mercoledì 31 maggio 2017

Uscire dalla paranoia

...I guru citati su Facebook fanno ridere, coloro che si propongono come guide a volte sono persino nocivi (ricordo il bambino morto pochi giorni fa di otite, seguito con metodi omeopatici da un medico risultato in contatto con una setta lombarda ), lasciamo perdere i vari gruppi di meditazione orientale con maestri a carico...


 Noi vediamo gli altri e non vediamo noi stessi. Questo dipende dall'anatomia dei  nostri occhi rivolti verso l'esterno, ma anche dalla nostra mente più predisposta ad osservare la vita degli altri che la propria.
Da questa continua "uscita da sè" deriva la seria difficoltà ad esprimere un giudizio corretto su se stessi e l'incapacità di capire chi siamo e quale deve essere la nostra strada nella vita.
Questa evidenza esige quindi che se vogliamo realizzarci veramente non possiamo contare completamente su di noi; è raccomandabile fidarci ed affidarci a qualcuno che ci conosca, ci ami e sappia guidarci nelle scelte, senza mettersi al posto nostro, ma educando la nostra libertàaeffinchè possa esprimersi al meglio.

Da piccoli abbiamo i genitori, non c'è dubbio (se sono presenti, generosi e responsabili), ma già nella preadolescenza si sente la necessità di un maestro, di una guida, di di un riferimento solido e affidabile. Crescendo ulteriormente questo bisogno diventa quasi un obbligo. 
Sebbene l'impresa sembri ardua non possiamo perderci d'animo. Rimanere da soli a decidere o
ad esprimere giudizi su questo e quello vuol dire rischiare di cadere nella trappola della paranoia, cioè di essere autoreferenziali e vivere con sospetto e ostilità ogni rapporto umano. E' il precipizio della solitudine e della chiusura nel proprio microcosmo. Cerchiamo intorno a noi persone che ci vogliono bene (quelle che non ci dicono sempre di sì o ci danno sempre ragione), e - pur nella prudenza -rischiamo l'avventura della relazione profonda, della condivisione. A volte andrà male, a volte ci sentiremo compresi, a volte saremo delusi, ma nessuno è un'isola e tutti abbiamo bisogno di chi in un certo momento della vita ci apra gli occhi e ci conduca.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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