Pensi che i pregiudizi siano cose brutte,
sporche e cattive? Niente di più sbagliato. Ne avevamo già parlato, ma è il
caso di riprendere il discorso.
Pre-giudizio vuol dire esattamente quello
che dichiara il suo nome: giudizio preliminare, elaborato prima di verificare
se tale giudizio corrisponde pienamente alla realtà. Non solo non c'è nulla di
male in questo, ma il pregiudizio è prezioso, estremamente utile ed economico.
Nel senso che fa risparmiare un sacco di fatica e di energia al cervello. D’altronde
nulla esiste nell'uomo che non abbia un valore e una funzione; se talvolta
non riusciamo a comprendere e a utilizzare tutto convenientemente il problema è
nostro, nondi ciò che esiste.
Torniamo alla questione. Noi entriamo in
relazione con casi particolari, mai con concetti generici. Ad esempio io mi
imbatto in questo specifico peperoncino che c'è in cucina, non col concetto
generale di peperoncino. Se non avessi un pregiudizio sul peperoncino in
genere, cioè che pizzica se messo in bocca e spesso anche con forte
piccantezza, e quindi se volessi ogni volta verificare, io dovrei assaggiare
ogni peperoncino che mi capita a tiro per sentire se pizzica o no. Una perdita
di tempo e praticamente un comportamento stupido. Certo potrebbe capitare, una
volta su centomila, di trovare uno strano peperoncino anomalo che non pizzica
proprio, ma sarebbe una stranezza, una rarità, e questa possibilità (posto che
esista) comunque non mi obbliga ad assaggiare tutti i peperoncini per
verificare. Ancora: io vedo questo poliziotto qui, non il concetto astratto di
poliziotto. Così se mi trovo in difficoltà gli chiedo aiuto, non aspetto di
chiedergli il tesserino, non mi informo della sua moralità, non verifico se sia
competente, semplicemente chiedo aiuto. Perché il mio pregiudizio mi insegna
che una persona vestita da poliziotto. a bordo di una macchina con la scritta
"Polizia", è qualcuno da cui aspettarsi soccorso e assistenza.
Magari, una volta su centomila, quello non sarà un poliziotto vero, sarà
una comparsa di una troupe cinematografica o un truffatore, ma al momento non
mi pongo dubbi, ho bisogno di aiuto, chiedo aiuto alla persona più
ragionevolmente adatta allo scopo.
Quindi, il pre-giudizio è una qualità
del nostro cervello utile e pronta all'uso, addestrata in anni di vita
grazie ad insegnamenti e ad esperienze personali. Guai a non aver pregiudizi,
ogni volta dovremmo ripartire da capo a studiare il caso specifico ignorando
del tutto quello che sappiamo del concetto generale.
Il pregiudizio è sempre buono? Si, se è
accompagnato da una sufficiente elasticità mentale che non escluda le eccezioni.
Se io, grazie a esperienze fatte, riflessioni, racconti di altri, ecc. ho
costruito un pregiudizio per il quale ritengo che i pitbull siano animali
pericolosi, sarei davvero incosciente a mettere la mano davanti al muso di un
esemplare qualsiasi incontrato al parco. Devo ascoltare i consigli del mio
pregiudizio, ma anche avere fiducia di poterlo modificare. Infatti se un amico
mi dicesse che quel determinato pitbull lo conosce, sa che è buono, che è ben
addestrato e che è estremamente socievole, potrei anche azzardare una carezza.
Potrei imparare che il mio pregiudizio va corretto: molti pitbull sono
pericolosi, ma forse dipende anche da come sono addestrati, ed è possibile
incontrarne qualcuno buono. Questo esempio mostra come il problema non sia dei
pregiudizi, ma della nostra rigidità o meno ad usarli. Infatti il pregiudizio è
un work-in-progress, un atto
cognitivo in continua evoluzione, che prima si ipotizza, poi si sperimenta, si
verifica, si aggiusta, e quindi rimane sempre aperto a possibili rettifiche. È
uno strumento che va costantemente affilato perché svolga al meglio il suo
servizio.
Diversamente dal pregiudizio, ci sono le
opinioni e le certezze. Le opinioni sono valutazioni estremamente soggettive e
passeggere, su cui fare moderato affidamento, che possono essere il nucleo di
futuri pregiudizi qualora ne verificassimo l’applicazione universale, ma che al
momento offrono scarsa sicurezza, aiutano solo per un transitorio orientamento.
Al contrario le certezze, sono quegli assunti frutto di un progressivo
avvicinamento alla verità, che hanno valore assoluto e indiscutibile. Diciamo
che hanno un’approssimazione al vero che arriva all’identificazione con esso. Ricordavo
nel precedente post che va molto di moda la frase: “Non bisogna nascondersi dietro facili certezze”. Al di là se siano
facili o meno, chi ha la fortuna di essere arrivato ad avere qualche certezza
nella propria vita ci si nasconda pure dietro, anzi ci si aggrappi come una
cozza si attacca allo scoglio. A quello servono le certezze, a dare sicurezza
alla vita, a dare un senso e un ordine all’esistenza, ad essere dei fari per
orientarsi nell’agire.
C’è un campo minato quando si parla di
pregiudizi, ed è quello che riguarda le persone. Avere dei pensieri preordinati
su qualcuno perché appartiene ad una determinata categoria, come ogni altro
pregiudizio va incontro a possibili rischi: quello di non vedere l’unicità
della persona, che può differenziarlo da tutti gli altri appartenenti alla sua
categoria; quello di trascurare la libertà di scelta e possibilità di
cambiamento; quello di chiuderlo in caselle predeterminate che la mortificano.
Però non bisogna negare il contributo che ci può rendere un buon pregiudizio,
anche applicato alle persone. Partendo dal presupposto che ogni individuo è
unico, dobbiamo però ricordare che l’appartenenza sociale, etnica, culturale,
familiare, sono tutti fattori che incidono molto sulla costruzione della
persona e che inevitabilmente condizionano. Perciò pur con prudenza, non
demonizziamo i pregiudizi, usiamoli in maniera intelligente, sottoponiamoli a
verifica, ma non consideriamoli tanto negativamente. Avere un pregiudizio sui
pregiudizi è il pregiudizio peggiore…
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)