La realtà è semplice. La realtà è vera. La realtà è accessibile.
Una certa psicologia ha la grave colpa di aver cancellato l'immediatezza del reale. Ha imposto tesi precostituite, ha creato il sospetto, ha trascurato le essenze. Si è armata di arroganza e presunzione. Ha negato la normalità, ha ignorato l'amore. Ha ripudiato sua madre, la filosofia, e suo padre, il buon senso, e si è scolpita una realtà fitttizia. Ha mercanteggiato con la medicina, succhiandone il determinismo, che fa di un essere nato libero una macchina programmata. Si è fatta religione ed ha preteso l'adorazione.
La psicologia del reale non desidera questo culto:
1. Considera l'uomo una totalità composta di corpo e di un princio unificante che è forma e principio di vita.
2. Questo principio di vita agisce all'interno di un contesto che si dissolve. Il mondo materiale va verso la morte.
3. L'essere umano sente di voler vivere e di avere una finalità nel suo vivere, ma si scontra con una realtà che soccombe sotto il peso del tempo e della sua fragilità.
4. Per tutto il tempo della sua esistenza l'uomo cerca di trovare delle soluzioni al dilemma: Come realizzarsi ed essere felice in una realtà che va verso il dissolvimento? Per questo dilemma ci sono infinite soluzioni sbagliate (cioè tutte le forme di autosalvezza), ma che nascono tutte dalla pretesa di affidarsi solo alle propri e risorse.
5. La soluzione che la Psicologia della realtà ritiene conforme è quella che:
- accoglie in sè i propri limiti;
- si adegua alla realtà che sovrasta ogni essere umano;
- accetta la propria verità e non la nasconde;
- fa riferimento ad una norma esterna che è la morale naturale;
- va verso gli altri praticando le regole del vivere sociale;
- non si abbandona passivamente al dissolvimimento (atteggiamento che porta alla depressione), nè frappone ostacoli artificiosi (ostacoli che nella vita delle persone si manifestano come nevrosi), ma persegue un progetto che travalica l'immediato;
- dedica tutta la propria intelligenza alla ricerca di un senso che poggi su razionalità, concretezza e verità.
mercoledì 27 ottobre 2010
venerdì 15 ottobre 2010
Violenze
Esplode, senza freno. Basta una minima provocazione e si manda in coma una donna nella metropolitana. Basta un cane investito (per colpa del padrone) che il padrone stesso quasi uccide il tassista. Basta una trasferta calcistica per mettere aferro e fuoco una città. Basta un pò d'attrazione sessuale e scatta la violenza carnale e magari l'omicidio.
Che nel profondo del cuore umano vi fosse l'inferno era risaputo, che le sue porte si stiano spalancano sempre più ce ne stiamo accorgendo. E' una frazione di secondo quella che passa tra il provare un impulso e metterlo in atto, "acting out" si dice in gergo tecnico. A molti sarà venuto di pensare, di fronte ad una persona insopportabile e provocatoria: "Ho voglia di strozzarla". Un uomo rimuove subito il pensiero con un altro pensiero: "A quale rabbia mi porta questa qui, meglio che la lascio perdere sennò posso dire o fare qualcosa di cui posso pentirmi". Questo le persone equilibrate e mature. Capita invece, sempre più frequentemente, che ci sia chi questo filtro mentale non lo fa partire e le mani al collo le mette veramente. Perchè capita? Perchè ci sono individui incapaci di utilizzare un filtro tra le emozioni e l'azione? Le ragioni possono essere tante. Le più frequenti sono certo la droga e la l'alcool, sostanze (senza dividerle tra leggere e pesanti) in grado di indebolire, fino a sopprimerle del tutto, le capacità di vigilanza e freno che sono patrimonio di un individuo sano. Ma c'è una questione piiù profonda. Che riguarda l'educazione e perciò la famiglia. I genitori sono abituati a soddisfare ogni desiderio dei figli, a dire di sì ad ogni richiesta, a tollerare ogni scatto d'ira, a non punire, a permettere il libero sfogo di ogni loro passione. Così distruggono nei figli la capacità potenziale di autocontrollo, e li espongono perciò a pericoli enormi. Visto che la società non è in grado di riparare gli sbagli dei genitori ed è da sciocchi caricare la scuola di questa responsabilità che non gli appartiene, le conseguenze le vediamo ogni giorno sul giornale. Mentre accade tutto questo, invece di occuparci di ridare alla famiglia il posto che merita, continuiamo a sbagliare il bersaglio, invocando più poliziotti, più telecamere, più corsi nelle scuole. L'unica cosa che conta è rivalutare la famiglia tradizionale e darle i mezzi e la cultura per svolgere il suo compito.
Soddisfare ogni desiderio? |
sabato 2 ottobre 2010
la pillola ammazza bambini continua ad ammazzare anche qualche mamma.
An
venerdì 1 ottobre 2010
Alla mensa di Epulone
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