domenica 25 ottobre 2015

La Chiesa e l'albero della vita

Il Sinodo della Chiesa cattolica sulla famiglia è finito. Come professionisti che tutti i giorni si confrontano sui guasti della famiglia (e sui danni che orovengono da famiglie guaste) non siamo soddisfatti. Il Sinodo ha ribadito l'ovvio: l'importanza della famiglia, la non possibile equiparazione tra famiglia naturale ed altre unioni, l'attenzione personale verso coloro che pur credenti sono divorziati e risposati. Nulla da eccepire, ma avremmo voluto altro. Non abbiamo sentito l'urlo. Il Sinodo è stato timido e dai toni di compromesso. I progressisti hanno cercato in tutti i modi ti tirare per la giacchetta il Papa, altri (la maggioranza) hanno voluto, non potendo far di meglio, arginare questa deriva. Il risultato è stato di una meschinità che non fa onore alla Chiesa Cattolica. Noi operatori del benessere, che sappiamo dall'esperienza del dolore di tante persone che demolire la famiglia è un attentato vero e proprio alla salute pubblica, speravamo che almeno dalla Chiesa si levasse forte e deciso l'urlo a favore della famiglia. Ma non urlo, un debole miagolio incerto è salito dal Vaticano.
Ovviamente qui non si tratta di questioni di fede. Anche un ateo può riconoscere che il pensiero chiaro e  fermo della dottrina cattolica sulla famiglia risponde ad esigenze umane naturali. Ma il pensiero chiaro e fermo stavolta ha tentennato di fronte alle suggestioni, ai condizionamenti, agli interessi di una società prepotente e in stato confusionale. Molti vescovi hanno abdicato al loro dovere di annunciare la verità oggettiva e hanno svoltato per un percorso di accomodamento e cedimento. Nei periodi di buio la Chiesa ha sempre tenuta alta la fiaccola per indicare la giusta strada, a credenti e non, questa volta non è stata all'altezza della sua missione e della sua responsabilità e questo ci da la misura della crisi in cui ci dibattiamo.
 
Oggi, alla chiusura del Sinodo, la sensazione non è particolarmente diversa da quella per la prossima chiusura dell'Expo di Milano: "Avrei potuto risparmiare il biglietto". La speranza è che se l'albero della vita si spegnerà tra poco, l'Albero della Vita, la famiglia, venga riacceso presto.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivozionario» (George Orwell)

martedì 20 ottobre 2015

Meteo ergo sum

In questi giorni molti paesi sono stati colpiti dal maltempo. In realtà, lo sappiamo, il maltempo c'entra poco. Quello che produce danni è l'incuria delle amministrazioni comunali, è la corruzione, è chi non spende soldi per la manutenzione del territorio, chi fa costruire dove non si deve, chi dovrebbe pulire i tombini e non lo fa. Nonostante questo continuiamo a pensare che la natura sia la colpevole. Ma la natura fa il suo mestiere, certe volte colpisce duro, certe volte si scatena, ma noi avremmo tutte le capacità di gestire efficacemente i capricci metereologici se non volessimo fare i furbi e fregarcene delle regole e della prudenza. Solidarietà per le vittime,  ma grave responsabilità sulla coscienza di chi avrebbe il ruolo per agire e non agisce.
Ma nella vita di tutti i giorni, c'è chi sul meteo ci specula e ci prende in giro...

