sabato 19 marzo 2011

Il Crocifisso non fa male, meglio tardi che mai

La Corte  europea dei diritti dell'uomo ha rovesciato la sentenza di primo grado. L'Italia non ha violato il diritto di libertà di educazione esponendo nelle aule scolastiche il Crocifisso. Che strano, c'eravamo quasi convinti che tuti i nostri problemi, lo stress, l'esaurimento, le separazioni, la droga e anche le emorroidi, fossero tutte conseguenze del trauma: l'aver passato molti anni della nostra vita  in classi scolastiche macchiate dal turpe segno della croce. Invece no, non era così. Il Crocifisso era innocente, per i nostri problemi dobbiamo trovare altre piegazioni. Mi dispiace per Margherita Hack, Odifreddi e gli altri compagnucci del club degli agnostici, ateisti, mangiapreti e varie ed eventuali. Erano così sicuri di aver trovato la causa di tutti i mali in quel corpo trafitto. L'Europa prima li aveva illusi, e poi - come un maremoto giapponese - ha fatto vacillare i loro sogni. Chissà se anche il loro nocciolo di incredulità lentamente fonderà...

giovedì 17 marzo 2011

Un piccolo Bignami tricolore

Oggi si festeggiano i 150 anni dell'unità d'Italia. Mi sono reso conto che è passato diverso tempo da quando ho studiato queste cose, così mi sono divertito a recuperare un brevissimo Bignami che riassumesse i punti essenziali di questo processo. La nascita del nostro paese non è stata esattamente quella cosa che la propaganda partigiana e garibaldina vorrebbe far passare. In realtà è stato un'azione non popolare, ma pilotata da piccole elites, spesso con fini anticlericali e con interessi extra nazionali, ma la storia ha bisogno di molto tempo prima che venga riscritta ocn più aderenza alla verità. Per ora accontentiamoci e, tutto sommato, viva l'Italia, civiltà che ha insegnato al mondo tutto ciò che c'è di bello, grande e nobile.
  
L'Italia pre-unitaria

Nel milleottocento l'Italia era divisa in tanti piccoli stati: il Regno Lombardo-Veneto, il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie, i Ducati di Modena, Massa e Carrara, di Lucca e di Parma, il Granducato di Toscana. Già esisteva l'idea di Italia, idea basata sulla stessa lingua, cultura e religione, ma organizzata in stati più piccoli e diversificati.
Tutti questi stati, fatta eccezione per il Regno di Sardegna che era governato dal Re Vittorio Emanuele I, erano sottomessi all'Austria.

Il risorgimento e le società segrete

In questo clima iniziò il Risorgimento, cioè il periodo in cui alcuni intellettuali e affiliati a determinatte apppartenenze diedero vita alle iniziative per la sua riunificazione. Queste attività furono per lo più orientate da idee circolanti all'interno di società segrete, le quali agivano in collaborazione anche con potenze internazionali, e presero a coordinare e guidare l'azione dei patrioti. Le principali società segrete furono la Carboneria e la Massoneria. Svolgevano le loro attività nell'ombra per evitare che gli austriaci ostacolassero i loro progetti. Tra i patrioti che s'impegnarono nel periodo risorgimentale si ricordano in particolare Silvio Pellico, lo scrittore di "Le mie prigioni", il racconto del periodo in cui fu prigioniero degli austriaci e Giuseppe Mazzini che fondò la Giovine Italia mentre era in esilio in Spagna, che auspicava un Italia indipendente e repubblicana; Giuseppe Garbaldi, rivoluzionario internazionale resosi famoso per la spedizione dei mille.


