giovedì 29 giugno 2017

Con Charlie, in attesa dell'alba

Vi invito a leggere questa lucida e chiara riflessione di Enzo Pennetta sul sacrificio umano del bambino Charlie Gard, che può considerarsi la manifestazione ormai scoperta della dittatura terminale.  Un pensiero di Berlicche




Noi resistiamo in piedi, in attesa dell'alba.







«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

domenica 25 giugno 2017

L'irrazionale paura dei Nuovi Inquisitori

Come si può capire da questo articolo, il Potere che controlla i gruppi  gay, trans e compagnia bella sta cercando sempre più di mettere il bavaglio ad ogni forma di pensiero libero e indipendente. Utilizzando qualsiasi mezzo e capacità di influenza si lancia in querele, sanzioni, minacce più o meno velate, con lo scopo di impedire che chi sostiene opinioni diverse dalle loro possa continuare ad espirmersi. Insomma una Nuova Inquisizione Arcobaleno, che però, a differenza della originale Inquisizione che quanto meno agiva in maniera dichiarata per tutelare la Religione, questi tribunali odierni non vogliono tutelare nulla (visto che di tutele ne hanno già da vendere, anzi da Vendola), ma vogliono semplicemente annientare chi non la pensa come loro. Sembra quasi un odio isterico verso chiunque manifesti la possibilità di un pensiero alternativo.
Questo fenomeno curioso spinge ad una considerazione chi si occupa di psicologia. Mi spiego: Se un individuo è convinto che il proprio modo di vivere sia giusto, e in effetti la società gli consente ampiamente di vivere senza difficoltà, che motivo ha di denunciare e portare davanti al tribunale altre persone che pensano sia  meglio vivere in un altro modo? Nessuno. Può continuare ad agire come meglio crede e infischiarsene delle critiche, visto che anche lui ha la libertà di critica verso quegli altri. Si chiama pluralismo, democrazia, rispetto delle opinioni, società senza conflitti.  Invece, stranamente, questi gruppi LGBT... ecc ecc. non solo hanno deciso che vogliono vivere a modo loro, ma pretendono anche di modificare l'ordine sociale da sempre basato sullla famiglia volendo ottenere ciò che è prerogativa della famiglia, i figli, volendo aprire i bambini alla loro ideologia gender convincendoli che il loro punto di vista è giusto, volendo infine imbavagliare e silenziare tutti gli altri (che tra l'altro sono la maggioranza). Allora, qui il sospetto è legittimo. Il sospetto è che ciò che sostiene le azioni di questi signori non sia la difesa dei loro diritti, ma la reazione alla paura. Questi gruppi gay, lesbiche trans e chi più ne ha più ne metta, sono terrorizzati dalla possibilità che esista qualcuno che dica che il loro modo di vivere è sbagliato. Hanno il panico da critica, quindi inconsciamente desiderano la distruzione, l'annientamento, la soppressione completa di chiunque non la pensi come loro. 

Certo, la mia è un'ipotesi, che avrebbe bisogno di verifiche e approfondimenti, ma è l'unica spiegazione sensata che trovo al profondo rancore che questi cittadini dimostrano verso chiunque dica qualcosa di diverso alla loro sbandierata "diversità".

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 21 giugno 2017

A proposito di Foffo e Prato

Marco Prato, che insieme all'amico Foffo in un festino omosessuale ha torturato, violentato e ucciso Luca Varani, assoldato per far compagnia ai loro giochi, si è ammazzato nel carcere di Velletri. Ma senza un minimo di violenza, si è suicidato nella maniera più indolore e anestetizzata che è riuscito a escogitare nella cella. Perchè la sua bestialità era per gli altri, su di sè mille premure e delicatezze, anche nella morte non si è riscattato.
La vicenda di Prato e Foffo fa sbadigliare. Perchè il male è noioso e banale. Sempre uguale a se stesso, crudele, pauroso e bugiardo. Due squallidi personaggi che nel loro misero panorama di vita hanno avuto solo tre riferimenti: l'ano dietro, il pene davanti e i tatuaggi tutt'intorno. E quando l'ano, il pene e i tatutaggi esausti da tanta ammirazione e goduria allentavano l'interesse della loro vita, per evitare il rischio che fossero costretti a pensare (ci mancherebbe altro)  gli davano giù con cocaina e orge.
Prato, di fronte alla prospettiva di una lunga galera ha retto un battito di ciglia finte. Ha preferito passare dal nulla della sua vita al silenzio della morte. Senza una riga di pentimento vero, di scuse vere, di assunzione vera di responsabilità. Una morte banale e noiosa.
A questo punto onore a tanti detenuti che si fanno la loro prigione, coscienti di essersela meritata, che in carcere lavorano, studiano, si laureano. Uomini sì, quelli, che hanno fatto cose brutte, sì, ma se ne assumono la responsabilità fino in fondo. 

