E tutti che gridano: "Ci vuole più controllo, più leggi, più severità, più moralità". Distinguiamo. Se aumentano le leggi e i controlli, aumenteranno soltanto gli mporti delle bustarelle per coprire l'aumento di rischio. Se aumenta la severità, aumenterà solo per chi si comporta bene, gli altri sanno benissimo che la severità è inversamente proporzionale a quanto puoi spendere per un avvocato. Per quanto riguarda la moralità, non la si impone nè per legge, nè con i dibattiti in Parlamento. Non ci sono alternative: o si mette vicino ad ogni persona una guardia del corpo a controllare che non rubi (ma anche le guardie del corpo possono chiudere un occhio) o si educa ogni persona ad avere nella propria coscienza la guardia del corpo. Ma l'educazione della coscienza, fondamento di ogni educazione, non la fornisce certo la televisione, dove la corruzione e il degrado umano spargono puzze digitali invece che analogiche, ma fa lo stesso. E non la fornisce la scuola, dove non si danno più idee chiare e distinte, ma solo eccezioni e sofismi, così la coscienza diventa solo oggetto di interpretazione personale. Resta, ovviamente, la famiglia. Ma la famiglia è stata già messa da tempo all'angolo in condizioni di debolezza e di insicurezza.
E allora? Allora si lavori per ridare alla famiglia il suo ruolo, quello di principale ed insostituibile agente educativo. Le madri siano più attente ad insegnare la moralità e i padri vigilino, anche con la giusta severità, affinchè gli insegnamenti siano messi in pratica. E soprattutto siano d'esempio. E se qualcuno dice che tutto questo è semplicismo, continui a godersi i dibattiti in televisione mentre i suoi figli si allenano a diventare i corrotti di domani.
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