venerdì 5 maggio 2017

Sensi di colpa, rimorsi o responsabilità?

I sensi di colpa attanagliano la persona, le impediscono di volare, di rialzarsi, di "Convertirsi", da "Cum_vertere", cioè voltarsi verso, non guardare più al passato, ma cambiare direzione dello sguardo. I sensi di colpa continuano a rimproverarci, ci obbligano a puntare il dito accusatore sempre verso di noi, non ci liberano dai nostri (veri o immaginari che siano) errori, si obbligano a stare nel ruolo di perenni colpevoli. I sensi di colpa a certi livelli possono diventare veri e propri blocchi psicologici che lacerano e immobilizzano. Si devono curare intervenendo sul sistema di pensiero che li mantiene e li alimenta.
I rimorsi sono qualcosa di più utile. Son quei messaggi che la coscienza ci manda, richiamando la nostra attenzione su qualcosa di male o di sbagliato che abbiamo fatto, sollecitando un'azione riparatrice. Infatti, ogni male crea in qualche modo uno squilibrio nel sistema complessivo delle relazioni umane, che richiede poi un intervento, se non altro un'ammissione di responsabilità, un impegno a darsi da fare per modificare la propria condotta.
La responabilità, appunto. E' quella consapevolezza che ogni atto che noi compiamo produce delle conseguenze, positive o negative che siano, e quelle conseguenze hanno la nostra firma, riguardano noi e solo noi e non possiamo attribuirle ad altri se non a noi stessi. Il senso di responsabilità, cioè la coscienza che se agiamo male, o parliamo male (o pensiamo male) causa effetti dolorosi di cui siamo chiamati a rispondere, è il miglior aiuto che possiamo immaginare come guida del nostro agire. Infatti ci costringere a non essere impulsivi, a riflettere prima di fare qualcosa, ad essere cauti perchè ogni azione produce una reazione. Allo stesso modo ci motiva a far bene, pensando che le consegenze positive di comportamenti positivi saranno a nostro beneficio e del sistema di relazioni di cui facciamo parte.
Ci tengo a sottolineare che quanto detto ha poco a vedere con la legge del Karma e del modo pensare soprattutto Induista e Buddhista (ma anche, in fondo, ebraico e protestante). In quelle tradizioni infatti è carente o ha un'importanza trascurabile l'aspetto della libertà e soprattutto della redenzione, cioè della possibilità di superare la propria storia di sbagli e poter ogni volta ricominciare, perchè in quelle tradizioni manca la cultura del perdono.
Quindi è raccomandabile educare ed educarsi al senso di Responsabilità, a valutare cioè le possibili conseguenze del proprio agire, e contemporaneamente a riscoprire il valore del perdono, offerto, richiesto e ricevuto, come occasione per ricominciare ogni volta.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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