sabato 21 ottobre 2017

L'uomo che guarda non osserva i suoi occhi

Nella storia della psicologia ci sono stati tanti autori e studiosi che hanno provato a descrivere l'essere umano utilizzando i risultati delle riceche scientifiche e delle oservazioni cliniche. Alcuni hanno sottolineato di più l'aspetto biologico/energetico, altri quello comportamentale. Alcuni hanno concentrato l'attenzione sulla vita mentale, altri su quella sociale. Certi hanno visto l'uomo come un insieme di funzioni "assemblate", altri come un unico dotato di progettualità. Tante visioni diverse, a volte complementari, a volte completamente inconciliabili. 
Ancora oggi non c'è univocità di vedute e di opinioni. L'essere umano è così complesso e articolato da sfuggire ad ogni classificazione, Perchè l'uomo trascende l'uomo, cioè lo supera pur rimanendo perfettamente se stesso. Una persona vive se stessa, ma nello stesso tempo si osserva vivere ed esprime giudizi su di sè. Come se in noi ci fosse un qualcosa che va oltre: appartiene a noi e contemporaneamente è qualcosa di superiore a noi.
Ecco perchè probabilmente la psicologia non riuscirà mai ad arrivare ad un accordo definitivo sull'essere umano, almeno fino a quando non troverà un'antropologia comune, cioè fino a quando non adotterà una visione dell'uomo a monte della ricerca scientifica. 
A mio parere non esiste una psicologia scientifica in senso stretto e tanto meno oggettiva e indipendente. Ma può esistere una psicologia che dia conto della complessità dell'uomo, a partire da una cornice di riferimento che inquadri i dati della ricerca e li organizzi in tutto dotato di significato.



«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 10 ottobre 2017

Un Popolo Vivo


Sabato scorso in Polonia più di un milione di cittadini si sono piazzati sui confini della nazione e hanno pregato il Rosario per la loro patria, contro l'ateismo e contro il nichilismo islamico. Questo in occasione della festa cattolica della Madonna del Rosario e dell'anniversario della vittoria sui Turchi nel 1571. La vittoria di Lepanto è stata fondamentale nella storia europea, perchè in quell'occasione si è fermata l'invasione musulmana del nostro continente. A proposito del successo di Lepanto, il rosario mariano è sempre stato considerato dai cattolici l'arma con cui il popolo europeo ha sostenuto e dato potenza al suo esercito.

Questa folla che sabato si è è assiepata in migliaia di siti posti sui limiti del territorio polacco ha espresso una realtà interessante, la realtà del Popolo. Attenzione, non parliamo di populismo da protesta controllata interpretato da fenomeni massmediatici come i 5 stelle o la lega, ma Popolo, quello dispezzato dal potere liberista e no global, quello preso in giro o ignorato dagli intellettuali progressisti, quello dato per morto e seppellito da Repubblica. Hanno tanto faticato per aprire le frontiere, per innalzare lodi all'accoglienza del fratello  immigrato, per lucrare sui centri d'accoglienza, si sono impegnati con tutte le loro truppe corazzate per privare gli stati nazionali di qualsiasi autonomia politica ed economica, per commissariare governi e imporre sanzioni e poi, come se nulla fosse, centinaia di migliaia di Cittadini si schierano sulle frontiere pronti a dare battaglia, spirituale, ma molto più desiderata e convinta di tante battaglie costruite a tavolino per spartirsi il mondo e le sue risorse.

Il Popolo Polacco ha palesemente riaffermato la sua sovranità e la sua appartenenza, attraverso il collante di una fede condivisa e di un amor di patria che a noi ricorda il libro Cuore, e a loro fa ancora ribollire il sangue.  

Strano fenomeno, davvero, quello che si è visto all'opera sabato in Polonia, un sasso che rischia di bloccare un ingranaggio che appariva ormai oliato e inarrestabile. "Questa terra è la terra dei nostri padri e dovrà essere terra dei nostri figli" hanno raccontato con i loro sguardi, e lo hanno ribadito non solo i cattolici e la Chiesa Polacca, ma anche molti politici, che avevano già fatto la loro parte con leggi pro-vita e pro-famiglia che hanno prodotto già un bel rislutato innescando una ripresa economica floridissima e in controtendenza.

Vedremo tutto questo dove porterà, intanto venerdì 13 si replica, e questa volta in Italia, prendendo spunto dal centesimo anniversario di Fatima. Un contagio interessante.


 «In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 3 ottobre 2017

Malattia mentale e famiglia


La malattia mentale è fortemente influenzata dall'ambiente in cui si vive. A cominciare dalla famiglia. E di conseguenza la società. Se la famiglia non sta bene di salute, la società pure va in cancrena. L'individuo viene a mancare di risorse, di sostegno, di orientamento, di ordine, così è assai probabile che sviluppi disturbi.

Chiunque provenga da una famiglia sofferente (perchè divisa, mescolata, conflittuale, innaturale...) porta in sè sofferenza e disagio. Qualcuno riusce a venirne fuori a prezzo di grandi sforzi, altri no, ma tutti soffrono. Certi non se ne accorgono nemmeno.

Voler curare la persona trascurando la famiglia è un'ingenuità imperdonabile. Parlare di famiglia dimenticando la realtà concreta delle persone in carne e ossa è solo accademia. 

Lo psicologo che vuole svolgere il suo mestiere in modo efficace deve sempre mettere la persona in primo piano e la sua famiglia sullo sfondo. tenerle sempre interconnesse nello svolgimento del suo lavoro, dire parole di realtà per poter sostenere la ricerca di chiarezza del paziente. 

Uno psicologo che equipara ogni forma di convivenza dovrebbe riflettere bene sulla sua rsponsabilità terapeutica.


 «In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)