  «In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

sabato 17 giugno 2017

Il rischio dell'affondamento

I rischi, in effetti sono due: quello di non vedere o quello di vedere troppo.

Ci sono quelli che attraversano questa vita senza guardare, di conseguenza senza vedere. Non si accorgono di nulla di quello che avviene nella società, nel mondo, intorno a loro. Vivono la vita senza capirla e quindi in modo passivo e conformista, totalmente privi di spirito critico e di pensiero autonomo. Totalmente sudditi e ubbidienti al pensiero corrente, al Politically Correct.

E ci sono quelli sempre affacciati alla fnestra, ad osservare e sottolineare le follie, le incongruenze, le irrazionalità, i sintomi del decadimento della civiltà e della storia. Vivono così, a replicare inutili post di indignazione, di denuncia, di allarme, di punti esclamativi e di "Non si può andare avanti così!". Ma intanto vanno proprio avanti così. Di post in post, di perdita di tempo in perdita di tempo. 

E tra chi non vede e chi non si dà pace, intanto le cose procedono verso un'inevitabile aumento di entropia, come direbbero i fisici, cioè di disordine del sistema, in un progressivo avvitamento su se stesso il cui esito sembra inevitabile.

Ma qual'è l'atteggiamento raccomandabile da adottare in un momento storico come il nostro? Bendarsi e non vedere, o rimanere in uno stato di allarme continuo, ma sterile? L'idea che  mi sono fatto è che non è possibile opporsi alla valanga ormai partita, la prevenzione infatti si sarebbe dovuta operare molto tempo fa e non è stata fatta e ora è tutto un movimento inarrestabile di disgregazione sociale.  Ma la scelta di girarsi dall'altra parte, aspettando l'eutanasia della civiltà anestetizzati da Whatsapp, Fb o calcio vuol dire rendersi complici di una scelta autodistruttiva. Non degna, nè raccomandabile. Ma anche il voler elencare ogni dissennatezza, ogni follia che costantemente ci viene imposta nel rumore assordante del "notizismo" quotidiano, con l'illusione di poter cambiare la rotta attraverso un iperattivismo di denuncia mi sembra patetico e fuori luogo.

Ritengo che ogni persona dovrebbe fare una scelta di valori importanti e affidabili da utilizzare come un naufrago utilizza dei legni galleggianti nella tempesta, per non affogare - innanzitutto - e poi magari raggiungere faticosamente la terra ferma. Non si può far finta di non vedere che la nostra società è arrivata al capolinea di questa fase storica, ma non si può nemmeno lasciarsi andare ad un nevrotico e inconcludente parlottio di indignazione a vanvera. Ci saranno dei sopravvissuti psicologici dopo l'impatto, cioè quando le contraddizioni diventeranno ormai inconciliabili all'interno del sistema, e saranno coloro che avranno mantenuto un corretto rapporto con la realtà, legati da un robusto cordone di  principi e valori inaffondabili. Questo è anche lo scopo di questo blog: essere un minuscolo faro di realismo per chi non vuole camminare bendato, ma desidera anche appoggiare la propria speranza su una base di concretezza.
Ecco allora gli elementi minimi per procurarsi, secondo noi, una zattera davvero inaffondabile:

