camera da letto, prestigiatori, donne baffute, emarginati e marginali, preti spretati, alieni e alienati, bambini da copertina e storie pietose, nullità, nullafacenti e sfaccendati di varie provenienze. Ha lanciato anche qualche personaggio meno peggio di altri, ma era inevitabile, se non altro per ragioni statistiche.

Poi ieri il Papa, nella solennità dell'Immacolata, dice no al «meccanismo perverso» che porta i mass media a sfruttare fino all’ultimo le «persone invisibili che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi», «senza pietà, o con una falsa pietà». E attacca i media senza mezzi termini sottolineando che «ci abituano al male e ci intossicano».

E Costanzo, intervistato dice: "I media non intossicano nessuno. Mi dispiace che il Papa abbia pronunciato quella frase". E stavolta un bel chissenefrega è inevitabile.

domenica 29 novembre 2009

Lo psicoterapeuta sbaglia quando:


1. Vuole essere obiettivo e sopra le parti.
Perchè la psicoterapia non è mai neutrale e qualsiasi terapeuta ha sempre un suo
sistema di valori.
2. Pensa di poter analizzare tutta la complessità del suo paziente.
Perchè una persona non è mai completamente definibile, non basterebbe una vita intera
di terapia. Meglio portarlo ad un livello di indipendenza che gli permetta di fare
autononomamente la sua strada e le sue scelte. Non è necessario conoscersi
perfettamente per poter essere libero.
3. Vuole analizzare tutto in termini di nevrosi, transfer e resistenze.
Perchè certe volte è meglio semplificare.
4. Trascura il senso della vita.
Perchè le persone talvolta stanno male solo perchè non sanno perchè vivono.
5. Vuole spiegare tutto.
Perchè (dice Shakespeare nell'Amleto): "Ci sono più cose in cielo e in terra,
Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia
".

sabato 7 novembre 2009

Croce rossa, Croce verde, e ora vogliono la Croce trasparente

Crocifisso di San Damiano

Ma è già trasparente per chi non vuole vedere. Per i giudici superstipendiati di Strasburgo, tra cui il fratello maggiore di un giornalista superlaico di Repubblica.

E' trasparente per loro il fatto che l'Europa - in quanto segnata dalla Croce - per secoli è stata il faro della cultura e della civiltà nel mondo.

E' trasparente per loro che se non fosse per le chiese, i santuari, le abbazie su cui svetta la Croce, ci aggireremmo nel deserto del Sacro e dell'arte.

E' trasparente per loro che in nome della Croce si sono costruiti ospedali, scuole, città.

E' trasparente per loro che se non ci fossero i missionari, che per amore della Croce portano conforto e aiuto, in Africa ci sarebbe solo la Pfizer a fare sperimentazione sui farmaci (maggiori informazioni).

E' trasparente per loro, come sono trasparenti e freddi i loro uffici di cristallo senza storia nè amore.

Sarà trasparente per loro anche quando qualcuno, forse, la metterà pietosamente sulle loro lapidi?

giovedì 5 novembre 2009

Morti in carcere, facciamo chiarezza


In questi giorni si sta parlando molto di carcere, soprattutto per due morti che ci sono state. La prima, quella di Stefano Cucchi, arrestato per droga e poi morto dopo un trasferimento dal carcere di regina Coeli all'Ospedale Pertini, con segni probabili (ma lo accerterà l'autopsia) di percosse. La seconda, della terrorista delle Brigate Rosse Diana Blefari, suicidatasi a Rebibbia.

La prima cosa da notare è stata la reazione variegata a questi due casi. Rapida Rassegna:
* L'opposizione ha usato queste vicende per dare addosso al Governo, denunciando il malfunzionamento delle carceri e della giustizia.
* Il Governo ha usato la morte della Blefari per dire che l'opposizione solleva il problema dei detenuti solo quando sono di sinistra, tra l'altro anche terroristi che hanno fatto vittime.
* L'estrema sinistra ha utilizzato la morte di Cucchi per sottolineare quanto sono cattivi i poliziotti e i carabinieri che pestano a morte le persone.
* I vari garanti e anime belle hanno sottolineato quanti suicidi ci sono in carcere e quanto deve essere infelice al vita in prigione.
* Ecc. ecc.

La seconda cosa da notare è che - nonostante i commenti di cui sopra - non si sa ancora come sia morto Cucchi. Non è escluso che possa essere stato malmenato da altri detenuti, in carcere o nei sotterranei del Tribunale finita l'udienza, dove non ci sono telecamenre.

La terza cosa da notare è che, certo, la percentuale di suicidi in carcere è più alta di quella all'esterno, ma non ci vuole un genio per capire che la popolazione carceraria non è statisticamente rappresentantiva di quella esterna. La maggioranza è composta da tossicodipendenti, con tutta la fragilità che questa condizione comporta. Molti di loro hanno una carica di aggressività tale che all'interno del carcere viene compressa a talvota trova sfogo anche contro di sè. Ci sono numerosi malati di mente. Ci sono persone che avevano giurato a loro stessi di rientrare più in carcere e invece sono di nuovo dentro... E' terribilmente ovvio che i suicidi in carcere siano di più, e non sempre si possono evitare.

La quarta cosa da notare è che quando, con la riforma dell'Ordinamento Penitenziario del 1975, si è inventato il Servizio Psicologico "Nuovi Giunti", teso a fare una diagnosi iniziale del detenuto e a valutarne il rischio di etero e auto lesionismo, il numero dei suicidi è drasticamente sceso. Oggi i colleghi che fanno parte di questo servizio, come pure quelli del Servizio Osservazione e Trattamento, hanno un monte ore ridicolo che ne inficia quasi completamente l'efficacia di intervento.


