Creature allergiche all'idea di potere. Si sentono talmente democratiche, evolute, progressiste, da attegggiare la bocca ad una smorfia di disgusto quando se ne parla, e devono subito sottolineare che è nell'uguaglianza il segreto di un futuro pacifico, in cui nessuno cerchi la supremazia sull' altro, ma trionfi solo un dialogo alla pari senza condizionamenti sulle persone.
Questi dimostrano di non capire cosa sia il potere, né come funzioni la realtà.
Il potere che dà fiducia |
Il potere è la capacità di influenzare il comportamento degli altri. Punto. In questo senso non può non esistere: intorno a noi ci sono infinite situazioni o persone in grado di influenzarci, pensiamo solo alla moda, a certi personaggi pubblici, o semplicemente ai nostri genitori. La disponibilità ad essere persuasi è strettamente legata alla nostra limitatezza. Siccome non siamo autosufficienti abbiamo bisogno di chi ci aiuti a dirigere la nostra vita e ci consigli il comportamento 'giusto' da adottare. Può non piacere, ma noi funzioniamo così. Tutta la vita scorre all'interno di un gioco di poteri incrociati. Ci sono quelli che hanno la capacità di influenzarci e quelli che sono influenzati da noi. E magari sono le stesse persone, ma in momenti e contesti diversi: io - stimato per la mia eleganza - posso condizionare un amico a vestirsi in un certo modo, ma lui - esperto in vini - mi persuaderà a verificare se l'oste mi vuole fregare... Anche queste sono espressioni di potere.
Insomma il potere esiste, non può non esistere, ognuno di noi è soggetto a tanti poteri e ognuno di noi ha un certo potere distribuito su vari campi e con varie sfumature.
Chi si lancia in crociate contro il potere dimostra di avere due difficoltà, quella di non accettare le proprie debolezze e quella di non capire che ogni cosa che esiste ha un valore. Il potere che reciprocamente esercitiamo uno verso l'altro è l'aiuto ai nostri limiti. Aiuto, appunto. Se il potere è una ricerca spasmodica di dirigere l'altro per propri scopi egoistici allora è giusto opporsi e ribellarsi. Ma se viene utilizzato per migliorare le condizioni di vita delle persone o della comunità allora è utile e va sostenuto e promosso.
Purtroppo la mentalità ottusamente critica verso il potere è diffusa e largamente condivisa. A farne le spese è, per esempio, la famiglia. Nessuno può negare che i genitori posseggano un grande potere sui figli. E' nell'ordine della natura. Un genitore non può annullare questo potere, ma il suo compito è quello di usare la sua capacità di influenza per sostenere la crescita e la maturazione dei figli indirizzandoli verso una sempre maggiore autonomia e libertà. Se un padre o una madre rinnegassero il loro potere rinunciando al loro ruolo di guide, otterrebbero solo l'effetto di corrompere il potere trasformandolo in dittatura o anarchia, entrambe malattie mortali dell'educazione.
Lo stesso discorso vale in ogni ambito: nella scuola, nella Chiesa, nel lavoro, nel governo. Chi si rifiuta di usare il proprio potere per quieto vivere, per evitare noie, per paura di sbagliare, viene meno alla sua responsabilità, cerca solo gli onori senza gli oneri. Con questa vigliaccheria vestita da furbizia lascia il proprio spazio agli avidi di potere, pronti a farne l'uso peggiore.
Purtroppo la mentalità ottusamente critica verso il potere è diffusa e largamente condivisa. A farne le spese è, per esempio, la famiglia. Nessuno può negare che i genitori posseggano un grande potere sui figli. E' nell'ordine della natura. Un genitore non può annullare questo potere, ma il suo compito è quello di usare la sua capacità di influenza per sostenere la crescita e la maturazione dei figli indirizzandoli verso una sempre maggiore autonomia e libertà. Se un padre o una madre rinnegassero il loro potere rinunciando al loro ruolo di guide, otterrebbero solo l'effetto di corrompere il potere trasformandolo in dittatura o anarchia, entrambe malattie mortali dell'educazione.
Lo stesso discorso vale in ogni ambito: nella scuola, nella Chiesa, nel lavoro, nel governo. Chi si rifiuta di usare il proprio potere per quieto vivere, per evitare noie, per paura di sbagliare, viene meno alla sua responsabilità, cerca solo gli onori senza gli oneri. Con questa vigliaccheria vestita da furbizia lascia il proprio spazio agli avidi di potere, pronti a farne l'uso peggiore.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)