 Il Meteo. Ogni giorno, ogni ora, continuamente, i nostri occhi oscillano tra il cielo di cui cogliamo ogni velatura, e il telefonino, dove i siti meteo ci aggiornano sulla formazione del ciclone Octopus, della tempesta autunnale Demetra, dell'ondata di caldo Dromedarius, della tremenda ondata di gelo Syberjan.
Questi siti sono le avanguardie dell'inferno, sono gli annunciatori dell'horror incombente sotto forma di grandine assassina, sono le trombe dell'apocalisse imminente (trombe marine, ovviamente). Tutto questo per tenerci incollati e spararci tra una previsione e l'altra pubblicità che a loro fa guadagnare parecchiuccio,  e a noi produce un dissanguamento economico in ombrelli. Tra l'altro comincio a pensare che dietro questi siti annunciatori di ecatombi ci siano loro: i venditori marocchini di ombrelli cinesi all'uscita di metropolitane romane. Loro, comodamente al riparo delle pensiline, che guardano noi, che uscendo dal tunnel rassicurante del ventre della terra ci affacciamo cerei al pensiero di Flagello, che ci aspetta di fuori. Pronti a sborsare i fatidici dieci euro per un accidenti di parapioggia assemblato da schiavi cantonesi che alla vista del primo chicco di grandine di Flagello si disintegra, offrendo la nostra acconciatura a tutte le umide maledizioni di Giove Pluvio.
Nembi, cumulonembi e inquietanti stratificazioni. Potremmo catalogare ogni stria biancastra che svetta sulle nostre teste come un colonnello dell'Areonautica militare. Il colonello dell'Aeronautica! Sogno proibito di ogni ragazza da marito: "Oggi rimani in casa, tesoro, il tasso di umidità è eccessivo per le tue unghie...,  in compenso domani possiamo mangiare pizza, la temperatura è perfetta per la lievitazione..."
Ormai si va al cinema se la probabilità di pioggia è sotto al 2%, dal 3 al 10% si può andare al ristorante sotto casa. Dall'11% in su l'alternativa sono i pacchi su Rai 1 o il suicidio.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

venerdì 9 ottobre 2015

Psicologia e scienza

Un recente studio tende a mostrare come molti esperimenti nell'ambito della psicologia non siano replicabili, quindi non possono essere considerati scientifici. E' vero, ma dirò di più, anche concetti fondamentali come, ad esempio,  "personalità" o "intelligenza" da diversi psicologi sono definiti in maniera molto difforme.
Questo cosa vuol dire, che la psicologia non è una scienza? Troppo semplice. 
Partiamo dal presupposto che una scienza, nel senso di disciplina basata su teorie certe  e assolutamente dimostrate, non esiste. Esistono scienze che hanno una maggiore o minore percentuale di probabilità rispetto alle loro affermazioni. Anche scienze considerate pure ed esatte  propongono teorie con un certo livello d'incertezza, teorie legate comunque a determinate definizioni che talvolta sembrano più convenzioni piuttosto che verita assiomatiche.
Ma non solo. Una verità può essere dimostrata in diversi modi. Un piano sperimentale ha la sua importanza, ma ci sono verità che sfuggono agli esperimenti eppure sono vere. Il fatto che in una disciplina sia carente la possibilità di replicare degli esperimenti non fa di quella disciplina una non-scienza, ma obbliga la disciplina stessa a trovare dei propri paradigmi e modalità per esprimere delle teorie con una buona base di probabilità.
La psicologia ha una grande difficoltà: una persona umana è oggetto dello studio, una persona umana è il soggetto dello studio. Questa assimilabilità tra osservatore ed osservato crea una ridondanza che complica enormemente le cose. Ma si è verificato a livello empirico, cioè nel concreto, che buone teorie sul comportamento umano si possono comunque produrre e utilizzare. Si possono esplicitare dei modelli interessanti che spieghino il comportamento umano. Questo accade soprattutto nella psicologia cognitivo-comportamentale, ma no
n solo. Allora, pur tenendo onestamente conto delle difficoltà e delle particolarità della disciplina, la psicologia può certamente esibire delle "sicurezze" di conoscenza che vanno considerate e valorizzate al meglio.
Quello che non è tollerabile nella psicologia, è la pretesa di alcuni di spiegare tutto sentendosi autosufficienti nell'approccio alla persona. Cioè di bastare a se stessi. Intollerabile perchè la persona è una realtà talmente complessa che va considerata anche con gli strumenti della filosofia e della teologia. Piaccia o no ci sono questioni legatissime al vissuto psicologico, ma che si intrecciano con le grandi domande religiose e di senso a cui non si può sfuggire. Rifiutarsi di ammetterlo, trincerandosi dietro la "Neutralità" porta però inevitabilmente a prendere posizione in modo abusivo e inconscio, o a spezzettare la persona trattando una parte come se fosse il tutto.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