La quinta cosa da notare è che: a. Il carcere è brutto, ma è brutto anche ciò che le persone fanno prima di entrarci. Questo non giustifica la violenza, perchè il rispetto è dovuto anche alle persone detenute, ma non bisogna arrivare al rovesciamento dei valori. b. Il carcere non è sempre rieducativo, ma possiamo affermare con certezza scientifica che tutte le persone siano sempre rieducabili? c. Il carcere non è una risposta valida alla criminalità. D'accordo, ma nel frattempo che scopriamo una risposta valida che ne facciamo di quelli che commettono reati? d. I detenuti meritano comprensione e umanità. Quando i carcerati erano solo carne da buttare in segrete puzzolenti, andarli a trovare era già considerata un'opera di misericordia per i cristiani. Oggi, nel nostro Stato Laico, la pietà deve essere prescritta per legge?

La sesta cosa da notare è che la popolazione carceraria è in aumento. Ma la popolazione carceraria è composta in maggior parte da stranieri. Forse la questione andrebbe risolta con una politica dell'immigrazione più efficace e responsabile.

Dopodichè, che i responsabili paghino, ma non facciamo demagogia, non ricordiamoci dei detenuti solo quando un loro cadavere si presta ai nostri giochi.

Intanto, in questo post trovate delle riflessioni sul tema. Poi, entro qualche giorno uscirà un nuovo numero del Giornale degli Psicologi del Lazio in cui, insieme con altri colleghi esperti dell'argomento, si tratterà in modo approfondito della questione carcere per quanto riguarda la materia psicologica. Il mio contributo lo inserirò nella sezione articoli all'interno del sito.

silvio rossi psicologia psicoterapia  roma montesacro www.psykenet.it

domenica 1 novembre 2009

Il sesso come droga

Dopo varie sollecitazioni riprendo rapidamente il discorso su Marrazzo e co. Ribadisco che nella vita privata di chiunque è bene non entrare. In caso di personaggi pubblici il giudizio si limiti agli atti pubblici legati al loro ruolo. E' anche vero, però, che in quanto psicologo ho un mio parere, ed è questo. La mia opinione è che ci troviamo di fronte a vere e prorie forme di tossicodipendenza, in cui al posto di sostanze chimiche da inalare, fumare o iniettare, ci sono comportamenti sessuali abnormi, perversi, incontrollabili. Marrazzo non è uno stupido, tutt'altro. Eppure la sua bulimia di sesso lo ha portato ad agire in modo così scoperto e imprudente da rendere prevedibile quello che è successo. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria malattia.
Una possibile definizione di dipendenza è questa:

Condizione patologica
· Correlata ad una alterazione del sistema della gratificazione
· E ad una coartazione delle modalità e dei mezzi con i quali il soggetto si procura piacere
· Caratterizzata
* da Craving (desiderio compulsivo con perdita di controllo e passaggio all’atto, con specifica sindrome clinica, appreso attraverso un condizionamento operante)
* e da una relazione con un oggetto (sostanza, situazione, comportamento) connotata da ripetizione e marcata difficoltà alla rinuncia.

Se ci pensiamo un attimo calza a pennello. Quindi si può essere drogati anche di sesso. Naturalmente il sesso vissuto con equilibrio, all'interno di una certa regolamentazione e ordine è una componente importante dell'essere umano e non porta alla dipendenza. Non è difficile da capire. E', per esempio, come con gli alcolici. L'uso di vino durante i pasti, entro una certa misura, senza superare i limti, fa bene ed è piacevole. Bersi una vodka la mattina a digiuno è segno che si è sulla strada buona per l'alcolismo. Ci sono persone che con il sesso, pubblicizzato e mercificato e disponibile senza troppa fatica fin da bambini (basti pensare all'abbondanza di siti erotici raggiungibili da chiunque), creano un legame di vera e propria dipendenza. Con quel che segue, incontrollabilità, bisogno di esperienze sempre più forti, incapacità alla fedeltà di coppia, ecc.

La vicenda di Marrazzo dovrebbe insegnare qualcosa ai genitori, a ricordare che nell'educazione dei figli non si può delegare l'aspetto della formazione affettiva e sessuale alla scuola o ai preti. E' compito del padre e della madre capirne l'importanza e, intanto, essere modelli di vita di relazione sana ed equilibrata, e poi usare la necessaria prudenza e gradualità per non creare dei futuri infelici.

sabato 31 ottobre 2009

Matti con le ali

In occasione della festa di tutti i santi, mi è venuta voglia di ripubblicare un vecchio post che avevo scritto qualche anno fa. Forse è una cosa che non si fa nei blog, ma pazienza:

Oggi si celebra la festa dedicata a tutti i santi. Strana gente, i santi, dal punto di vista psicologico voglio dire. Sono persone normalissime che fanno scelte anormali. Normalissime perchè chi incontra un santo non vede un marziano con l'aureola sulla testa, vede una mamma, o un impiegato, o un contadino, o un intellettuale, insomma vede una persona come ce ne sono tante. Che si confonde tra tante altre, senza dare nell'occhio o suscitare una grande impressione. Eppure i santi vivono in un modo che a noi crea scandalo e imbarazzo. E' gente che ha una scala di valori diversa dalla nostra, che dà poca importanza a ciò che per noi è vitale e sarebbe pronta a dare la vita (e tante volte la dà) per cose che noi talvolta trascuriamo completamente. I santi sono persone che non amano la sofferenza e se stanno male vanno dal dottore anche loro, ma allo stesso tempo ringraziano Dio per la sofferenza che devono patire e la offrono in riparazione dei nostri peccati. E senza nemmeno avvertirci. I santi pur facendo una vita normale nel mondo sarebbero pronti a rinunciare a tutto il mondo in nome di Dio, perchè per loro l'amore di Dio ha una forza di richiamo così forte che nulla potrebbe distrarli dall'inseguirlo. I santi non appartengono ad una sola delle categorie in cui noi dividiamo la gente: poveri, ricchi, colti, ignoranti, occidentali, orientali, giovani, vecchi. Ci sono santi di tutte le specie e di tutte le appartenenze, l'unica cosa che li unisce è la spasmodica, violenta, imbarazzante aspirazione a fare la volontà di Dio, talvolta fregandosene completamente di quella che è la volontà dell'uomo. Epppure, allo stesso tempo, i santi amano l'uomo, lo servono, si spezzano per farsi nutrimento di chi ha fame. Strana gente, i santi, pronti a lasciare casa, amici, professione, onori, famiglia per una promessa di felicità. Strana gente i santi, chiacchierano poco, hanno un pessimo carattere, ma quando ti sorridono ti fanno intuire quanto deve essere bello il Cielo.

lunedì 26 ottobre 2009

Che fine ha fatto la persona?

