Non c'è dubbio che se l'educazione del cuore viene veicolata da "Tutti pazzi per amore" siamo messi male.
Ma anche un "Medico in famiglia", i programmacci di mtv, soap e fiction non sono ad un livello più alto.
La televisione, come la radio e gli altri media, ha una caratteristica (ovvia, ma poco pensata): deve tenere lo
spettatore incollato davanti allo schermo, vuoi per motivi commerciali, vuoi per
altre squallide ragioni. Quindi ogni situazione, immagine o dialogo proposti, non possono prescindere da questo scopo. Tutto è finalizzato a non far cambiare canale. Il che vuol dire che tutto ciò che viene rappresentato è esagerato, caricato, esasperato, intriso di provocazioni, sorprese, scandali, eccessi, frasi sceme (perchè devono essere capite subito anche dagli scemi), battutacce di livello infimo ecc, ecc.
DI norma questo basterebbe per non fidarsi della rappresentazione della realtà che viene dai media. Ma c'è di peggio. Quando vengono presentate delle situazioni di coppia, di innamoramento, di abbandono, di tradimento, insomma tutto il sacchettello delle passioni umane, la distorsione comunicativa che proviene da tv e compagnia bella può fare danni ancora più grossi. Perchè va a colpire il profondo analfabetismo dell'amore di cui giovani e meno giovani sono ben provvisti.
Qui la questione è importante, perchè l'educazione all'amore non può essere delegata ad altri se non alla famiglia. L'educazione dei sentimenti non è l'educazione sessuale. A far l'amore è buono chiunque abbia un mediocre stato di salute e gli ormoni ben disposti. Ma amare è un'altra cosa, più grande e più entusiasmante. Si apprende in famiglia, innanzitutto dall'esempio e poi col dialogo con i genitori. E se le famiglie non sono più capaci di fare questo, è un sintomo di malessere sociale, che va curato, ma che non cambia la realtà. Comunque, immaginare la propria futura famiglia come quelle della televisione è un autentico suicidio del cuore. L'ABC dell'amore non sta nel piccolo o nel grande schemo, ma nella faticosa lotta quotidiana nel cercare il bene dell'altro.
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