  • La “verità” esiste ed è conoscibile, almeno in taluni suoi aspetti  fondanti, dalla ragione umana ed è riconoscibile, in linea di principio, da tutti gli uomini quando la usino correttamente.
  • Ci sono delle “regole di comportamento” universali che si riassumono nella “legge morale naturale” – sulla quale si fonda il “diritto naturale” – che sono comuni a tutte le culture e sono riconoscibili come “irrinunciabili” da tutti coloro che usino adeguatamente la ragione. 
  • La vita va protetta e rispettata in tutte le fasi e in ogni condizione, dal concepimento alla morte naturale.
  • Esiste una struttura naturale della famiglia,, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio.
  • I genitori hanno il diritto ad educare i propri figli.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 14 giugno 2017

Abbiamo messo in ordine l'Ordine

E' terminata la prima edizione del percorso formativo "La felicità passa dall'Ordine" che abbiamo realizzato con l'Associazione Kriterion. Un percorso che ha cercato di fornire gli strumenti base per comprendere la natura dell'ordine, la necessità di vivere nell'ordine e le strategie per farlo.
Siamo soddisfatti dei risultati, il gruppo di soci che ha seguito gli incontri presso i locali della Parrocchia San Clemente è stato costante nella partecipazione e ha rilasciato degli ottimi feedback. Ma siamo contenti in modo particolare di esserci potuti avvicinare a questo tema in modo originale e approfondito. Ci siamo resi conto che l'Ordine è ben altro e ben di più che tenere i cassetti a posto o avere la giornata ben organizzata.  Certo, tutto questo aiuta, ma è solo una manifestazione esterna di un pensiero ordinato che deve essere costruito e formato a monte. L'ordine è uno stile di vita.
Ringraziamo di cuore tutti i partecipanti e forti del risultato cercheremo di realizzare una seconda edizione per soddisfare tutte quelle persone che per motivi di orario o altro non sono riusciti a venire pur interessati. Un ringraziamento particolare va inoltre ai colleghi psicologi Dottoressa Mariaelena Giuliani e Dottor Giulio Sorgi per il loro prezioso contributo nell'organizzazione dell'evento.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 6 giugno 2017

L'amore dei musulmani per l'Europa

A parte la peronale opinione che i terroristi siano pupazzi manipolati e guidati da centri di potere per ragioni geopolitiche ben precise, ma davvero pensiamo che un musulmano osservante si possa integrare in un paese occidentale adottandone lo stile di vita e le abitudini? Davvero pensiamo che possa considerare sano un continente dove chi ha potere mette in galera chi non rispetta gli animali e difende chi ammazza un bambino nella pancia della madre? Un continente dove i genitori mandano sorridendo i loro bambini nelle scuole dove si insegna che l'omosessualità è normale e che l'amore per tutta la vita è un retaggio medievale? Un continente dove politici pippano cocaina e sdoganano la pedofilia e i cittadini continuano a credersi rappresentati? Un continente dove si vogliono far fuori i malati e i vecchi con l'eutanasia e si finanziano le ong che aprono ospedali di campo per distribuire preservativi? Un continente dove si sopporta un giornale che fa vignette blasfeme e dove i baciapile per primi battono le mani alla laicità e alla libertà di pensiero? Un continente dove si liberalizza il gioco e le scommesse che portano alla povertà i suoi cittadini purchè si dica che bisogna giocare con moderazione? Un continente che inneggia alla pace e poi esporta armi e va al guinzaglio degli americani e dei loro padroni a far guerra in Medio Oriente? Ma davvero pensiamo che un musulmano non desideri dare fuoco all'Europa e cospargerla di sale per purificarla dalla sporcizia e dalla depravazione? Un musulmano non ritiene certo sano o normale un continente così. 
Ci amerebbe se trovasse uomini degni di questo nome, fedeli ai principi, coerenti ai valori che dichiarano, pronti a difendere l'unità della propria famiglia, disposti ad opporsi a chi corrompe i figli. Ma dove sono in Europa simili mostri? E allora, continuiamo a piangere su Totti o sulla mancata vittoria della Juve e piantiamola con l'ipocrita scenetta dell'indignazione ad ogni attentato. Accogliamo col sorriso le bombe e il sale degli estremisti utilizzati da chi vuole dare il colpo d grazia all'Europa: nelle scuole o in televisione o sui telefonini i nostri figli subiscono altre violenze, ma non di minor peso.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)