Il segreto meglio custodito nella storia dell'umanità è il segreto confessionale. Molti sacerdoti sono morti piuttosto che rivelare fatti ascoltati in confessione. Questo perchè l'intelligenza della Chiesa ha sempre difeso il diritto alla riservatezza per ciò che riguarda la coscienza personale. Si è sempre distinto il ruolo sociale degli individui (e la sua legittima tutela) dalle debolezze intrinseche alla persona, che riguardano solo lei e il suo rapporto con Dio.

Nei paesi di tradizione cattolica si è assorbita questa mentalità, per cui una persona veniva valutata sui suoi atti pubblici e i suoi comportamenti esteriori, ma un velo di riservatezza si stendeva sulla vita privata.

Tutto questo fino a tempi recenti. Ricordo ad esempio che il tanto criticato Craxi, che pure contava tra i suoi cortigiani elementi di non elevatissima moralità, era stato oggetto di una lotta senza scrupoli, ma una lotta che si fermava sulla porta della camera da letto. Oggi non è più così. Veniamo da mesi in cui lo scontro politico si è giocato sulle ragazze frequentate da Berlusconi, sulla presunta omosessualità di Boffo, e adesso, su tutta la questione del governatore della Regione Lazio. Non mi piace.

Io voglio giudicare l'operato di Berlusconi come Presidente del Consiglio e non intendo misurare la sua capacità erotica o il numero dei suoi orgasmi. Mi interessa quello che Boffo scrive sul suo giornale, non la sua coerenza morale con quello che predica. Pretendo che Marrazzo faccia gli interessi dei cittadini della sua Regione, ma nel privato si scelga la compagnia che preferisce.

Questo tiro al piccione dentro le mutande dei personaggi pubblici è ripugnante e innesca un gioco al massacro pericolossisimo. Semplicemente perchè nessuno è al sicuro, tutti hanno scheletri - o strisce di cocaina - nell'armadio e tutti sono ricattabili. Compresi coloro che del pettegolezzo ne fanno la loro prima fonte di guadagno. Sarebbe bene per tutti ricordare le parole del Vangelo: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".

domenica 18 ottobre 2009

Un milione contro il Palazzo

Un milione di spagnoli in piazza, contro la proposta di legge di Zapatero di poter far abortire anche le sedicenni, e senza informare i genitori. Un milione, ma non basterà. La legge la faranno lo stesso e ne faranno anche di peggiori.

Perchè il popolo non conta nulla, conta la casta che gestisce il Potere, quattro gatti che manovrando informazione e denaro, fanno il buono e il cattivo tempo. Quellli che Pasolini definiva: "il Palazzo". Non dobbiamo aspettarci - purtroppo - che chi governa faccia l'interesse dei cittadini. Per lo più, per mantenere il consenso, fanno leggi che assecondano le peggiori spinte egoistiche. Chi vuole che qualcosa cambi veramente deve smetterla di appellarsi ad altri, deve impegnarsi in prima persona. La delega non serve, serve il sacrificio personale. A forza di lasciare ad altri la responsabilità ci siamo adagiati a non fare più nulla, così è diventato tutto commercio e baratto: tu lavori per me e io ti lascio spazi sempre più ampi di potere. E così i pochi spadroneggiano e noi siamo stati depredati del nostro.
In Spagna sono scesi in piazza per difendere la vita. Anche se troveranno un muro davanti sarà un bel segnale. Il milione di spagnoli forse non fermerà la legge omicida, ma quanto meno farà capire ai potenti che la gente non è con loro. Lor Signori sono da soli, arroccati nelle stanze del loro Palazzo, senza più contatto con la vita, con la verità, con loro stessi.

martedì 13 ottobre 2009

Ricordo di votare...

... la mia collega e amica pittrice Maria Teresa Protettì. Vedi tre post più sotto. Grazie

