Diventare genitori in questo momento storico è certamente più difficile di quanto lo sia stato in epoche precedenti. Perchè essere papà e mamme in passato era considerato il servizio più prezioso che si potesse svolgere nella società, quindi il ruolo genitoriale era rispettato e sostenuto dalla comunità. Oggi viene sistematicamente aggredita la figura del genitore, o ridotta a immaginetta sentimental/caricaturale. La paternità e la maternità vengono offerti con le nuove tecnologie, fuori da un rapporto indissolubile e sacralizzato, attraverso compravendite di ovuli e sperma sul mercato internazionale, messi in vetrina (o su vetrini) a disposizione di limoni spremuti, gay, vecchi ritardatari o procacciatrici di cuccioli da addestrare a badanti per la solitudine prossima ventura. (Oltre a quelli che veramente non possono aver figli, ma potrebbero sempre adottarne uno invece di produrselo in provetta giocando al Piccolo Chimico...).
Ma essere genitori non significa aprire il portafoglio con la stessa facilità con cui per tanti anni si è aperto il preservativo o la scatola della pillola abortiva e pretendere di portarsi a casa il gioiellino da compagnia. Essere genitori significa decidere di amarsi per sempre e da questo amore lasciar sgorgare la vita, proteggerla, indirizzarla e guidarla tra pericoli e minacce fino a quando non sappia badare a se stessa. E la vita è in grado di vivere se ha alle spalle una fortezza solida e determinata, di un uomo e una donna con la testa dura e prudente. Perchè i no richiedono durezza e i sì molta attenzione.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)
Nessun commento:
Posta un commento