A Milano, dentro il palazzo di giustizia, indubbiamente hanno sparato. E' stato un imprenditore. Per vendetta, per altro, per niente, chissà. Comunque tre morti ci sono stati.
I commenti dei giorni successivi hanno ruotato in fondo intorno ad un unico tema: una falla nella sicurezza, controlli scarsi, un difetto nella vigilanza. Mi verrebbe da dire, ma questa gente vive nella realtà o nella fantascienza? Ma davvero questi commentatori, politici, giornalisti, pensano possa anche solo ipotizzarsi un livello di sicurezza impenetrabile? Lo sappiamo tutti, perchè tutti qualche volta nella vita siamo entrati in uffici pubblici, anche importanti o delicati, che all'ingresso spesso ci sono metal detector guasti, che la vigilanza qualche volta latita, che chi dovrebbe vigilare magari legge la Gazzetta dello sport invece di sorvegliare il passaggio. Ma anche se tutto funzionasse perfettamente, la sicurezza non sarebbe mai garantita realmente, perchè, come nelle nostre case un ladro se vuole entrare entra, un amministratore se vuole rubare ruba, un assassino se vuole uccidere uccide. Oltretutto, se anche tutto funzionasse alla perfezione come pretendono i cervelli annacquati di questa gente, i signori giudici (o chiunque altro il Sistema voglia proteggere) rimarrebbero blindati dentro il loro Fort Knox, ma fuori l'odio e la follia rimarrebbero tali e quali. Le pallottole in questo caso non colpirebbero i notabili, ammazzerebbero poveracci, ma per quanto mi riguarda, tra cittadini normali e giudici la differenza è solo la toga che indossano e il ruolo che svolgono.
Ridurre tutto ad un problema di sicurezza o di ruolo della vittima vuol dire quindi sviare la riflesssione dal vero problema: che molte persone hanno superato il limite di guardia, quello che distingue un uomo dotato di autocontrollo, da una bestia irriflessiva e assetata di sangue. Che sia dovuto a cocaina, a impazzimento, alla paura di finire per strada dopo aver maneggiato soldi a palate o a mille altre ragioni, la storia di Milano non può diventare solo una corsa alla responsabilità del sorvegliante. Nella nostra società l'uomo non si percepisce più come essere dotato di dignità e di valore assoluto, perchè la nostra società è diventata profondamente antiumana, ha calpestato la vita e rifiutato ogni legge naturale. La conseguenza è che le persone sono perennemente a rischio di comportamenti antiumani, barbari, folli. Non è una questione che riguarda la psichiatria, anche se - certo - tutto questo conduce a scompensi mentali. Non riguarda nemmeno la tossicologia, anche se molti casi di cronaca si spiegano con l'uso di droga o alcool. E' una situazione che può essere compresa con uno sguardo globale, distaccato dalle contingenze, filosofico.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)