venerdì 2 ottobre 2009

Confusione perversa

L'altro ieri, girando tra i canali televisi mi sono fermato per un momento sul telegiornale (o almeno così vogliono far credere che sia) di Italia 1. C'era un servizio piuttosto noioso, con un video ripetuto almeno tre volte, su un parco in America dove alcuni elefanti lavano i vetri alle macchine dei visitatori. Tono scherzoso e leggero. Successivamente la giornalista toglieva il sorriso plasticato dalla faccia e annunciava seria l'aggravamento della situazione a Sumatra per il terremoto e lo tsunami. Sullo sfondo immagini di rovina e distruzione. Dopo un attimo riprendeva il tono leggero e partiva un servizio che sinceramente non mi ricordo, ma riguardava qualche sciocchezza canterina o cinematografica. Frizzi e lazzi. Ancora subito dopo immagini amatoriali su Sumatra, Morti, feriti e disperazione.
Questo tipo di miscuglio, una brodaglia stomachevole in cui tutto si mischia con tutto, serio con faceto, sangue con spumante, cadaveri con bionde ammiccanti, non è solo lo spettacolo orrendo che ci regala Studio Aperto. E' la cifra della nostra società, cioè è il marchio onnipresente che caratterizza in larghissima parte il mondo in cui viviamo. Questa confusione la troviamo dappertutto: nella società civile, in cui chi dovrebbe avere un ruolo di un certo tipo si comporta anche in modi che non si legano al suo status. Nelle relazioni, dove maschio, femmina, omosessuale, bisessuale, trans, ecc. ecc. va tutto bene ("l'importante è essere se stessi", appunto, ma quale dei se stessi possibili?). Nei comportamenti sessuali, dove adulti provano desiderio verso bambini. Nelle norme, dove si rifiuta ogni criterio oggettivo in nome di un relativismo che giustifica tutto. Nella religione, dove si fa appello alla coscienza individuale togliendo ogni riferimento ad un Assoluto valido per tutti. Nell'arte, dove qualunque analfabeta ha diritto ad esibirsi pretendendo anche di ottenere consenso. Nella scuola, dove quasi nessuno più, credo, insegna la passione per le idee "chiare e distinte". Nei rapporti sociali, dove non si ha il rispetto del limite e degli spazi altrui. A proposito di spazi, i graffiti sui muri sono l'emblema tipico di questa confusione: ragazzi senza idee che disegnano cose senza significato su spazi che sono di altri.
Insomma viviamo sempre più nella notte nera kantiana dove "tutte le vacche sono nere". Molti subiscono senza nemmeno capire dov'è il problema. Altri sono contenti, perchè pensano sia un progresso e magari battezzano il fenomeno con il termine "contaminazione", per darsi un tono da intellettuali. A me , che faccio il mestiere di psicologo, la compresenza confusa e indistinta in una stessa realtà di elementi tra loro incompatibili fa venire in mente una parola sola: schizofrenia. O se vi piace di più: dissoluzione della personalità, frammentazione dell'io, scissione. Comunque certo non un progresso. E infatti, il disagio sociale è sempre maggiore, molti cercano riparo in realtà iper-dogmatiche, settarie, integraliste, altri trovano rifuglio in mondi paralleli estraniandosi dalla realtà (vedi il mio articolo sulle dipendenze), altri ancora stanno semplicemente male, senza nemmeno rendersene conto.
Scoraggiarsi? certamente no. Tornare indietro nemmeno. Bisogna però impegnarsi a riscoprire la necessità dei limiti e dei confini. In tutto. Solo distinguendo, usando la ragione e ricercando la verità, si potrà rimettere ordine in una confusione che sta diventando sempre più ipercaos.

martedì 22 settembre 2009

Qual'è la guerra?


Sei soldati sono morti in Afganistan.
Circa quindici ragazzi muoiono ogni venerdì e sabato notte.

I sei soldati sono morti sognando di tornare in famiglia.
I quindici ragazzi muoiono scappando dalla realtà.

I sei soldati sono morti facendo il loro lavoro.
I quindici ragazzi per lo più muoiono da ubriaconi o drogati.

I sei soldati sono morti da vivi.
I quindici ragazzi muoiono

Forse è il caso di preoccuparsi anche della guerra a casa nostra

domenica 13 settembre 2009

Ho una collega psicologa pittrice...

... ed è anche molto brava. Si chiama Maria Teresa Protettì. Questa è una sua opera dedicata all'Abruzzo che partecipa al prestigioso premio Terna 02.


Se l'opera vi piace potete collegarvi al sito del premiohttp://www.premioterna.it/it/scheda/titolo--alta-tensione--tecnica--polimaterico-su-tela--mis.30x30--anno-esecuzione-giugno-2009--statement--con-la-forza-e-il-coraggio-di-un-popolo-lacerato-e-con-l-energia-e-la-solidarieta-umana-e-possibile-ricostruire-l-ambiente-che-la-natura-straordinaria per votarla. Tenete presente che la votazione si potrà fare dal giorno 10 al 20 ottobre 2009.

Se volete ammirare qualche altra opera dell'artista potete visitare il suo sito: http://www.mtpstudio.it/

martedì 8 settembre 2009

La vita è tutta un QUIZ




Per tutta la vita Bongiorno ha fatto una cosa sola: domande. Sarebbe bello ricevere in eredità da Mike questo dono.

Non stancarsi di fare domande, e soprattutto avere la mente così libera da non spaventarsi per le possibili risposte. Allora la vita diventa piena di entusiasmo, e a 85 anni si può ancora dire: "Allegria!".

Ciao Mike, grazie per averci mostrato un volto bello della televisionne.

sabato 29 agosto 2009

Chi di moralismo ferisce...

Da tempo alcuni ecclesiastici sottolineavano il comportamento immorale e scandaloso del politico di turno, che nel suo privato se la faceva tra feste, ragazzette e cotillons. Invece di limitarsi al proprio dovere di annunciare la Verità e il Vangelo, e lasciare la libertà alle persone se aderire o no a questo annuncio, dimenticando per un attimo il monito evangelico: "Non giudicate per non essere giudicati" hanno dedicato tempo a stigmatizzare comportamenti scandalosi e scelte politiche. Qualcuno alla fine si è stufato e ha reso pan per focaccia. Così il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, ha tirato fuori qualche piccolo (e sembra pure mezzotaroccato) scheletruccio dall'armadio del Direttore di Avvenire, giornale dei vescovi. Come a dire: "Piantatela di occuparvi delle incoerenze altrui e pensate alle vostre". Oggi stesso il Direttore del Giornale, Feltri, tanto per essere ancora più chiaro ha detto: "Finche' i moralisti speculeranno su cio' che succede sotto le lenzuola altrui, noi ficcheremo il naso (turandocelo) sotto le loro". Lasciamo perdere Feltri, sulla cui libertà giornalistica non saremmo pronti a scommettere. Lasciamo pure perdere la validità dello scoop, che ad ogni ora che passa assomiglia sempre più una vera e propria trappola, ma rimane la sostanza della cosa. Credo che alcuni religiosi dovrebbero essere più prudenti e prendere esempio dallo stile sobrio e sopra le parti della Santa Sede. L'unico luogo destinato alle debolezze umane è il confessionale, che è il tribunale della Misericordia.

lunedì 24 agosto 2009

Viva la diversità!

