mercoledì 19 settembre 2012

La libertà di espressione appartiene anche agli omosessuali

La libertà di pensiero e di espressione appartiene anche agli omosessuali, con buona pace dei gay e dei vari movimenti politici che speculano sulle scelte dei singoli.
Gilbert Keith Chesterton
Rupert Everett
Rupert Everett, attore omosessuale dichiarato, ha espresso la sua convinzione che non c'è nulla di peggio che essere allevati da due padri. Apriti cielo! Siccome i paladini della democrazia sono paladini solo di chi la pensa come loro, hanno subito assaltato l'attore, criticandolo aspramente e contestandolo. Naturalmente dà fastidio che un omosessuale sostenga delle idee contrarie a quanto imposto dal dogma gay. Everett è stato lodato e osannato quando ha detto di essere omosessuale, lapidato quando ha affermato quello che miliardi di persone intuiscono per semplice buon senso, che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà. Ma sembra che il buon senso sia diventato scandaloso: riceve applausi chi dichiara che è stato fecondato da alieni provenienti da Vega, viene deriso chi afferma che il sole è caldo.
Niente di nuovo, queste stranezze le aveva già viste e profetizzate Chesterton all'inizio del '900, ma che fossero diventati deliri così diffusi nel nostro tempo forse nemmeno lui lo avrebbe immaginato.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

venerdì 14 settembre 2012

Confrontarsi con le proprie paure

Una persona che talvolta prova paura è una persona, una persona che non prova mai paura è un malato di mente.
Questo però non significa che non dobbiamo cercare di liberarci delle nostre paure, quanto meno di quelle che interferiscono maggiormente con la nostra vita o che sono all'origine di nevrosi e blocchi emotivi.
Al di là delle specifiche fobie ci sono delle Paure Fondamentali, cioè angosce primarie che ci portiamo dentro da anni e che fungono da matrici originarie di tutte le ansie sviluppate succesivamente. Proprio a queste paure fondamentali è dedicata la nostra iniziativa, "Quando la paura non fa paura", la prima del progetto "La psicologia incontra il teatro". Si articola in sei incontri, ognuno incentrato su una paura fonamentale, e un settimo di rielaborazione. Sono incontri in cui si affrontano le paure utilizzando tecniche di linguaggio emozionale, con l'aiuto di musica, espressività teatrale e lavoro di automonitoraggio.
Il tutto è organizzato dall'Associazione Kriterion dal 10 ottobre, per sette mercoledì successivi, alle 20,30. Il laboratorio sarà condotto da psicologi con l'ausilio artistico della Dott.ssa Michela Prinzivalli, di lunga esperienza teatrale. La sede è il Teatro Elettra ,in zona Colosseo.
Per ogni informazione si può consultare il sito www.associazionekriterion.it


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

venerdì 7 settembre 2012

La Psicoterapia e il parrucchiere

Tanti pensano che andare dallo psicologo significa andare a farsi una chiacchierata da un ascoltatore professionale per sfogarsi . Dopo di che ci si sente meglio, e tanti saluti.
Niente di più sbagliato.
 Per sfogarsi ci si può servire degli amici, delle amiche, del parrucchiere, di una vicina comprensiva, di una trasmissione radio, di Facebook, della mamma, del cane e del canarino. Lo sfogo forse allenta la tensione e fa bene alla gastrite, ma i problemi rimangono e ci sentiamo sempre più impotenti.

Dallo psicologo invece ci si va per cambiare. Non per modificare la propria personalità, cosa impossibile e ingiusta, ma per cambiare il nostro modo di comportarci e di pensare. Per rimuovere quegli ostacoli che ci impediscono di essere persone libere. Questo si fa utilizzando il dialogo come strumento di lavoro, la relazione come palestra di auto-osservazione, le tecniche di rilassamento come come ausili per il ripristino di un equilibrio psicofisico, ecc. ecc. Ma certamente l'obiettivo non è sfogarsi, semmai eliminare le cause che ci rendono bisognosi di sfogo.
Quindi l'efficacia di una psicoterapia si valuta in base al cambiamento ottenuto, che deve essere: mirato (si cambiano solo le cose che devono essere cambiate), liberatorio (si sbloccano le capacità di autodeterminazione del paziente), definitivo (il cambiamento si stabilizza in un nuovo equilibrio che permane anche dopo la fine della terapia).


07/09/2012 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 4 settembre 2012

Estate torrida...

...ma le piogge e il fresco di questi giorni ce l'hanno fatta già dimenticare. In fondo, in questo consiste la speranza: sapere che ogni dolore e ogni prova non sono mai definitive, possiamo sempre contare sul cambiamento e sulla rinascita. Le risorse sono tante e i tempi sempre favorevoli.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)