martedì 29 marzo 2016

Alla ricerca dell'ordine

Fare ordine vuol dire collocare ogni cosa al suo giusto posto, e il posto giusto è quello che la mantiene nella giusta relazione verso tutte le altre. Per fare ordine bisogna innanzitutto avere il senso di un'armonia generale basata su una gerarchia delle differenze.  Non tutto ha la stessa importanza,  non tutto deve avere la precedenza,  non tutto è da conservare,  non tutto deve interessarci allo stesso modo. Insomma: ogni cosa deve essere utilizzata nella giusta misura,  che è quella di essere strumento e non fine.  Un esempio: il cassetto è uno strumento per conservare le forbici, le forbici sono uno strumento per tagliare la carta,  la carta è uno strumento per avvolgere un regalo,  il regalo è uno strumento per far contenta una persona... e  qui ci fermiamo,  perchè la persona non è mai uno strumento,  ma sempre un valore in se stessa.  Fare ordine allora significa mettere a disposizione ogni cosa con criterio affinchè serva efficacemente al bene della persona. 
I sentimenti, le emozioni,  il pensiero stesso non fanno eccezione.  Anch'essi sono strumenti da utilizzare opportunamente nel tempo e nella misura giusta. Avere continuamente bisogno di emozioni è come aver continuamente bisogno di tenere della carta in mano anche se non ho regali da incartare o lettere da scrivere!  Ad un problema si pensa e poi si arriva ad una conclusione e si smette di pensare e ci si riposa, o si pensa ad un altro problema. Ruminare continuamente su questioni a cui non si arriva mai a capo è solo fonte di stress, uno sport improduttivo e autodistruttivo.

Le cose si usano e poi si mettono a posto, anche le facoltà psichiche, pur se a questo si arriva con una difficile conquista che può durare una vita. Tutto questo può  sembrare un discorso freddo, adatto a dei robot e non ad esseri umani, ma la verità è proprio il contrario: un robot non è in grado di creare dei criteri individualizzati e dinamici per fare ordine,  la persona si,  perchè l'ordine ci è connaturale ed è un nostro bisogno insopprimibile. Il disordine, soprattutto nelle emozioni, nei pensieri, nelle relazioni umane, è sempre un segnale a cui prestare attenzione. E comunque è un difetto da correggere. Tutto ciò che è sotto il sole (e anche sopra!) per funzionare bene deve agire nell'ordine.

Una lettura interessante sull'ordine che regna intorno a noi nell'universo: 

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 23 marzo 2016

Alcune note sulla psicoterapia e sulla malattia mentale

La realtà è ciò che è, indipendentemente dalla lettura che ognuno può farne. 
Una persona in grado di conformare la propria percezione interna alla realtà esterna è una persona con cui si può aprire un dialogo, partendo da una base condivisa.

 Chi è affetto da malattia mentale non riesce (in misura ampiamente variabile da persona a persona) a distinguere tra realtà diverse, tra mondo interiore e mondo esteriore, tra frammenti di pensiero e frammenti di realtà. Il suo io non è integro.
Lo spazio di libertà può essere usato come unità di misura del benessere, sia fisico che psicologico. Maggiore è la salute maggiore la possibilità di agire da persona libera. Ne deriva una possibile chiave per definire la psicoterapia: disciplina che serve ad ampliare i margini di libertà di un individuo rimuovendo quei nodi che limitano uno sviluppo integrale della persona.
Non si deve mai identificare un paziente con la sua malattia. Lo psicologo interagisce con una persona che in un certo momento della vita per certe circostanze soffre di un determinato problema, ma lo sguardo deve essere sempre sulla persona, mai sul problema.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 9 marzo 2016

Nuovi Gollum crescono?

Un uomo moderno
La storia di questi due gay/trans/etero/confusi? che hanno torturato e ucciso un loro conoscente che aveva accettato di farsi pagare per passare una serata con loro è a suo modo piuttosto banale e scontata. Banale, scontata e squallida come quella di quell'altro omosessuale che poco tempo fa aveva ucciso la professoressa ingannata da una finta promessa d'amore (amore?). Come tutta un'altra serie di storie che hanno come protagonisti personaggiucci del sottobosco vizioso delle nostre città. 
un personaggio di fantasia
Disperati avanzi di palestra, muscolosi, tatuati e ignoranti. Adoratori della propria tartaruga addominale, fanatici della trasgressione allucinogena, ipnotizzati dai selfie come selvagggi davanti agli specchietti e alle perline colorate, nauseati dalle donne perchè non hanno mai imparato ad amare. Gente che vive di notte perchè ha paura della luce, bulimici del sesso malato, larve oscure che si cibano di fango, quasi novelli Gollum che pensano di vivere perchè hanno cocaina e macchine di lusso: il loro "Tessoro!", falliti violenti e pervertiti omicidi.

Non ci sono categorie psichiatriche per definirli, perchè l'adesione al male non è una malattia psichiatrica, è una facoltà dell'uomo, è legata alla sua possibilità di scegliere. Loro hanno scelto il male, e il male li ha divorati e li ha trasformati in bestie malvagie. 

Prendiamo atto che questi ulcerati dell'anima stanno aumentando sempre di più in questo occidente malato e canceroso che ha preteso di fare dell'uomo un dio. E l'uomo che ha abboccato, di conseguenza si è ritrovato un mostro. E' il male superbo, ammalato di delirio di onnipotenza che avanza e pretende vittime,  i più deboli si lasciano affascinare e poi vengono abbandonati alla tenebra.
Nostro compito è rimanere nella luce della vero, del bene e del bello.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)