Si fa un gran parlare di diversità, a proposito e - spesso - a sproposito. Certe volte si confonde il rispetto delle diversità con l'accettazione di ogni comportamento, anche quello sbagliato. Altre volte, al contrario, in nome dell'uguaglianza si forza verso un ugualitarismo che umilia le diverse necessità particolari.
E' sempre difficile orientarsi. Credo che bisognerebbe avere dei paletti ben precisi per scegliere al meglio di volta in volta. Provo a buttar giù una proposta per una possibile griglia di riferimento :

le COORDINATE DEL BUON VIVERE
1. La cultura del relativismo è da rigettare. In altre parole: bisogna puntare ad un sistema di valori etici assoluti e universali. In altre parole ancora: non è giusto ciò che è giusto per me, ma è giusto ciò che è giusto.
2. Esiste la Verità ed è possibile avvicinarsi progressivamente ad essa con approssimazione sempre maggiore.
3. Persone diverse hanno bisogno di cose diverse. Idolatrare l'uguaglianza come fosse una divinità inpuò scatenare l'inferno (e le ghigliottine).
4. L'obiettivo è unico: la felicità del'uomo. Le strade sono tante quante sono le persone, e ogni persona ha i suoi tempi di maturazione. E ogni persona ha un massimo raggiugibile, ognuno ha il suo traguardo.
5. Ogni persona si prende la responsabilità della propria vita e si assume le conseguenze delle proprie scelte.

martedì 4 agosto 2009

BUON RIPOSO A TUTTI,
A quelli che vanno un pò in vacanza e quelli che restano in città.

Un consiglio per la lettura,
un libro vecchio e raro, di straordinaria umanità ed ironia:

Gilbert Keith Chesterton "I racconti di Padre Brown"

Chi non lo trovasse può procurarsi i dvd con le puntate dell'omonimo sceneggiato televisivo con Renato Rascel.

venerdì 31 luglio 2009

E' arrivata l'ammazza-donne (e non solo i bambini)

La Ru 486 è arrivata, donne! Vi libera in un colpo solo dei pensieri senza sporcare la coscienza. Non ve ne accorgerete nemmeno di ammazzare un bambino. Una pillolina e passa il mal di testa, anzi scompare pure la testa. Tutto sommato non è nemmeno pericolosa per voi, solo 29 mamme nel mondo sono morte.
Acquistate e mangiate con fiducia, così anche se il vostro uomo non usa il preservativo e l'anticoncezionale non lo avete preso potrete dedicarvi ugualmente e con serenità al sesso libero. Tutt'al più rischierete qualche malattia venerea o un pò d'Aids. RU486, e dormirete a lungo...

domenica 26 luglio 2009

"Antò, fa caldo..."

... e noi ne approfittiamo per accendere un pò di fuochi in giro.

Ma gli incoscienti non capiscono che se i loro paesi bruciano, i conti non tornano, e i vantaggi che pensavano di avere, erano fittizi.

Non solo i piromani diventano assassini, perchè qualcuno muore sempre, ma l'ambiente così offeso e mutilato la fa pagare a tutti, senza eccezioni.

Accendere un fuoco è sempre pericoloso. Accenderlo per fare danni è vergognoso e stupido.

Dovrebbero ricordarlo anche quelli che per appiccare incendi usano la lingua invece del fiammifero. Famiglie e paesi sono andati in fumo per parole usate male o con cattiveria, per stupidità o malizia. Beati quelli che si ricordano di contare fino a cento prima di buttare cerini sulle foglie secche.

mercoledì 15 luglio 2009

E' questo il progresso?

Se c'è una cosa che mi sorprende sempre è tornare indietro con la memoria e accorgermi che dei fatti, che quando sono accaduti sono stati considerati fondamentali per l'umanità, a distanza di un tempo più o meno lugo si dimostrano semplicemente fatti. Episodi di un percorso, passi in avanti in una strada di cui non conosciamo l'inizio e di cui non immaginiamo la destinazione.
Ogni volta che qualche avvenimento particolarmente importante accade, si tende a celebrarlo o ricordarlo o commemorarlo con sempre maggiore clamore, per sottolinearne l'importanze ed amplificarne l'eco. Ma poi ci accorgiamo che alla fine solo di un passo in avanti si tratta.
Siamo prossimi ai quarant'anni dallo sbarco sulla luna. Nei prossimi giorni si sprecheranno eventi rievocativi. E' giusto, lo sbarco è un fatto importante che ha suggestionato molto l'immaginazione di intere generazioni. Ma alla fine, è sempre e solo un passo in avanti su una strada.
Forse la realizzazione umana consiste nel decidere verso dove ci si vuole dirigere.

mercoledì 8 luglio 2009

Cosa conta veramente

Stavo parlando con un mio paziente universitario. Lui mi esprimeva il disagio di chi, giovane, ma non più adolescente, si sente trattare ancora come un bambino dai suoi genitori. In effetti, questo è un comportamento piuttosto diffuso nelle nostre famiglie, ma in fondo si tratta di un peccato veniale. Per un genitore è difficile rendersi conto che i figli crescono e diventano uomini e donne, e qualche volta si può sbagliare la misura nel modo di trattarli.
Il problema vero non mi pare questo, quanto invece un'altra carenza educativa. Ovvero ci sono educatori - genitori, ma anche insegnanti e maestri vari - che non mettono al centro della loro azione la formazione all'uso consapevole e critico della libertà. Il risultato è che molti figli, indipendentemente se sono trattati da grandi o da piccoli, rimangono incapaci di fare scelte realmente autonome e per tutta la vita rischiano di cadere nella trappola della dipendenza, qualsiasi forma essa assuma.
Un trattamento psicoterapeutico condotto con professionalità è in grado di aiutare i pazienti a riappropriarsi della propria capacità di scelta, che è la prima condizione per la salute psicologica ed il fondamento di un reale senso di autoefficacia.


L'immagine è tratta da: http://tempodellarte.files.wordpress.com/2009/01/fiducia.jpeg?w=155&h=192 Nel caso sia coperta da copyright siamo disponbili a rimuoverla in qualsiasi momento

mercoledì 1 luglio 2009

Pensionato impallina computer

Provincia di Pordenone. Un pensionato si innervosisce con il proprio computer che non funziona bene e gli spara.
Meno male che la pistola ha funzionato bene. Se no avrebbe usato le bombe a mano per distruggere pure lei.
E se nemmeno le bombe avessero funzionato? Le avrebbe demolite passandoci sopra con il carro armato, che naturalmente ogni pensionato friulano possiede.
Non oso pensare se il carro armato si fosse inceppato, probabilmente il nostro eroe sarebbe ricorso ai bombardieri. Ma l'idea di un bombardiere che non bombarda fa davvero innervosire, bisognerebbe...