I moti rivoluzionari e le tre guerre d'indipendenza

L'unificazione non fu un processo pacifico, ma la conseguenza dei moti rivoluzionari, cioè le battaglie contro chi era visto come oppressore. Ma i moti non bastarono, anche perché non sempre ci fu la piena collaborazione dei cittadini dei diversi stati italiani e furono necessarie tre guerre d'Indipendenza per giungere all'Unità d'Italia.
La prima guerra d'indipendenza scoppiò nel 1848, il re di Sardegna, Carlo Alberto, su richiesta dei patrioti Lombardi dichiarò guerra all'Austria, inizialmente vittorioso fu poi sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II.
La seconda guerra d'Indipendenza scoppiò nel 1859 ed ebbe come conseguenza l'intervento su Lombardia e Sicilia. L'occupazione della Sicilia avvenne con l'azione di Giuseppe Garibaldi che aveva radunato un piccolo esercito sotto la protezione inglese. L'azione è ricordata come la "Spedizione dei mille". Nel 1861 venne dichiarato il regno d'Italia con capitale Torino.
Ma il progetto non era ancora completo: mancavano il Veneto e il Lazio. Con la terza guerra d'Indipendenza fu annesso il Veneto. Nel 1871 i bersaglieri giunsero a Roma e occuparono la città. Con lo spostamento della capitale a Roma fu così completato il processo di Unità.

giovedì 10 marzo 2011

Evento in IV Municipio

Insieme con la collega psicologa Ambra Filippelli abbiamo organizzato un incontro con la cittadinanza su un tema attualissimo, la vicinanza ai minori nelle situazioni di conflittualità di coppia e separazione. L'evento psicoeducativo si terrà il giorno 8 aprile alle ore 16,30 in una sala messaci a disposizione dal IV Municipio di Roma, nel quartiere Talenti.
Siamo certi di rendere un utile servizio a chi, in un momento difficile della propria vita, si pone delle domande cruciali sulla tutela dei figli, protagonisti passivi della crisi del loro nucleo familiare.
Preghiamo tutti di dare la massima diffuzione e favorire la partecipazione di tanti genitori. Grazie.

sabato 5 marzo 2011

Divieto d'amore

Egitto. Un cristiano copto, Ashraf Iskande, si innamore di una ragazza musulmana. Il padre di lei, invece di sacrificare la ragazza e uccidere il ragazzo crisitano, come gli chiedevano quelli della comunità musulmana del paese, ha tollerato la cosa e si è riconciliato con la famiglia di lui. Ne sono nati degli scontri e altri musulmani hanno assaltato la Chiesa copta della Vergine, l'hanno devastata e incendiata. Totale, due morti, un parroco e tre diaconi dispersi, vari feriti.


Shahbaz Bhatti, martire cristiano.
Pakistan. Il ministro cattolico Shahbaz Bhatti  è stato ucciso dagli estremisti musulmani. La sua colpa, essere un cristiano coerente.

Storie di normale martirio. Per chi volesse dedicare cinque minuti a leggere qualcosa che su Facebook non troverà mai vada qui

martedì 1 marzo 2011

Un prodotto degno della Rai

Qualche volta la Rai esce dal coma e piazza un colpo che arriva al cuore. Ho visto la fiction sulle sorelle Fontana. Mi è piaciuto molto. Mi sono piaciuti la regia, sobria e pulita, il ritmo, che manteneva l'attenzione senza scadere nella frenesia,  e anche la recitazione, sicuramente di un livello superiore rispetto allo standard scadente a cui siamo abituati di solito in tv. La cosa però più interessante è stata la rappresentazione della famiglia Fontana. Una famiglia non perfetta, ben lontana dai mulini bianchi, ma capace di unirsi e di esserci quando qualcuno aveva dei problemi o aveva bisogno di incoraggiamento per intraprendere un progetto. Una famiglia che manifestava le tre caratteristiche fondamenali che fanno di un gruppo umano una famiglia: un grande affetto reciproco, il rispetto della libertà degli altri (con la conseguente possibilità di ognuno di rendersi autonomo e indipendente al momento opportuno), e l'umilta profonda dei suoi membri, che non si imbarazzavano a chiedere scusa e a riconoscere i loro errori.
Atelier Fontana: la moda passa per la fiction
Le tre protagoniste della fiction


Ho sentito dire da Nicol Fontana, l'unica ancora vivente delle sorelle, che la fiction è stata molto aderente alla realtà e che la rappresentazione della loro vita è stata fedelissima. In questo caso fa ancor più piacere vedere una famiglia possibile e concreta, che si oppone nettamente allo stereotipo di famiglia che viene imposto attualmente sui media.