sabato 3 ottobre 2015

America, un paese alla canna del gas

L'ennesima strage dell'ennesimo americano scemo  che spara sulla folla. L'ennesima scemenza del presidente che sa solo dire "cambieremo la legge sulle armi", sapendo che: 1 non cambieranno nulla perchè la loro economia campa sulle armi; 2 se anche cambiassero la legge non cambierebbe il cervello bacato di tanti selvaggi cresciuti a fast food e supereroi. 
A livello internazionale gli Usa sono solo capaci di portare caos, morte, confusione, destabilizzazione ed errori di mira. L'ultima è l'ospedale dei Medici Senza Frontiere in Afganistan, bombardato ieri con morti e feriri per un "errore". Ma l'America stessa è un errore, perchè

Senza parole
costruita su presupposti sbagliati, da gente sbagliata, con obiettivi sbagliati. In tutto questo, la Russia di Putin, senza chiasso nè presunzione, arriva in Siria con un'efficienza militare strepitosa, in pochissime ore comincia a far fuori i terroristi dell'Isis (su cui ci sono molti sospetti che siano di nascosto armati e finanziati dall'America e chi la dirige) con precisione chirurgica. Obama sull'orlo di una crisi di nervi. Ci sarebbe da ridere sulle isterie di questo strano e curioso personaggio uscito da chissà quali club di potere, se non si dovessero contare i morti provocati dalla Presuntuosa

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

venerdì 2 ottobre 2015

Siamo sicuri che l'amore è unione?

Visto che il precedente post sembra aver interessato parecchio, ci regaliamo una seconda puntata  sull'amore sfruttando il contributo del sempre geniale Chesterton:

La miglior risposta all’uomo che dice che vorrebbe morire presto è dargli un istantaneo colpo con l’attizzatoio, perché è la replica logicamente corretta, e fisicamente efficace. Ma nella cultura dell’Europa moderna si è fatto avanti strisciando un altro pensiero che è anch’esso un attacco all’essenziale giustezza del mondo. Non è dichiaratamente pessimista, sebbene la fonte da cui deriva (che è il Buddismo) sia pessimista per coloro che la comprendono davvero. Si mostra – come accade tra gli eruditi e distinti Teosofi – come una ventata di profondo ottimismo. Ma questo pessimismo mascherato è ciò che di davvero sbagliato c’è al mondo – o, per lo meno, nel mondo moderno in particolare. È essenziale fermarsi per esaminarlo.
L'amore fa maturare la diversità

Si è insinuata nei nostri pensieri, attraverso un migliaio di piccole feritoie, una curiosa e innaturale idea. Mi riferisco all’idea che l’unità sia in se stessa una cosa buona; che ci sia qualcosa di nobile e spirituale nell’assortire le cose e fonderle insieme. Che tutti i fiumi confluiscano in un solo fiume, che tutte le verdure finiscano nella stessa ciotola – parlando esclusivamente dell’ultimo e migliore traguardo dell’essere. I ragazzi devono essere “tutt’uno” con le ragazze; le sette sono “una cosa sola” nella Nuova Teologia; la bestia si dissolve nell’uomo e l’uomo si dissolve in Dio; come se l’unione fosse una cosa nobile in sé. Ma l’unione non è una cosa nobile in sé. L’amore è una cosa nobile, ma l’amore non è unione. Anzi, è piuttosto una chiara percezione di separazione e identità. (Chesterton, Cosa c’è di giusto nel mondo, trad. A. Teggi)

In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)