No, forse è meglio fermarsi qua, quando ci si lascia prendere dall'escalation non si sa mai come tutto è cominciato, ma è sempre chiaro dove tutto va a finire.

mercoledì 24 giugno 2009

Festa Europea della Musica

il 21 giugno si è tenuta la 15a edizione della Festa Europea della Musica. Numerosi concerti, bella partecipazione. Io ho avuto la fortuna di poter assistere ad una magnifica esecuzione di polifonia sacra della scuola romana, con il coro della Fondazione Domenico Bartolucci diretto dallo stesso maestro Bartolucci. Il quale maestro - già direttore del coro della Cappella Sistina - alla veneranda età di 92 anni ha saputo incantare i presenti con una forza espressiva che non ha uguali al mondo in questo genere musicale.


Ed il pensiero è andato di nuovo al mistero della bellezza. Non c'è nulla che parli al cuore più della bellezza. Tutti siamo attratti naturalmente da lei. Ma la bellezza si fa desiderare più di una donna. Pretende anni di corteggiamento, dedizione incondizionata, sacrificio e impegno totale. Bisogna pensare a lei notte e giorno, curare ogni dettaglio, correggersi e pefezionarsi, presentarsi al suo cospetto con l'animo privo di distrazioni e di occupazioni minori. La bellezza ci scruta dentro e richiede tutta la nostra libertà. E' una tiranna che a volte ci fa disperare elargendoci solo alzate di spalle e rinfacciandoci ogni minimo errore. E poi, all'improvviso, dalle mani di un monsignore novantaduenne, scaturisce una vibrazione che ferma il tempo, che toglie il respiro, che ti porta in un Luogo che non è più nessun luogo. E' solo Amore.

domenica 14 giugno 2009

Liberi sì, liberi no, ti libero quando mi pare

In America, un tredicene affetto da tumore, Daniel Hauser, è scappato con la madre perchè non si voleva più sottoporre alla chemioterapia, ma aveva deciso di curarsi con metodi alternativi e naturali. E' stato ripreso ed è stato costretto a rinnegare pubblicamente la sua scelta. L'hanno obbligato con la forza, sotto sorveglianza della polizia, a subire la cura che non voleva (e la cui efficacia è ancora tutta da dimostrare). Questo perchè a tredici anni non è in grado di decidere liberamente.

Applausi.

Però quando in molti paesi permettono a ragazzine altrettanto piccole di abortire senza nemmeno informare i genitori nessuno ha qualcosa da dire.
Però quando qualcuno vuole morire con l'eutanasia perchè rifiuta le cure, anche se non è in grado di intendere e di volere, solo perchè qualcun altro racconta che forse anni prima aveva borbottato qualcosa in proposito nessuno ha qualcosa da dire.

Morale, la libertà è importante, ma ancor più importante è assecondare le multinazionali del farmaco.




domenica 31 maggio 2009

Un richiamo autorevole

Nell'omelia di oggi, festa di Pentecoste, cioè la festa cristiana in cui si celebra la discesa dello Spirito Santo, il Papa ha fatto un richiamo interessante alla Chiesa, che deve essere: "Meno affannata per le attività" e "Più dedita alla preghiera". In effetti, nella Chiesa territoriale, in pratica nelle parrocchie, si ha spesso l'impressione di muoversi tra persone di grande buona volontà, ma che sono talmente occupate a mettere su attività varie (assistenziali, sociali, solidali, artistiche, ecc.) da rischiare di dimenticare che la carità pratica, cioè il fare del bene in modo tangibile, è solo una parte della carità. C'è un'altra carità, che è quella della verità e dell'adorazione, che deve sostenere tutto il resto, altrimenti si finisce per trasformare le chiese in club della filantropia fine a se stessa.
In famiglia può accadere lo stesso errore. Ci si preoccupa dello sport dei figli, di organizzare il fine settimana, di tenere a posto i conti, di curare una corretta alimentazione, ecc. ecc. e poi si tralascia ciò che è più essenziale, cioè trovare del tempo per far crescere l'amore attraverso delle verifiche periodiche, la cura del dialogo, il rimettersi in sintonia. Così facendo la famiglia mantiene una facciata efficiente e organizzata, ma dentro perde progressivamente ogni attrattiva.

mercoledì 20 maggio 2009

Psykoguida, nuova versione ancora più utile

Sul sito http://www.psykenet.it/ è possibile scaricare gratuitamente una versione corretta e aggiornata della Psykoguida. La Psykoguida è uno strumento che molte persone hanno trovato utile per muoversi con sicurezza nel campo della salute psicologica. Contiene informazioni pratiche e chiare sugli operatori (psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, ecc.), su come sceglierli senza sbagliare e quando è utile richiederne la consulenza.
La Psykoguida è un servizio per i cittadini, è quindi possibile scaricarlo, stamparlo, fotocopiarlo e diffonderlo liberamente. Basta citare la fonte e l'autore. Il link diretto è http://www.psykenet.it/File%20del%20sito/Area%20servizi%20on%20line/Psykoguida/Psykoguida_v2.zip

mercoledì 13 maggio 2009

Chi toglie le regole annulla la spinta vitale

Ad un convegno organizzato dall'Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze di Roma, ho sentito giorni fa una cosa di buon senso (ma magari tutti usassero almeno il buon senso...). Il professore Mario Sapia, medico e insegnante, diceva che tutti i ragazzi attraversano un periodo della vita in cui vogliono vivere in modo alternativo e anticonformista, violando le regole. Fa parte del normale processo di crescita. Il problema, diceva lui, è che se la società non ha regole, questi ragazzi non hanno modo di violarle, e non possono quindi esprimere la loro esigenza di individuazione e ricerca di un ruolo definito nella società. Detto in altre parole, il saggio professore ricordava che se non ci sono regole allora non c'è nemmeno il gusto di infrangerle, per cui - aggiunge lo psicologo - i ragazzi non crescono sani in quanto non riescono a sperimentare la non-sanità. E' un paradosso, ma vero. Coloro che combattono per eliminare regole e leggi sono i peggiori nemici della vera crescita umana, perchè condannano le persone ad una situazione di stallo e immobilismo psicologico, negando ogni spinta vitale ed ogni evoluzione. Come quei genitori che non permettono (spesso senza rendersene conto) ai figli di crescere e in questo modo li controllano per tutta la vita.

