Siamo alla vigilia del sinodo della Chiesa Cattolica sulla famiglia. Sarà un'occasione per i cristiani di ribadire l'insegnamento perenne su questo tema e riaffermare la centralità della famiglia basata sul matrimonio indissolubile. Ma quindi, quanto verrà detto nel sinodo varrà solo per i cristiani? Parliamoci chiaro: o una cosa è valida per tutti o non è valida. Non esistono verità partigiane, cioè buone per alcuni e non buone per altri. Quindi dobbiamo interrogarci se la visione tradizionale della famiglia così come è riconosciuta e promossa dai cristiani sia oggettivamente giusta e raccomandabile a tutti o no.
La famiglia quasi-perfetta, è perfetta! |
Cosa dice la psicologia in proposito? Dice tante cose, spesso in contraddizione tra loro e non sempre chiarissime, come spesso capita in psicologia. Quale che sia l'orientamento dello studioso, comunque, la psicologia da sempre attribuisce alla famiglia un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'essere umano. E inoltre da qualche anno si sta lentamente riscoprendo la complementare importanza del ruolo paterno e di quello materno nell'educazione dei figli. Ma al di là delle teorie, che lasciano sempre a desiderare quanto a precisione, la pratica è sempre piu generosa di insegnamenti.
E la pratica è chiara. La pratica mostra come il benessere integrale, psicologico e fisico (e spirituale - in un certo senso) siano correlati ad un sistema sociale basato su un impegno esplicito di appartenenza reciproca, indissolubile, aperto alla vita. Insomma alla famiglia tradizionale.
Non è certamente un caso se novantanove pazienti su cento che abbiamo la possibilità di seguire nello studio di psicoterapia provengano da realtà familiari compromesse. Come pure non è un caso che chi viene da una famiglia sufficientemente sana abbia maggiori risorse psichiche. I bambini di famiglie problematiche sviluppano più degli altri problemi comportamentali, affettivi e scolastici. Chi ha un rapporto matrimoniale stabile nel tempo gode di salute migliore ed è più longevo. E così via. Tutto ci dice che la famiglia è per la persona e la persona "è" nella famiglia. E la pratica è chiara. La pratica mostra come il benessere integrale, psicologico e fisico (e spirituale - in un certo senso) siano correlati ad un sistema sociale basato su un impegno esplicito di appartenenza reciproca, indissolubile, aperto alla vita. Insomma alla famiglia tradizionale.
Ma come possiamo distinguere una famiglia sana da una a rischio? Cosa rende sano un matrimonio? Domanda complicatissima come complicato è definire la persona sana psicologicamente. Allo stesso tempo domanda facilissima. E' difficile se cerchiamo una risposta tecnica, perché - in tutta onestà - a gran parte della psicologia manca la categoria dell'amore. Facilissima se rispondiamo con l'immediatezza del bambino: la famiglia sta bene quando papà e mamma si vogliono bene! E siccome noi sappiamo che quando le persone si vogliono bene condividono la vita l'uno dell'altra e promuovono il bene l'uno dell'altra, possiamo dire che la famiglia sana è quella in cui si può contare con certezza sull'altro, sentendosi quindi amati e 'presi in carico' per tutta la vita. Se a qualcuno scappa da ridere si ricordi che a chi costruisce una relazione basata su princìpi diversi è probabile che scapperà presto da piangere.
Possiamo però anche decidere di assecondare il nostro pessimismo o il nostro egoismo; possiamo stare insieme con un rapporto a termine, provvisorio, chiuso alla vita, senza un totale investimento, sperando nella fortuna. E magari può andarci bene. Ma è una roulette russa. E magari, al contrario, chi si dà integralmente alla famiglia pieno di fiducia, può rischiare di incappare in un fallimento. Ma non mi pare ragionevole giocare col fuoco o col calcolo delle probabilità. Si può anche arrivare al termine del viaggio correndo bendati sull'autostrada, ma guidare ad occhi aperti, rispettando il codice della strada, aumenta le chanches di portare a casa la pelle...
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)