venerdì 24 aprile 2009

Una sentenza ragionevole

Il ragazzo minorenne non porta il casco? I danni eventualmente provocati con il suo comportamento sono a carico dei genitori. I quali non hano adempiuto "all'obbligo di una corretta educazione". Lo si evince dalla sentenza n. 9556 della Terza sezione civile della Cassazione. Una buona notizia, finalmente qualcuno non scarica responsabilità sulla società o sulla scuola, ma ricorda che la prima, principale, insostituibile figura educativa è la coppia dei genitori, la quale se non è capace di educare un figlio per tempo poi ne pagherà le conseguenze.

Post scriptum: anche perchè, se la buona educazione non la ricevono in casa, i ragazzi all'esterno cosa troveranno? I soliti amici dei giovani: Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Sinistra e Libertà, Giovani democratici, Associazione Luca Coscioni, Rosa Arcobaleno ed altri vari ed eventuali, a raccogliere le firme davanti al Liceo Mamiani di Roma per installare un distributore di preservativi nella scuola.
Decisamente è meglio che l'educazione, anche sessuale, venga fatta in famiglia.

sabato 18 aprile 2009

I contabili dell'esistenza

Mi ha colpito la notizia. Roberta Tatafiore, la scrittrice femminista che si è suicidata lasciando una specie di diario degli ultimi tre mesi di vita. Ha voluto far sapere che la sua morte se l'era programmata da tempo e che è stata una sua libera decisione. Nel suo biglietto di addio ha scritto: "La mia è stata davvero una scelta". Secondo me una scelta coerente con la cultura della morte. Quella per cui quando non ho più motivi per vivere, allora mi uccido. L'idea (la presunzione?) di chi non essendo stato in grado di dare un senso assoluto alla propria vita la valuta a peso, e se il piatto comincia a pendere dalla parte che non piace allora la butta via. Una cultura da contabile dell'esistenza. Nessuno può sapere cosa sia passato nella testa della povera donna, non voglio quindi giudicare la Tatafiore - come d'altronde nessun'altra persona - ma l'idea, di cui involontariamente lei si è fatta testimonial. L'idea di considerare la vita un prodotto usa e getta.

Con il suo suicidio questa donna ha reso il peggior servizio possibile alla causa delle donne.

lunedì 6 aprile 2009

Tempo di Passione













COS'E' la mia vita, se basta un singhiozzo della terra per annientarla?

DOV'E' la mia grandezza, mentre si tirano i bambini fuori dalle macerie?

A COSA serve la mia potenza, quando una mattina mi sveglio e vedo solo rovine?

Abruzzo, aprile '09: sono stato messo in ginocchio, nudo, di fronte allo specchio.

domenica 29 marzo 2009

Certo giornalismo spiegato con una favola


Il Direttore di XY, chiama il Giornalista: "Amici mi chiedono di creare qualche difficoltà al Signor Rossi e al Signor Bianchi, trova il sistema". Il Signor Rossi, una mattina apre la porta e si trova davanti la faccia un microfono: "Salve, sono del giornale XY, qual'è la sua opinione sullo scandalo che riguarda il Signor Bianchi?". Rossi, ingenuo, chiede:"Quale scandalo?". Il giornalista: "Voci affermano che il Signor Bianchi si metta le dita nel naso durante le riunioni sindacali, lei che ne pensa?". Rossi: "Non sapevo nulla di questo, ma forse sono solo voci". Il giorno dopo titolone di XY in prima pagina: "Esclusivo, Rossi dichiara: - Ero all'oscuro di tutto, ma il comportamento di Bianchi al sindacato mi stupisce...-" Successivamente lo stesso Giornalista va da Bianchi: "Lei come si difende dalle allusioni di Rossi circa lo scandalo che lo vede coinvolto al sindacato?". Il giorno dopo titolone di XY: "Bianchi si difende attaccando: -Io durante le riunioni sindacali dormo, e comunque Rossi non si lava le ascelle- ". Dichiarazione dopo dichiarazione la polemica s'infiamma e alla fine di tutto Rossi e Bianchi si sono distrutti a vicenda, il sindacato li ha boicottati e la loro immagine pubblica è sputtanata per parecchio tempo a venire. Nel frattempo avviene quanto segue: il Giornalista ha ricevuto una congrua mancia sottobanco e qualche comparsata televisiva; il Direttore ha utilizzato la riconoscenza dei salotti buoni per piccoli favori di cui è poco elegante parlare in questa sede, il Politico di turno ha proposto di: 1. Installare telecamere puntate sui nasi in nome della tolleranza zero; 2. Istituire una task force sul fenomeno delle caccole; 3. Affidare ad un Osservatorio la redazione di linee guida sulla depilazione del naso; 4. Creare un' Autority per coordinare gli interventi in materia di ascelle puzzolenti, affidandola ad uno specialista al di sopra delle parti, l'estetista Deborah, casualmente amante del Politico.
"Ogni riferimento a eventuali fatti o persone è del tutto casuale, e comunque, per quanto riguarda le voci sui signori Bianchi e Rossi ci rimettiamo assolutamente al lavoro della Magistratura" La Redazione

martedì 17 marzo 2009

Anche i cani sbranano

A distanza di due giorni alcuni cani hanno aggredito a Modica un'altra persona, in questo caso una turista tedesca. La turista forse si salverà, il bambino assalito in precedenza è invece morto. Verrebbe da dire che anche i cani qualche volta sono feroci come gli uomini. Ma i cani, non avendo la libertà di scelta, non sono responsabili delle loro azioni. Se sono addestrati bene e trattati con intelligenza e amore generalmente crescono senza produrre troppi danni, in caso contrario ecco quello che succede. Con gli uomini invece non basta. L'addestramento e l'amore non possono fare tutto. Per fare di un selvaggio (tale è l'uomo quando viene al mondo) un Uomo ci vuole l'educazione, ovvero un processo di raffinazione progressiva per insegnare sapientemente l'uso della libertà. In altre parole, il cane fa quello che viene indotto a fare, l'uomo può - se adeguatamente formato - essere un vero artefice del suo destino. Per riuscirci però ci vuole una famiglia saggia che sia un modello vivente di libertà. E la libertà, come già detto tante volte, non è fare quello che ci pare, ma perseguire il bene, di scelta in scelta.

mercoledì 25 febbraio 2009

Il tempo opportuno


Il mercoledì delle ceneri, quest'anno il 25 febbraio, inizia per i cristiani il periodo della Quaresima, che condurrà i credenti fino alla settimana santa e quindi a Pasqua .
La Quaresima, vista con gli occhi di uno psicologo è un'esperienza particolarmente interessante.
E' un tempo dell'anno dedicato alla all'esame della propria vita, non in modo vuoto e soggettivo, ma in riferimento al proprio obiettivo; questo esame evidenzierà ciò che manca al raggiungimento di questo obiettivo e si metterà in atto un'azione concreta per rimettersi in linea con se stessi.
I cristiani identificano l'obiettivo finale con il vivere secondo Dio e guardano alla Quaresima come periodo in cui riordinare la propria esistenza rispetto alla volontà di Dio. Le pratiche più corporee (digiuno, astinenza, ecc.) rappresentano una scelta di allontanarsi per un pò dal mondo per entrare all'interno dell'io e fare luce.
Questo modo di agire, cioè fermarsi a riflettere su di sè (ma con criteri esterni a sè) e "riallinearsi" ai propri ideali attraverso scelte pratiche è un modo estremamente sano per mantenersi in contato con la propria vita e non rischiare di trovarsi totalmente estranei a se stessi.
La sapienza dei secoli, quando è vera sapienza, non è mai in contrasto con la verità sull'uomo.

martedì 17 febbraio 2009

Movimento gay: La religione degli intolleranti

Povia canta a Sanremo "Luca era gay" e i gay non solo si offendono, ma offendono Povia, scendono in piazza, manifestano, reclamano giustizia, minacciano boicottaggi, nemmeno fossero degli integralisti musulmani che hanno visto profanare il Corano. In effetti, pur non essendo necessariamente musulmani, i gay (ben diversi dagli omosessuali - per fortuna) sono altrettanto intolleranti quando qualcuno osa dire qualcosa che disturba la loro fede indiscussa e indiscutibile. Povia, rispondendo ad un giornalista lo ha detto: "(i gay) sono una religione", Può darsi, ma una religione fanatica e integralista. In fondo cosa dice la canzone di così raccapricciante? Solo che questo Luca, che per una situazione familiare sbilanciata e problematica arriva a ritenersi omosessuale, lavorando su stesso e innamorandosi riscopre la sua natura. Una storia normale e molto più frequente di quello che si pensa. Ma le storie normali fanno paura, meglio la politica, l'intollereanza, le barricate, gli integralismi.

lunedì 9 febbraio 2009

I morti e i vivi Eluana Englaro, in Paradiso dal 10/02/2009

sabato 24 gennaio 2009

Incoraggiamenti


Oggi, mentre la televisione sarà stata sicuramente a parlare di stupri, di fughe dai centri d'accoglienza di Lampedusa, di crisi economica, di traffico di droga, di Obama che prega Dio e finanzia gli abortisti, della pulizia etnica in corso a Gaza, sono stato chiamato al balcone e ho visto questo spettacolo: ho tirato un sospiro di sollievo, tutto sommato non è da illusi conservare la speranza.

venerdì 9 gennaio 2009

E Sidun è ancora lì

Dieci anni fa ci lasciava il più grande poeta della musica italiana (ma io penso della musica mondiale), Fabrizio De Andrè. Un genovese dalla voce straordinariamente ricca e profonda, intrisa di tabacco, vino e rumori di porto. Ho avuto la fotuna di assistere a due suoi concerti dal vivo. Due serate indimenticabili. Ogni parola su Fabrizio De Andrè mi sembra retorica e incapace di illuminare la profondità dell'uomo e dell'artista, quindi mi fermo qui. Quello che non si ferma nella mia mente è l'eco del suo capolavoro "Sidun" (Sidone), una canzone in dialetto genovese del 1984 che è il canto di dolore di un uomo arabo al quale il nemico ha massacrato il figlio. L'eco di Sidun mi ritorna ogni volta che il telegiornale di questi giorni racconta in modo iooocrita e purgato di quello che gli ebrei stanno facendo contro i palestinesi. Un genocidio fatto di crudeltà inaudite, con le quali i figli di Israele si giocano ogni diritto alla comprensione e alla solidarietà. Sidun è ancora qui davanti ai nostri occhi, incapaci di capire fino a che punto può arrivare chi si sente più uomo degli altri.
SIDUN

U mæ ninin u mæu mælerfe grasse au sud'amë d'amëtûmù duçe benignude teu muaèspremmûu 'nta maccaiade staë de staëe oua grûmmu de sangue ouëgee denti de laetee i euggi di surdatti chen arraggëcu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de baëa scurrï a gente cumme selvaggin-afinch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a quée doppu u feru in gua i feri d'ä prixúne 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziúnperchè de nostru da a cianûa a u meünu peua ciû cresce ni ærbu ni spica ni figgeüciao mæ 'nin l'eredítaël'è ascusa'nte sta çittaëch'a brûxa ch'a brûxainta seia che chin-ae in stu gran ciaeu de feugupe a teu morte piccin-a